La fede nei trattati, le potenze segnatarie e l'imperatore Napoleone III

POTENZE SEGNATARIE E L' IMPERATORE NAPOLEONE III. Il pl'imo sovl·ano ch e in mezzo alla gr an lotta ubhracccl'i1 (li buona fede l a cau sa de i popoli, s i lr11 vcril alla les ta Lli tult J. l'Eu ro pa e potrà t.~n la 1·e t utto ciò che vonà. (Dlemoriale eli Saut' Elena) FIREJ.\"ZE A SPESE DEGLI EDITORI {859 .

Gli Editori intendono valersi dei dil'itti che gli accorda la Legge sulla proprietà della Stampa. MAZ 0700 002S:j Tip. Torelli

GLI EDITORI La Fede dei Trattati è il titolo di un opuscolo pubblicato a Parigi il 24 del perduto Febbraio nel quale l'autore_, che ha voluto restare sotto il velo dell'anonimo, ha con ammirabile chiarezza e con lo stile proprio al Signor De La Guérronière sviluppata la questione gravissima intorno ai trattati che tanto preoccupa gli uomini di stato specialmente Inglesi. Alcuni giot·nali hanno sostenuto che questo pregevolissimo lavoro sia opera dell' autorr. del Napoleone III e l' Italia_, scritto per il medesimo scopo e sotto le medesime ispirazioni_, ma la notizia essendo stata da un accreditato periodico smentita _, noi non ne vogliamo garantire la verità ; però se il lettore a\Tà riguardo alla chiarezza e peregrinità dello stile, alla precisione e ponderatezza con cui i vocaboli esprimono propriamente le idee, se in

fine alla ricchezza di documenti che gli fanno corredo_. dovrà ben persuadersi chi ne sia l'autore. Noi stati sempre dell'avviso che giovi far conoscere nel nostro idioma tutto ciò_. che senza fomentare le passioni, serve a mettere in chiaro lo svolgimento della questione del giorno_. abbiamo edito quest0 libretto nell'intendimento di far cosa utile e grata ai nostri concittadini che con tanto favore accolsero l'altra uostr·a pubblicazione il Napoleone III e l'Italia. E per aggiungere all ' enunciato lavor·o qualche documento che rendesse ma~giorrnenle interessante Ja presente pubblicazione, abbiamo riprodotto dalla Gazzetta di Genova la Circolare del Conte di Cavour spedita nei primi del decor·so mese agli agenti Diplomatici Sardi presso le Corti estere. Firenze 3 Ala1'ZO 1859.

LA FEDE DEl TRATTATI •'

LA FEDE DEI TRATTATI I . La Regina Vittor·ia ha parla to; l' imperatore Napoleone III anch'egli ha parlato. Qual' è stata la toro ultima parola? Della Regina: LA FEDE DEl TRATTATI , dell'Imperatore: IL DIRITTO, LA GIUSTIZIA E L'ONORE. Se l'Austria aveva una voce per apl'ire delle assemblee_, ella pure avrebbe detta la sua ultima parola. Questa sarebbe stata: LA LETTERA DEI TRATTATI. Prima d'entrare nell'esame che ci proponiamo di fare con calma e imparzialità, ci sia permesso stabilire alcuni fatti. Sono rettiticazioni che indiriziamo agli uomini di stato dell' Inghilterra, uomini, del resto, rispettabilissimi, saggi, previdenti, e che speriamo presso a poco associarsi ai nostri sentimenti, alle nostre ve-

- 8 - du t e; ma con nostro rammari co·, non c i s('mbrano quanto al pr esente al iivello de lla situazion e . J_Ja nostra parola sarà franca , senza l'i guardo . Non è l ' e[etto di nn rise ntimento per le opposizioni del momento ; non è che l' e[ e tto d' una politica, ch e emerge da principi!. Questa politica si pone al punl o di vista superiore; è per questo che ella è franc a , . leal e, senza dissimulazione . II. I•rbna llettUic azione. La QUESTIONE I TALL\.NA non si limita all'Italia central e, come lo dicono g li uomini di stato dell' Inghilt erra. J~s s a non consiste solament e nell'occupazion e nnormale degli stati romani per parte di truppe stra - niere, e n el timot·e <li movimenti rivoluzionari, ch e resulterebbero dall ' ::tllontanamento di queste truppe . È .questo uno degli aspetti della questione; ma non il principale. La parte vital e, disg raziata, inevitabile, è la dominazione straniera, -e conseguentemente l' assoggettamento dei governi della S. Sede, della Toscana . di Napoli, ec: ec. e delle popolazioni òi questi paesi , l'agitazione .del Lombardo-Veneto, gl' imbarazzi, le so[erenze~ la posizione intoller·abile degli stati sardi. La gran maggiorità degl' Italiani esecra questa dominazione; e dall'odio, che ella ha per essa, odio ad ogni momento presto- ad erompere,derivano tre conseguenze: 1. o L'Austria non può n è introdurre la libertà - presso ,di sè, nè toJlerarla presso altri in Italia. D'onde l' assoggettamento universale. Prima conseguenzi.l.

-92. " Costretta a mantenere quest' assoggettamento l' Aust ria non può diminÙire la sua armata, il numero de lle sue fortezze, i suo i mezzi di difesa nel LombardoVeneto. Le abbisogna al contrario uumentarli di pitl in più e costringere i gove rni che le obbediscono a imitare da parte loro il suo esempio, a circondarsi com'essa di soldati, e di cannoni; le abbisognano infine, dnl No rd al Sud, delle posizioni strategiche pet· sostenersi ella stessn e sostenere quest' altri govern i contro l' insurrezione sempre minacciante. Ciò che ha luogo dopo il 1848, in Austria e negli stati Italiani, soggetti alla sua influenza , per mantenere colla dominazione straniera, l' assoggettamento delle popolazioni, si produce egualmente negli stati Sardi, in vista di so ttrarsi a questa dominazione, di respinge r e una invasione poss ibile , e eli venire in soccorso a ll'affrancazione della nazionalità ituliana, allorquando l' ora di questa affrancazione suonerà. Di qui per tutto in Italia annate diverse numerose, e compressive; di qui im·poste g ravissime per mantenere queste armate; e, per queste imposte, spar·pagli amento, sp!'eco di tutte le ri sorse, impoverimento d el paese, oppressione , agitazione. Seconda conseguenzn . 3.o I nuovi mezzi di comunicazione, navigazione a vapore, strade di ferro , telegl'afi elettrici, ec. necessitano ogni dì più fra i differenti stati., se non una federazione almeno un'intelligenza benevola , progressiva. :Hisogna che le dogane, la polizia , la navi gazione, le transazioni, le monete , i codici siano in armonia con questa situazione nuova , che i l progresso ha creata ; bisogna fai' disparire gli ostacoli , appianare le difficoltà , facilitare i cambi fra gli Italiani di tutti gli stati,

-10e gli str·anicri, - la maggior pal'te Fraocesi ed Inglesi, - che commerciano con lor·o; bisogna favorire lo slancio dell' industria, moltiplicare gli elementi dell ' attività umana, i fonti della prosperità, gli agenti della civilizzazione. Se non fosse r·o in Italia che degli Stati italiani, col S. Padre alla loro testa, - potenza morale, e predicante la cooperazione per il buon andamento dell' umanità, - l'intelligenza sarebbe facile e l' accordo continuo. Gli ordinamenti fra i loro sovrani sarebbero necessariamente presi in vista della libertà del progresso col benessere delle popolazioni, e avrebbero i resultati i più felici , non solo pa gl'Italiani, ma ancor·a per tutte le nazioni civilizzate, per tutti i popoli del globo. L ' Italia per le sue risorse naturali, per la sua posizione geografica, per le sue memorie istoriche, è un paese destinato ad uno sviluppo e ad uno stato di prosperità eccezionale, vantaggiosissimo per le sue popo.: lazioni, pei suoi governi. Anche senza tr·attoti, senza lega, senza organizzazione federale, vi sar·ebbe una confederazione istintiva necessal'ia, per il bene; e, da parte dei governi e delle popolazioni una estrema premura a procurarsela, stabilendo il più di mutuo e di reciproco possibile . Di già sotto la supremazia acquistata straordinariamente da Pio IX, nel 1847, la lega commerciale, e nel 1848, la confederazione, erano cose convenute tra la maggior parte degli Stati italiani , Roma, Napoli, la Toscana, la Sardegna etc.; le leggi che dovevano stabilirle, erano egualmente determinate e in punto d' applicazione. Ma dopo ìl1849, la supremazia, non è più della potenza morale, ella è sventuratamente della potenza delle armi. L'Austria è in piedi

- .f1.- al Nord, in faccia ad essa," è il Piemonte : la prima vuol e l'assoggettamento, e si spaventa delle nazionalità: l'altra vuole la libertà, el' indipendenza della nazione Italiana. I\'lalgrado la presenza del gran sacel'- <.lote della carità e della concordia, la carità e la concordia sono impossibili. Gli ostacoli, le difficoltà d'ogni sorta, i pericoli delle situazioni, in luogo di diminuire aumentano; la polizia gli esagera, il timore gli moltiplica, l ' odio gli susc ita. Così r Italia non può giungere alla vita novella, che i nuovi mezzi di comunicazione, e di scambii, che i recenti progressi dell'industria, della scienza, della intelligenza sono in misura e in diritto di produrre. Terza conseguenza. In queste tre conseguenze, le quali hanno vita da una sorgente unica, la DOlUINAZIONE STRANIEF.A, bisogna vedere il fondo vero della questione Italiana. Gli onorevoli uomini di stato della no5tra buona alleata, la Gran Bre ttagna , ne conoscono meglio di noi questi aspetti imponenti, qneste formule evidenti quasi matematiche. Nè l'intelligenza, nè la saggezza, nè gl 'indizi, nè le vedute mancano loro, testimoni i dispacci di Lord Palmerston, e di Lord Ponsomby, nel 1847-48-49, Essi non hanno che una debolezza, e sarà, noi lo speriamo, passeggera : è di voler diss imulare il mal e. Una simile condotta potea convenire alla politica d'un altra epoca; ma oggi i governi, che non guardano di fronte le situazioni, si screditano, sono impotenti a do.. minarle, e soccombono all'opera. Non è negandolo, o ~errando gli occhi per non vederlo che si evita il pericolo. Colla sollecitudine e con tanti mezzi d'informazione per il pubblico, le situazioni son presto conosciute. Colla dissimulazione non si fa che impegnarsi in una via

-!2falsa, bisogna prest.o o tardi retrocedere, per sottomettersi a colui che ha cammìnato dritto nella vera via o per parte,cipare se non alla disfatta del nemico, a lmeno al di lui discredito. ·III. Seconda Rettificazlone. Gli uomini di stato di cui parliamo, - l'onor evole Lord Derby particol~rmente, - si compiacciano stabilire una rivalità fra la Francia c l'Austria. A riguardo della Fr ancia, la parola rivalità non ha più senso in politica. Allorquando è per mezzo de i cambi , che uno si ingt·andisce, è possibile comprendere come e di dove potrebbe ro nascare le rivalità dei tempi già lontani da noi. Le comunicazioni moltiplicandosi le r intuzzano di già in mezzo ai popoli. Sono forse i governi, che saranno retrogradi? Quanto all 'Austria, noi amiamo di consta tare un fatto che ci dà molta confidenza per un prossimo avvenire. I sovrani austriaci, personalmente sono stati sovente d'una intelligenza e d'una buona volontà rimarchevoli. Giuseppe IL e Leopoldo I. ponendosi alla testa del progresso, hanno preso l'iniziativa di riforme , che~ in Francia, hanno dovuto esser conquistate colla rivoluzione. Il sovrano attuale dell'Austria, giovine, e avente nella sua fami glia sì gloriose tradizioni per la premura dei suoi avi verso i miglioramenti, non differisce certamente dal suo fratello l'Arciduca Massimiliano. Il desiderio del bene è nel cùor·e di ambedue . .Se, a riguardo dell 'Italia, l' uno si abbandona al bene e lo domanda,

- /13 - l'altro se ne allarma e lo ricusa; è l'effetto dellu loro posi?ione: per il primo di· sovrano incaricato di mantenere i airitti ereditari, tradizionali, che non gli permettono di accogliere le proposizioni di suo fratello; pet· l ' ultimo, di governatore subaltemo, che cerca di acquistare dei titoli alla riconoscenza delle popolazioni, e alla considerazione del pubblico. Tra la Francia e l'Austria non vi ha rivalità; vi ha solaanente opposizione di principii; sono dunque principii che lottano, necessità che resuttano da condizioni differen ti nelle quali si trovano i due Imperatori. L'uno sottomesso alla tradizione per sostenere la sua dominazione poliglotta, e le conseguenze di lamentevoli agglomerazioni deve ajutarsi con tutti i mezzi, anche coll ' armi. L'altro sottomesso solamente al dovere di sviluppare, per onore e nell ' interesse del suo paese, la prosperità coll'ajuto delle reciprocanze, fidente nella sua missione, pone delle quistioni spaventose per l 'Austria. Ponno in ciò forse ravvisarsi rivalità personali, nazionali? Nò , non è che l'antago[,lismo dei principii. Gli uomini di stato dell'Inghilterra conoscono perfettamente queste cose, che da qualche tem po soprattutto dopo la guerra di Crimea e il congresso di Parigi , sono elementari in politica; ma, per la posizione particolare del lot·o paese tengono, da una parte , alla traòizione, dall'altra al dovere che impongono le idee e la civiltà. Per il momento essi son rivolti dalla parte della prima; e così veggono tra la Francia e l 'Austria della rivalità. Noi pensiamo che non passerà lungo tempo: senza che eglino si rivolgano colla loro saggezza a bituale verso il dovere. Allora la parola rivalità non sal'a più pronunziata da loro; sarà quella di opposi-

-14zione di principii, che risuonerà nell' augusto recinto del parlamento inglese. IV. Terza Rettifteazlone. Napoleone I volle pone su dei troni i suoi fratelli , e le sue sorelle. Questa fu la sua politica personale, il suo diritto per la vittoria, la sua difesa, la sua necessità. È, doloroso che la coalizione ve lo abbia spinto, più doloroso ancora che egli l'abbia esagerata. Questa esagerazione fu la principal causa della rovina dell'impero e della sua famiglia . Napoleone III. non disconosceva le lezioni dell' istoria di suo zio al punto di non comprendere, che non è col ritorno dei suoi sopra ì troni che la sua dinastìa si consoliderà in Francia. Abbagliata da inspirazioni non realizzabili nello stato attuale deì costumi e delle idee, la Francia dal 1848 al 1851 in luogo di conquistare per sè e per gli altri il riposo e la feliçità non conquistò che le inquietudini, c l'impaccio. Napoleone I l'aveva tratta dal gorg9 di sangue e di dissoluzione in cui l'aveano trascinata l'esage•·azioni del ·1793. Napoleone III. l'ha tratta dai torbidi e dalle ansietà in cui }!avevano spinta l'esagerazioni novelle. Buonaparte ha per missione di MODERARE, e, colla moderazione fare ingr·andire la possibilità di giungere a delle aspirazioni più elevate. Co:tUPIERE QUESTA lliiSSIONE ecco la parte di Napoleone III, il consolidamento, la felicità, la gloria della sua famiglia. La pace è la necessità dei popoli; per la pace

-15la' pr·osperiLà aumenta, e la possibilità dei mi glioramenti sociali si accresce. L ' l lUPERO È DUNQUE LA p ACE· ' ma la pace vivente, la pa'ce che cammina, portando scritto sulla sua corona : mode1·azione, aspirazione ; presentando, da una parte, una costituzione che rassicura e che calma, spente le esagerazioni, le animosità, i partiti. Dall' altra l'impegno solenne d'elargirla, dopochè la sua opera attuale sarà realizzata. ' Supporto capace di abbandonare quest'alta missione sociale, e ciò nello scopo di dare sodisfazione a d elle ambizioni collaterali,- ammettendo che ne esistano, - è un imputare a Napoleone III delle !idee completamente in opposizione ai fatti, che ha fin quì dimostrato in faccia al mondo intiero. Gli uomini di stato della Gran Brettagna, personaggi così commendevoli per le loro virtù private, per il loro attaccamento ai legami di sangue, come pu le loro qualità politiche non esiteranno, ne abbiamo certezza, a cambiar d~ parere in presenza di queste considerazioni; e cesse ranno di gettare le apprensioni negli spiriti a proposito di intenzioni che non esistono se non che nella loro immaginazione. Frattanto che la posizione è sbarazzata da malintesi , e ristabilita nei suoi termini veri, noi passiamo all'esame dell' ultime parole emanate dalle due sovranità, che rappresentano e fanno trionfare in ogni luogo la civizzazione . v. La Fede dei Trattati. La parola d'ordine della Regina Vittoria, parola_, che tutti ripetono da molti giorni, è que sta: la fed e dei trattati.

- 16 - La fede non è la lettera; è l? svil·ito, l 'intenzione, la coscienza. Qual'è stnto lo spirito ùei traltati segnati a Vi enna da i plenipotenziari delle potenze e uropee il 3 Gi ug no 1815, ?· Qu esti tratta li non portano preambo\o. Non sono che la riuuione pura e semplice degli accordi p•·csi dai plenipotcnzial'i . Più tardi si fece, in una forma solenne~ la dichiarazione dei principii, dietro i qua· . Ii questi accordi ùovevano essere intesi, eseguiti. Questa dichiarazione è l 'alto il più rimarchevole dell'epoca, quello per il quale fn stabilita la Santa-Alleanza. Non sono i pleni potenzi ari, che lo segnano; sono, il 24 Settembre 18,15, a Pari gi, tre me si dopo la segnatura de ll'atto finale del Congresso di Vicnna, sono i Sovrani ess i. stessi senza l'assistenza de i ministri , i tre sovrani d 'Austria, di Prussia e di Russia. Es~i riserbano un posto a tutte l e altre potenze che volessero aderievi, tutte, compresavi l'Inghilterra, vi aderiscono con solle citudine. Noi riproduciamo quest'atto )estualmente, integralmente. Egli ci rappresenta , in una mnniern indubitabile, l' intenzione , la coscienzn , la fede solto l'influenza della quale si era firmato, e si voleva mantenere gli a ccordi presi dai plenipotenziari nel congresso. c< A NOl\lE DELLA SA~TA E INDIVISIBILE TRlNlT.\ ' . « LE LL. Ml.\'1. L'l!UPERATOJ\ D'AUSTRIA, il Re di Prussia, e l'Imperator di Russia a seguito dei grandi avvenimenti che h anno segnalato in Europa il corso dei tre ultimi anni, e pr·incipalmente dei benefizi, che è piaciuto alla divina Provvidenza di spandere sopra g li Stati, i di cni governi hanno posta la. loro confidenza, e la loro speranza in ESSA SOLA avendo acquistata la convinzione, che è necessario alle potenze nei

- '11lrn·o nwtui rapporl i d i seguire la scorta DELLE VERIT.\.' SUBLIJ.UI, CHE C'INSEGNA L' ETERNA RELIGIONE DI DIO SALVATORE. )) « Dichiarano solennemente, che il presente alto non ha per oggetto s e non se di manifestare IN FACCIA ALL'UNIVERSO la loro determinazione ferma di non prend er p er regola della loro condotta, sia nell'amministra zione dei loro stati respettivi, sia nelle loro relazioni politiche eon qualunqu e altro governo, se non i prece tti ùi questa rt'ligione santa, PRECETTl DI GIUSTIZIA, DI CARITA' , E DI PACE, i quali, [ungi dall 'esse.. re unicamente applicabili alla vita privata, devono_, ul contrario influire direttamente sulle risolu zioni d ei principi, e guidare tutti i loro passi, come essenùo il solo mezzo di consolidare le istituzioni umane, e di rimediare alle loro imperfezioni. ' ' « In conseguenza le IJoro l\Iaestà hanno convenuto n ei seguenti articoli. ' ' ARTICOIJO PRIJ\10. « Conformemente alle parole delle Sante Scritture, che ordi nano a tutti gli uomini di dguardarsi come frat ell i_, i tre monarchi contraenti staranno uniti coi tegami di una fraternità vera ed indi ssolubile, e, considerandosi come cornpatriotti, si presteranno in ogni occasione ed in ogni luogo ASSISTE~ZA, AJUTO E socCORSO; dguardandosi verso i loro sudditi, COlliE PADRI DI FAllliGLIA, GLI DIRI GERMU~O ~EL lllEDESil\10 SPIRITO DI FRATERNITA' da cui sono animati pe1· p1·ot eggere l a ;)({ce, la rei igione e la g·iustizia. 2

- -18ARTICOLO SECONDO. « In conseguenza, il SOLO PRINCIPIO IN VIGORE sia fra i detti governi, sia fra i loro sudditi, sarà quello di rendersi recipi·ocamente servigio, di testimoniar-si, con una benevolenza inalterabile, la mutua affezione da cui devono essere animati, di non consider·arsi, che COME lliEl'IIBR(D'UNA lUEDESilUA NAZIONE CRISTIANA, i tre principi non considerandosi, che come DELEGATI DALLA PROVVIDENZA PER GOVERNARE TRE RAl'IJI D'UNA IUEDESI.lUA FA1\HGLIA, cioè l'Austria, la Prussia, la Russia_, confessando Così che la NAZIONE CRISTIANA, DI CUI ESSI E I LORO POPOLI FANNO PARTE, NON HA REALJIENTE ALTRO SO- ' l\ANO CHE COLUI AL QUALE SOLO AI'PARTIENE IN PROPRIETA' LA POTENZA, POICHÈ IN LUI SI TROVANO TUTTI l TESORI DELL'AIUORE, DELLA SCIENZA, DELLA SAPIENZA INFINITA, vale a dire Dio, nostro Divino Salvatore. Gesù Cristo, il VERBO DELL' ALTISSiniO, la PAROLA Dl VITA. Le Loro Maestà raccomandano in conseguenzt\ ai loro popoli come unico mezzo di godere di QUESTA PACE, che nasce èalla BUONA COSCIENZA, che SOLA È DUREVOLE, di fortificarsi ogni gio1·no più nei principii e nell' esercizio dei DOVERI, che il Divin Sah·atore ha insegnato agli uomini. ARTICOLO TERZO. << Tutte le potenze, che vorranno solennemente confessare, i principii sacri_, che hanno dettato il presente atto, e RICONOSCERANNO quanto è impor·tante alla FELICITA' DELLE NAZIONI LUNGO TEnlPO AGITATE, CilE QUE-

- 19- ~rrE YERITA' ESERCITINO TUTTA l'importanza che loro apparliene, saranno ricevute con altrettanta premura ed affezione in questa SANTA ALLEANZA. << Fatto in triplo. Segnato l'anno di grazia 48l5 il 24 Settembre. « Firmato FRANCESCO << FEDEIUGO GUGLIELlUO « ALESSANDRO )) Ecco la fede, l'intenzione, la coscienza dei traltaH del 1815, « BISOGNA l\IANTENERLA INTATTA. » La rivoluzione Francese aveva proclamata la fraternità dei popoli; le potenze segnatarie dei trattati di Vienna la formulano sotto la sanzione delle Sante Scritture di nostra augusta re!igione. Ai termini di questa formula, la pace, la felicità dell e nazioni, lungo tempo agitate, deve essere lo scopo; quanto al mezzo, è dirigere i popoli nello spirito di fraternità. La nazione cristiana è UNA; i popoli formano una sola famiglia; i so-vrani sono i padr·i dei loro sudditi. Non vi è veramente altr·o re che Dio ; in lui solo è la potenza, poichè in lui solo sono l' amore, la scienza, la sapienza. Il principio, IL SOLO IN VIGORE, è la sua legge, la legge santa di giustizia, di carità, ùi pace, IL VERBO DELL' ALTISSUIO, LA PAROLA Dl ' 'ITA. E questa legge non è applicabile esclusivamente alla vita privata ; ella deve essere invece d'ora innanzi il diritto, la guida, il dovere dei pt'incipi. La DUONA COSCIENZA DI COlUPIERLA PUÒ SOLA DAR LA PACE DUREVOLE. Le potenze segnatarie dei trattati del congresso di Vienna vogliono la pace durevole. Elleno ,-i

- 20s' impegnano in conseguenza IN FACClA ALL'UNIVERSO, in loro proprio nome, colle loro firm e personali, colla loro fe de personn lc confessatn in faccia al mondo ed a Dio; e tn t te l e altre po tenze convengono a confessnre ug ualmentè la veritit che qu ell e confessano. Napol eone I a Sant'Elena hn detto, che qest' i1lea della santa alleanza di sov1·ani e di popoli , le potenze ·egnatari c del congresso d i Vienna gli e l'ave vano rubata. Ha agg iunto , che era suo sc,1po l'associazione, la 1'igenet·az ione, la costituzione della grande famiglia europea. f< Non v i è altro GRANDE equilibrio possibile che l'agglomerazione_, la conf ederazione dei g1·andi popoli . Perciò il 1·avvicinnmenlo dell ' ideale della ci- .,,ilizzazione; pe r esso: per la Francia, LA CONQUISTA lUORALE DELL'EUROPA. )) L ' ill ea, non era stata rubata acl alcuno: di già i temp i la generavano. La pace era un bi sogno ogni dì più un ive r sa le, poichè di già si aumentavano l e comunicazioni, i ricnmbi, la r ecognizione de i popoli in una sola famiglia. 1/iùea cattolica, posta dal papato, della co.munione unica dell e nazioni , ricompariva ; Napoleone I mirava a preparurne la realizzazione in uno seopo soc ial e; l e potenze segnntarie, - bi sogna rende r loro questa giustizia, - si elevano al di là. Elleno ne fanno un dovere di coscienza pH il compimento della legge divina, della quale i sovrani si riconoscono ì delegali, gli esecutori. Non era questo neppure uno sfancio del momento, nn entusiasmo il'l'eflessivo. La coalizione, nei suoi ultimi conati, aveva cercato la sua forza in questi pl'incipi. Dopo la rottura dci negoziati di Chàtillon, i sovrani

-21a lleati, preparandosi a un.a lotta suprema contro Na· poleone I, il 25 l\farzo 181.4, a Vitry, un'anno avanti la dichiarazione fo•·male dei principii fatta coll'atto che trascriviamo, ri11novano l' ·impegno solenne, che non pose1·anno le armi prima d'avet· raggiunto il g1·ande scopo della loro alleanza, LA PACE, LA SALUTE DEL 1\IONDO. L A PACE deve essere, SARA' QUELLA DI TUTTA L'EUROPA ; OGNI ALTRA È INAIIIJUISSIBILE. È necessm·io, e/te i principi possano SENZA L'INFLUE ~ zA STRANIERA vegliare al bene dei loro sudditi; CHE LE NAZTO~I RISPETTINO LA LORO INDIPENDENZA RECIPROCA; CHE rLE lSTITUZIO~I SOCIALI siano AL SICURO DEGLI SCONVOLGI· l\IENTI GIORNALIERI, le proprietà assicurate il com.- mercio libero . L'EUROPA TUTTA mTERA non forma che un VOTO, quello di far pm·tecipare LA FRANCIA ai benefizi della pace; la Fnmciu, di cui le potenze alleate non de3iderano, non vogliono, NON SOFFRIRAN~O LO SMElUBRAIIIENTO. E per qual motivo ci s• impegna così solennemente a non deporre le armi prima d'aver conqni stnta LA PACE assicurata la SALUTE DEL IUONDO? Le potenze lo dicono altissimamente; è, perchè il go verno franc ese domanda che POPOLI STRANIERI ALLO SPIRITO FRANCESE, POPOLI CHE SECOLI DI DOJIINAZIONI NON FONDEREBBERO COLLA NAZIO ' E FRANCESE , NE FACCIANO PARTE. Ecco il motivo per il quale non si ammettono transazioni t Dei diritti divini convenzionali , derivati dal retaggio; dei trattAti neppure una parola ! Di già la cosc ienza dell e potenze si inalza alla mi ssione santa dri go verni: LA PACE; LA SALUTE DEL IIIONDO; L'INDI- ]JE.\DEXZA NAZ IONALE AL DI FUORI DI TUTTA L'INFLUÉ~Z.\ STllA~IERA; LA SOLLEClTUDl~E PER IL BENE DEI SUDDITI ;

-22JJ.\. SOCIETA' AL SICURO DEGLI SCONVOLGiì\IENTI; LA SICUREZZ.\ DELLE PAOPHIETA'; LA LIBERTA' DEL CO!IIniERCIO. l / ispirazione dell 'epoca illuminava la loro int eUi genza; ell eno non ri guardano indietro i diritti acqui stati , i tli ritti che uno spirito di dominazione universal e, senza esempio nella storia del mondo, aveva lungo t empo violato, e pretendeva violare ancora. La loro • anima sub isce di già l'influenza della Legge santa che e ll eno proclameranno pochi mesi dopo a Parigi IN FACCIA ALL'UNIVERSO; elleno sentono il dovere di non lasciare alta Francia delle NAZIONI CliE GIAlUl\IAI l\Ol'( POTREBBERO FONDERVISI; appellandone contro essa alla sorte delle armi, protestano che non d~siderano no11 vogliono NO. NE SOFFRIRANNO LO SlUEl\IBR.UlENTO. La luce della Legge Santa, il favore per i grandi principii , poco tempo avanti e dopo la caduta del gigante dell'epoca, regolano presso i sovrani segnatari del congresso e loro plenipot enziari le grandi, come le piccole cose. È a nome dell'indipendenza delle nazioni che l'Alemagna, l'Ungheria, l'Italia si sollevano, è a nome dell'INTEGRITA.' DELLA PROPRIETA' DELLE NAZIONI, che, il 15 Settembr e il Visconte Castlerengh scrive in ques ti termini alle potenze alleate: «Nella capitale della Franci a, a Parigi, sono aecumulélte spoglie, statue, quadri della più gran parte dell'Europa. :» Le Potenze, per vendicare LE LORO LIBERTA' E PER JlACIFICARE IL l\IONDO sono state due volte obbliga/e a invader la Francia .. . È stato il colmo della debolezza come dell' INGIUSTIZIA .. ... se i sovrani alleati dai QUALI L'UNIVERSO ATTENDE f'()N ANSIETA' PROTEZlONE E RIPOSO NEGASSERO QUESTO PRINCIPIO n ' INTFGRITA' nella sua giusta e libe1·ale applica~ione

-23- _,D ALTRE NAZlONI loro alleate, {PIU' SPECIAUIE~TE AI DEBOLI ED A Q EI.LI CHE Sbl\'0 SENZA APPOGGIO), principio che elleno sono, p e r la seconda volta, sul punto di CO~CEDERE AD UNA NAZIONE contro la quale è bisognato per s ì lungo tempo far la guerra . . ... Su qual PRINCIPIO la Francia può essa, alta fin e d ' una tal guerra, sperw· d i conservm· tranquillamente LA IIIEDESilUA ESTENSIONE DI POSSESSI che aveva prima d ella l'ivoluz-ione, e al tempo stesso gua1·dare le spoglie e gli ornamenti di tutti i paes-i? É (01·se perchè v i possono esser dei dubbi sull'esito della lotta o sul pote1·e che hanno gli alleati di effetlttaJ'C ciò che esigono LA GIUSTIZIA e la politica ? Altrimenti, su qual PRI~CIPIO privar la Francia de-i suoi 1·ecenli acquisti t err-itoriali, e /asciarle le spoglie APPARTENENTI A QUESTI TERRITORII, che i conquistatori moderni hanno invariabilmente rispellale CO!UE INSEPARABILI DAI PAESI AI QUALI ESSE APPARTENGONO? Riassumiamo : Nel 1813, 1814, 1815, un'idea si e ra imposs essata delle Potenze coalizznte : la necessità di avere per g uida, non l e tr·adizioni, ma i pl'incipii , e il dovere di conformarvisi. Questa idea è LA LORO POLITICA. La lor·o anima si ingrandisce, si eleva. I Sovrani alleati parlano continuamente, non de i loro diritti per sonali , ma DELL' UNIVERSO, DEL lUONDO , DELL'UNICA NAZIONE, DELLA SOLA FAl\IIGLIA DEI POPOLI. Essi proclamano l ' inviolabilità delle nazioni , l' integl'ità delle loro proprietà. È p er ciò che essi si pongono d'accordo; è p e r ciò che essi eccitano i popoli e che cercano d' altra parte <li conciliarsi la Francia, assicurandole la sua integrità . A colmo di ti'Ìonfo, provverlendo alla salute del mondo

-24eglino stabiliscono, come principio solo ill vigore, l a fratel'nità, e fanno della sua realizzazion e un ùovcre pei popoli e per i governi. Tal 'è la FEDE da cui sono sortiti i trattati del -1815. L'Inghilterra non gli ha traditi. Nel -t84f~, l'Italia Yuol c l'integrità del suo corpo, la p1·oprietà dei suoi contini. L'Inghilterra la sostiene. 1\'la l'idea di nazionalità non rra anco1·a sufficientemente maturo; le rivoluzioni la complicano e i sovrani, spaventati, temendo la naziOnalità disertano la sua causa. La PAROLA DI VITA è ingrandita; l ' idea delle nazio - nalita si è sba1·azzata. Nel 18!5 e lungo tempo anch e dopo quest'epoca si credeva riconosc erle nei governi. Dopo alcuni anni il loro segno si è manifestato; non è più nei governi, ma nei linguaggi, che si vedono oggi le nazionalità. I linguaggi sono la parola di vita dell e nazioni. I confini storici, diplomatici delle potenze possono variare~ spostarsi; i confini che i linguaggi assegnano ai popoli non cangiano mai. Quest'idea della nazionalità nel Jingunggio s'è impossessata di tutta l'Italia. Dinanzi a quest' idea tutti i partiti spariscono, si piegano, cooperano. L ' Italia ne inalza la bandiera la prima, poichè desso ha in mezzo ai popoli moderni, l'idioma il più classico, il più celebre pe1· i prodigi del genio; poichè presso di lei i corpi sociali, i comuni, sono più vigorosi, più numerosi, più sviluppati che dovunque. I nuovi mezzi di comunicazione spingono già questi corpi a slanci scambievoli, a rapide reciprocità. Ma, per tutto ostacoli : dogane, che fermano; polizie che spiano·; timori che perseguono, legislazioni, che intricano. In Italia, si conosce la Ft'ancia, l'Inghilterra, l'Alemagna, l'India ec. per-

-25chè i suoi governi non temono, ordinal'iamente almeno, per parte di queste nazioni , cospirazioni coi loro suùdili , ma non si conoscono gli abitanti di una provi-ncia con quelli d'un'altra . Per divenire sospetti al tempo stesso e toglier la calma ai loro governi, basta che gl' Italiani si conoscano tra loro. Da ciò le separazioni. Gli antagonismi degli antichi tempi non esistono più. Le divisioni, che la violenza dei governi impone, si accre - scono ogni di più. La nazione italiana , che non forma s e non che UNA nazione con tutle le altre, secondo il principio stabilito dalla Santa Alleanza, non ne è una per se stessa. Una potenza straniera, l'Austria, viola direttamente, rompe colla sua influenza l'integrilt\ del tenitorio, e fa sì, che la maggior parte dei governi d ella penisola non si appartengono, e che tutti anche quello del Piemonte debbono violare la propriet à dell e nazio.ni con delle imposte esorbitanti, affine di mant cn.e re que sto stato di cose sempre più impossibil e da una parte e dall'altra. Il Visconte Castlereagh invocando il principio dell ' integrità <.I ella proprietà dell e nazioni nel ~. 81 5, reclama soprattutto pu qu es ta Itali a d ebole e senze appoggio, lu r estituzione dei quadri. dell e statue, degli ornam<>nti. Nel ~859. gli uomini di stato dell ' Inghilterra, perchè la propdelt\ di lei stessa non sia restituita all'Italia invocano la fede dei trattati! Francamente, questa è dimenticanza . Dal 18lo al -1848, al ·1853, le idee d elle potenze segnatari e si sono ris trette. Alla prima di queste epoche, avevasi in vista l'universo, il mondo, la nazione cri stiana, l ' unica fami - glia dei popoli, la loro salute , la lc)r·o pace durevol e, col soccorso della buona coscienza: procurando l' obbeùirnza alla PAROLA DI VITA. Oggi allorquando la pa-

- 2()- rola di "ita dei popoli, il lingua ggio, anima un in· lc ra nazione , e che questa nazione r eclama la s ua integrità, r espinge il suo smembrameulo e invoca la riunione, la pace_, la salute della sua famigli a, il gabinetto inglese non mostra più, a ri guardo dell 'Italia, che una incomprensibile limitazioonc di vedute. Egli non sco rge che la questione secondaria, l'occupazione degli S ta ti Romani; non vede, tra la Francia, c l'Aus tria che dPJle l'ivalità; non sos pe tta in Napo leone III, ch e delle ambizioni. Non velle lo smemhrnmento di territorio, l'inflnenza strani era, il di spr·ezzo del princi- })io, che, ai ter·mini dell'atto <.I e lla San ta Alleanzn, è solo in vigore. Perchè quest' oblio? No i lo diremo colla stessa since ritù . Un principio è pres to obliato a llorquando non è che nn pt·e tcsto ritenuto per· una circostanza e ventual e. Al· lora la fed e in questo principio è alterabile, passeggera, mobile . Ma la nazione presso la quale questo principio è na to, non lo dimentica così facilmente. È la Francia, che ha messo al mondo questa g iustizia <.Iella politica, c he guarda a i pdncipii, non alle tradizioni , e che ri a lza a l di sopra di ogni tradizione, e di ogni principio, l a frate rnità, la scambi evo lezza, la fami glia unica delle nazioni. L' Au.stria l'ha presto dimenticato. Ne l 1820, n el183 J ~ nel 1848 essa non si è rammentata che l ' imperator Francesco l' ave va giurata, nel 18·15, i n una circostanza solenne, in faccia all 'unive ~ ·so. L'Ing hilte tTa lo dimenticherà ella n el ~1859? Noi abbiamo p ena o crederlo. A vero dire la politica inglese non è ancora fermn. Cio si r·avvisa nei suoi giomali, nelle sue irresolutezze, nell e sue conll·adizioni. Fedel e

-27ui pl'incipii , Ja nostra alleata non lo è sempre nell e sne manifestazioni. È neì suo carattere di essere longanime e di non si pronunziare in una maniera decisiya che al seguito di prove, di preparazioni, di pratiche. Checchè ne sia la F1·ancia., colla moderazione, ha recuperato il suo vigore. Essa non ha mai dimenticata la verità da lei proclamata e se ne ricorda oggi più che mai. Ln sua fecle , il suo onore, la sua missione in mezzo alle nazioni vi sono impegnate. Ella spera il compimento della fraternità per la pace durevol e, per la salute del mondo. Le potenze segnatarie del 18!5 haHno giurato questo principio. Non bisogna credere che ciò fù per menzogna , ma per coscienza della fede . La Francio, dunque in presenza dell e agitazioni italiane , del timore continuo di rivoluzioni, dimanda ch e si conservino intatte questa coscienza, questa fede almeno per il momento a riguardo dell' Il alia. Questo non è entusiasmo; è calcolo. Napoleone I lo ha detto : (( IL PR llUO SOVRANO CHE IN l\IEZZO ALLA GRA~ LOTTA ABBRACCERA' DI BUONA FEDE LA CAUSA DEl POPOU S I TllOVERA' ALLA TESTA DI TUTTA L'EUROPA E POTRA.' TENTARE TUTTO CIO' CHE VORRA' . Abbracciare di buona fede la causa dei popoli, è la missione p1·opl'ia della Francia. Il suo Govel'no non l' abbandClnerà ad altri come nel -1815. L' I.1ghilterrn -v nol' ella associarvi si, acc1·escere la sua parte di gloria acquistata in Crimea, fortificare nelle nazioni la fede che , pH loro causa, pertutto dove il bisogno si mani ~ festerà, giustizia sarà fntta, giustizia per dovere dì fl'aternità, per la realizzazione progressiva del pl'incipio che è solo in vigore con l'alleanza santa della Fa·ancia, dell' inghilteaTa , della SardegnCt, e, speriamolo bene,

- -28 - d ella Russ ia , della Prussia? Non sta che a le i. Colla neutralità essa lasc ia questa missione alla Francia sola . J~a Francia non indietreggerà. Ferma nella fede d el suo principio, nella sua verità, ella ne procurer à la r ealizzazione ovunque a bbisognerà, afforzandosi dell'opinione dell'amore, d e lla confidenza dei popoli. L'Ing hilten a incrociando le braccia, non saprebbe trarre a lcun vantag·gio ne per la sua gloria, nè per la grandezza del suo avvenire. Coll e esortazioni amichevoli a lla Fr·ancia ed a ll ' Austria, consigliando il sopimento delle l oro ri valità, l'Inghilterra non migliora la sua condizione, ella falsa la s ituazione, e batte n el vuoto . Ancora una volta, tra la Francia e l'Austria non esistono l'ivalità ; ma opposizione tli principi. Vi ha : da una parte, l'oblio de lla fede giurata a Parigi ne l 18 l 5, il 24 St>tte rnbr e, dall'Imperatore Francesco, e, dall'altra, la coscienza vivente, che la Francia ne consel'Va, come J' un principio nato p•·esso di lei, e che è indispensabil e all' accrescimento de lle sue relazioni , alla sua prosperità, ed anche all 'allontanamento in - Francia di nuove sovversioni. P e•·chè la Ft·ancia, nel 1815, voleva ritenere per se de i popoli strani eri, che non potevano fonde!'Visi, l'Inghilterra e le sue alleate }lei' la salute del mondo, per la pace Europe<~, pr ese ro l'impegno solenne di non depone le armi prima che la F ranc ia non ayesse desistito da questa pretesa. Non è ques to per gli uomini di stato della Gran Brettagna , l'esempio da seguirsi? Intinc,se l'Inghilterra si associa all'Austria sostenendo la lettera d e i tra ttati contro la fede ùella I.egge Santa, della parola di vita giurata a Pari g i n el 1815, lu Fnmcia osse rverà la reHgione dei suoi principii; ma l'In-

- 29g.hilterra non violera ella la religione <lei suoi gi uro - menti? La fede dei trattati è nella coscienza non nella lettera. L ' Inghilterra, ad èrendo all'alto solenne d el 24 Settembre 1.815, dichiarò la sua coscienza, ' ' Ì s'impegnò in faccia al mondo ed a Dio. La fed e dei trattati è là. In presenza ùi quest'impegno vorrà ella assumere la responsabilità d ella continuazione dell'oppressione a Na poli, delle anomalie a Roma dell'agitazione in Lombardia, della miseria e della violenza al centro, al Nord, al Sud d ell 'Italia, della continuazione dello sforzo dei cuori, d ell 'esaurimento delle risorse in Piemonte ? Il cuor·e degl'Inglesi non saprebbe non battare per la gran causa delle nazioni. Se vi ha un paese, dove l ' opinione pubblica regni , è l'Inghilterra. I suoi nomini di stato la seguono, non l'attraversano mai. Allorquando n ella contingenza attuale l' opinione pubblica si s:.trà ingrandita nel senso di ciò che è un dovere pei popoli cristiani, e nn compimento della fede giurata nel 1815 per i gover ni, gli uomini di stato inglesi si metteranno a l s uo livello. La Franci a, unita all a Gran Br ettagna per tanti legami di vicinanza , d ' interesse, d' asp ir azioni, di gloria, colla longanimitò propria del s uo gove rno attuale attend er à que sto momento. Esso non saprà farsi d esiderare ancora lungo tempo. VI. Il diritto, la giustizia, l'ono!I•C. DIRITTO, GIUSTlZTA, ONORE sono l'ultime parol e di Napoleone III. Belle e sublimi per la sua nazione, la Francia; è in esse per l ei l a divisa, la religione, In

-BOsa lute del monùo, la pace durevole, la g loria, lo coR· quista moral e dell 'Europa, LA VITA . Questa vita risplende, illumina, allrae dai due emisferi tutte l e simpatie verso di sè. I Borboni rilomnrono in Francia con un milione di bajonelte straniere; il ieno della patl'ia, fu lacuato, la sua vita soffocata p et· più di 30 anni. Nè il ramo primogenito, n è i l ramo cadetto, la sentirono, la sost ennero. J... a Francia, dessa , per lungo tempo la prima, andò a rimorchio d elle altre nazioni. Ma il gastigo venne. Allorquando prima il ramo primogenito, più tardi il ramo cadetto, furono staccati da l gran corpo della Frantia, fu come qnando le foglie cadono da un albero vivente : il gran co rpo r espirò, fu sollevato, aspirò di nuovo alla sua vita. J... a demagogia, l 'anarchia d ell e opinioni, non potevano ridonarglielu . Il dirttio non è n elle idealilà brillanti delle possibilità avvenire ; è n ella realizzazione delle poss ibilità attuali. Sodisfat· que ste, è la giustizia, sostenerle, costi quel che costi, è l'onot·e. Con Napoleone III la vita propria della Francia si neglia di nuovo. La repubblica, n el ~793, aveva porta to il diritto n elle possibilità le più lontane dai popoli. Essa non può che produrre la violenza, indebolirsi, cadere. Era questa la vita della F rancia nelle. sue esagerazioni. Na poleone l si sfot•zò di organizzare il diritto de i popoli colla conquista, col cambiamento dell e fami glie sov rane, colla burocrazia minuziosa, colla centralizzazione universale . Era questa la vita della Francia, nntecedendo presso di sè e presso le altre la maturità dei tempi. L'opinione non aveva ancora fatta la sua opera

--3 1 - d<r per tutto ; le nazionalità erano mal comprese ; l'unione di tutte in una as sociazione unica era il pensiero sublime dell 'Imperatòre, non la necessità delle scambievolezze pronte a realizzarsi. La sua id ea non fu conosciuta. Egli votè esser ,.inlo e la sua fami gli a espulsa. 1\'la oggi i tempi maturano, le nazionalità sono di giorno in giorno meglio comprese. J.. e memorie d el proscritto òi S. Elena rivelano le sue intenzioni. I mezzi attuali di comunicazione uppol'luno progressivamente la possibilità della realizzazione dei grandi pensieri di Napoleone l La vita della Francia si manifesta. DIRITTO, GIUSTIZIA, ONORE, e per tuUo dove vi ha una causa giusta e civilizzatrice da fa1· prevalere, vi ha un'interesse per essn . E che è cio se non la vita propria della nazione franc ese, ~he risplende e fa intendere parol e ferme ma alte come altre volte il g rido terribil e della rh:oluzione l E ciò non è che la moderazione, concìliante, ma non pusillanime ; la mode razione, che, per la cosci enza del diritto ch' ella deve realizzare, della giustizia, ch' ella lieve compiere, de1l' onore, d ella supremazia morale ch'ella deve conquistare, stabilisce francament e .l a sua politica ; vnl e a dire, non lo spossamento del paese per•- sos tener e dell e bravate, ma la risoluzione ferma della Francia di elevarsi e di prosperare di più in più pet· la convergenza verso di l~!i delle r eciprocità e delle simpatie dei popoll. L ' atto della santa alleanza dice : cc I Sovrani sono i delegati di Dio. >> Ebbene l La Francia ne è il primo soldato, il primo ministro . Essa è la nazione cristianissima . La legge santa n' AlliORE, DI CARITA' è, in po-

-32litica la sua a sph·azione, in economia la sua prosperità, e queste due cose sono la sua preminenza, la sua grandezza . È egli colla guerra ch' essa compirà il suo do- ' 'e re, accrescera la sua considerazione, aumenterà la sna felicità ? Si rassicul'i la Francia, e lutti. V opinione matura . La Francia ha proclamato i suoi principii: essi sono sotto un' altm forma, i pl'incipii medesimi, che la Santa-Alleanza dei sovrani segnatal'i dei trattati proclamò a Parigi, nel 1815. F edel e a questi p!'incipii, essa viene in aiuto alle nazioni presso le quali la PAROLA DI VITA è sviluppata a ta l punto ch'ell eno ne t·eclamano la realizzazione, e ch' ell eno si ag itano e compromettono la pace dell'Europa per ottenerla. Si è pe r questo ch e la Francia viene oggi in soccorso all ' Italia. IJa Francia, per mezzo delle idee prepara. AIIorquaudo queste idee avranno compita la loro parte, se delle opposizioni anticristiane impediscano la lòro realizzazione, la Francia, con Napoleone III, non si lascerà precorrere, nella proclamazione della Legge Sarita con una nuova Santa All eanza . Ella sarà semp1·e il primo soldato della PAROLA DI VITA. Sguainerà essa la spada ? Lo potrebbe. La sua armata, lu sua flotta, l'unanimità del popolo col suo eletto, le ne dare~bero la possibilità; ma il principio che, SOLO deve ESSERE IN VIGORE, non glielo permetterà che alla ultima estremità. Ella sa che le soffe renze sono il controllo della verità, del diritto, della g iustizia. L ' umanità ha ella conquistato una sola delle sue libertà senza ostacoli, senza lotta, senza dolore? S i sappia dunque. La spada, all' ultimo momento.

- 33Prima, e per quanto è possi bile, la Francia dee agi re colla potenza delle sue idee, del suo linguaggio ; far risplendere e penetrare p er tutto, n elle intelligenze e nei cuori, il dirit to, la giustizia, la · carità, che ella sostiene; fa&· comprendere, sempre con moderazione, con rimostranze ferme ma concilianti, l'interesse che tutti hanno egua lment e a sostene rle; il vantaggio che ne deriverà, a quelli c he vi fanno ostacolo_, di consentirvi, e d i sottometten isi. La Francia deve procedere così, quanto è possibil e, se i me si, più ancora, se si può. Allorquando per l ' effetto dei suoi procedimenti longarnini , l'isolamento si sarà fatto nttorno ai nemici del diritto e della g iustizia; ullorquando i loro sostegni; alleati , uomini politici, burocrati , solfiati, saranno demoralizzati ; allorquando In coscienza medesima nei più pervertiti vacillerù , allora, se l 'acciecamento persiste , In spada sarà sguainata. 1\-ta allora, non sa rà gue rra: Sarà la scossa e la caduta del fantasma. Per questo sforzo sostenuto di longanimitù, la Francia soste rrà il suo onore di primo soldato di Dio, non per un eroismo brutale, ma per l'eroismo il più intell ettual e, il meglio in armonia con Ja civilizzazione. Questa politica è confessata altissimamente, senza dissimulazione, senza mistero. L'opinione è la regina del mondo : chi se ne impossessa, trionfa. Il Lombardo-Veneto, dopo 10 anni , rnina l'Austria con l'inazione, c }'a1loutanamento da tulto ciò che tiene all a dominazione stranirra. L ' Inghilterra e Ja F rancia _, da t&·e anni , minano il l{e di Napoli , colla cessazione di ogni rapporto, segnalandolo all'Europa ed ai sudditi come riprovato dalla loro coscienza. E così che la Franc ia sola co l Piemonte, o a sllociata alla Gran 3

-34Brettagna e aù altre potenze, comhatterà ancora qual - che tempo l'Austria in Italia. JJa spada non sa r ù tratta che all'ultima estrcmintà, la vittoria non potdt esse1' dubbia. VII L'Austria. Dopo quanto abbiamo detto, i pl'incipii che debbono prevalere sono stabiliti da una parte e dall'altra. Da pa rte dell'Inghilterra e delle potenze segnatal"ie, la fede dei trattati, secondo la lrgge proclamata nel ~18,1 5, da,lla Santa-All ea nzo, da parte della Francia e del Piemonte, il procedimento secondo l' interesse della civilizzazione e dell'associazione dei popoli. Le dne cose sono in perfetto accordo . Se da una parte, non si vuoi mancare alla fede , dall'altra, l' onore è salvo e la questione italiana risoluta; e tutte le quistion i avveni1·e saranno del par p1·ontamente risolute. Non si ha che da riunire i diplomatici, consulta1· e i precedenti, rimontando all'atto fondamentale del 1.815, e riso lver e la questione secondo i principii stabiliti. .. Ma l'Austria si rifiuta ad ogni acco rdo, e le altl"e potenze segnatarie non si pronunziano. In conseguenza_, per terminare la nostra parte_, ci resta a dimostrare alle Potenze segnatade che la fede politica del 1.8·J5 è in perfetto accordo coi loro interessi presenti e futuri.

-35- . Incominciamo dall'Austria. binanzi alla legge Santa di fraternità ch'essa ha ~iurata la pl'irna colla Prussia e la Russia, e che i suoi sudditi reclameranno di più in più, non potrebne_, senza compromettere frequentemente e gravemente la sua integr~tà, la tr·anquillità e la salute del mondo, ella non potrebbe, al di là delle Alpi ricusare più lungamente all'Italia ciò ch'essa domanda; insomma continuare a servirsi dei modi di cui ella fa uso verso le sue popolazioni. L'Austr·ia non è che un'agglomerazione di elementi disparati. Eccettuate l'Italia e la Polonia, le eterogeneità che costituiscano il Santo Impero, vi sono tutte c omprese. L 'Ungheria, la Boemia, ec. sono nazioni che le appartengono integralmen\e. Che dev'ella far·e? Non violare più lungamente il giuramento fatto a P arigi il 24 Settembre 18·15, dall'Imperator Francesco. Ai termini di questo giuramento, Francesco Giuseppe t.leve considerarsi unicamente come nn delegato della Provvidenza; distinguere i suoi popoli, seco·ndo il loro linguaggio per nazioni; dare a ciascun popolo, secondo la sua nazione, il libero campo della sua vita ; unirli tutti in nna associazione reciprocamente profittevole, cosi come con una pari associazione_, Napoleone I anebbe vo luto ~iunire in una sola famiglia tutti i popoli europei. È così che, previdente e Cristiano, piacer·ù a Dio e che la sua delegazione sarà vera. Così agendo egli si inalzerà a moderatore di tutte le sue nazioni , egli sosterrà presso tutte la giustizia, la reciprocità, la benevolenza; le aiuterù nel loro andamento; sarà il padre della famiglia che lo benedirà ; ed eg li ed i

- 36suoi discendenti nvranno per sè e pci loro popoli, l t~ pace du1'evole, che, sola può nasce1·e dalla buona cosc-ienza del diritto realizzato, dalla giustizia compiuta , dall'onore sodisfatto. Se no, Francesco Giuseppe se ne sonenga ! Nel 1848, l 'Austria che pesava su tante nazioni , pareva un ~;· igante. tn grido si alzò dnl Vaticano, e, in pochi giomi, si può vedere che i piedi del gigante eran() d'argilla . Se la rivoluzione non ave sse commesso delle esagerazion i, o se, dal suo canto, le potenze. in nome della fede giurata nel ·18J5, avessero domandato il ri spetto del fliritlo. l'esecuzion e della giustizia, l 'Austri_a sarebbe ella oggi nel Lombardo-Veneto e nell'Ungher ia '( Da una pnl'le. sa r ebbe stata la buona coscienza, J~ sicurezZfl , raccordo; dnll'nltra, il rimorso dei ginramenti violali, le scosse delle insurrezioni, il tnrhamento dello spirito, la demoralizzazione dell'armata. Il coraggio, l'eroismo di alcuni individui, non dà nlle truppe ciò che loro toglie la forza dell 'opinione . La lettera dei trattati di Yienna, non nttesta che ordinamenti transitorii: modificabili in ragione dell o sviluppo della parola di vita presso l e nazioni che la pt'ovvidenza ha confidate ai Sovrani. 'Questa parola è il so lo princip io in vigore, il fonte dei diritti. Si è pet· la sc ienza in sè attinta che s i r ealizznno la pace, la fraternità, In g iustizia. Il contrariarla, e uno staccarsi dalla vita, dall ' amo1·e, dalln tranquil lità, dalla retlituòine7 pe r· cadere ne ll a morte , nell'odio, nell' inquietudine , nell' iniquità. V Italia è la madre dell'Impero. Fu dessa che pose sul capo di Carlomagno questa corona devolutn alla Francia, e che si trasferì più tnrdi all ' Alemagna . .L ' 1-

- 37t;.l\ia non dà più la corona d'oro; ma ella ùà all ' _\.ust ria con un rliadema di ferro, una corona di spine. l/ Italia non nppat·tiene tut.t' intera all ' Austda come l'Ungh eria e la Boemia. L'Austria non ne ha che una pa rte, e la più ricca, non la più bella; la più popolosa, non la più estesa. L'Austria vuol mantenere an- .cora lo smembramento di questa parte dal re sto del corpo. Si addice egli ad nn delegato della Provvidenza, è buona coscienza produrre con qnesto smembramento agitazioni, sofferenze, miseria, maledizioni da tutte le parti, òi compromettere così la pace e la salute del mondo? L' A.ustria è una parte, ed una nobilissima parte del corpo alemanno; la patria di Leibnitz; la popolazione sorella della Prussia , della Baviera, di Baden e pr·esso le quali il genio germanico ha prodotto tanto in scienza, in poesia, in arte, in civilizzazione. Gl'It aliani ammit·ano l ' Alemagna dal genio. Si addice ad un delegato della provvidenza, mantenere fra gl' Italiani e gli Alemanni l' antipatia_. l'esecrazione? Noi abbiamo incominciato dal contestare l 'alta intelligenza, lo spirito progressivo deg li nvi della Casa d' 1-Iabsbourg. Noi non abbiamo rivalitit con l'Austria . Noi siamo la Francia, e la Francia non rivallizza ; ella rischiara, ella guida. Prima di \'e nire all'ultima ratio noi ne appell eremo, finchè la nostra pazienza non sarù s possata, all'intelligenza , alla coscienza, al do ve re dell a famig lia d ' Habsbourg, al suo amore a ri g uardo del - l' Alemagna, alla giustizia ch' ella deve all'Italia, al nobile doYe r e di abbandonare al p iù presto o gni mot ivo di ayve r sione tra l' ILn lia, i popoli Ialini , c gli a lemanni. •

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==