Camillo Marabini - Dietro la chimera garibaldina

134I miei soldati sono troppo ammassati. Poverini ! Al primo comando di ord ine sparso ha nno dimrnti<·ato gl i insegnarucnti n ostri c gl i amici si sono stretti agli amici desiderosi d i afl'rontare uniti quest'ora di .periglio. S'ode, da d ietro, ra , ore eli Peppino. Egli è, a piedi e solo, sulla collina per la quale siamo qui g iunti. Con le mani a canale sulla bocca grida sc-andendo le parole: - Com-pa-gnia Pic-ci-ni, più m-ele quel-le fi-la . E noi acl eseguire l' ordine bestemmiando. OsRervo che le borrarc ie eli latta luccicano sotto raggi del sole. Può essere pericoloso, ed ordino ai volontari d i tenerle nascoste. Intanto i turchi non si vedono >~n<·ora. Giù, davanti a Romas, e' è una grande pianura in pr incipio, nei pressi del lago, acrtuitrinos·t, poi liscia come un bigliardo. Di f'r·onte c'è J<aslritza silenziosa, solenne nello sfondo grig io del ciclo. Intanto il giallo disco del sole, senza bagliori, senza guizzi, scer.de lentamente dietro i monti di Janina. Pare uno di quei sol i dipinti nei quadri giapponesi. ì\la i turchi, si dice, non combattono di notte. La part ita sarà rimandata a domani. 1-) i fa oscura l'aria, aumenta l' in tensità del freddo. l soldati non sranno più stesi in posizione d i combatt imento. Si sono accocc:olati, <·on l<' coperte sulle spalle, battendo i denti , stringendosi gli uni agli a ltri prr r·i - scaldarsi. Cosi passano lunghi minuti. 1\lentre il giorno ch iude lentamente gli occh i anche i soldati s' assopis<·ono. Io, compiendo uno sforzo ero ic·o, mi alzo in piPdi. :'Ili par di >were sul c·apo il peso di mille atmosfere. 1\[uol·o il passo. Arri1·o fino in fondo. Tutti, tutti dormono. ll <·api tano Piccini: Oli altr i ufficiali -r Pare che un ineantesimo li abbia presi, che un fi lt ro demon iaco abbiano essi bevuto in quest'aria. Tu tti immobili e pallidi si sono addormentati. Un pensiero mi balena : se fossimo assal iti -,

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