Francesco Domenico Guerrazzi - Beatrice Cenci

11EATIITCE Chr,1 toria del vizio su la virtù dello ingenuo giovane ; sicchè soffermatosi ad un tratto, domandò sbadatamente: — A quando la impresa? — Facendo i miei conti, ormai vedo che fino, a domani notte. non ci posso entrare, — rispose Olimpio. — Domani notte, eh! Ma tu non sai, che l' orologio a polvere, col quale la passione nlisura,i1 tempo dello aspettare, è la sua fiaccola, di cui gitta le gocciole accese sul cuore del povero amante? Tu invecchi, Olimpio, nè sei più quel desso. Prima potevano stamparti stil viso: cito ac fidelis , ch' è la impresa delle Decisioni della sacra Ruota Romana, la quale impresa però non impedisce che le liti non durino quanto lo assedio di Troia, e sieno traditrici da disgradarne Sinone. Dunque dopo il trotto contentiamoci del passo: a domani. Brevi istanti appresso, - piegando il voito verso. il Duca, do— mandava di nuovo: — Quantunque per natura io rifugga da ogni maniera di indiscreta curiosità, pure non posso resistere alla voglia di conoscere il nome della vostra innamorata. Vorreste essermi cortese di compiacermi, signor Duca? — Lucrezia — Oh! Lucrezia. E' par fatale, che queste Lucrezie ab— biano a mandar sempre sottosopra i nostri cervelli romani. Questa .volta però non farà cacciare i re da Roma: vi stanno i papi, e con bene altre radici, che Dio li prosperi, e con bede altre virtù, che non erano quelle di Tarquinio e Rodrigo Len— zuoli basti per tutti. — La Italia può fare ameno piuttosto del sole, che del Papa; senza quelle benedizioni urbi et orbi non crescerebbero i baccelli. —E riprendendo a scrivere, quasi per eccesso di brio mormorava: — Crezia, Creziuccia, Crezina, — ardo per voi la sera e la mattina — Terminato lo scritto, si levò in piedi dicendo: Olimpio, io mi figuro che tu abbia a recitare i tuoi rosari; sicchè sarà bene che tu te ne vada. Avverti che non ti veggano uscire di casa mia; perocchè, quantunque tu sii meglio del pane, e onesto a prova di maglio, tu capisci bene che si possono avere amicizie migliori delle tue. Marzio !

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