Quaderni di cultura repubblicana

Maurizio Quadrio, con la sua integra e ininterrotta fedeltà, è veran1ente raro. Mario, dal canto suo, lottò per non uniformarsi sotto ogni aspetto alla poliedrica dottrina del maestro: parte ne accettava, parte ne rifiutava. E non era soltanto questione di dottrina, n1a di rapporto personale con un capo, che avvinceva, con le grandi risorse di un amore imperioso, gli esseri sensibili, una volta che fossero entrati nella sua orbita di pensieri e di atti eroici. Si aggiunga, come dicevamo, l'influenza della sua donna, n1azziniana entusiasta: sposare Jessie era un po' con1e sposare il n1azzinianesimo, tanto ella ne era pervasa. Jessie capl il carattere di lui, e decise di )asciarlo alla sua indefinita evoluzione di sentin1enti e di idee. Tale evoluzione continuò, infatti, e lo condusse, come vedren1o, al federalismo di Cattaneo; ma fu lenta, n1editata e sofferta. Mario poté giungere al principio filosofico e politico dell'evoluzione graduale, proprio constatandolo in sé, perché n1utò atteggiamenti nella vita, ma senza alcun rivolgimento o colpo di scena; solo per effetto di un impercettibile e quotidiano svolgimento interiore. COSPIRAZIONE ED ESILIO Il Mario dei lunghi anni genovesi, nonostante le riserve notate, era ancora senz'altro mazziniano e unitario; collaborava al mazziniano Italia e Popolo, dirigeva Il Tribuno e La Libertà. Esplicava, inoltre, un'attività letteraria cospl· cua, di cui ricordiamo la traduzione del dramn1a Benvenuto Ce/lini, che Paul Meurice aveva composto di recente. In filosofia era idealista e si andava interessando a l pensiero rinascin1entale italiano, che il Mamianj gli delucidava. Frequentava salotti e case aristocratiche, aristocra7

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