Il governo fascista nelle colonie

8 IL GOVERNO FASCISTA NELLE COLONIE a parte, s'intende, il Ferrandi, ve_r~creatore del~a colonia - è il Gasperini, abù Spenm, come lo chiamano gli indigeni, attuale gov~rnatore dell'Eritrea. La lenta e tenace politica italia~a portò la nostra bandiera dalla costa agli attuali confini coll'Etiopia, occupando un vastissimo territorio che può esser redditizio, anche se non ha la fertilità che eccessivi entusiasmi gli vogliono attribuire. Come fu che l'elemento indigeno si lasciò attrarre nell'orbita della dominazione italiana, senza opporre troppe resistenze? Dimostrandogli semplicemente, con fatti positivi, che l'Italia non intendeva sfruttarlo nè con imposizioni fiscali, nè con lavoro obbligatorio; che voleva intervenire nelle secolari contese fra cabila e cabila solo come elemento pacificatore e moderatore, giudicando imparzialmente e rendendo sicuro il paese. Fu, insomma, come non fu mai sotto il teatrale imperialismo romaneggiante del fascismo, un tipico esempio di saggia conquista coloniale, al vecchio modo di Roma. · Le paurose leggende sulla ferocia del somalo e sulla impenetrabilità del paese, eco dell'eccidio del Cecchi, erano omai sfatate, e qualsiasi bianco, anche non appartenente al Sercal (Governo) poteva traversare in lungo e in largo la colonia senza timore di attacchi. I residenti svolgevano con tranquillità il loro programma, lontani dai centri, soli talvolta e senza apparati di forza. Si poterono aprire strade in regioni prima ignote e fra boscaglie pericolose, fondare dei centri a centinaia di chilolìletri dalla costa, attrarre lo scarso commercio locale, fissare tribù nomadi e guerriere, creando ovunque la convinzione che l'italiano non voleva ~o sterminio del nero, che voleva anzi il suo migliore interesse, B b oteca G110B1arico

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