Camillo Marabini - Dietro la chimera garibaldina

-<?1 - Ognuno di noi potrebbe ripetere ora a fronte alta, a vore sonora, la frase mazziniana: c lo porto, come i eroC'iati il mio simbolo ;;u l petto e morrò con esso • . nrindi~i, 8 norembrc nwtlina. Briudisi in questi giomi ùi inC'ipiente inn.•rno è piena di fango c di Ycnto. Per le sue vie lunghe, fianC'heggiate dalle basse rase all'americana, inC'edono di quando in quando, cauti c guardinghi. certi toul'istes dalla ~pecie non troppo bene dt:'tinita, rhe hanno il bavero tirato fin sulle orecchie. il cappello sugli orchi ed il fagottello sotto il braccio. Ogni tanto un gruppo s'incontra, sullo svolto della via, con un altro e c'è un breve lampo negl i orchi, ma non (' 'è il saluto chiassoso della giovinl'zza. Xon per nulla Hi<'ciott i Oaribaldi, nelle sue istruzioni • riservate • ha scritto: c l pal'tenti debbono esse1·e isolati, at!Cile pi ·esenlandosi con altri r·outpagni, debbono (w· le viste di non conoscel'li, e cib pe1· et'i/(l)·e possibili rappt·esaglie delle autol'ita che non pe1'111ettono pal'iense in Ui'ltfJ}JO • . 1-;u l t reno che per l'Abruzzo e per Foggia ci ha condotti sin qui, di volontari cc n'erano una dozzina • visibili ad occhio nudo •· Chissà quanti altri si nascondevano dietro la maschera dell' indifferenza o tra le braccia compiacenti di ìHorfeo! Ci dicono chr altr i. e molti, ne sono giunti nei giom i passati, che altri ne giungcmnno denir'oggi e domani. Ar· rivano anche a frotte e provenienti da ogni parte dt'l mondo, i cittadini greci richiamati, verso l'EIIade sacra, dal frastuono delk armi c dal rombo del cannon<'. Ce n'erano sul treno cinque o sei tutti giovan i e forti . i quali hanno, nientedimeno, lasciato lo Stato dell 'Ohio, ilnsiosi di arrivare in tempo per sparare una cartuccia contl'o l'odiato nemico dalla mezzaluna: il vincitore del 1~91. il vinto, l'ignominiosamente vinto dell'oggi .

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