Francesco Domenico Guerrazzi - La torre di Nonza

LA TORRE DI NONZA non si ha a parlare di morti a tavola. Compita la cerimonia non rifinivano mai tra i parenti e gli amici più stretti gli abbracciari e i baciari sempre propiziando agli sposi: = Dio vi mandi la buona fortuna, = tre di . maschi e femmine una. = « Venuti allo aperto due cavalieri accorrevano agli sposi , uno presentando alla donna il freno, il quale era una conocchia ornata in cima di nastri e fusi, onds pendeva un pennoncello bianco, auspicio di fecondità, o ·come credo piuttosto simbolo di solerzia , e l'altt·o offrendo all' uomo un ramo di olivo esso pme infioccato di nastri polimiti c lieto di fiori, per cui quello che lo porgeva salutavano col nome di cavaliere del fiore. · '' In casa poi gratifìcavansi gli sposi di altri doni portati dai parenti e dagli amici, i quali somministravano piuttostochè di dovizia testimonianza di affetto e di domesticn operosità , come sarebbero tele fatte in casa, panni còrsi, e fra le donora recate alla Catalina notarono una sporta di bottoncini di refe per le maniche e pei colletti delle camicie. " La mensa per numero di vivande parca, ma copiosa, ed imbandita a tutto uomo. Dopo pranzo il poeta accompagnandosi cori la cete1·a, istrumento che i Mori abbandonata l' isola ci legarono, cantò l' epitalamio, e siccome egli era giudicato eccellente, ed in quel giorno superò sè stesso, la sposa facoltosa e liberale di cuore, ebbe in guiderdone quattm fazzoletti, due rossi e due azzurri. Cessato il ballo , come vuole ragione, si mise mano alla danza ; incominciarono col trischione ballo di passi misurati e gravi : a questo tenne dietro la cet·ca, che principia con pochi , ed aggiungendovisi via via altri ballerini diventa oltre ogni estimativa stre-

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