Epicarmo Corbino - Marina mercantile italiana?

56 Epicarmo Corbino con altrettanto capitale l'ammontare della so~raimposta dovuta; e così marina e canti-eri si rifar.anno in buona parte con il denaro pubblico e resteranno di propri.età ... degli: armatori e dei costruttori! Ma, c'è ancora un ,altro favore da enume,rare. Il decreto· Villa manteneva come termine pel reimpiego delle somme depositate come sopra è detto, un anno dalla pubblicazione della pace, se le navi fossero acquistate ali' ester,o; 30 me&i se costruite in Italia.. Il nuovo decreto eleva il primo termine a 18 mesi; consente, dunque, una proroga di 6 mesi. Roba da niente, dirà qualcuno: no. La proroga ha un'importanza notevolissima. Col primo decreto infatti[, per il reimpiego delle somme dovute per sovraimposte occorreva comprare entro un anno da,lla pace; col nuovo si ha maggior respiro e si può attendere tranquillame,nte il ribasso· delle navi in modo da comprare la nave con una quota minore di capitale proprio. Chi!amando s l'ammontare delle imposte, e sovraimposte che lo Stato abbanaona, dentro, un anno• gli armatori, avrebbero dovuto sp,endere in navi 2 s + x = P, d-0ve è P è il prezzo di acquisto della nave, e x la differenza fra il .prezzo stesso e il doppio della sovraimposta. S è dunque una percentuaie tanto maggiore- di P quanto più ,piccolo diventa x. Ora, poichè x diminuirà mano mano che diventeranno sensibiU gli effetti della pace, è chiaro che il prolungamento del termine ridurrà la parte che del pro.prio dovranno tirare fuori gli armatori!. E così lo Stato concorrerà in proporzione maggiore aUa spesa derivante dalla ricostituzione del naviglio, e consentirà che tale ricostituzione avvenga qu,ando probabilmente, per l'abbondanza di navi, H nostro problema marittimo sarà bello e risolto! Per concludere con un giudizio d'insieme sul decreto che regolerà la rkostituzione del naviglio, a me pare che esso abbia subito troppo l'influenl'ja del principi!o L l OldC Gino P1anco

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