Alla gioventù italiana

A~~OJ' .~ZIO:fl Riporto qn ì un esamc : la Jet t era P , indica il processante' la lettera J) ' il detenuto. P. i'ome ti chiami? Usav~ il termine ùi voi o di tu secondo gli piaceva. Il detenuto gli diceva il suo nome. P. j'iai tu il motivo pel quale sei stato carcerato? D. No, s·ignore. . . . , . , ~ P. . A.h! tu non v'uo~ d~ re la ver-'tta, g'tacche il motivo lo conosci meglio eli qualunque altro. l . . N 9 P. Avevi ttt nessuna re az'tone cot .•..... n parato non ismentendo quei retti sentimenti di giustizia )) e di bontà che tanto lo rendono caro al paese, fu sollen cito d' informare la L"' orte di Roma delle costui turpi- )) tuclini. La corte di Roma fatta accorta (sebbene tardi, )> cosa che non d·i rado, anzi spessissimo le accade) come H avesse mal posta la sua fiducia in uomo tanto perverso, n diresi avere ordinato di metterlo sotto processo. La po- )) polazione tutta però non era 1:n inganno sul valore reale n di questo uomo: e chi poteva esserlo? Se non un governo )) acctecato dallo spirito di partito e da quella stessa >> rabbia insana colla quale costui altra volta perseguin tava i così detti Carbonari, un tempo suoi fratelli e da , )) esso venduti e traditi? (;"hi poteva crederlo capace di )) onesti e incorruttib·ili costumi se a Ferrara, se a P esaro )) fu -s?tto il peso di due infamanti procedure di d?:lapin daztone .degli ~ffetti del Reggimento, sopite soltanto per )) forza d~ raggtri e eli protezioni? n . . f)uesti ~ran~ ·i magistrati d el Governo di Gregorio: $tm1,lt mostrt 'nentvano clà,gli uornini tollerati, e si lasciarano sttperst~ti. ùi ·~11a Bolo_qnrt ; tali infami stanno anrora al Sertt:ìo dt un Pio IX. ,

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