F.S. Merlino - Questa è l'Italia

44 F. S. MERLINO alle altre combinazioni del mondo commerciale moderno, di tutti quei fittavoli che avevano, è vero, arricchito la terra dei loro sudori, trasformando i deserti in giardini e producendo l'abbondanza là dov'era la penuria. ma che non avevano saputo arricchire se stessi, di modo che due annate cattive sono bastate a piombarli nella miseria; finalmente di quei contadini che guadagnavano nelle Puglie tre o quattro lire al giorno, mentre i loro compagni del Polesine e del Milanese si accontentavano di 40 o 50 centesimi, e perfino di 17. Noi abbiamo provocato il ribasso generale dei valori, noi abbiamo premeditato la bancarotta nazionale per ereditare, noi classe conquistatrice, noi abili commercianti, le spoglie delle vittime; affinché riunendo nelle nostre mani il capitale e la terra, lo sfruttamento dell'industria e l'alta direttiva dell'agricoltura, diventassimo padroni assoluti dell'Italia, che un governo venuto fuori dalle nostre file ci aveva da lungo tempo consegnato. Noi ci chiamiamo « Nord industriale n e il nostro motto è: nulla per il consumo, tutto per il co1n- . - mer-oo. . La lotta tra il Nord industriale e il Sud agricolo è, l'ho già detto, la chiave di volta della storia moderna italiana. In questo paese, soprattutto negli ultimi 30 anni, tutto è stato fatto per l'uno contro l'altro. Per il Nord le numerose reti ferroviarie; per il Sud le poche linee lontane dai_ centri di consumo e legate all~ rete industriale 39 • Per fl Nord industriale la protezione del corso forzoso, per il Nord e le sue industrie Je sçvvenzioni dello Stato, la protezione sotto for- ·ma di premi del 5 o 10 per cento pagati dallo Stato agli stabilimenti (ferrovie, Armstrong ecc.) che si servono dei prodotti nazionali; per il Sud le imposte che schiacciano ed estenuano l'agricoltura, i monopoli del tabacco e del sale e la coscrizione militare obbligatoria, in Sicilia sconosciuti. Per il Nord l'espansione coloniale, repressa a Tunisi. ripresa ad Assab e a Massaua; per il Sud le spese dei disastri. Per il Nord una protezione dichiarata del 40 e 50 per cento sotto 39. Qualunque buon governo avrebbe fatto di Napoli il centro del movimento ferroviario collegante la capitale con la provincia; ma il governo subalpino ... collegando Bologna a Torino attraverso l'Emilia, congiunse Ancona con Bologna, ad Ancona gli Abruzzi e le ricche contrade della Capitanata e di Bari. E quando ormai il commercio era stato stornato da Napoli con la linea di Benevento, una nuova linea congiunse Foggia all'antica capitale, con un giro lungo e tortuoso che allontanava da noi sempre piu gli Abruzzi. Il Mezzogiorno d'Italia, dell'avvocato M1cHELE ScAr-:--.1, Napoli, 1883, p. 105. Bìblioteca Gino Bianco

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