Filippo Turati - Il delitto e la questione sociale

- 33 - alla vita sociale. Ogni rimedio per lo contrario è vano quando è guastato il temperamento. » Può dirsi che abbia fatto M tutto per prevenire i delitti una Società dove la posizione dl ciascun membro non è determinata dal merito; ma da accidente di nascità; dove la quantità del • lavoro e quei/a delle ricompense stanno in ragione poco .men che inversa; dove la miseria e l' abbiezione dei molti incita ai furti, Rlle truffe, alle grassazioni; l'alcoolismo, frutto dell'ordinamento industriale, sprona alle violenze; l'indigenza d' amore porta ai reati sessuali; l' indissolubilità del - matrimonio crea l'adulterio; il corso forzoso della carta molt(olica la falsa moneta; la dogana e il fiscalismo creano il contrabbando e le frodi allo stato; l'aggiotaggio fa le bancarotte, l' esercito e la guerra danno l'esempio de/fa violenza e tiellaferocia legale; la chiesa ed il lotto fomentano la s1Iperstizio11e l'imprevidenza; il lavoro dei fanciulli e delle do.nne nelle fabbriche di~trugge la famiglia; la tirannia, la schiavitù di stampa, l'arbitrio poliziesco creano i reati politici e le ribellioni; l'eredita provoca una-massa di venejicii; la legge, l'opinione e le condizioni economiche sforzano al concubinato, agli infanticidii, ai procurati aborti; le lacune dei codici e le gravezze imposte alla giustizia civile giustificano l'esercizio arbitrario delle proprie ragioni; le carceri prepa~ f. TURATI: /I delitto e la quesliRne sociale. 3 B blioteca Gino 81a11w

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