La fede nei trattati, le potenze segnatarie e l'imperatore Napoleone III

- 8 - du t e; ma con nostro rammari co·, non c i s('mbrano quanto al pr esente al iivello de lla situazion e . J_Ja nostra parola sarà franca , senza l'i guardo . Non è l ' e[etto di nn rise ntimento per le opposizioni del momento ; non è che l' e[ e tto d' una politica, ch e emerge da principi!. Questa politica si pone al punl o di vista superiore; è per questo che ella è franc a , . leal e, senza dissimulazione . II. I•rbna llettUic azione. La QUESTIONE I TALL\.NA non si limita all'Italia central e, come lo dicono g li uomini di stato dell' Inghilt erra. J~s s a non consiste solament e nell'occupazion e nnormale degli stati romani per parte di truppe stra - niere, e n el timot·e <li movimenti rivoluzionari, ch e resulterebbero dall ' ::tllontanamento di queste truppe . È .questo uno degli aspetti della questione; ma non il principale. La parte vital e, disg raziata, inevitabile, è la dominazione straniera, -e conseguentemente l' assoggettamento dei governi della S. Sede, della Toscana . di Napoli, ec: ec. e delle popolazioni òi questi paesi , l'agitazione .del Lombardo-Veneto, gl' imbarazzi, le so[erenze~ la posizione intoller·abile degli stati sardi. La gran maggiorità degl' Italiani esecra questa dominazione; e dall'odio, che ella ha per essa, odio ad ogni momento presto- ad erompere,derivano tre conseguenze: 1. o L'Austria non può n è introdurre la libertà - presso ,di sè, nè toJlerarla presso altri in Italia. D'onde l' assoggettamento universale. Prima conseguenzi.l.

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