Leonida Bissolati - La ipocrisia reazionaria

r CAMERA DEl DEPUTArrr '. LA IPOCRISIA REAZIONARIA ,../ / f DISCORSO ' l l • DEL DEPUT AT O LEONIDA BISSOLATI l l PRONUNZIATO nella tornata del 2 marzo 1899 · ' . . , . ' { . ' ' ROMA TIPOGRAFIA DELLA CAMERA DEl DEPUTATI 1899 J

MAZ 0700 OO:jll MAZ :j9Sl

l. ' l ' ' / l L'atteggiamento dei socialisti. Bissolati. ~ provvedimenti proposti dal Go· verno sono diretti precisamente contro di noi. Noi quindi ci troviamo nella condizione strana di chi assiste ad una disputa nella quale si deve decidere se cft si debba mettere a catena corta o a catena lunga, se ci si debbano a.ppli.care i pollici o la camicia di forza. Quale è l' atteggiamento che possiamo prendere noi dunque in questa discussione? Dobbiamo invocare la vostra generosità,· o signori della maggioranza ? Della vostra generosità sappiamo qualche cosa: gli stessi prflvvedimenti present.ati in questo momento dal Governo dànno la misura della generosità che noi' possiamo aspet· tare da voi. Questi provvedimenti .sono presentati d'urgenza prima ' che si compia il voto emesso, a dir vero con poca chiarezza, / dalla maggioranza della Camera, pel quale i nostri compagni dovrebbero riacquistar~ la ' libertà. l_, ' l.

4 La votazione di questi provvedimenti' ~è ' il prezzo a cui il Governo eolls~ntirà che i nostri compagni ricuperinp la. li berta. Voi li tenete come prigionieri di guerra che a vete ' convertito in ostaggi, e che non la~cierete · liberi dall'ergastolo, se non quando il paese sarà diventato un ergastol0 solo. Del resto, quando anche potessimo fare assegnamento sulla generosità vostra, ci guarderemmo bene \i dall'invocarla. Riconosciamo di aver~ urtato i vostri interes~r ·e·' di non meritare nessuna pietà~ Ri- ,1. c.onos,<;~Ìamo , di .~vere .. meri~ato quell'adio 1 é /. ~~- :. quel , r'~ndore , 'vo:strò, di c'ui gli ~ttualì disegni .· . s6no· ·. l~ éspr~ss1~,ri~ ~ a.n.zl. . ~e s'ar'einmo troppo · :. 1 : · lusing~ti e potre.m.mo' troppo inorgoglircénè, ·. · , se non a~essiino ·· la :coscienza che il v.ostro odio è superiore .. ai ~ost'rì mer~til Possiamo .però _da;vi proiD:essa che ·· -f~remo' il'. possibile .' p~r · meri~arcelo. · ...· Ma se non I~ vostr~· . pi~tà inv.ocheremo dttnque le vostre ide~lità!' ? Se .~~ ri~:vo.care la vostra . g~neràsità sareb~e p~r ' no{ :. i~digni7 ~Qs~,. invocare le vos.tr~ idealità s.arebbe ini. ' ~ • l ... ge;nuo. Io ho ·sentito d'i{· questi . hanchi pro- , nùnciare eloquentissimi discorsi_, In cui si fàceva ·richiamo ,alla ideatità delle ·tradizìoni rivoluzionarie italiane. Ammirai i di .. . . ~c?r~.~ ~· edr il sentimento che li ~spirava, ma . quel11 che li pronunziavanq mi parevano ca- .. valie.ri . lanciati in · corsa .a .·~ rompersi "contro un ' muro di bronzò. . . l " ' . ../ . . ·, Pereh e l è invocazioni;alla ·ìde-alit·à .delfe tra- -· ;

l t 5 dizioni rivoluzionarie italiane incontravano il freddo ragionamento contabile dei Son- ' nino e ·dei Colombo: che cosa sono le idealità? Sonç> 11na partita . di bilancio? Se lo sono, sono una 1 partit a passiva. ' l Lo sappiamo bene. Se , viene un socialista nel doHegio di uno di voi della mag· .gioranza a persuadere ai vostri elettori che, pur avendo ~ la ma~sima deferenza per la YOstra persona, dovrebbero votare secondo l'interesse proprio di classe; se viene un .operaio cosciente a· persuad,ere agli operai delle vostre . officine che il miglior m?d.o pet avere un ,m·inot.. numero dii o.re di lavoro ed un l aumento dì salario, è• qnello di organizzarsi · •l contro il capi talista; se viene fra i' vostri contadini chi li consigli a stringersi in lega di res1stenza per averne tnigliorJ3;ti i patti agrari; · voi siete disposti a mettervi sotto i l piedi ben· altro che lo Statuto, tutta la storia .del ~~rtirologio italiano, pur di imbavagliare ' e amm~nettare quebti disturbatori dei vostri interessi. , Tale', o signori, ·è la realtà.. E mentre la t~ttìca vostra è quella ' di dissimularla, la ... tattica nostra è · precisamente il contrario; ' quella di scoprire le cose nella loro nudità, mostrando chi siete e a che cosa tendete. Non parliamo dunque per persuadervi, ma parliamo solo perchè, almeno, gl'intendimenti vostri, le azioni vostre siano ben chiare per quelJ o che sono dinanzi ar paese.. .. . l ( l \ •• ' l ., ' t \ ~

' ' 6 La violenza contro il paese. · ' Paese! Quando si pronuncia questa pa- " rola io so che un sorriso ironico sfiora le labbra di molti. Voi della maggioranza esclamate: ma di che paese ci venite cantando? Il paese è con noi e noi siamo la maggioranza legale, e votando questi provvedimenti interpretiamo la volontà ed il pensiero della . magg1oranza. Si potrebbe anche essere d'accordo su questo, se non ce l'impedisse un fatto eh~ meriterebbe qualche spiegazione. Precisamente in qùesti gi~rni il Governo ha impedito che il paese dicesse il parer suo intorno a questi provvedimenti e voi della maggioranza avete naturalmente consentito ed applaudito che al paese fosse interdetto di pronunziarsi. Infatti . in quasi tutte le città si sono tentate riunioni pubbljche per discutere i progetti; e il Govèrno è intervenuto ed ha inibito ai cittadini di discutere e pronunziarsi. Ho se:p.tito l'altro giorno l'onorevole Prinetti il quale in un ardito impeto oratorio esclamò: nòi conservatori dobbiamo opporre idee ad idee, discussione a discussione, apo· stolato ad apostolato. Ora qual momento migliore di questo per opporre il vostro apostolato al nostro? Sono ancora recenti i ricordi del maggjo che voi invocate tutti i momenti; ora ' l \ '

. ' ' " ) 7 come mai voi, forti , di quei ricordi, non an- ~ date in mezzo alle popolazioni a dimostrare che i partiti sovversivi furono causa di quei mpti e meritano perciò l'imbavagliamento. che voi oggi apprestate 1oro? Ma non è vero che se voi foste andati pel paese ed aveste accettato la discussione cui vi invitavano e vi sfidavano i partiti sovversivi; se, invece di ricorrere ad una discussio-ne d'urgenza fatta qui, aveste ottenuto veramente un plebiscito morale, avreste corppresso i partiti sovversivi coh. molto maggiore efficacia di quello che poss iate fare con tutte le vostre leggi di polizia? Ma 'io ho sentito l'altro giorno l'onorevole presidente del Consiglio dire -che questi moti - (già egli scambiava per moti i tentativi fatti per f-ar esaminar dal . pa-ese i provvedimenti attuali) che l}Uesti tentativi di discussione sono se non criminosi almeno t ali da rendere legittima la loro repressione perchè la piazza non deve imporsi ·al Parlamento, quando il Parlamento siede. Nuovissima teoria di diritto costituzionale, che del resto non ci ha fatto impressione perchè ormai a queste e a . tante cose peggiori siamo avvezzi! :Thtia egli ha ricordato, per gettar e anche un po' di ridicolo sul movimento del paese; che ci sono anche gli studenti che vogliono pronunziarsi contro queste leggi, anche gli -studenti che hanno l'obbligo di studiare· e si occupano invece delle questioni di libertà!

' ' . 8 Ma si può dare una degenerazione peggiore della gioventù nostra? egli pareva dire. Ma, o signori, quando Luigi Lavista a Na· poli era fucilato per la costituzi!one, quando gli studenti delle Università toscane si facevano uccidere .dai Croati a ,Curtatone e Montanara, i nostri vecchi della rivoluzione · italiana non tenevano ~imili discorsi. L'atteggiamento della maggioranza della Camera di fronte a questi tentativi di discussione che ha fatto i l paese sui provvedimenti attuali, si può compendiare ne~la teoria, s·e teoria si può chiamare, che il no· stro collega, . doppiamente coHega per me, lVIichele Torraca, ha manife.stato sul Corriere della Sera. In mancanza d-i notizie l'onorevole Torraca . si è messo un bel giorno a telegrà• · fare gli articoli del Codice penale al suo giornale, (Si r ide) scriventlo che erano applicabili a quei cittadini i qual,i avevanO l'au· dacia di domandare ai dep'utati il loro pensiero intorno ai provvedimenti in discus~ . s1one... Torraca. Non è esatto. Bissolati... ed ailche ai giornalisti i quali si ripromettevano , di bo'icottare i deputati che avessero approvata la legge sulla stampa. Torraca. Non è così! Chiedo di parlare per fatto personale. Bissolati. Se ci sarà errore di fatto, non · avrò difficoltà di correggermi, di crettificare.. . . Torraca. Non fa male ricordare il Codice penale. (Rumori all'estrema· sinistra). , l

g Bissolati. Articoli del Codice penale che voi dimostravate applicabili ai cittadini che vogliono usare del diritto di controllo... Torraca. Alle minaccia ! Bissolati. Voi invocate il Codice penale·, come se .l'esercizio di questo diritto fosse una sopraffazione sui deputati. Torraca. Alle minaccie! Bissolati. Io, dico la verità, non so se, in quel momento, poichè sono due le persone in Michele Torraca, se, in quel momento, fosse il giornalista che abdicasse davanti al deputato, o , il deputato il quale ubbidi sse alla corrente reazionaria che è rappresentata dal suo giornale. Certo, secondo il mio pensiero, l'uno e l'altro hanno abdicato: il gior· . nalista al dovere di esercitare il controllo sugli uomini politici, e il deputato al dovere di accettare questo controllo. Torraca. Lei non m'insegna il 'dovere ! Non ha il ·diritto d'insegnare il dovere a me ! (Oh! Oh! -Rumori vivissi1ni a sinistra e nella tribuna della stampa). Presidente (Con fo1· za). Farò sgombrare la , tribuna della stampa! E una cosa incredibil~ che si permetta d'imporre ai deputati! (Bene !) Torraca. Vuole insegnare il dovere a me? Voci a sinistra. Sì, sì. Torraca. E io lo insegnerò a Lei. Bissolati. Sareste un cat tivo scolaro ! (llarità - Vive approvazioni ed a!cuni applausi al· l'estrem.a sinistra). La maggioranza si sente dunque dalla parte del torto se non trova di meglio che usare della violenza contro il,paese. •

10 Oltre ·' la violenza il sofisma. Il sofisma del Governo. Ma c'è qualche cosa di più e di peggio della violenza ; c'è ~l sofisma che vie1;1e adoperato dagli oratori della maggioranza, ·per coprire i suoi intendimenti. Per . esémpio, io ho se.ntito l'onorevole g·-q.ardasigilli, · l'altro giorno, fare un lungo discorsQ nel quate. dimostrava come questi provvedimenti fossero in perfetta _armonia con lo Statuto; che non si potessero chiamare misure incostituziona~i. Egli però dimenticava-, che, precisamente due giorni prima, il suo collega e capo l'onorevole presidente del Consiglio, aprendo ladiscussione sui provvedimenti, aveva detto che esso li presentava perchè', dovendo scadere . le leggi eccezionali, aveva bisogno di qualche aJtr~ ~osa ecc-ezionale. (InterrÙzioni al banco dei ministri). .. ., Così l'onorevole guardasigHli dilijenticava che· il suo capo e collega aveva già contraddetto alla_ tesi che egli -andava sostenendo, che ' questi provv~dimenti fossero conformi all'edificio legale e statutar_io. Ad -ogni modo noi non entriamo in questa dis<?ussione cui ci ha chiamati l'onorevole .guardasigilli; ho _ voluto solo mettere in rilievo questo sforzo c~e si fa, di dimostrare che i provvedi~enti sono statutarì. Non entriamo, ripeto, in questa discus- . ' ,- - .

11 sione, perchè ~iamo convinti di una verità . ' o di quella che crediamo verità, ed è che le cartt', le formule, gli statuti, comunque siano fatti, no_n valgono per sè stessi, ma valgono per le forze che li fanno valere. Quindi noi non possiamo. consentire di fare il litigio C11riale, se veramente questi - provvedimenti rientrino nella lettera del nostro Statuto ; possian1o però osserv.are eh~ ~voi con que-;ta tesi, siete stranamente sovver~i vi, perchè venite- ad -affermare che nello · Statuto possono trovare base provvedimenti lesivi della libertà. Ma eome? Lo Statuto è - dunque un tale meccanismo in cui si possa ~ ' mettere questa forma d' jngranaggio? E un tale albero in cui si possa innestare il ramo della violenza? Quale t.ranello, vi si può -Chiedere, è dunque il vostro Statuto che si presta così docilmente alla sopraffazione delle minoranze? Il Governo dunque non ha osato prendere l'atteggiamento leale, sicuro, venendo a dirci: sì, questi provvedimenti _sono anti-statutari e sono specialmente contro le minoranze. Nè questo atteggiamento poteva essere pr~so da quei deputati ch.e appartengono ad un genere molto ibrido che si dispone ad approvare il passaggio alla Heconda lettura ma facendo mille riserve ed accennando ad infinite varia11ti sugli art~coli dei progetti tanto per tenersi aperte due porte dinanzi ai propri elettori ed, a seconda che il vento tirerà, passare per conservatori o _per demo-

12 cratici. 1\ia ciò che più fa meraviglia · è il vedere come a questo gener~ di sofismi siano ricorsi anche dei conservatori fra i più decisi, come ad esempio l'onorevole Sonnino e l'onorevole Prinetti. ' ì L'arbitrio legalizzato. Il sofisma dell'onorevole Sonnino è d'una semplicità tale che non si comprende come una mente (',OSÌ acuta non abbia visto che il presentarlo in quella forma era un aprir gli occhi anch.e a coloro che volontariamente li tengono chiusi. L'onorevole Sonnino h& de.tto: questo povero Governo ha commesso finora una infinità di arbitrii, ma ora. viene a noi cosparso il capo di cenere, dicendo: liberatemi voi da questa condizione di cose che mi fa ad ogni ora commettere peccati di arbitrio. D'altra parte e'è la maggioranza degli italiani che si sottomette a questo male ; e il male è veramente grave perchè il Govf.,rno non deve commettere arbitrii e le · popola- , zioni a questi non si debbono sottomettere. Ebbene, qual' è il rimedio secondo l'onorevole Sonnino? Egli dice: fa(',ciamo una legge in cni gli arbitrii del Governo diventino legge. Il ragionamento si fonda. sopra il principio che la libertà è la legalità: è libero il citta- , dino quando sa i limiti ai quali può ar:r;ivare colle sue azioni. Ji] dato questo prin· cipio l'onorevole Sonnino soggiunge: quando u nl)itta. dino per mezzo di leggi, non di ar- •

13 bitrii, Dio ce ne guardi! sarà ben 'bene legato, di che cosa potrà lamentarsi? Anche legato sarà perfettamente libero perchè son:-o le leggi che gli _tolgono la libertà. Questo stesso ragionamento è qùello cui sarà ispi- :rata quella talle'gge che il Governo ha accennato di voler proporre sugli statì d'assedio. Quando ad .un dato momento - si dice - ci si'a ·bisogno di sospende~e le garanzie costituzionali non ci si deve trovare di fronte > ~ all'arbitrio del Governb. Si autorizzi una volta per sempre Ìl Governo con una brava legge a rompere i'patti costituzionali quando gli accomoda, e avremo tagliato l'arbitrio alle radici. Lo stato ,d'ass~dio sarà diventato la, Costituzione. Ma se ·molto grossolano e direi quasi infantile è stato il sofisma delPonorevole Sonnino, che aRche altri oratori hanno combattuto, molto più fine ' è stato il sofisma messo in campo dall'onorevole Prinetti. , Liberismo e collettivismo. Egli ha àetto_: noi siamo dei liberali votando queste leggi e sapete perchè? perchè la vera teoria liberale è quella dell'individualismo e noi siamo degli individualisti. La, teor1a della schiavitù è quella del collettivismo e voi siete dei colletti vi~ti. Orbene, impedendo al collettivismo di svilupparsi e mettendo i collettivisti nell'impossibilità di fare la propaganda delle teorie loro, •

14 noi siamo i veri liberali. E voi siete, diceva. egli appuntando l'indice verso l'estrema sinistra, voi siete i reazionari. Ora sarebbe da domandare anzitutto all'onorevole Prinetti, se non gli paia che sia una soppressione dell'individualità e la ~negazione dell'i11dividualismo l'impedire la parola, la propaganda, l'associazione, la riunione a quelli che .hanno delle idee che non sono quelle dell'onorevole PFinetti. Ammesso anche per un momento che i collettivisti siano in errore, sarà dunque in .nome dell'individualismo che voi vorrete impedire ai collettivisti di esprimere e di diffondere il pensiero loro? Non è una soppressione dell'individualismo precisamente quest~ s0ppressione del pensiero del cittadino, qualunque esso sia? Direte che non è soppres · sione dell'individualismo solo perchè il citta· dino, vittima della vostra violenza, si dichiara collettivista? Ma, del resto, volendo andare ,rapidamente un pochino . in fondo alla discus · sione cui egli ha accennato fra collettivismo ed individualismo (e( qui dirò, aprendo nna. parentesi; che noi siamo lietissimi quando abbiamo _contro di noi avversari i quali ci invitino a discussioni serene ·ai principii), volendo dunque andare un pochino in fondo . a ·quella discussione alla quale egli c'invitava, noi confessiamo subito di riconosc~re 1 che gli uomini come l'onorevole Prinetti, come quelli del J'artito suo ·politico ed eco· . ' 1.. i •

\ . 15 . nomtco, sono veramente degli individualisti. Ma di quale. individualismo? Di quell'individualismo che si sviluppa a detrimento dell'individualità della maggioranza. Individualisti d~ <luel tipo erano a:nche i posses"sori di schiavi dell'antichità (Oh! oh!) i quali, mentre i servi seminavano ed aravano, mentre giravano la ruota della rozza macchina primitiva, potevano darsi if lusso di passeggiare per l'agora discorrendo di cose pubbliche, potevano darsi alle speculazioni :filosofiche, potevano inseguire i fantasmi dell'arte. Individualisti di quel genere erano pure { féudatari i qu~li, mentre i loro vassalli lasciavano la- vita sulla gleba attorno al maniero padronale, potevano darsi all'arte dei trovieri, allo spo?"t dei torneamentr. E individualisti · sono certamente i capitalisti di oggi, i possessori di officine nelle quali gli operai lavorano dalle 12 alle 14 ore, impossibilitati a leggere un giornale e molte volte a rinunziare alle gioie della famiglia per le necessità dell'industria moderna che strappa dal focolare domestico anche le donne ed i bambini. La rinunzia allò sviluppo della individualità per parte degli operai pone il ca· pitalista in grado di sviluppare esuberantemente la individualità sua, gli dà i mezzi per godere di tutti gli agi ma,ter1ali, per raffinare la sua vita morale, per procacciarsi la coltura, dello spirito, per essere deputato, di- . ventare ministro, leggere Spencer e venire a ·recitarlo alla Camera. (Si ride).

• l 16 Certo, l'individualismo di questi signori, in una società nella quale fosse interJetto di vivere alle spalle degli altri, riceverebbe un fier~ colpo. Essi avrebbero ragi~ne di do,. lersi che la loro libertà nP è colpita. Infatti, ' / tutti i rivolgimenti che nella storia hanno segnato un progresso, furono a scapito delle minoranze che sfruttavano le maggioranz.e. Quando venne abolita la schiavitù, una libertà VE;-\nne menomata: quella di trattare l'uomo come una cosa. Quando venne abolita dalla rivoluzione borghese la monarchia assoluta, i · Re, la casta feudale ed il clero ebbero diminuite le libettà sancite nei loro privilegi. Così il , giorno in cui una l€gi~laziòne protettrice dei lavoro si i mponesse alle officine dei Prinetti e degli altri industriali, limitasse le ore di lavoro, difendesse le persone, difendesse il diritto degli operai contro i padroni, certo i signori Prinetti e gli altri industriali avrebbero ragione di lagnarsi di avere diminuita ' la facoltà di sfruttare lib,eramerite i loro operai.) Ah,. sì! Lo sappiamo che ,.,.oi siete· partigiani de1l'individu:;tlismo .che non vuole ,che i pubblici servizi sieno affidati alla collettività (e porta infattì la firma del Prinetti una legge sulle tramvie nella quale è interdetto allè provincie di assumere esse la costruzione delle tramviet perchè l'individùalità, la "libertà degli intraprenditori possa svolgersi' in un vasto campo di affari e di speculazioni. Sappiamo pure che l'onorevole Prinetti ..

17 appartiene a quella scuola d'individualisti i quali noia vogliono che possano coalizzarsi a resistenza gl' .impiegati ferrovieri perchè gli azionisti -e i grandi amministratori delle fer· rovie siano liberi di elevare quanto più possono il dividendo e sieno liberi di attribuirsi delle ingenti gratificazioni. Noi intendiamo troppo bene quale libe:. ralismo rappresenti l'onorevole Prinetti, il quale, mentre afferma che ìl principio sociale più sacro è quello della libertà e dell'individualità, viene ,alla conclusione pratica di offrire il suo voto .~alle leggi restrittive presentat·e dal Governo 0ontr<> la libertà individuale dei cittadini. ' ' • l Il diritto è la forza. Perchè ~ dunque, diciamo io e gli amici miei, invece di ricorrere a sofismi, . quest a maggioranza che ci vuole paralizzare con la violenza, non parla chiaro e non prende un atteggiamento franco e deciso? Perchè avvolgersi helle dissimulazioni che . a n·oi offrono ~ l'arma, una terribile · arma, di dire~ se voi tendete a dissimulare, o signor i , segno è che di quel che state per fare voi avete vergogna? Perchè non parlate chiaro e non dit e addirittura: nf)i· siamo la maggioranza e vogliamo métterci sotto i piedi le minoranze ? Perchè non dire: noi siamo la forza e la forza è il diritto? (Interruzioni a sinistra). • ' /

. ) 18 J . Sì sì uerchè noi non siamo degl' ideali- ' ' .... sti che vengano a sventolare la bandiera del diritto astratto davanti alla vostra forza. Sappiamo che voi siete la forza .e che di questa forza voi volete usare. Una voce. Abusare. ' Bissolati. Abusare, sento dire; ma non è vero perchè l 'abuso non esiste se non in quanto esiste il limite posto dalla energia delle minoran~e · al soverchiare della maggio.:.· ranza. I nostri avversari non hanno sentito di avere un limite nella costituzione, la quale ~ avrebbe dovuto garantire alla minoranza il diritto .di diventare maggioranza. No·, essi hanno colto un momento in cui le mi'loranze sono più deboli, il momento in cui, profittando dei tumulti di maggio, esse hanno potuto fiaccarle, e approfittano di tal momento per poter dire: la forza siamo noi., il diritto siamo noi. Ossia, lo fate, ma non lo dite. Perchè non avete il coraggio di dirlo? Il perchè è molto semplice: perchè se voi diceste chiara questa verità, dar~~te ragione ai vostri avversari, alla duplice schiera dei vostri avver- 1 sari, a quelli che avete combattuto nel passato, a quelli che vi urgono nel pre~ente e vi minacciano l 'avvenire: cioè dareste ragione ai socialisti ed ai clericali. Se voi infatti diceste addirittura: la forz~ è il diritto e noi siamo la forza, voi verreste a riconoscere come fossero semplicemente i pocrisie quei ragionamenti e quei tours di elol • l'

~ ) . l / l y ' l 19 quenza nei quali parlavate di armonie fra le classi sociali; voi verreste a confessare che c'è questa lotta di classe e che voi non solo l'ammett~te ma la praticate e la praticate- ·. nel modo più barbaro: vale a dire infrangendo quelle leggi che dovrebbero essere le garanzie della classe avversaria. Voi non lo volete dire, perchè sentite che ciò dicendo dovreste ringoiare tutto quanto diceste contro i socialisti che accusavate di . essere nemici della società, solo perchè di questa lotta avevano posto in rilievo l'esi· stenza. E badate : la lo~ta di classe fatta dai socialisti diversifica dalla lotta di classe che voi state facendo con l'approvazione di questi provvedimenti. Perchè la lotta di classe a cui i socialisti chiamano i lavoratori è quella che si deve svolgere coi mezzi civili, colla libera stampa, colle pacifiche riunioni, colle associazioni che voi volete sopprirnere; ·mentre la lotta che voi. fate è una lotta selvaggia per cui, sopprimendo la possibilità di usare armi civili, voi vi fate edU:catori e provocatori del· l'odio di classe. E se ·parlaste chiaro dareste ragione, per un altro canto, ai cleri~ali che potranno domandarvi: volete voi arrestare la rivoluzione ? Ma in nome di che cosa la volete arrestare ? La volete arrestare in nome dei vostri interessi. E credete di mettere un punto fermo alla storia in nome dell'interesse vostro... Voci . Basta; ! basta !

\ 20 t • Bissolati. Volete impedire la libertà del pensiero ,in nome di ohe cosa? .Sempre in nome dell'interesse vostro. Ma dal momento che voi volete arrestare l a storià, soffocare il peusiero, immobilizzare l'evoluzione, ·,oi siamo noi clericali che in l uogD .rl:el vostro interesse metteremo Dio, ed in nome di Dio avremo bene altra autorità della vostra per predicare la rassegnazione alle plebi. l ' ' I partiti in lotta. ~- · ' · 1 ' 1 ' L Così si designerà la grande lotta dei par· titi: perehè da un lato voi certamente sarete costretti · a ricorrere all'aiuto di quest·i che ieri erano i vostri più fieri nemici e domani diventeranno i vostri alleati, anzi i vostri padroni: mentre noi, d'altra parte, ci appoggeremo a quella borghesia laboriosa ed intelligente in nome della quale hanno parlato in questi giorni il De Cristoforis, il Galimberti,· il Sacchi, il Mussi e l'Alessio. Noi abbiamo interessi comuni con questa borghesia: perchè essa rappresenta la classe intellettuale e lavoratrice la quale riconosce· che l'Italia deve fare ancora la propria riyoluzione economica, e che i suoi intéressi non · sono sal~ vaguardati in questa Italia, che tiene ancora dell'Italia feudale e clericale. Essa. deve fare ancora la. propria rivoluzione, diceva Filippo Turati, del quale permettetemi questa. brevè citazione~ che sarà l'unica che io farò : « I~ quarantotto italiano compiuto nel sessanta, r ,

21 non fu nepp~r politico, fu strettamente nazionale e meschinamente -dinastico. - L' Italia attende ancora il suo qu-arantotto politico, che le dia le condizioni essenziali della vita modernà e le _permetta di studiare il passo sulla via già· percorsa dalle nazioni sorelle. » · Per questo, io dicevo, mentre la borghesia lotta per il proprio interesse contro il partito 'conservatore) contro questo· partito che i p. parte è avanzo ancora dei dom!nì feudali ed in parte è parassitismo sviluppatosi sulle rovine di vecchi Stati, noi socialisti ab- .biamo il dovere in questo momento di tro- ,. · varci al lato di questa borghesia_ i~tellettuale e moderna. Essa fa il suo interesse diretto: noi facciamo il nostro interesse indiretto, mirando a creare in Italia tali forme di vita civile per le quali sia possibile lo sviluppo del proletariato. Ieri il mio amico .Sacchi metteva in rilievo (e fece bene a parlare in modo che le cose siano ben distinte e determinate) il dissenso fra questa borghesia ed il partito socialista. Io posso accettare la distinzione sua, ma non posso consentire nei 'suoi apprezzamenti circa il partito socialista. Potrei osservargli che non è negata la base economica del nostro partito per quell'armonia fra proletariato e borghesia che egli crede di ved·ere in Inghilterra. L'Inghil· terra è un paese che si trova in condizioni eccezionali perchè si è conquistato mezzo l' •

22 mondo ai propri mercati; potrei rispondergli che in Inghilterra vi furono ur~i formidabili tra borghesia e proletariato, e ricordargli la storia delle Trades·Unions che sostennero secolare battaglia (Intert·uzioni a destra) ... per conquistarsi la libertà di sciopero e di resistenza. Potrei dire che sono recenti ancora i conflitti tra le associazioni degli operai dei docks ; e dei metallurgisti e la borghesia ing1ese. :Ma non occorre ora fermarci su questi dis· · sensi, perchè in questo momento siamo concordi nel desiderio di conquistare le forme in cui il contlitto d~gli interessi p'ossa svolgersi liberamente e pacificamente. (Run~ori -lnter · 1·uzioni a destra). In Francia, il partito socialista... Voci a destra. Faccia presto. È un abusare della pazienza altrui. (Proteste all'estrema si · nistra). Bissolati. Come in questo momento il proletariato ed il partito socialista in Fran.eia, hanno salvato le istituzioni repubblicane dal Colpo di Stato del militarismo e del gesui- • ' l t1smo, così oggi il proletariato italiano sente il dovere di appoggiare la borghesia nella sua lotta contro quegli elementi i quali minacciano la base del vivere civile in Italia. Quindi non è il caso di fare discussioni sottili ... (Ru1nori a destra). Voci a sinistra. Ma lascino parlare. Presidente. Facciano silenzio! Ferri. Vadano nel corridoio se non YO• gliono ascoltare. l

·- ... ' \ 23 Stiamo dove vogliamo. Sono venti giorni... (Rumori in va'J'·io senso). Presidente. Facciano silenzio! ~ Bissolati. I petulanti che intendessero di interrompermi. .. (Vivi rumm~i a destra). Presidente. Ma, onorevole Bissolati, non pr<?- nunzii parole che non sono parlamentari. De Felice-Giuffrida. N on hanno idee, hanno urli. " Bissolati. Le interruzioni le accetterei come le faceio io; ma le interruzioni inartieolate aono atti da bruti, non da uomini. ( Vive proteste a destra). ·· Qel Balzo Carlo. Ma tacete, abbiate tolleranza. Non sapete·che urlare. (RumO?"i). Presidente. Onorevole Del Balzo, non iriter- . rompa. Del Balzo Carlo. Hanno interrotto me quando parlava: non posso interrompere anch'io·? Bissolati. Dimostrato così come manchi, e perchè, al Governo e alle maggioranze il coraggio di dire interi i propri intendimenti, (Rumori a destra) toccherò rapidamente della legge p~r le a~sociazioni. La formula della ' legge è diretta contro le associazioni che con vie di fatto, mirano a sovvertire l'ordine sociale. (Ru1nori). i La legge contro le associazioni. Io osservo femplicemente che voi non avrete il coraggio di applicare alla lettera. questo articolo di legge. Non ne avrete il

. \ ( 24 coraggio perchè, badate, anche nell'infuriare della tempesta del maggio scorso, voi non avete osato toccare il gruppo ché rappresen· tava le associazioni che voi volete colpire. Alla testa del partito socialista italiano o·' è il gruppo parlamentare che siamo noi rap· presentanti delle associazioni : noi ai quali potrebbe e dovrebbe applicarsi l'ipotesi che è prevista dalla vostra legge. Ora noi vi lanciamo questa sfida: sciogliete anche il gruppo socialista parlamentare. u~ altro lato della legge per le associazioni è questo : voi mirate o dite di mirare , ' semplicemente alle associazioni politiche, ma mirate invece a qualche cosa di altro e ciòè alle associ azioni economiche ; voi· mirate a colpire le associazioni di resistenza e le cooperative. Io ho udito un sofisma usa.rsi molto spesso per giustificare lo scioglimento delle soci età economiche. Si è detto: purchè le associazioni economiche si tengano lontane dalla. politica, non avrannor nulla a temere quanto a scioglimenti e a interventi da parte del Governo. Ebbene, io vi dico che le associazioni economiche, e specialmente quelle di resistenza, non possono non diventare associazioni di indole politica, anche senza essere composte di elementi già qualificati per sovversivi. . Quando infatti gli operai si riuniscono · per difendere i loro intetessi, nel giorno ·in , cui si trovano in urto coi loro padroni si

} ., • , . ' ' 25 _vedono sempre alle ·prese coi rappresentanti del Governo, prefetti, delegati, carabinieri, soldati, i quali prendono le parti dei padroni, sciolgono le associazioni, ·paralizzano ed interrompono il movimento di resistenza. Dopo le violenze del potere esecutivo essi provano le carezze della magistratura. Non è allora naturale che nei cervelli d i qu'e·sti operai, i quali si sono associati semplicemente allo scopo di migliorare di qualche centesimo le loro mer·cedi, e di ottener-e la riduzione di qualche mezz'ora sull'orario del lavoro, non è na turaie, dico, che si faccia strada questo convincimento: che c'è un ostacolo che loro impedisce l'esplicazione del diritto di resistenza che viene assicurato loro .. formalmente daile lAggi, e che a rimuovere questo ostacolo essi devono occuparsi delle condizioni politiche ~n cui si svolge la vita nazionale? Voi tendete dunque a sopprimere le organizzazioni economiche. Ma i borghesi illumi- ~ nati ed onesti sanno invece quale sia l'utilità sociale delle associ'azioni di resistenza, e di quanto vantaggio esse siano alla vita generale del paese. L 'operaio che fa parte delle orga· nizzazioni allarga i propri orizzo~ti e la piccola lotta che faceva prima col singolo pàdrone, si avvezza a farla con l'intera classe padronale: per modo che il suo antagonismo d'interessi coi padroni diventa ' uno stimolo , potente allo sviluppo industriale. "' ~ Noi abbiamo una legge sui probi-vir1·. Eh-

, 'l l l . t . ' 26 . . ' . + ', 1 bene, questa legge sarebbe inattuabile il g~orno in cui non esistessero le associazioni di resistenza; così la legge per gli info;rtuni sul lavoro diventa ironia il giorno in cui gli operai · non possano, mediante la pressione. della loro resistenza, obbligare, i capitalisti ad assumersi, come la legge vuole., l'onere delle spese di assicurazione. Ma v'ha un'A.ltra faccia della vostra legge, e che è qualche ~osa di enorme:, voi avete dato al magistrato l'ufficio di polizia.; voi avete fuso insieme la magistratura e la polizia in odio alle 'associ~zioni. Quando voi .dite che il magistrato ha facoltà di prend'ere esso l 'iniziati.va deilo scioglimen.to 'de·lle società, avete detto che esso si assumerà la reHpon-, sabilità di questo scioglimento: di guisa che quando i processi per tali soioglimenti _saranno portati innanzi ai magistrati, i magistrati si troveranno già pregiudicati perchè essi non potranno contradire l'opera loro ed immancabilmente condanneranno. ' ' A voi ripugnava, t;Ji capisce, attribuire le facoltà giudiziarie alla polizia; avete p,èrciò fatto a rovescio; avete attribuito le facoltà · della polizia alla magistratura. L'altro gi9.rn6. l'onorevole Barzilai, accennando ~ questo fatto diceva che voi, \cosi, venite ad abbassare il livello della magistratura: ed in ciò si ttovava pienamente, d'accordo con l'onorevole · Gabba, dell'Estrema Destra. · Ma l'onorevole Barzilai non si avvedeva che il Governo conta già sulla sua magistratura come sul la su& .· . . ' \, · r . \ . . ( . i \ • ) "" l ' l ' l •

..... \ -polizia? Dall'altra parte l tonorevole Gabba, un conservatore molto accorto, facendo proprio il rilievo dell'onorevole Barzilai, mostrava di essere preoccupato che la magi-· stratura non avesse a perdere quella parvenza di imparzialità di cui ha bisogno per essere arma efficace in mano della classe dominante. . , Non vi parlerò poi di quel furto legale · che è l'appropriazione dei fondi delle Associ azioni per riversarli alla bene:ficenza. Questa beneficenza fatta coi fondi tolti alle Associazioni non differisce da una certa operazione di brigantaggio. I briganti, per accaparrarsi favoreggiatori, distribuiscono parte dei furti delle rapine loro, af:finchè non si scopra chi sono e dove sono: beneficano con la roba altrui per poter compiere sicuramente le loro gesta. , .. La legge contro la stampa. Passo agli articoli che si riferiscono alla stampa. È pre-vedibile che la stampa sarà la parte dei vostri progetti che dovrà -subìre. le maggiori mutilazioni. E quet;to per due ·ragioni: perché ne va compromesso lo stesso interesse delle classi dominanti, e perchè su questo punto abbiamo la resistenza degli interessati. _Si è parlato di modifica-re, anzi di abolire l'istituto del gerente. Come diceva l'onorevole Galimberti, cre· dete proprio che la generazione del 1848 non

28 ' fosse consapevole di t11tte le contradiziòni giuridiche che l'istituto del gerente portava con sè? Io vi richiamo. in proposito a una considerazione. L'istituto del gerente è ~na transazione fra i due principì che si trovavano in lotta durante la rivoluzione borghese. Da una parte il libero pensiero, dall'altra la teocrazia rappresentata dal diritto divino dei monarchi assoluti. . L Venne la rivoluzione: e come termine di transazione, ottenne lo Statuto e l'editto Albertino. Da nna parte la rivoluzione chiedeva che non ci fossero reati di pensiero, dall'altra la monarchia non voleva cedere nulla e nulla ha ceduto della sua irresponsabilità. Ebbene. che cosa ne è uscito? La forma costituzionale nella quale sono stabilite due irresponsabilità: quella; del monarca, che è intera e assoluta; e quella del libero pensiero, dello scrittore ..politico che si può coprire dietro il gerente. Ma voi dite: il gerente è u~'assurdità. Ebbene, noi possiamo consentire; benchè, badate, noi siamo precisamente quel partito e quella stampa che qualche cosa sa della responsabilità diretta.. Io vi sfido a trovare uno so,lo degli scrittori, dei giornalisti del partito socialista il quale non abbia · subito parecchi processi pAr reati di stampa. Ma io vi dicevo che noi siamo disposti a far gettito del ger-ente: però sottO' una semplicissima condizione: abolite gli articoli 24 della legge $Ulla stampà e 247 del "' '

29 , Codice penai~, abolite cioè' il reatç> di pen· siero e noi · potr~mo anche rinunziaré al gerente. Vengo ora alla parte che tratta della·diffamazione. È molto strano .che, precisamente nel momento in cui un conservatore della più pura. acqua come l'onorevole Colombo è venuto ·qui a sventolare i'l fantasma della ri - voluzione, prodotta, esso diceva, dalla corru- _ zione del mondo -politico, precisamente in questo momento ·si proponga . dal Governo che le immoralità possano essere coperte dal divieto fatto alla stampa di pubblicare i re· socont.i dei dibattimenti. Ieri l' onorevole Gianturco faceva molte dotte dissertazion: intorno al diritto del privato che si querela per diffamazione. Ma via! non faccia~o infingitnenti! Qui siamo in materia politica. Noi non possiamo dimenticare che tutto l ' insieme dei vostri progetti si connette ad un intento politico. Perciò il divieto di pubblicare i verbali déi dibattimenti è fatto evidentemente a tutela degli uqmini politici i , quali dalla libera stampa possono essere accusati come- corrotti e corruttori. Abbiamo avuto, d'altrol}.de,un esempio recente il quale ci ha mostrato come gli one.sti non possano aver paura della stampa. Fu pubblicata una nota nella quale erano indicp.ti molti deputati, anche dell'estrema sinistra, i quali percapivano assegni sul bilancio dello Stato. Quella nota ha provocato una lettera dell'onorevole Bovio, il quale però non si è sen- .. • '

. ... • l 30 tito offeE-o nella dignità sua, ed anzi ha avuto certo piacere che apparisse la ragione per cui egli prendeva quel denaro che' era dovuto soltanto alla onesta opera sua. :Oel pari nessuno degli altri nominati ha creduto che tale pubblicazione menomasse la sua dignità. )(a se invece si facesse una pubblicazione del genere di quella che fu fatta quando qui imperversava la bufera bancaria che portò alle rivelazioni dei Comitati dei cinque e dei sette: quando fosse, per dirne· una, pubblicata una nota delle somme enormi che si percepiscono da certi deputati per arbitraggi tra .. lo Stato e' gli imprenditod, allora 'la proibizione di pubblicare i verbali dei dibattimenti sarebbe certamente a tutela di questi poco delicati deputati, non sarebbe certo a vantaggio della pubblica moralità. Signori! Io non voglio intrattenervi più a lungo di questo argomento, ma voglio ancora portarvi un es_empio solo. Credete voi che se una legge come quella che il Governo propone avesse avuto vigore. quattro anni fa, Francesco Crispi non avrebbe dato querela a Felice Cavallotti? Che dire poi dei provvedimenti circa le notizie false? Non è dunque solamente l'app.rezzamento che può essere fatto dalla stampa ciò che il potere esecutivo vuole avere in mano: ma si vuole che anche il materiale per ~gli apprezzamenti esca esclusivamente .dagli uffici go· vernativi. • l

f - .. 31 Come si stabili.rà la falsità e la scienza della falsità medesima? La falsità naturalmente si stabilirà con le notizie contrarie date dagli uffici governativi; e la scienza si stabilirà col fatto che il ·pubbUcista noa si .curò di andare agli uffici governativi per verificare la notizia che egli ha pubblicato. E di ciò basti. Ma prima di abbandonare l'argomento della stainpa, mi corre l'obbligo di rico.rdare che l'Associazione periodica della stampa in Roma, rivendicando le libertà statutarie, volle rivendicare anzitutto l'istituto della giuria applicato ai reati di stampa. L'essenza dell'Editto Albertino è lì: nei giurati, negli eletti del popolo. Già prima dei provvedimenti attuali, lo Editto Albertino fu, in questa parte, la più essenziale, completamente distrutto: talchè oggi avanti ai giurati vanno solamente quei pubblicisti che hanno offeso la · persona di Sua Maestà il Re. E qui cade in acconcio osservare come nelle nostre classi governanti la tutela degli interessi propri materiali, superi l'attaccamento alle istituztoni. Perchè infatti voi avete portato dinanzi ai giudici ordinari, distogliendoli dai giurati, quei pubblicisti che attaccano gli interessi del capitalista, del proprietario, imputandoli del reato contenuto nell'articolo 247, odio di classe: mentre permettete che davanti la competenza dei giurati -rimanga chi offende la sacra persona di St;ta Maestà il Re.

. . ' 32 Se il mutamento di competen~a lo faceste per provvedere a più. valide difese, si deve . concludere che a voi poco importa l'offesa fatta alla persona del Re, mentre quel che -più importa a voi si è di tutelarvi contro quella propaganda socialista che ' può offendere i vostri interessi materiali. ' È questa, o signori; la vostra fede monarchica? E vi domando da ultimo : ma perchè avete tanto spavento. della stampa? Voi avete mezzi formidab~ili per tutelare · i vostri interessi: oltre la ·.naturale alleanza degli elementi che sono legati alla vostra or· ganizzazione, al vostro Stato, avete a dispo· sizione i fondi segreti. In Italia la stampa è povera, ed i gior-:o nali mo·lto difficilmente si alimentano c~l de- . naro del lettore. Più facilmente perciò essi subiscono l'influenza del .GoveJ•no, delle cricche dominanti, delle classi denarose. Eppure, malgrado tutto questo, i piccoli giòrnali socialisti, repubblicani, ·e radicali che vi vono del soldo dei contadini e che sono tempestati dai vostri sequestri vi fanno tanta paura che ne vorreste la soppressione? Non rifor1ne economiche senza libertà. _Ma vengo ora rapidamente a ciò che forma - il nucleo del mio ordine del giorno : e vi dico che dove rifulge più la mancanza di bttona fede nella maggioranza che voterà i provve- \ ) t t l

> • 33 dimenti proposti dal Governo, sta in ciò che si riferisce alle riforme economiche. Se vi è stampa la quale abbia sostenuto r l'abolizione delle spese improduttiv~ e l'abolizione delle imposte indirette, che abbia comhat~uto l'espansione~ milit.arista e le camarille d'ogni parte d'Italia, questa è precisamente la stampa socialista, repubblic~na e radicale. E ciò è stato fatto non solamente con la stampa, ma cori le associazioni, con le riunioni e con tutto l'esplicarsi di questi par- _titi. Nè voi, senza il concorso . delle energie popolari a cui risponde la esistenza di questi partiti, potete sperare di anche soltanto iniziare riforme economiche o tributarie di ca- ' rattere democratico. ' ~ Come vorrete, per esempio, · introdurre l'imposta progressiva nei Comuni, se nell'am· ministrazione comunale non avran modo di farsi valere gli elementi che obblighino le classi più ricche a tassarsi per concorrere equaménte elle spese comunali? Dovete saper qnalche ~osa dei con fii t ti sorti nella Commissione dei quindici . . Vo i state per regalare tre milioni, circa, ai Comuni della Sicilia perchè possano abolire il dazio di consumo sulle farine. Ma negli elementi che vengono dalle cricche meridionali voi trovate la maggiore resistenza, perchè vi si risponde che sarebbe perfettamente inutile l'unità d'Italia se non servisse a sostenere quelle correnti d' intel t

34 ressi che vogliono mantenuto il dazio di consumo, e respingono da sè il calice amaro della tassa progressiva di farniglia. Anche sapete che quando cominciaste a parlare di abolizione del dazio sulle farine, si adunò a Milano un convegno dei sindaci dell'alta Italia, del Lombardo-Veneto, i quali furono tutti contrari all'abolizione del dazio sulle farine, meno il sindaco della nostra città di Cremona, onorevole Vacchelli, che solo potè parlare a favore dell'abolizione perchè rappresentante di quelle forze democra· tiche a cui voi, coi vostri progetti restrittivi, volete recidere i nervi. La guerra alle camorre. Vero è che udimmo 'ieri l'altro l'onorevole Franchetti dire che il popolo italiano è schiavo soprattutto delle camorre; e l'abbiamo udito raccontare la storia di un brigante che aveva imposto ad un sindaco la chiusura di una scuola, ordine a cui il sindaco si affrettò ad obbedire. E l'onore"":ole Franchetti soggiunse: voi non dovete inde· bolire lo Stato, perchè esso è l'unica forza che possa opporsi a queste camorre, è l'unica forza organizzata che ci sia, mentre tutte le altre forze e tutti gli altri interessi sono disorganizzati. Potrei rispondere all'onorevole Franchetti citando i .suoi articoli che molti anni fa egli pubblicava sulla Rassegna settùnanale insieme ...

-' 35 con l'onorevole Sonnino, e nei · quali diceva che l'unico rimedio per combattere le camorre nel mezzogjorno e nel nord era quello di ·dare il suffragio universale. Egli mi ha .detto, parlando con me famigliarmente, che tale è ancora il suo parere. Ma come si può concepire la funzione del suffragio universale colla stamp a imbavagliata, colle Associazioni distrutte, colla soppressione del diritto di riunione? In realtà. se vi è una forza sulla quale lo Stato avrebbe potuto contare se esso stesso non fosse per fatalità di cose la espressione di queste camorre, è precisamente l'insieme di quegli interessi popolari che oggi sono disorganiz~ati. I socialisti e gli elementi radicali contro i quali questi progetti' _sono appreatati, lavorano appunto ad organizzare tali interessi, e fanno perciò opera riparatrice·, opera ~i ~ducazione civile e di difesa sociale. Si po· trebbe anzi riprendere l'aneddoto narrato · dall'onorevol~ Franchetti e dire che quel sindaco rappresenta lo Stato, quel brigante rappresenta le camorre dominanti, e gli onesti' cittadini che volevano conservar la scuola che fu chiusa rappresentano gli interessi del Paese. Ma il sindaco, ossia lo Stato, obbedisce al brigante. Sarebbe però stat o desiderabile che, a completare il grazioso aneddoto, l'onorevole 'Franchetti si fosse informato se quel sindaco,

36 mentre obbediva al brigante, non abbia anche obbedito al prefetto il quale gli domandava la. nota dei socialisti ·e degli anarchici l da mandare a domicilio coatto. Anche l'onorevole Colombo ha voluto spezzare una lancia contro quel male che è costituito dalle camorre del Mezzogiorno. Filì-Astolfone. Ci sono forse solamente nel Mezzogiorno le ca~orre? Bissolati. Appunto: sarebbe da domandare all'onorevole Colombo: con qual diritto parlate solo delle camorre del Mezzogiorno quando ci sono certi conservatori nel nord d'It alia che, per mezzo del protezionismo industriale, hanno chiamato a sè il sangue più vivo del paese, e che p.oi nel momento in cui i lavoratorÌ sfruttati mettono in pericolo, con qualche piccolo moto; il dominio della consorteria lombarda, questa trova l'appoggio più sicuro _ nelle baionette maneggiate dagli ignoranti e asserviti contadini del Mezzogiorno? (R-u - mori). Lo scopo vero dei progetti. E così ho dimostrato che tutti i vostri pro- . getti sono arbitrio e sopraffazione, mft che non avete la lealtà di confessa~lo. Ho dimostrato che con questo sistema di arbitrii e sopraffazioni voi rendete i mpossibile la rigenerazione morale ed economica del paese. Tuttavia bisogna riconoscere che quello che chiedete di fare mediante queste leggi, lo avete già fatto ;

[ 37 maneggiando le leggi ordinarie, ed avete sciolto già associa~ioni, imbavagliato la stampa, e soppresso il diritto di riunione. E allora perchè mai }proponete questi progetti? Ho detto che avete iD?-bavagliato anche la stampa: ricordo infatti che il giornale l'Agitazione di Ancona fu ·soppresso per l'articolo 251 ; ricordo che all'Unità CattolZca fu . impedito di listare a lutto la prima pagina ; ricordo -. che non solamente il gerente ma anche i~ redattore della De1nocrazia Cristiana di Torino fu per reato politico processato e condan· nato dal tribunale e dalla Corte d'appello. Dunque tutto quello che domandate di poter fare l'avete già · fatto. E ·allora perchè presentaste questi progetti? Una tale domanda si proponeva ieri il mio amico Sacchi dandole una risposta che in questo momento io sviluppo. Il vostro sforzo per questi progetti · è quello di passare semplicemente dalla primà alla secoDrda lettura. Giustamente, infatti, ··ed abilmente, l'altro giorno, l'onorevole presidente del Consiglio faceva intendere alla· Camera che a lui poco importava che, nella s~conda lettura, cadessero m9lte (magari tutte) le disposizioni speciali di questi disegni di legge. A lufi importava la sostanza, la tendenza. E che cosa è questa sostanza, questa tendenza? Sarebbe stato troppo forte venire alla Camera e dire : signori, noi ci siamo messi sopra una via contraria allo Statuto; noi abbiamo soppresso le libertà pubbliche; vi domandiamo un bill di

38 indennità; non solo ; ma vi domandiamo anche un voto per incoraggiarci a proseguire di quest.o passo. La forma più pulita era invece proporre disegni di questa natura, instare per il passaggio dalla prima alla seconda lettura, e poi disinteressarsi del come possano andare a finire ; ma intanto aver bene assodato che la Camera è col Governo soli_dale in questa tendenza reazionaria per la quale,. annullato oggi il diritto di associazione, di . riunione e di stampa, si sopprimerà domani per il po· polo il diritto di voto. Gli effetti della persecuzione ~ Alcuni amici miei dicono: questa perse· cuzione ci gioverà. Piano! Quelli del Governo, alcune volte, si fanno forti di questa forma rettorica di cui noi alcune volte abusiamo. Udii infatti, qualche volta, alcuni che interrogavano il Governo intorno a soprusi dire: i vostri soprusi ci faranno più forti: e il Governo rispondeva: in tal caso voi dovrete rin- . . graz1arc1. Eh bene, confessiamolo. Il nostro partito sarà offeso da queste leggi; ne saranno offese anche le nostre persone; ma nn conforto ci resta: noi trarremo dal fatto vostro non pochi vantaggi. Nel paese la votazione di questa legge otterrà quello che noi non potremmo ottenere in molti anni di propaganda; dimostrerà cioè che il socialismo ha tali forze

39. contro cui voi non avete altra arma che quell'a della violenza. Ed il paese che sa come voi siate forti non solo dell'arma del potere, ma degli interessi organizzati, e della coltura, si domanderà : ma dunque, quale forza ha in sè il socialismo se contro di esso non bastano le armi e le difese normali ? E un altro insegnamento ne verrà pure al paese. La Camera si fa solidale col Governo; non è dunque il capriccio d'un Crispi, ~'un Di Rudinì,- d'un Pelloux .che vuole questa reazione; ma è la rappresentanza di intere classi sociali. Le maggioranze domina.te e violentate saranno tratte a guardare chi sieno, da chi, d-a quanti composte le classi dominatrici e soverchi.atrici; vi conteranno e si conteranno. E intenderanno che il vostro potere è fatto della loro ignavia, della loro igno- ' . ranza, e della loro rassegnazione. Comprende· ranno che basta scuotere questa ignavia, e rompere questa ignoranza per guadagnare la .padronanza di sè ste~se. Inoltre, mentre fu detto sempre da voi sinora che il socialismo non rappresenta eh~ bassi app }titi, che il partito socialista è il partito del ventre, noi appariremo co'me i custodi e i rivendicatori delle più preziose conquiste della civiltà. ( Ooh, ooh!) La nostra bandiera, la bandiera del proleta-ria~o~ in questo momento, per opera vostra, diventa la bandiera della .più pura tradizione rivoluzionaria borghese ; si intreccia colla bandiera sotto

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==