Filippo Turati - Il delitto e la questione sociale

- SCIe risolubile cogli ornai · screditati amminicoli della repressione. Si è veduto che la difficoltà antropologica, come è il proprio di tutte le verità insurgenti a reazione, menava più chiasso che non ve l'autorizzasse il suo magro contenuto, poichè: t) l'uomo delinquente, tale dalla nascita, non offre che un esiguo contingente aJla criminalità; 2) il suo perpetuarsi fra gli uomini si riattacca precipuamente alla divisioneeconomica· dellasocietàin classi e alla conseguente esistenza di classi infime, destituite d'ogni gioia superiore e profondate in così rabbiosa lotta per I' esistenza che conculca in esse l'esercizio_ delle facoltà più umane e sodali. Il pensiero, disse Aristotile, non nasce che dopo soddisfatto il bisogno. Perciò l'onestà nelle classi ultime, in quanto vi si mantiene non in grazia ma a dispetto della società, è piuttosto il portato di abitudini inconscie e di vaghe intuizioni o di' meschine paure, o di spossamento e debolezza morale, o di pregiudizii religiosi funesti per tanti altri _ lati e oggimai siretolanti da ogni parte - di f!uello che non sia il solido resultato della comprensione dei rapporti sociali, dello sviluppo delle virtù sociali del sacrificio e della compassione. Ora, c&testa deleteria scissione in classi è un fatto essenzialmente sociale, un derivato artificioso di leggi volontarie, imposte e sorrette· dalla forza brutale, in collisione permanente· rolla legge di TJiJluraleselezione.

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