Francesco Domenico Guerrazzi - Beatrice Cenci

40 BEATRICE CENCI cacciarlo nelle orecchie alla coscienza onde non senta i suoi spasimi ; Nel delirio della passione, il giovane, senza pure-pensarvi, 'rispose: — E còme avrei a fare io ? Io non sono uomo da questo. Da qual parte incominciare? Dove trovare uomini i quali volessero mettersi per me a cotesto sbaraglio? Il Conte pensò, che il dabben gióvane senz' altri conforti si sarebbe rimasto in mezzo alla via; e poi gli venne adesso alla mente cosa, che non aveva avvertito avanti; onde si affrettò di soggiungere: — E• gli • amici che stanno a fare nel mondo? In questo bisogno posso molto bene accomodarvi io, se non m' ingannava la vista. Così favellando si accosta alla porta della sala, e, apertala, chiamò: Olimpio ! - Il villano, come bracco che ali' appello del cacciatore leva il muso, drizzatosi in. piedi, rispose con disonesta famigliarità: — Ah! vi siete accorto finalmente che ci sono in esto mondò, Eccellenza; — e brontolando soggiunse sommesso: — Senza fallo vuoi mandare qualcheduno in paradiso. Vien qua. E Olimpio andò. Quando fu entrato nella stanza, per quella soggezione che anche i più impudenti plebei risentono dalla visía• di .arnesi e di stanze signorili, si trasse il cappello, e giù per le spalle gli 'cadde copia di chiome nere le quali, mescolandosi co' peli della barba, gli davano sembianza di un fiume coronato di canne, come sogliono effigiarlo gli scultori. Volto duro come intagliato in pietra serena: occhi sanguigni infossati sotto sopracciglia irsute, Più che ad altro somiglianti a lupi dentro la tana; voce >cupa e arrotata. Siamo sempre vivi, nè ? gli domandò il Conte sorridendo. — Eh! proprio per miracolo di san Niccola. Dopo l' ultimo ammazzamento, che commisi per vostra Eccellenza... — Che vai tu farneticando, Olimpio? Che ammazzamenti, o non ammazzamenti ti sogni? — Trasecolo io ? Per Cristo santissimo! di conto, ordine e commissione vostra 5 —t battendo con la larga mano il banco,

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