F.S. Merlino - Questa è l'Italia

... F. S. MERLINO con uccisioni di possidenti avvengono in numerosi comuni dell'isola. Nel 1848 il popolo siciliano fa la stessa cosa. Nel 1860 la città di Bronte, vicino a Messina, si solleva e massacra i principali signori. A Biancavilla <e il popolo sembrava deciso, dice uno scrittore contemporaneo, a farla finita con tutti quelli che erano agiati e perbene». A Francavilla si faceva circolare una lettera e quelli che sapevano leggerne l'indirizzo erano considerati come signori e uccisi. A Trescatagine e in altre piccole località presso San Filippo d'Agira e presso Castiglione, a Noto e in altri luoghi si esigevan_o dai signori delle taglie. A Tarsa, provincia di Messina, la plebe, sollevatasi, reclamò i beni comuni; il 25 aprile 1861 il popolo armato fraternizzò con una parte della guardia nazionale, percorse il paese e uccise cinque possidenti e il capitano della guardia nazionale. Ad Alcamo accaddero i medesimi incidenti. Il governo italiano si impadroni del potere promettendo benessere, giustizia, uguaglianza 9 • Non fe~e onore alla sua cambiale e il p<?polo l'ha protestata nel 1866. La campagna diede grossi contingenti alla sollevazione di Palermo. La stessa cosa accadde sul continente. Alla fine del luglio 1860, la plebe di Matera e poi quella di' Calciano in Basilicata assaltarono le case borghesi e uccisero una gran parte di coloro che le abitavano. In settembre, episodi simili accaddero a Bonello negli Abruzzi e in vicinanza di Ariano; e, nell'ottobre, in undici villaggi delle provincie di Avellino, di Abruzzo e di Basilicata, il popolo aggredi i notabili e Ji massacrò. Col finire della guerra, non ebbe termine la rivGl ta: la « reazione » Croceo occupò tutta la regione di Melfi. « Quelli che avevan<, rovesciato il governo borbonico (dice il Turiello dal quale prendiamo questi particolari) non poterono difendere le loro case e spesso neppure la vita». Il governo, che aveva vinto un esercito regolare, non riusci per diversi anni a domare la rivolta; la repressione del brigantaggio è stata la nostra guerra di secessione. Furono inviate truppe contro i. ribelli qualificati come banditi: Cialdini, Fumel e Pinelli spiegarono una ferocia degna di veri assassini; fu votata alla Camera una 9. I patrioti nel 1859 tentarono di far partecipare alla rivoluzione tutto il popolo, non disprezzando neppure l'aiuto della mafia, (orgarùzzazione di delinquenti). Per riuscirvi non trascurarono nessun mezzo: prospettarono il miraggio d'una età dell'oro, la divisione delle terre demaniali, giustizia, ricchezza ... ; e poiché la tassa sul macinato era odiatissima dalle popalazioni delle campagne, promisero che sarebbe anch'essa abolita. Della Mafia di G. ALo~GI (funzionario di palizia), Roma, 1887 P· 49· BiblrotecaGino Bianco

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