che vi cr eda c lo compia, e perciò, pur affascinati, vi si contrappongono. Dietro c'è l'autore, attratto forse lui stesso dalla ricerca del cielo, dall'abbraccio di Dio e dal superamento di civiltà chiuse, ma consapevole di quanto siano forti la terra e la s toria per gli uomini che vi vivono e vi sono radicali, nonostante i sogni di trascendenza e disinteresse. Ma Bovio, non scettico, senti anche, dialetticamente, la forza e la poesia dell'arco di speranza e di azione steso dalla nuova religione tra civiltà diverse e contendenti, e puntellò quest'arco, ai due estremi, con due umili figure femminili: Maria di Magdala, la peccatrice redenta, e la liberta Epicari. Queste due donne, l'ebrea e la romana, ade riscono con fede totale al messaggio di Cristo. La prima, Maria, sostiene, con un linguaggio notevolmente poetico, il dialogo con Giuda, al posto di Gesù, che Bovio, per r ispetto, non reca sulla scena : • Del Dio insegnatomi nel Tempio ebbi paura, a questo giovine Iddio mi mena un amore che non ha nulla del mio passato ... mi parve vestito di luce in secoli non venuti •. Giuda stesso, uomo storico e non esecrabile peccatore o peccatore solo perché uomo s torico, è stato affascinato dal Cris to, ma egli si preoccupa di due cose: della patria, ignorata nel programma del messia, e dell'avvenire cristiano che non potrà non essere contaminato; « Se dietro al suo patibolo il peccatore son io • , dice Giuda, tramite Maria, a Gesù, • la complicità si addensa sul genere umano fino a tuo Padre ... pel cielo i semplici lasceranno la terra e quelli che s i chiamera nno successori di Lui la occuperanno; il vendi tore di Cristo non sono io, verrà». Nel terzo dramma della trilogia, Il Millennio, si discopre quello che Giuda e Seneca avevano sospettato: il millennio è trascorso, ma Cristo non è tornato e al suo pos to vi è il cardinale Del Poggetto, il politico, che tesse la sua trama, cura gli interessi di una nuova patria terrena, di una nuova entità storica. Oltre questa trilogia, ricordiamo gli altri drammi di 24
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