Cinto il crine di civico alloro Qual fu visto nel gior·no felice, Che dall' erta, ed alpestre pendice Lo straniero Tiranno sgombrò, Rida il Genio , che al franco Titano, Dov' eterna fio·risce la pace, Dagli oltraggj del tempo vorace Sempre intatta la gloria serbò. D ' un Levita la destra pietosa Sparga un nembo di roscidi fiori Sulla tomba de' prodi maggiori, Cbe fremendo il servaggio soffrir; Ombre illustri, dai regni di morte Oggi fate alla patria ritorno, E coi figlj venite d' un giorno, Così bello, Ombre care, a gioir. Le matrone dall' arche secrete Traggan fuori le vesti pompose, Le donzelle di serti di rose Faccian vaga la loro beltà ; Degli alati messaggj celesti I fanciulli mentiscan l' aspetto, E sul volto dimostrin l' affetto, Ch'ebbra rende 1' augusta città. l l
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