Francesco Domenico Guerrazzi - Beatrice Cenci

CAP. XX.III. - I Giurgct 4,15 rosissimo : delle coSe di religihne poi studioso sì, ma non rigidamente zelatore; almeno sul»principia, del suo pontificato: alP opposto Gregorio XVI non versò in altro che in divinità, di cui fu maestro solenne; della libertà, e felicità dei figli suoi dilettissimi prendendo cura alquanto minore. Questi, per istringere il vincolo soave tra i figli .amati e il padre amante, chiamò uno straniero solo; quegli, per istringerlo Più forte taldhè in processo di tempo non avesse ad allentarsi più mai, ne chiamò quattro, e due ne conserva per aiutarlo a far portare al popolo romano quel dolce giogo. ch'è il suo amore: e se io dica il vero, la Civiltà Cattolici (dotto, pio, e soprattutto sagace diario dei Reverendi Padri Gesuiti) informi. ' Clemente vestiva la mozzetta di velluto sanguigno ornata di ermellino, e il• roccetto di trina finissima; il cappuccio pur di velluto rosso; la toga, le calze e le scarpe di seta bianca, e sopra queste ricamata la croce di oro, La luce dei doppieri spandendosi su la parte inferiore del capo, del .Pontefice metteva in rilievo un piede del servo dei servi, che, posato superbamente sul pulvinare di velluto vermiglio ornato di gallone e di nappe di oro; sembrava che comandasse a chiunque si accostava: baciami. Il giudice Moscati era troppo buon cattolico per non sentire cotesta voce; e comecchè per gli anni male egli si tenesse fermo su •la persona, la vanira non consentì che l'altro si rammentasse caduco essere e mortale come lui, e .g1' impedisse l'atto ignominioso: il Moscati cadde giù gravemente, e col capo 'venerando di canizie 'urtò nella gamba .del Papa. il quale, malconcio da abituale podagra, -forte se ne sentì trafitto; ma mordendosi il labbro compresse il lamento, finchè con voce acerba potè dire: — Sorgete. 11 vecchio, appuntellata la tremula mano sul pavimento, non senza tornare a piegar le ginocchia più volte, giunse a raddrizzarsi sopra le gambe. Sorto, e ripreso lena, con 'ingenua franchezza egli aperse al Pontefice l'animo suo intorno al processo della famiglia Cènci; lo chiarì della incertezza degrindizii, espose la inverosimiglianza dei deposti, la età novella di alcuni fra gli accusati, i fatti non pure discordi., ma contrarii; e quantunque parecchie ne aggiungesse di suo, ripetè le considerazioni discorse da Beatrice; si avventurò eziandio a toccare (suprema audacia in cotesti tempi) delle prove-dubbiose, che, a parer suo, nascevano dai tormenti; imperciocchè se Marzio aveva confessato in grazia della tortura, aveva ancora soppresso la sua confessione, ed era morto fra i tormenti in testimonianza di aver detto per ultimo la veTità. 1 Cènci poi, tranne la. donzella, un

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