Francesco Domenico Guerrazzi - La torre di Nonza

LA TORRE Dl NONZA a lm·o per· cm ro vivo? E gli amici! Oh ! ·quelli s1, che mi sll'azieranno a morsi. Che cosa era morit·e con t.ntta questa Torre addosso? E lu barbaro corso, come hai polnt o concepire il diabolico disegno di ammazzar·e col ricl icolo un francese di garbo? = .l\fa.. . . questa la ò matassa, che tocca dipanar·e a voi; la mia faccenda stava nell' uscire di costà a patti • onorati. " E con la bacchetta del tamburo gli additava la Tone. Giacomo Casella còrso della stampa antica tutte ques te cose faceva, e diceva con imperturbabile gt·avilà; donde appunto scoppiava in quanti assistevano al caso stnmo, ar·gomento di ri so irrefrenato: nè per molto mordere , che facessero le labbra , tanto i granatier·i pol.er·ono tenersi. che taluno (li essi non isghignazzasse. Allo aborrito crepito il capitano Vaudemont prima di - venta bianco come panno lavato, poi acceso più dei per·cossi dal male di gocciola : indi a breve come tollo fuori dello intelletto strabuzzando furiosamente gli occhi pr·ese a mlare da spiritato. = Ribaldo! Per me è finila, ma non mot·irò invendicato. A monte la capitolazione, e tu all' inferno ... · « Qui levata la spada, egli fece cenno di volerla dat·e al capitano Giacomo sul capo. In questa una forza irt·esistibile gliela str·appa di mano sbattacchiandola in terra r·otta in due pezzi: al 1 empo stesso gridando: tt·adi - mento! tr·adimento! prorompono fuori dai vicoli del paese, e dalle pot·te delle case, ·qualcheduno, per fare più p1·esto, si buttò giù dalle finestre, guerrieri romm1i, giudei , re Erode, Pilato, Caifasso, Apostoli, e Gesù Cristo tutti in un fascio, invasali da inestimabile furore di uccidere, e rimanere uccisi. Stava lì lì pet· corret·e fiume di sangue , e senza pt·o; dove la Provvidenza \ (

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