Alla gioventù italiana

-·-· 59 - sta cessata, c venute i q podestà dei Longobardi, il lorù n1unicipalc ordinamento. mantenncsi sempre romano, c comecchè a pareechie e diverse modificazioni andasse soggct~~' non fu mai dalla influenza e dal governo dci barbart, cancellato. Videsi poi col tempo che le altre città dell'Italia siffatto regime adottando, sel tolsero ad esempio. Per tutte le discorse ragioni, per avere esse ricambiato il commercio con Bisanzio, e pel continuo contatto coi Greci, ne' quali viveva l'elemento romano, ne nacque che la schiat~a, più pura, più rotnana, più energica serbossi. Di molta leattà egenerosità sono i romagnoli dotati, ma presti all'odio, all'ira e alla vendetta ove alcuno rechi loro ingiuria. l Sotto il regg~mento del morto pontefice, erano le campagne infestate da ~adri e aggressori; brutto scandalo certamente. La soverchia povertà, la mat1canza di lavoro, e l' ozio quindi, sospingevano.. a questi delitti que' feroci animi : miserie che dalla provvidenza di Gregorio elargite ne venivano. Peggior governo di questi, io mi credo non si possa trovare. Voglia il Cielo, che il nuovo Pontefice, il quale sì grande gioia ha sparso su que' popoli tanto aspreggiati, profonda sopra di loro anche per l'avvenire quelle consolazioni e felicità che da una saggia arnministrazione, dalla tolleranza delle opinioni e dal farsi indipendente dal tedesco, possono sole derivare. Gli umori di parte pon sono per anc.o spenti. e la fazione di Gregorio e dell' Austria, che hanno i principi le turbolenze, l' irrcligio·ne e le rapine, tuttora esiste. J A sì mal termine erano 1 e cose del pontificio Stato rjdottc, quando Pio IX fu acclamato Pontefice, che non si possono e subito e così di leggieri racconciare. E ciò dico, affinchè serva di freno a coloro che tutti gli abusi vorrebbero in un attimo scomparsii.

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