Marco Minghetti - Discorso agli elettori del collegio di Legnago

33 revole amico Visconti-Venosta fin d'allora presentiva e non dissimulava che quei provvedimenti gli · parevano troppo scarsi all'uopo, e dall'altra parte stimolava la Turchia, prima d'ogni altro esame, a dar prova del suo buon volere, accordando un'amnistia generale. Tale era la condizione .di cose al 18 marzo 1876. Più tardi la situazione si aggravò, e prima · la Serbia, poi la Russia, pigliando in mano la causa delle popolazioni cristiane, ruppero la guerra alla Turchia. Io sono del tutto persuaso che j nostri successori desiderarono e diedero opera sollecita per ristabilire la pHce. Ma sin da quel tempo cominciò a balenare alla mente loro un pensiero, che l'Italia avesse nell'Oriente interessi diversi e separati da quelli delle altre potenze che non partecipavano alla guerra , e che per conseguenza fosse possibile a noi di avere un'azione propria, produttrice di vantaggi speciali. Questo pensiero era per avventura incerto e confuso , ma traspariva dai loro atti e dalle loro parole. (Applausi 1;ivissimi) Quindi l'origine delle vaghe diffidenze all'estero, quindi l'origine delle vaghe speranze all'interno. Mi sta dinanzi alla memoria quella interpellanza che fece l'onor. Visconti-Venosta nell'aprile 1877, e che in forma modesta, ma con profondo pensiero toccava il punto sostanziale della questione. (Applausi)

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