F.S. Merlino - Questa è l'Italia

LA CONQUISTA 33 gettati sul mercato quei beni in vendita, il numero dei compratori diminuiva, quantunque case e terreni fossero offerti per un terzo e un quarto del loro valore. La vendita media mensile fino al 1868 produsse 15.700.000 lire; nei quattro anni successivi non raggiunse che 3.640.000 lire. Il 31 dicembre 187.2 restavano invenduti 26.684 lotti per un valore approssimativo , di 72.399.003 lire 21 • A Roma, nell'ottobre 1873, furono messi all'asta quattro grossi lotti rispettivamente di ettari 1850, 1098, 495 e 36. La vèndita fu fatta al prezzo base dell'asta. Come se tutto ciò non bastasse, il generoso governo che l'Italia possiede ha voluto ricompensare gli accaparratori dei beni ecclesiastici del loro «patriottismo» regalando ad essi il 14 % del prezzo di assegnazione. Dapprima ha loro accordato una rimessa del 7 % sulle somme pagate in anticipo dei diciotto versamenti annuali stabiliti-, favorendo cosi coloro che disponevano di capitali a svantaggio degli altri e rendendo illusoria la competizione delle aste. Inoltre esso autorizzò i compratori a riscattare il loro debito in obbligazioni ecclesiastiche che essi acquistavano alla borsa a un prezzo piu basso del loro valore nominale (da 77 a 85 lire, invece di 100) il che eludeva i vantaggi del denaro anticipato, anzi li convertiva in pura perdita del tesoro, il quale riscattava un debito cui versava un interesse del 4,34 % (deduzion fatta dell'imposta sul reddito) rinunciando a un credito che gli fruttava il 6 % ! Questo si che si chiama essere furbi, quando si dispone del patrimonio altrui e del denaro dei contribuenti! Un'enorme massa di fondi si è cosi staccata come una valanga dal patrimonio pubblico ed è andata ad ingrossare i possedimenti di alcuni privati. Anno per anno, lo Stato alienava una pa:r;te di quel patrimonio secolare che comprendeva possedimenti appartenenti all'antico demanio e altri ereditati dai conventi, per far fronte ai suoi obblighi e coprire l'enorme vuoto del tesoro provocato dalle dilapidazioni di cui parleremo fra poco. Tale saccheggio del patrimonio nazionale è stato compiuto nello stesso spirito che presiedette alla liquidazione dei possedimenti comunali e dei beni conventuali, cioè ad esclusivo vantaggio del ceto capitalista. Passando sopra l'anno 1877 esse ammontavano a 93.032.179 lire. Prezzo totale, deduzion fatta di un decimo di ribasso per i beni venduti nello stesso torno di tempo, 413.435.168 lire. Prezzo definitivo di vendita, dedotti gli aggi e le rimesse, 437.617.753 lire. G. BERTOZZI, Notizie Storiche e Statistiche sul riordinamento dell'asse ecclesiastico nel regno d'Italia, « Annali di Statistica », serie II, IV, Roma, 1879. 21. « Civiltà cattolica», settembre 1873, pp. 91, 92. Biblioteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==