Partito repubblicano italiano - Una battaglia che continua

Una bat lia , che continua A cura dell' U Jlìcio Stampa del Partito Repu-bblicano Italiano Roma 1958

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' Questo opuscolo contiene notizie e idee che ogni cittadino dovrebbe conoscere. Non trascuratelo. Portatelo a casa. Leggete: fatevi un'opinione vostra. La propaganda fatta con grande impiego di manifesti multicolori, di comizi, di foglietti, lucidi come la réclame dei grandi magazzini, costa milioni. Il Partito Repubblicano non ha sovvenzioni, non ha capitali da buttare via. Perciò fa la sua propaganda modestamente, ma seriamente: senza esagerazione, senza faziosità, senza ingiurie, sperando che la gente seria si faccia una opinione sulla base delle idee e dei programmi. Il cittadino che vota deve conoscere i partiti, se vuole scegliere con serietà. In questo opuscolo ' si chiarisce -che cosa è stato, che cosa è, che cosa vuole il Partito Repubblicano. Se le idee illustrate in questo opuscolo vi sembrano accettabili, vi conr vincmw, conservatelo e ricordatevene al momento giusto. 3

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Ai tempi del padre di nostro nonno Centoventi anni fa (quando forse era vivo il padre di tuo nonno) l'Italia non era una nazione unica, non era uno Stato come la Francia, l'Inghilterra, ecc. L'Italia era divisa in tanti pezzi: alcuni di questi erano piccoli Stati governati da re, da granduchi o dal Papa; altri erano provincie che dipendevano dall'imperatore d'Austria. Questi Stati e queste provincie erano tutti mal governati: non c'era libertà, non c'era giustizia, nessuno · si ricordava del popolo. Dappertutto dominavano le polizie .sospettose, perché con la rivoluzione francese si erano diff~Se in Italia, fra gl'intellettuali, idee di libertà e di indipendenza, e si voleva impedire che esse diventassero pericol.ose ,per . i ' . . principi. Ma in realtà non c'era alcun pericolo grave per i prìn-:- cipi perché il popolo era indifferente , e tutto si riduceva alle opinioni e qualche volta alle congiure di piccoli gruppi di intellettuali che formavano delle sette, come la Carboneria . Il popolo era assente, perché nessuno aveva capito la sua importanza, e nessuno aveva capito che il popolo non poteva interessarsi delle cose d'Italia) se l'indipendenza e l 'unità non venivano insieme perseguite e promesse come condizioni pe.r la libertà, per la giustizia e per il migli oramento delle condizioni di· vita. Tanto il popolo era indifferente, che esso non aveva mai partecipato ai moti dei gruppi intellettuali più illuminati e generosi ; e anzi, trenta anni prima1 quando era $tata sof5

focata sulle forche di Napoli la Repubblica Partenopea (che era stata fondata nel 1799 con l'aiuto dell'esercito della Repubblica Francese), il popolino di Napoli, aizzato dai signori e nulla comprendendo, aveva accompagnato i patrioti all'esecuzione cantando: « Viva lu papa santu - c'ha mannatu li cannoncini - p'ammazzà li giacobini» (e cioè i patrioti repubblicani). Su ques.te cose veniva meditando (nel carcere dove era stato rinchiuso per la sua partecipazione alla Carboneria) -- GIUSEPPE MAZZINI, il più grande degli italiani moderni. Si cominciò a parlare del «popolo » Egli capì per primo in Italia che senza il popolo nulla si poteva fare; egli capì che l'indipendenza, l'unità, la libertà, il governo del popolo, l'abolizione della miseria e della sc~iavitù economica, erano come le tappe di uno stesso cammino per giungere alla totale liberazione éd evoluzione dell'uomo. . Ma Giuseppe Mazzini non era solo un pensatore, era anche un uomo d'azione, e perciò egli passò subito dal pensiero all'azione e con pochi amici fondò «La Giovine Italia» per diffondere in mezzo al popolo questi principi di liberazione e per chiamare il popolo a conquistare con le sue mani l'unità, la repubblica, la giustizia sociale. E siccome Mazzini credeva nella fratellanza dei popoli · liberi; egli fondò pure la « Giovine Europa » per diffondere questo ideale di libertà ·e di pace. Il simbolo della Giovine Eur(Jpa fu la foglia d'EDERA, che oggi è il simbolo del Partito Repubblicano Italiano. In quel tempo nacque, dunque, il programma fondamentale dei repubblicani italiani: unità, libertà, repubblica, giustizia sociale; Stati Uniti d'Europa. 6

Esamineremo poi questo programma, e specialmente la parte di esso che deve essere ancora realizzata; ma dobbiamo subito notare che il programma di un partito è degno di essere considerato non già quando resta scritto in belle parole sulla carta, ma quando per farlo trionfare i componenti di quel Partito siano pronti a lottare con tutte le loro forze e a costo di qualunque sacrificio. Erano repubblicani E questo è proprio il grande insegnamento di Mazzini ai repubblicani: PENSIERO E AZIONE; se siete convinti che un principio è giusto, è vostro DOVERE di combattere per farlo trionfare. Durante il Risorgimento· italiano questo insegnamento fu accolto dal fiore della gioventù italiana che dette il suo sangue per conquistare l'indipendenza e l'unità della Patria. Da Jacopo Ruffini a Goffredo Mameli, dai Fratelli Bandiera a Pisacane, da Mazzini a Garibaldi: tutti i maggiori eroi e protagonisti del Risorgimento - quelli che tante volte hai sentito ricordare - sono nomi di repubblicani della Giovine Italia. Le pagine più gloriose del Risorgimento furono repubblicane e scritte dai repubblicani. Ricordiamo soltanto: le Cinque Giornate di Milano del 1~48, prima vittoria del popolo italiano contro gli austriaci, guidata dal fiero repubblicano Carlo Cattaneo; la Repubblica-Romana del 1849 che - nell'anno stesso in cui la sconfitta dei Savoia suggellava il fallimento della guerra regia - costituì un miracolo di gloria militare, di virtù civile, di saggezza politica, di ardimento sociale; la Spedizione dei Mille, guidata da Garibaldi, che liberò la Sicilia e tutta l'Italia Meridionale. 7

Quando poi l'Italia fu unificata, e per la grande abilità del Ministro Cavour i frutti della rivoluzione democratica furono raccolti dalla Monarchia dei Savoia, senza che al popolo fosse data altra scelta, furono ancora i r·epubblicani quelli che tennero accesa la fiamii:la di Trento e Trieste, pa- _ ganda sempre con l'azione e con la vita dei loro migliori (ricorda Guglielmo Oberdan impiccato a Trieste dall'imperatore d'Austria); i repubblicani quelli che per primi nel 1914 si levarono contro l'alleanza con l 'Austria e la Germania e mandarono subito i loro giovani volontari a combattere contro i due imperi. Ecco perché oggi tutti gli inni nazionali hanno il nome di repubblicani: l 'inno di M a meli, l'inno di Garibaldi, l'inno .di O berdan. . , l . l Storia di ieri J • , ~ : ·· · Quello che è avvenuto dopo, caro lettore, tu lo sai ·cer- .tarnente. Compiuta con Ia liberazione di Trento e Trieste l'unità d 'Italia, bisognava trasformare i suoi ordinamenti l politi.ci e sociali; bisognava cioè, con la repubblica, fare la vera democrazia e ottenere profonde riforme sociali. Invece..... , invece (favorito dai gravi errori dei sociali~ti e dei comunisti che, invece di lottare per la repubblica e per le riforme, si davano a vilipendere la vittoria e a offendere i l combattenti) venne il fascismo che, d'accordo col re, soppresse ogni libertà, perseguitò, fucilò, massacrò, esiliò i deInocratici (fra questi, in prima fila i repubblicani), fece una politica di sperperi che impoverì e corruppe il Paese, e per impennacchiare il re e Mussolini, inseguendo fantasmi imperiali, condusse l ' Italia alla catastrofe che tu sai. Gl'italiani dovettero pagare la loro liberazione col sangue dei patrioti, dei resistenti, dei partigiani (fra i .quali i re8

pubblicani compirono intero il loro dovere) e con le immense rovine materiali e morali del loro Paese. Allora essi aprirono gli occhi e facilmente impararono ciò che i repubblicani avevano sempre detto, e cioè che per garantire all'Italia la libertà, la democrazia e la giustizia sociale bisognava prima di tutto mandar via il re e fondare la Repubblica. Che cosa ci sta a fare il P.R.I. in Repubblica ? E il 2 giugno 1946 nacque la Repubblica Italiana. Per continuare il discorso, ricordiamo subito la domanda che qualche volta si sente: e se è fatta la Repubblica , che ci sta a fare il Partito Repubblicano? . Proprio questo, caro lettore, vogliamo brevemente spiegarti, e a te sarà facile capirlo se ricorderai perché, e con quale programma, Giuseppe Mazzini fondò il Partito Repubblicano. Il Partito Repubblicano lotta per difendere e perfezionare le cose che del suo programma furono realizzate, lotta per far trionfare quella parte del suo programma che ancora non è stata realizzata. Che cosa dev'essere difeso e perfezionato? L'Italia è ormai una Nazione unita organizzata in uno Stato democratico, come per primi la vollero Mazzini e i repubblicani. La catastrofe che il fascismo e la monarchia provocarono ha persino pregiudicata la integrità della Patria: ma la perdita più dolorosa è stata sanata, perché Trieste è ritornata all'Italia. Così la Repubblica, lavorando con pazienza e tenacia, ha riparato una grave conseguenza della sconfitta fascista ed ha ottenuto, senza portare il Paese al rischio di una nuova avventura, quando né le spacconate neofasciste, né le chiacchiere comuniste avrebbero mai raggiunto. 9

Gli Stati Uniti d'Europa Ma i repubblicani fin dalla nascita del loro Partito hanno sostenuto la necessità dell'unione delle patrie libere, hanno sostenuto cioè che gli Stati d'Europa, anziché distrug- . gersi in guerre continue, devono unirsi in un grande organismo, come si unirono fra loro - e fu la loro fortuna - gli Stati dell'America del Nord. Dicono i repubblicani, da oltre oento anni, che bisogna fare gli Stati Uniti d'Europa. E questa grande idea sta maturando nella coscienza dei popoli, perché i fatti hanno dimostrato che tutti i problemi dell'Europa (cioè quelli della pace, quelli delle materie prime, quelli della disoccupazione) non potranno essere risolti finché gli Stati democratici dell 'Europa non si saranno uniti tra loro. Ci sono certamente moltissimi ostacoli ancora da superare e che non potranno essere superati senza un grande impegno dei popoli interessati. Appoggiare il Partito Repubblicano significa lottare per gli Stati Uniti d'Europa. Se tu, caro lettore, ti convincerai di ciò (e certamente te ne convincerai pensando un po' alla questione) vedrai che questa parte del programma del Partito Repubplicano, non ancora realizzata, merita ogni appoggio e ogni sforzo ·per farla trionfare. Ne dipende la sicurezza del tuo Paese, la pace della tua famiglia , l'avvenire dei tuoi figli. Ricorda e non essere ingiusto La Repubblica, come ricorderai, fu fondata in Italia, per volontà del popolo, il 2 giugno 1946. Purtroppo, come sai, la Repubblica, nascendo, trovò l'Italia in mezzo alle rovine e ai disastri provocati dalla guerra che Mussolini e il re avevano voluta senza preoccuparsi che essa era contraria agl'interessi del popolo, e senza preoccuparsi del fatto che 10

(nonostante le chiacchiere e le fanfaronate del fascis1no) l'Italia non era preparata a fare una guerra, tanto che i soldati furomo mandati a combattere male armati e malissimo equipaggiati. Inoltre la Repubblica, nascendo, ebbe l'eredità di ottant 'anni di governo monarchico che si era occupato pochissimo delle condizioni disagiate di tante parti d'Italia. Ti basti ricordare solo poche cifre: su circa 8.000 Comuni, 1867 non avevano acquedotti e 2610 l'avevano insufficiente ai bisogni; 1500 Comuni non avevano Cimitero per seppellirvi i morti, quasi 3000 Comuni non avevano fognature-; 2000 fra Comuni e Frazioni non avevano strade di accesso. Non parliamo poi della scarsezza della corrente elettrica né delle scuole, alle quali mancavano ben 70.000 aule. Questo lo devi ricordare quando senti la gente lamentarsi più del giusto di come vanno le cose, per poter misurare la grandezza dello sforzo di ricost~uzione e di miglioramento delle condizioni materiali del Paese che la Repubblica ha fatto, e per essere convinto, che, con tutte le sue impérlezioni, la Repubblica ha già dimostrato di essere un regim.e migliore della monarchia. Ma rendere questa giustizia alla Repubblica non significa essere pienamente soddisfatti di come vanno le cose, e soprattutto non significa che non ci sia niente altro da fare. Al contrario, ci sono tante cose importanti da fare, e perciò il Partito Repubblicano lotta con tutte le sue forze e spera che tu, caro lettore, vorrai dargli il tuo aiuto. Fascisti, monarchie·, comunisti e clericali In primo luogo, amico lettore, bisogna difendere la Repubblica. Perché difenderla? Perché essa è minacciata da destra e da sinistra. Da destra è minacciata dai neofascisti i quali, non contenti an11

cora di tutto il male che il fascismo ha fatto al popolo italiano, vorrebbero abolire la democrazia -e tornare al regim~ autoritario di sopraffazione e di negazione della libertà sotto il quale gli italiani vissero per vent'anni, comandati a bacchetta da gerarchi ignoranti, prepotenti e, spesso, disonesti, che credevano di risolvere tutti i problemi italiani facendo nel mondo gli spaventapasseri, minacciando gli altri popoli e scatenando guerre dove - «armiamoci e partite» - , mandavano a morire la gioventù italiana, col risultato catastro..: fico che tutti conosciamo. Ancora da destra è minacciata dai ,monarchici, cioè da quelli che - sostenuti da qualche signorotto offeso . da~le riforme sociali della Repubblica - vorrebbero far tornarè sul trono un re incapace e privo di ogni prestigio e, con lui, un regime nemico di ogni progresso e indifferente (come lo fu per. tan~i decenni) alle condizioni del popolo. Da sinistra, poi, la Repubblica è minacciata dai comun.isti e da quelli, fra i socialisti di Nenni, che sostengono ancora l'alleanza con i comunisti. I comunisti vogliono introdurre pure in Italia, come hanno fatto in tutti gli Stati dove sono riu~citi a raggiungere il potere, la cosidetta dittatura del proletariato, cioè. un regime in cui comanda soltanto un gruppetto di gerarchi del Partito Comunista (unico partito ammesso), in cui se uno non è ·d 'accordo su un problema po- ) litico, .o anche non politico, con . i detti gerarchi, è . trattato come traditore e spedito a miglior, vita; in cui se un lavoratore commette una mancanza nel lavoro, è punito col carcere o con l'esilio; in cui sono vietati lo scioiJer.o ed ogni protesta dei lavoratori; in cui non c'è la libertà di opinione~ di ·discussione, di stampa; u.n regime, insomma, che somiglia a un'immensa caserma dove pochi comandano. e tutti gli altri debbono ubbidire senza discutere. Naturalmente, i comunisti vogliono un regime simile · perché ·credono che solo in questo modo, cioè sopprimendo ~gni libertà, si può distruggere la borghesia, e si possono 12 , l

abolire il privilegio economico e la miseria: ma i fatti dicono che negli Stati comunisti, e con tutte le buone intenzioni, la libertà è soppressa, il privilegio rinasce e la miseria, anziché esse're abolita, è spesso aggravata. Un esempio di che cosa sia il regime comunista è stato fornito un anno fa dalle vicende dell'Ungheria. Gli Ungheresi si erano ribellati, nell'ottobre 1956, al gruppo· di gerarchi comunisti che governava il paese per conto ·dell'URSS. Volevano la fine del regime poliziesco e della dittatura di un solo partito (la minoranza del popolo). Si ribellarono gli operai, i cittadini, gli studenti. Perfino i socialisti di ·Nenni, così a lungo alleati con i comunisti, hanno dovuto riconoscere che gli ungheresi avevano ragione. Ebbene, la rivoluzione aveva già vinto (e la rivoluzione è legittima quando non esiste nessun altro mezzo, per il popolo, di far valere la propria volontà, quando le elezioni sono una farsa) ma int.~rvennero le divisioni russe, che tornarono a imporre con 'la forza i vecchi gerarchi. In Ungheria - come ha ric'onosciuto l'« Avanti! » - anche i comunisti più coraggiosi e in buona fede si sono ribellati contro il regime che, senza saperlo, avevano contribuito a creare; un regime senza libertà e senza benessere. In Ungheria, come in Polonia, in Bulgaria e in tutti i paesi dominati dall'URSS, del resto, gli operai vivono ·assai peggio che nell'Europa occidentale. È la conferma che senza libertà non c'è nemmeno progresso economico. Un altro esempio di che cosa sia il regime comunista è fornito dalla condanna pronunciata dagli attuali governanti sovietici contro Stalin (dopo morto). Kruscev ha pubblicamente ammesso che Stalin, per imporre la sua dittatura, ~ece arrestare perfino interi congressi del suo partito, fece deportare intere popolazioni, instaurò un sistema di terrore, di persecuzioni, di arbitri senza precedenti; anzi, con un .solo precedente: quello di Hitler. I comunisti, oggi, spiegano questi fatti dicendo che Stalin, da un certo momento, impazzì (dal 1934 in poi). Ai comunisti bisogna spiega~e che i 13 •

l' governanti impazziscono sempre in tutti i regimi che non ammettono la libertà di critica e di opposizione, di parola, di stampa, di ·riunione e di associazione mentre affidano ai loro dirigenti troppi poteri. Ai comunisti bisogna inoltre do- · mandare che cosa è mai, dunque, questo paradiso russo, se per venti anni l'URSS ha potuto essere governata da un pazzo criminale. Un regime come quello voluto dai comunisti è dunque. la negazione della democrazia; ed è perciò che la Repubblica è minacciata gravemente dal comunismo. È p:er queste ragioni (pericolo fascista e monarchico, pericolo ·comunista) che i repubblicani sono stati per molti anni . . al governo alleandosi anche con i democristiani (dal '47 al '5~): bisognava anzitutto pensare alla ricostruzione del paese distrutto dalla guerra, alla sua sicurezza di fronte alla minaccia dell'espansione sovietica (per questo l'Italia aderì al Patto Atlantico) e alla difesa .delle giovani istituzioni democratiche. · Oggi questi pericoli esistono ancora: ma i fascisti e i monarchici sono in declino, mentre i fatti di Ungheria e le rivelazioni su Stalin hanno fatto aprire gli occhi a molta gente e hanno messo il dubbio nella coscienza dei comunisti in buona fede. Inoltre i socialisti di Nenni non intendono più essere vassalli dei comunisti. Bisogna continuare a difendere la Repubblica: ma i repubblicani, ora, possono anche non essere più al )Governo. D·'altra parte si sta profilando anche un altro pericolo: quello dell'invadenza clericale. Troppi Vescovi che danno' ordini agli uomini politici della D. C., troppe pressioni del Vaticano sugli affari interni italiani, troppe prepotenze al centro e alla periferia da parte della Democrazia Cristiana ormai abituata a fare il buono e il cattivo tempo. Recentemente perfino un Cardinale ha dovuto riconoscere che i preti fanno gli « armeggioni ». Anche a questa situazione bisogna porre un freno. I preti devono stare in chiesa, non devono fare politica, che non è il mestiere loro. La Democrazia 14

Cristiana deve moralizzarsi e porre un limite all'invadenza dei suoi uomini, nello Stato, negli Enti, nei Comuni, nelle Provincie. La critica aperta e serena, l'opposizione democratica dei repubblicani, a questo punto, può giovare anche alla D. C., che altrimenti può correre il rischio di perdere definitivamente la coscienza del lecito e dell'illecito, e darsi a ,pericolose avventure, come Bempre avviene a chi ha in mano troppo potere. ~gliorare la Repubblica Ma difendere la Repubblica non basta. Bisog.n.a p.erfeziO?ULrla e migliorarla. E come? Innanzi tutto i repubblicani vogliono che la repubblica sia organizzata accordando ai Comuni e alle Regioni l'autonomia necessaria. Il Comune, cioè l'amministrazione del paese o della città in cui vivi, dev'essere messo in grado di funzionare con meno intralci e intromissioni dell'autorità governativa e con maggiori possibilità finanziarie raggiunte dividendo meglio le tasse, che i cittadini pagano, fra Stato e Comuni. Alle Regioni, poi (eioè, per intendersi, l'Umbria, il Lazio, le Marche, l'Abruzzo, la Toscana, ecc.) dev'essere accordata quell'organizzazione autonoma, prevista nella Costituzione, per consentire loro di trattare gli affari e di regolare gl'interessi che riguardano solo i cittadini della Regione stessa senza dover aspettare che tutto venga fatto (tardi e assai spesso male) da Roma. I Repubblicani peraltro sono favorevoli all 'autonomia dei comuni e delle regioni non solo per ragioni di buon funzionamento amministrativo, ma anche perché le amministrazioni· comunali e regionali permettono ai cittadini una partecipazione e un controllo assai più diretti ed efficaci di quelli 15

consentiti dall'amministrazione statale, troppo grande e troppo lontana dagl'interessati. La necessità di tale struttura moderna ed articolata dello Stato democratico, a tutela della libertà e degli interessi cittadini, è stata sempre affermata dal Partito repubblicano; di ~ssa i maestri del . pensiero repubblicano - e primo di tutti, Carlo Cattaneo, il grande lombqrdo - dettero insup~rabili giustificazioni. Ci sono poi tante altre cose da fare per perfezionare la Repubblica, cioè per farla funzionare veramente come un governo di popolo, a cominciare dal referendum, mediante il quale si çlovrà permettere al popolo di intervenire direttamen~e, con una apposita votazione, per impedire che entri in vigore o per annullare un.a legge che non piaccia alla maggioranza ~egli elettori. Ed altre leggi complementari si dovranno fare per completare l'edificio della Repubblica. Avrai, per esempio, sentito parlare tante volte di « riforma burbcratica ». Se ne parla sempre e non si fa mai, perché è un problema difficile. Ma bisogna risolverlo. La « burocrazia » è il complesso degl'impiegati dello Stato e degli altri Enti pubblici. Questi impiegati sono troppi, mal pagati, malissimo utilizzati. Sono troppi perché gli studi italiani, per come sono indicati, sfornano troppi laureati e diplomati che si precipitano a fare gli impiegati pubblici per garantirsi uno stipendio, anche basso, e una pensione. Sono troppi anche perché le zone d'Italia nelle quali si fanno troppi figli e nelle quali ci sono poche. occasioni di lavoro, creano troppi aspiranti agl'impieghi. ·Sono mal pagati per.ché sono troppi, e lo Stato non può migliorare di molto le condizioni economiche degl'impiegati senza .aumentare le tasse oltre il sopportabile. Sono malissimo utilizzati perché spesso assunti disordinatamente e perché il lavoro è mal distribuito e male organizzato ·e i :servizi sono così complicati che spesso costituiscono la disperazione del cittadino che ne ha bisogno. 16

Per risolvere il difficilissimo problema, occorre dunque coraggiosamente non continuare ad accrescere il numero degl'impiegati, sceglierli più severamente, pagarli meglio, utilizzarli razionalmente, semplificare tutti i servizi amministrativi. Avrai pure sentito parlare di tante vecchie leggi del tempo monarchico e fascista che ancora non sono state modificate, pure essendo in contrasto con la Costituzione, e spesso vengono ancora applicate. È necessario che la Cor t e Costituzionale, alla quale spetta di vigilare che le leggi applicate non siano contrarie ai principi della Costituzione Repubblicana, possa assolvere la sua funzione senza intralci né pressioni da parte del governo e dei fascisti. Ma è del pari necessario ed urgente che tutte le leggi in contrasto con la Costituzione siano modificate, adeguandole ad essa. Tutte le garanzie ,che la Costituzione accorda ai cittadini debbono essere rese, in tal modo, effettive. Non devono essere più possibili soprusi fondati sulle vecchie leggi. Per esempio, è ridicolo che i comunisti si facciano paladini della libertà religiosa, perché essi quando vanno al potere non tollerano nessuna libertà e tutti la debbono pensare allo stesso modo. Ma la Repubblica democratica, com'è scritto nella Costituzione, deve garantire a tutti il diritto di professare liberamente la prCYpria fede religiosa; e certi episodi di intolleranza ver ificatisi in questi ultimi tempi devono scomparire ··dalla vita italiana. L'eguaglianza dei cittadini, nei loro diritti e doveri, non dipende e non deve dipendere dalla loro fede religiosa. La casa pulita Ma soprattutto, e questa è una delle battaglie più grosse che i repubblicani combattono, bisogna con l'educazione, con le leggi, con la v igilanza estirpare la mala pianta della 17

corruzione e delle mangerie che il fascismo ha seminato così largamente e che ancora non è stata distrutta. Una Repubblica dev'essere prima di tutto una casa pulita dove l'onestà dev'essere premiata e la corruzione deve essere impedita. I repubblicani hanno dimostrato con i fatti ; anche di recente, di essere risolutamente all'avanguardia nella lotta · contro il malcostume politico ed amministrativo: anche su questa via, però, molto cammino è ancora -da fare perché le radici della corruzione e della disonestà sono tra le più difficili da estirpare e soltanto· se saranno costantemente sorretti dalla fiducia dell'opinione pubblica, i repubblicani potranno portare a buon fine questa lotta. Il programma sociale dei repubblicani · A questo punto, tu attendi giustamente che ti si dica quale è il programma sociale dei repubblicani italiani, cioè in tal .modo essi vogliono che le condizioni dei lavoratori siano migliorate, che le distanze economiche fra i vari ceti siano sempre più accorciate, che ogni sfruttamento sia abolito. La Repubblica, infatti, per i · repubblicani italiani deve attuare grandi riforme sociali a favore delle classi popolari. Quali sono queste riforme? La giustizia tributaria Innanzi tutto, i repubblicani vogliono che sia stabilita in Italia una vera ed effettiva giustizia tributaria. Tutto il sistema delle imposte dev'~essere riveduto in modo che la tassazione sia veramente progressiva; cioè con 18

una percentuale di tassa sul r eddito individua le tanto più alta quanto più alto è il reddito. Per ottenere questo bisogna diminuire sempre più le imposte indirette (come per esempio quella di consumo, quella sull'entrata, quelle doganali), che gravano in modo quasi eguale per tutti, ricchi e poveri; e in cambio aumentare le imposte dirette che possono essere riscosse in modo progressivo. Poi bisogna rendere sempre più giusto ed effettivo l'accertamento dei redditi (qualche cosa si è già cominciato a fare in questo campo con una riforma che i repubblicani hanno sostenuta) in modo che tutti paghino le imposte dovute senza imboscamenti e senza evasioni. Quando nel pagamento delle imposte non ci saranno disonestà (come purtroppo ancora se ne verificano tante da parte dei più ricchi), potranno essere ridotte le percentuali delle imposte a beneficio specialmente dei medi e piccoli contribuenti, ed accordando sempre maggiori esenzioni ai picco-li redditi, cioè facendo cominciare la tassazione sempre più in alto. A questo proposito, i repubblicani sostengono che anche nel pagamento delle imposte sui redditi prodotti da beni (terreni, case, ecc.) i piccoli redditi devono essere esenti fino a una certa altezza e poi pagare percentuali minori dei grossi redditi. Oggi, invece, chi possiede un ettaro di terra paga la stessa percentuale di chi ne possiede mille. Infine i repubblicani sostengono che la giustizia fiscale dev'essere effettiva; che il contribuente deve potersi difendere con facilità e senza complicazioni se è ingiustamente tassato, e che il suo contrasto con gli Uffici deve essere giudicato come ogni altra causa, cioè da un giudice imparziale. Oggi troppo spesso avviene che i piccoli e medi contribuenti non hanno la forza e la possibilità di difendersi, e finiscono con l'essere tartassati assai più dei grossi, i quali invece sono in grado di ottenere non solo giustizia , ma anche... ingiustizia a loro favore. 19

Inson1ma i repubblicani sostengono che in una de1nocraz1a ci dev 'essere anche una giustizia tributaria, e chi più ha, più deve contribuire alle spese della collettività, senza strozzare con le imposte i piccoli contribuenti. 1 Una politica economica popolare In secondo luogo, i repubblicani vogliono che tutta la politica economica e sociale dello Stato sia indirizzata verso il soddisfacimento degli essenziali bisogni collettivi e popolari. Lo Stato moderno ha in mano molti strumenti per influire sulla vita economica del Paese. Ebbene, questi strumenti debbono essere adoperati per proteggere gl'interessi fondamentali delle grandi masse, non per salvare gli interessi di gruppi privilegiati. I consumi popolari, per esempio, debbono essere favoriti sempre rispetto a quelli superfluÌ. La costruzione di case per i meno abbienti, per esempio, deve essere favorita e sviluppata grandemente. Nella scelta dei lavori pubblici che lo Stato e i Comuni intraprendono, devono essere sempre tenuti presenti i bisogni più elementari del popolo, invece che le esigenze di prestigio o di bellezza. La civiltà di un popolo - dicono i repubblicani --' non si misura con i grandi monumenti, con le grandi piazze, con i grandi lussi , ma si misura dal numero sempre più grande dei cittadini che possono vivere una vita dignitosa e soddisfare i bisogni essenziali dell'uomo. Questo è il senso vero di tante recenti battaglie politiche del Partito repubblicano. Quando, infatti, i repubblicani si sono impegnati ed hanno ottenuto la costituzione della «Cassa del Mezzogiorno», ossia . lo stanziamento di più di cento miliardi ogni anno da parte dello Stato, destinati ad investimenti nell'Italia del sud, essi hanno inteso operare per il miglioramento delle condizioni di vita del popolo meridio20

nale, le cui esigenze furono per ottanta anni ignorate dalla monarchia ed eluse dal fascismo (il quale fece solo molte chiacchiere, preferendo però spendere i soldi del popolo italiano in fallimentari imprese... imperiali). Tale opera per migliorare la situazione delle cosiddette «aree depresse», per sviluppare l'economia, per creare lav oro va approfondita, continuata. Ciò costituisce un grande problema nazionale perché il benessere di tutte le regioni d'Italia e la tranquillità sociale sono condizionati dal progresso e dallo sviluppo economico del Mezzogiorno. Allo stesso modo quando i repubblicani hanno sostenuto ed attuato la politica per la « liberalizzazione degli scambi», ossia per eliminare gli ostacoli, i vincoli alla libera importazione ed esportazione dei beni e per ridurre i dazi e le dogane, essi hanno agito in difesa dei consumatori , ossia dei milioni di cittadini ital_iani, i quali sono sempre i primi a sentire le conseguenze cli ogni politica di protezionismo economico che sviluppa i «monopoli», ne aggrava le conseguenze e perpetua le posizi9ni di privilegio. Questi sono esempi di un'azione politica concreta. I r epubblicani sanno quanto ancora sia lunga ed aspra la strada per il progresso sociale, sanno come difficoltà di diversa natura abbiano limitato· i vantaggi e i risultati d ei loro sforzi : il loro impegno però rimane quello di continuare a combat- , tere in prima linea questa essenziale battaglia. La situazione richiede ormai (anche per difendere e incrementare i risultati delle iniziative di cui abbiamo parlato qui sopra) un coordinamento generale dell'azione di politica economica dello Stato. Perciò i repubblicani chiedono che, dopo tanti · rinvii, la prossima legislatura sia dedicata alla r ealizzazione di un piano per lo sviluppo del reddito e dell' occupazione, che è il problema pregiudiziale per costruire una società ordinata e giusta in Italia. Su questo problema (in Italia i disoccupati e i sottooccupati sono ancora due milioni ) si rnisura il senso di responsabilità dei partiti e dei cittadini. 21

Ma tutto ciò non è ce;rto sufficiente. La Repubblica deve infatti estendere e moltiplicare le grandi riforme di st.ruttura, ossia quelle riforme destinate a combattere la miseria2 l'arretratezza dei ceti popolari, ad eliminare le disparità . di trattamento, a migliorare l'eguaglianza. dei cittadini tutti. La riforma agnuia Tu, caro lettore, avrai sentito parlare della Riforma Agraria che la Repubblica ha iniziato con la cosiddetta leggestralcio. Si tratta di una legge con la quale oltre 750.000 ettari di terra appartenenti a grandi proprietari vengono espro- .. priati ·e assegnati a coltivatori, che dopo un certo numero di anni di godimento, pagando un moderato canone ogni anno, ne diventeranno proprietari. Su queste terre l'Ente Riforma, cioè lo Stato, esegue lavori di scasso e bonifica, costruisce case coloniche, ecc., porta bestiame, macchine, strumenti seleziol}ati in modo che la piccola proprietà nasca eco11omicamente sana, e quindi giovi anche ad aumentare e migliorare la produzione agricola. Ebbene, questa legge è stata fortemente voluta dai repubblicani, i quali chiedono che su questo cammino si prosegua, e cioè non solo che si dia piena e totale esecuzione alla legge stralcio, assegnando le terre espropriate a contadi-ni veri, senza intrufolamenti e imbrogli; ma che si prepari e si realizzi la riforma agraria generale estesa alle zone alle quali la legge-stralcio non è stata applicata (ed evitando i non pochi errori compiuti nell'applicazione della stessa legge stralcio) in modo da creare una massa sempre più vasta di contadini proprietari della terra, tecnicamente assistiti e aiutati per rendere i loro campi sempre più produttivi. Insomma, i repubblicani ,vogliono che per quanto riguarda la terra (che con gli strumenti di lavoro, il bestiame, ecc. rappresenta. il capitale della produzione agricola) si r~alizzi 22

progressivamente il principio dettato da Giuseppe Mazzini: CAPITALE E LAVORO NELLE STESSE MANI. A questo principio sono contrari i conservatori, i quali vogliono che tutto continui ad andare come va oggi, ma sono anche e nettamente contrari i comunisti e i socialisti, perché essi vogliono che la terra (come tutti gli stabilimenti e strumenti di produzione) diventi proprietà dello Stato, in modo che i contadini (e tutti gli operai) invece di essere proprietari e liberi produttori - come vogliono i repubblicani - diventino tutti dipendenti dello Stato, che sarebbe certamente un padrone noh migliore, anzi spesso p€ggiore, del padrone privato. Perciò i comunisti n'el Parlamento hanno votato a suo tempo, contTo la legge-stralcio e per molto tempo ne hanno ostacolato l'esecuzione raccomandando ai contadini, in quelle zone dove la riforma veniva applicata, di non accettare la terra perché quando fosse arrivato Baffone (o Kruscev, o chi sarà il suo successore dopo che lo avranno silurato e ~istemato) le terre le avrebb€ distribuite gratis, e reclamando invece nelle zone escluse dalla riforma stralcio la.. . urgente applicazione della stessa come assolutamente necessaria . L'associazione dei lavoratori nell'azienda CAPITALE E LAVORO NELLE STESSE MANI è il principio al quale i · repubblicani vogliono che siano ispirate serie e profonde riforme anche nel campo industriale. Come avviamento all'applicazione di tale principio, i repubblicani vogliono che sia stabilita la partecipazione degli operai e impiegati agli utili dell'impresa. I repubblicani vogliono anche che - ìn forme varie, adatte e corrispondenti alle varie specie di produzione, di organizzazione industriale e di situazione economica - gli operai e impiegati possano parte23

cipare al capitale dell"azienda nella quale lavorano; · cioè che si costituisca quello che si chiama l'azionariato operaio. I repubblicani sanno che, associando i lavoratori ·nella sorte dell'azienda, non solo si migliora la condizione del lavoratore ma si aumenta il rendimento della produzione e si , . afferma sempre di più il principio educatore che i risultati del lavoro devono dipendere dall'impegno, dalla diligenza e dal merito dei lavoratori. Giuseppe Mazzini diceva: «A ciascuno il frutto del proprio lavoro»; ed è per arrivare a questo ristlltato che i repubblicani si · battono nel campo sociale. ' A questo proposito dei repubblicani di associare i lavoratori non solo agli utili, ma al capitale dell'azienda sono contrari (come per la riforma agraria) i conservatoti, ma sono nettamente contrari pure comunisti e socialisti, per due ragioni. Prima, che essi non vogliono riforme che... diminuiscano lo spirito rivoluzionario delle masse, perché essi pensano che quanto peggio stanno i lavoratori, tanto p1ù facile è portarli allo sbaraglio; seconda, che i comunisti e socialisti vogliono che di tutti gli strumenti di produzione, di tutte le aziende, le fabbriche, ecc. sia proprietario lo Stato e che gli operai restino salariati alle dipendenze della burocrazia che dirige lo Stato comunista. , I repubblicani, contrari a questa tota.litaria e superata teoria comunista, non escludono ·naturalmente l'intervento statQle, in tutte le forme in cui esso può manifestarsi, quan- . do debba essere diretto a difendere gli interessi dei consumatori dalla rapacità di certe industrie che, producendo beni e servizi essenziali per la collettività, non possono essere lasciate libere di imporre i loro prezzi. ( L'artigianato e la cooperazione Un7altra cosa che i repubblicani v0gliono è che in Italia non sia immiserito e distrutto l'artigianato. I repubblicani 24 J

non ignorano che il progresso industriale richiede sempre più, in Inolti campi della produzione, grandi stabilimenti e lavoro collettivo di grande numero di operai. Ma essi sanno pure che ci sono tante attività produttive, soprattutto quelle dove si richiede più la qualità, che la quantità del prodotto~ , nelle quali il lavoro dell'artigianato, con i suoi appTendisti e aiu.tanti, può rispondere vantaggiosamente allo scopo. E in Italia c'è una grande tradizione artigiana, che va impoverendo ogni giorno fra le difficoltà e le incomprensioni. Occorre che gli artigiani, e in genere i piccoli produttori, non siano peTseguitati dalle tasse e da contributi superiori alle loro forze. Occorre che gli artigiani siano aiutati col eTedito. Occorre che siano attivamente creati sbocchi per i prodotti artigiani. Occorre insomma- secondo i repubblicani - una politica di dif~sa dell'artigianato, diretta a migliorarne la sorte e le possibilità in tutti quei settori di produzione nei quali esso è economicamente vitale. Un'altra cosa vogliono i repubblicani: che le cooperative (di lavoro, di consumo, edilizie) siano aiutate, perché esse, e specialmente le cooperative di lavoro, rappresentano uno dei mezzi per trasformare i lavoratori da salariati in liberi produttori. Ma - aggiungono i repubblicani - occoiTe che si tratti di cooperative vere, cioè di veri lavoratori, perché solo esse meritano di essere aiutate e veramente aiutate, con esenzioni e limitazioni di tasse e di contributi con agevolazioni di credito, con facilitazioni nell'assegnazione dei lavori, ecc. Le assicurazioni sociali Nell'attuale organizzazione della società un problema ogni giorno più importante e grandioso è quello delle assicurazioni sociali. Assicurazioni contro le malattie, la inva25

lidità, la disoccupazione, la vecchiaia, ecc. costituiscono una necessità della civiltà moderna. E queste assicurazioni assorbono una ·parte ogni giorno più grande delle risorse economiche della nazione. Ogni produttore, ogni coltivatore -. piccolo o grande -, ogni artigiano è alle prese con cifre spaventose di contributi da pagare. È un fatto che le assicurazioni sociali sono una necessità e non si può ridurre l'assistenza, ma è pure un fatto che i contributi hanno raggiunto altezze insuperabili. . Come si può risolvere questo problema? I repubblicani dicono che, in primo luogo, bisogna organizzare le assicurazioni in modo più semplice e meno costoso, affinché la parte dei' contributi privati e statali che arriva in varie forme all'assicurato sia sempre più grande, e piccolissima diventi, invece, la parte che viene spesa per l'organizzazione, la riscossione dei contributi, gli uffici, la burocrazia, ecc. In secondo luogo, i repubblicani dicono che almeno alcuni servizi assicurativi meno elementari, o la parte di essi eh~ supera un minimo ~ssenziale, devono essere organizzati con le mutue fra gli assicurati, come avviene con ottimo risultato in altre .nazioni. Insomma, non si può far tutto attraverso lo Stato e i contribuiti obbligatori, senza correre il rischio di asfissiare l'economia e senza pagare il costo di un notevole sciupio. La scuola e la. democrazia } Una democrazia repubblicana deve considerare essenziali i problemi della educazione e della istruzione, cioè il problema della SCUOLA. A questo proposito, i repubblicani sosteng<;>no in primo luogo che lo Stato deve assicurare e imporre a tutti l'istru26

zione elementare e almeno una integrazione di tre anni di perfezionamento (nella Costituzione Repubblicana, del resto, è stabilito che l'istruzione inferiore, obbligatoria e gratuita, duri otto anni); e deve assicurare ad ogni studente capace e meritevole facilità di studi superiori. .Abbiamo detto: lo Stato. Ciò non deve escludere le scuole private, ma occorre che queste siano severan1ente contrqllate dallo Stato, affinché non diventino il rifugio dei somari che cercano vie facili. E occorre pure che le scuole private siano, sì, ammesse, ma non siano aiutate a spese dei contribuenti. Lo Stato deve pensare alle sue scuole, non a quelle dei privati, le quali (è scritto pure nella Costituzione) non debbono costare nulla allo Stato: chi preferisce la scuola privata, se la paghi interamente. Quan.do le scuole statali saranno bene alloggiate, in locali adatti, e gli studi saranno seri e bene ordinati; e quando le scuole private - per la se1ietà ·delle garanzie che esse dovranno offrire e degli esami statali che i loro allievi dovranno sostenere - saranno preferite solo per ragioni apprezzabili, e non per studiare di meno, dagli allievi che sono in grado di pagarsele interamente; allora ogni pericolo di scuola cosiddetta « confessionale » perderà importanza. È però necessario che tutti gli studi siano ordinati in modo da costituire non una fabbrica di diplomi inutili, un pretesto per consumare alcuni anni, ma una fucina di bumu e leali cittadini della Repubblica, preparati a non fare i parassiti, n1a a svolgere la loro funzione sociale. L'Italia ha bisogno di meno laureati che attendano un impiego per andare a ingrossare la burocrazia e di più tecnici che possano partecip~re con piena preparazione alle attività produttive della Nazione. Ciò è tanto più importante in questo periodo -di risoluzioni scientifiche e di progresso tecnico. l L'ordinamento della scuola dovrà tenere conto di ciò. 27 l

( l Un programma, non una favola Nelle pagine che precedono abbia~o cercato di fare una rapida esposizione dei punti principali del programma del Partito Repubblicano Italiano. Chi avrà seguito attentamente le nostre parole vi avrà trovato senza sforzo, la risposta al quesito sulla funzione del Partito Repubblicano in Repubblica e si sarà convinto che " tale funzione potrebbe essere negata solo ignorando la storia del nostro Paese e il concreto programma di un partito che ha voluto la Repubblica come regime di libertà e di democrazia, come premessa e mezzo per attuare la giustizia sociale e promuovere il progresso civile del popolo italiano. Sarebbe stato facile, caro lettore, prometterti il paradiso in terra, la felicità, la ricchezza, tutto ciò che desideri, invece di dirti le cose semplici e concrete che si possono e si debbono fare in Italia. Le chiacchiere costano poco, ma né i repubblicani sono · dei ciarlatani, né gli italiani vorranno dimostrarsi ·degli allocchi. La situazione politica italiana è difficile: missini, monarchici e comunisti sono forze antidemocratiche che premono per distruggere l'ordinamento r~pubblicano, sopprimere la libertà, combattere la giustizia. D'altra parte fra gli stessi democratici esistono incertezze e deficienze gravi e pericolosissime: i social-democratici hanno sbandamenti illogici nella loro politica, i liberali tendenze conserv<::ttrici innegabili. I · democristiani, sempre più invadenti, tendono a trasformare la loro maggioranza relativa in n1aggioranza assoluta, il loro esercizio del potere in <<regime», e hanno nel loro partito gruppi potenti che vorrebbero spingerlo ad allearsi addirittura con i monarchici e magari con i fascisti , per dar vita ad una politica antipopolar.e i cui sviluppi antisociali e di intolleranza religiosa sarebbero inevitabili. 28

Non minori difficoltà presenta la sit-uazione economica del nostro Paese. Tanto più è importante l'azione coraggiosa e responsabile del Partito Repubblicano Italiano. Questa azione è oggi rafforzata dalla solidarietà del Partit o radicale, che, condividendo le impostazioni politiche fondamentali dei repubblicani si è con essi alleato per combattere la prossima lotta elettorale sotto il simbolo dell'EDERA. I repubblicani chiedono perciò l'appoggio e l 'adesione di quanti italiani auspicano la creazione di una società demo-· cratica in cui ogni cittadino abbia assicurati le libertà fondamentali e un sufficiente grado di benessere e di indipendenza economica. Se i repubblicani avranno forze sufficienti la Repubblica ·diventerà il vero governo del popolo per il popolo e alla l~bertà ogni giorno più effettiva si accompagnerà ogni giorno di più la giustizia sociale e la pace fra i popoli. Bisogna svuotare il partito comunista combattendo sul serio la miseria e bisogna opporsi all 'invadenza crescente e dilagante della democrazia cristiana, alle pressioni clericali, al malcostume amministrativo. Il Partito Repubblicano ha scelto una politica di piena autonomia, contro ogni arbitrio democristiano e ogni prepotenza comunista. Con le sue tradizioni di disinteresse, di responsabilità, di patriottismo, il Partito Repubblicano ha il prestigio e il coraggio necessari per porre un limite agli arbitri clericali e per opporre la più ferma resistenza alle minacce e alle manovre dei dirigenti comunisti. Bisogna ripeterlo ancora: il Partito Repubblicano è contro le manovre dei dirigenti comunisti, che operano contro la nostra libertà e la nostra indipendenza, non contro le aspirazioni della pov era gente, dei contadini, degli ~era1, di chiunqu~ lavora e produce. .t l. 29

PUBBLICAZIONI . GIUSEPPE MAZZINI: I PROBLEMI DELL'EPOCA. (Scritti politici e sociali - Note biografica e bibliografica di Giovanni Conti). Pagine 280 Prezzo L. 750 GioVANNI Bov1o: IL SEC'OLO NUOVO. (Scritti e discorsi politici ·e sociali - Introduzione di Giovanni Conti). Pagine 223 Prezzo L. 600 ARCANGELO GHISLERI: DEMOCRAZIA IN AZIONE. (Scritti politici e sociali - Introduzione di Giovan- . ni Conti). Pagine 224, Prezzo L. 600 NAPoLEONE CoLAJANNI: IL DIVENIRE SOCIALE. (Scritti politici e sociali - Note biografica e bibliografica di Giovanni Conti). Pagine 228 . Prezzo L. 600 GIUSEPPE MAZZIN!: DOVERI DELL'UOMO. Edizione speciale per il Partito Repubblicano Italiano. Pagine 95 .· • Prezzo L. 100 Figure del movimento Sociale Repubblicano in Italia - Saggi di Conti, Salvatorelli., Reale, lngus,ci., Spallicci., Belloni, Morante, Sommovigo, Spinelli, Zuccarini - (Edizioni R.A.I.). Pagine 87 . Prezzo L. 250 Inviare l'importo esclusivamente a mezzo del conto correnfje postale intestato: Amministrazione PARTITO REPUBBLICANO ITALIANO - Conto corrente postale n. l/8412 - Corso Vittorio Emanuele n. 326 - ROMA. Nel prezzo sono comprese le spese di spedizione: non si fanrw per nessun motivo spedizioni contrassegno.

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