F.S. Merlino - Questa è l'Italia

LA CONQUISTA 37 famiglia del contadino. Di conseguenza il campo non mancava di braccia in nessuna stagione dell'anno e le braccia non restavano mai inoperose. I prodotti, sia dell'agricoltura sia dell'industria, venivano consumati esclusivamente sul posto. I baroni, gelosi della loro indipendenza, vivevano la n1aggior parte dell'anno sui loro fondi e consumavano in larghezze verso i loro familiari le ricchezze che la condizione sociale permetteva loro di accumulare. Poteva esserci povertà, non miseria. In molti luoghi, specialmente nelle Marche, in comunità di lavoro e di svago, somiglianti a quelle della Svizzera tedesca, ai townships scozzesi, .alle comunità delle Ardenne, ecc., i membri di altri comuni e collettività godevano, come abbiam visto, dei diritti o usi civici, cioè di tagliar legna nei boschi. di libero pascolo, di coltivazione ecc. sui boschi e sulle terre comunali e feudali e i piu poveri potevano al tempo della mietitura andare a spigolare. ciò che consentiva loro di vivere talvolta una buona metà dell'anno 26 • Sembrava che tale stato di cose dovesse cambiare in meglio con la soppressione del feudalesimo. Le promiscuità e i demanii liberati e divisi fra gli abitanti piu poveri, i fidecommessi aboliti e affidate le proprietà libere pro tempore nelle mani dei possidenti, la terra avrebbe appartenuto, secondo il voto degli economisti riformatori (il piemontese Vasco e parecchi altri), all'agricoltore; e se l'antica condanna era irrevocabile, almeno quanto era dovuto ai sudori della fronte del lavoratore toccava a I ui e non al signore ozioso. Ma, lungi dall'incamminarsi unicamente a quella meta, l'economia deviò, essendosi scontrata con altre influenze, le quali la distolsero dalla via che si era creduto di tracciarle. La proprietà resa individuale, la conversione della rendita in denaro e la terra messa in circolazione provocarono la capitalizzazione di questa, dandole un valore commerciale: la instabilità dell'investitura, il continuo aumento delle vendite stabilite dalle locazioni (mentre i vantaggi del raccolto toccavano ormai esclusivamente all'agricoltore) maggiorarono quel valore. Finalmente gli ultimi risultati di tale evoluzione furono l'indifferenza del proprietario disinteressatosi della coltivazione, la produzione agricola resa accessibile alla concorrenza internazionale, la formazione di grandi città in cui andavano a concentrarsi le industrie e i commerci alin1entati 26. Inchiesta agraria, voi X, fase. II, pp. 751-52; Voi.XI, tomo II, pp. 487, 516; voi. U, fase. I, pp. 51 ecc. • Bibl"iotecà Gino Bianco·

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