Francesco Domenico Guerrazzi - La torre di Nonza

:lt; L.\ '1'011111!: 01 .WNZA sorda la mM1ot·ia. Manco per ombt·a corro pcl'icolo di sbaglim·c foggia di abbigliamenti, c di più tornano tutti senza fare una grinza, begli e attillati; a meno che a tOlto o a ragione stizzito co' miei personaggi io non me gli ripigli cacciandoli via ad assiderare di ft·eddo al sereno ignudi o vestiti appena di uno straccio a studio di carità o di pudore. « E' pm·c , che i Novellieri andassero met·itamcnte pm· cosiffatta abbondanza baldanzosi, e con esso loro i poeti epici, i lirici cd i didascalici , insomma tutta l'alma famiglia dei poeti, eccetto i dt·ammatici; e a vero dire non l'adoperarono a risparmio cotesti prodigaloni, c mimbile a dit·si non ostante lo stupendo sciupio a verun giudice mai cascò in testa di sottoporli a curatore ; in vet·o come l'avt·ieno potuto fare, c perchè · lo avrebbero fatto? Tanto la cassa non si sarebhe mai rinvenuta vuota ; più ne spendevano e più ce ne entravano. La morte stessa, la quale di regola non rende nulla a nessuno, tranne ai Novellatori, presenta loro la falce pc1· salutal'li nè più, nè meno che costumi la sentinella quando le passano davanti gli ufficiali dall'aiutante maggiore in su: ella, la morte, richiesta da noi, apre le antiche e le nuove sepolture, fruga nei camposanti, rovista sotto gli sti·ati dei templi vetusti, e ci provvede a seconda dci desiderii e dei bisogni nostri ora di corpi inconotti, e tale altra di reliquie di ossa, di scudi, ùi scettri e di spade, c quando nella Troadc inseminata la irrcligiosa cmiosità dei viventi scombuiò il tuo tumolo, o divino Achille, le poche ossa c i rottami dell'armatura opct·a di Vulcano chiarirono della stupènda magnitudinc o della gagliardia prodigiosa · delle tue membra. Ah! sì , invano speri l'uomo diventare eroe se non gli è amica la forza ; c noi ... noi non

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