Antonio Ulrico - Cinquanta motivi ... che la fede romana cattolica sia da preferirsi ...

J /ff CINQUANTA MOTIVI ~v l Ci\VATI DALL~ SAN.. ~ RA..GIONE E DALLE BASI DI , .ERA ·CREDENZ4. / . che SIA DA PREFERIRSI CO~IE IJA SOL.~\ VERA A ·TUTTE LE RELIGIO~I CÒl\IPI·LATI DUCA DI BRUNSWICll E DI LUNEBURGO P t~ i"" etJ Q et-6~o~~ ·~·.tccJi 00ttt !X. cor,~e,ltro ~~ow~o e' ot-~5i.wJe deturol!t~~t-o PUBLICATA .D&L P. AGOSTINO TBE!INER ~~GJJ :à~Ql\tf.l !!>Il~~ et QlalGì \tG:>OflrJl Seconda Edizione; ..... - - ~ ~J1'?~~~'cA NELLA TIP. DEL V. SE~1INARIO ARCIV. 185 "' .

.. MA.Z 0700 00184 MAZ 3825

PREFAZIONE D E L L' .E D I T O R E N el riprendere colle nos'tre stampe l'aureo o.... puscolo dell' illustre Duca ANTONto ULRICo di Brunswich e di Luneburgo siaci per1nesso di premettervi qt1alcl1e breve cenno intorno alla vita di questo insigne Principe, ven·erato da' suoi coetanei di qualunque credenza co.me il Nesto-- re clel 8UO tempo. Siaci pure lecito d1 cavare questo cen. no dalla pregevolissima opera, che cl l recente fu pubblicata dal cho Padre Agostina Theiner ') sacerdote della Congregazione dell' Oratorio di S. Filippo ·Neri di Roma (a)9 (a) Sforia del ritorno alla Chiesa Cattolica delle ·case regnanti di Brunswich e di Sassonia e del ristabilimento del culto cattolico in ·quegli Stati nel XVIII. Secolo, con un appendice contenente la conver-. ·sione di parecchi personaggi delle case principesche e solrane di Eentbeim , Brandemburgo, Hannover , Hassia- Darmstdadt, Hohen.., lohe, Holsazia e )Vurtembergo Nel XVII. ~eco lo scritta e dedicata al~ la Maestà di MARIA TERESA Regina delle Due SiciHe ùal P. AGOSTI~O TnEIN,ER sacerdote dell' Oratorio., Versione Italiana. Rtma , coi Tip.Jt · .delJa s. Congregalione di Propagande Fidee 1849.19

IV ~ 'Nacque questo gran Principe ai 4 Ottohre del1655 _ da . par.~nti luterani., e .fu assttnto nel 1685 dal suo fratello A~~g~1.sto .Rodolfo .al governo di questi . Sta.ti in . c1ualità · eli corregente, a ctii, morto senza~_ crcdi n.yl 170.~., ve1111e a succedere. Do~ato~, d~ Dio . d' inçl~le . religiosa , e eli gran probità ~, e di.. bella~. mente, ed amatore l)~ss.io- ~ natissimo. degJi studj sì profani cl1e religiosi ., concepì)1en presto dnbbj intorno alla veracità d~lla ; su~ erro.n.ea. erecl enza, ossia del Luteranismo. Andò per lu11go tempo matura·ndo questi dubbj mediante .u11 1)rofpnd9 sttidio delle opere dei piti celebri teol.ogi\f, sì prq.testfinti cl1e catto-· loçi, ebbe . varie . con.f~r~nze , coi pr.jtn~ teologi dei suo . te~po, e .fece finalmente .,ai. pr,ofes~ori (leil' Univ.ersità__ lttterana di llelmstadio, cito i 11 qt1ei tempi era sali t~ in alta _ fama .., Ia .~ celel)re d,otnanda: .se potesse·-,,salvarfoi anche .ynella. Clliesa.~. C~ttolica.? essi. una.pi1n~ment~ l' affirmarono. çil«t giubilo ~ per.· , i! Duca, e cl1~ trionfo pec . la C.l1iesa c~ ~~9lì.ça , d~fesa ,, e \ gi :~~t~fic.ata,~ n~l modo il p i ll sol,e11nè d~ i -. pitt cl1iarL e . più~ d9tti. sostenilori del Luteranismo., fra i quali ~iterem9 il so1o Fal)rizio. Il Dt1ca non _indug.. !ò.. più ,di,.. scie·gli.et'e tra la ver-~tà e l' er,rore, c rischiarato . (la lutne su perno.. ~ al)braçciò. li .. 'lO... G.cnnajq 17l0v la. fede Cat• t.olica._, ri~tln~ia.n~o 11cr ·· selupre·. alla sua così eletta Cl1iesa.. pr.otestante, [on~data, con1c egli sì a.cconciame11-te poi disse- ,., da. una congrega dt. , , l i ber t i nz· 1 d t. v io la t o rl~ d 1.~ vo t~· , d' aposta t t. , d' e rn-

v , , p z· ~· ., d z· bes t en1 rn z·a tor t· -; q t·. tl o m~· n i da n i un co n,- ' ' to ~,. Di grande utilità gli furono le conferenze avute co11 piissin1i c z.clantissimi sacerdoti Cattolici. No11 fu al I)arj di questo avve11tt1roso ·Duca· flglio pii1 ossequioso, 1)iì1 sincero e più caldo . della sua nuo,·a ainorosisEirn.a madre la Clliesa C~ttolica; egli amava ter1erissimatnente la S. Sede ed. il vencra11do Capo •Ji lei., il som1no Clemente: XI, cort cui si~ continuò sin al termine del suo vivere ir.t strettissi1na famigliarità ed in comrpercio epistolare ; non fu a11co figlio più riconoscente di l11i . invcrfo la Cl1iesa, imperoc~ cl1è ristabilì. il Ctll t o di. eBs~ nei suoi Stati, da .. c11i sin dé\lla sciagt1rata. così dct'la riforma del XVI. Secolo era bandito. Fonde e dotò ricc~­ mctìte due chiese, l' una i11 Brnns\viclt l' altra in Wolfenbii1tel in ur1 co11 Ecno1e a faYore dei' Cattolici. E quan1a industria iJU})iegè cglL per far partecip e de.lla grazia d i,-i11n di riconciliarsi coll'. a11tica Cl1icEa ~nel~ e gli altri m.crp])rL della sua so,rrana farpiglia. ! ~ Iddio miseri'cordiosissimo premiò a])onclantemcrlte i suoi ~a11ti desi - derii:; !llOltissin1,i di . essi cutrarono 11el gren1bo clelia S. Cl1ieFa. E non fu cl1e 11er qt1esto santo scO I? O·. cll'· egli coropose l'a Slla rnirabi.lc OEeretla,, cl1e riproduci~n1·o ora! l) a · v.ita. di t~1l uomo non potè· (']1' essere coronat·a d~ .. E:anla morte, seguita ai 27 ~ I ar- , . zo 1:714. E tro1: p o comii10Ycnte i.l. raccon t(>,

VI .cl1e ce ne .~fa :il ·nostro chiaro autore per ~t~alasciarlo. ,, Di qttesta guisa coronava il duca .la lun- ' ' ga e gloriosa sua rr1ortale carriera, e rendeva ,, la sua memoria eternamente benedetta nel ,, cuor dei cattolici, quasi che · rivelazione su- ' ' per11a lo avesse .avvisato della sua dipartenza ,, dalla 1)resente vita, si diede a santificare la ,, quaresima con inco·nstieto fervore e raccogli- ' ' 1nenlo di spirito per pre11ararsi, siccome ei , , disse al suo confessore, a tina santa rnor1e. ,, Ogni n1ercoldì fe' serrnoneggiare nella cap- ' ' pella clel suo palagio il p. Benedetto Saur, -~, dell'ordine clelia più stretta osservanza di s. ,, Francesco, sopra l'arte di ben morirco Egli , , stesso -trascelse i testi deHa sacra scrittlira su ,, cui dovea fondarsi il discorso. La prima t)re- ~' dica del morcolclì delle ceneri trattò della giu- ' ' stificazione del peccatore. Le qt1attro susse- ., , guenti sino alla domenica delle palme si aggi~ , , rarono sulle parole del Salvatore rnorente : ,, Padre, nelle vostre mant· raccomando lo sp~~­ ' ' rito mt·oft La quinta del rnercoldì santo dovea , , svolgere il senso dell' tlltitna parola clel Re- ' ' dentore: ciò detto., spt.rò. Ma non gli ven11e .,, piit dato eli ascoltarla , conciossiachè fatta di r? poco la mezzanotte precedente il dì 27 eli ~' marzo cambiava, dopo una malattia di sette ~~, giorni, i travagli della vita pre,se11te con .la :)' .pac.e dell' eterna ,,.

Vl1 ~, Si era ammalato il 20, e n.el dì seguente :" l)encl1è dovesse stare a letto, donde non gli .,., ven~ne pur fatto di alzarsi, volle ud~re· la -quar- ,., ta pr-eclica nella sua camera, a cu-i invitò i 1, P.rincipi e le principesse di s11a famiglia, die- ,., et di nurnero. V'intervenne eziandio il prin- ~, c i p e d i O e r. t i n g a ') i l qua 1 e 1-) ra vcnulo a v i si- .,, tare l' illustre infermo. Poscia appareccl1iossi ,, alla confessione e c.omtlnione ., la quale gl·i , ~ - venne amnlinislrata in tempo della santa mes- ~~ sa celebrata nella sua stanza. Quindi 11on vol- 'ì ., . le più bri-gl1-e n è pensieri di te1?ra , e solo .,, andava ripetendo le parole dell'apostolo Pao- ' ' Jo: brarno che disciolgasi questa mia strut ta~ ,, ra. Avea la mente mai sempre occupata in , , orazioni e meditazioni sulla morte, che il ,., confessore g·li \'eniva leggendo. In sulla se- ~ ' ra dei 25 ricevette , presente tutta la cor- ' ' te, il sacramento della estrema unzion.e. St)et- ' ' t acolo per. fermo te11ero . ed ediftca11te! Co11 ,, serena e lieta fro-nte prese in mano la can- ' ' dela de' moribondi dicendo: Su vz·a 1:o debbo ,, andare z·ncontro .,a.J rnio Cr'isto con fiaccola ar- '>' dente e latn.pana accesa. Poi si fe' porgere il ,, Crocifl~so, su cui itnprimeva caltli baci, e , ,. strignevaselo al petto., ripetendo giulivo le , , apostoliche parole: Sono stato crocifisso al.mio ., ~ Salt)atore: gli astanti non potev~no contenere ~ . l. e l agri me. P i tl vol-te si ~ fece v en ire i fi g l .i n o~ li intorno al letto, e cor1 soavi cornrrtoven--. '~

Vili tissirno parole li ve1111e conforta11do di vivere '' ,, annoclati in bella pace e i11 reciproco amore , c nel santo timor di Dio. Sovente loro dis- '' ,, se cl1' ei non poteva secon·do il debito rit1- ,, graziare il Signore della grazia segnalata, co11 cui avcalo cl1iarnato r1ella cade.nte sua età al- '' ,, la vera fed·e. De.l somn1o pontefie·é disse spes- ' ' se fiate :parole di pl~Qfondissima venerazione., ,, e commise al suo confessore di rendere a ,, ltli, e al cardinal Paolucci , segretario di sta- .,, to ., 11milissime grazie della llaterna benevo- ' ' lenza, con cl1e lo avean rimeritato dal pri- ., , mo fortuNato tnomento del suo ritorno alla , , cl1iesa ·cattolica. Raccoman.dò istantemeote al ., , principe ereditario suo sttccessore la cattoli- ' ' ca chiesa di Bruns,vich: ammise ·al bacio del- , ., la mano tutti gli uflìziali di stato; .ring·raziol ~ )., li della loro fedeltà; disse che perdonava a ~ ., cl1iunque lo avesse offeso, siccome e i chie- ., , (leva loro perclono eli CJUaltinque disgusto o ., j torto loro avesse l)er avventura cagio11ato. ,., Nell' accomia tarli, ad ognun di loro tliè di ~ ' propria mano pèr rr\eJnoria p:iccol l)resentc. ,, La matt.ina (lei 24, comeeql1è spossat'o dai "' clolori veementi ecl acuti, volle fare col pa- ' ' dre Satter la preparazione alla santa mesL) ' sa 4) che poi ascoltò con tanto fervore di de- ,, vozione, che nell, elevazione dell'ostia con- ' ' sacrata trasse le mani fttori del letto traman- .<) J (lando sospiri verso il sacratiss.imo corpo di

lX ,, Cristo : Signore , disse , ora ntandate z·n pace ,, 'il vostro servo. Nel corso della malattia si con- ' ' fessò co.tidianamente, e si. fece leggere gli ,, atti di virtù teologali. Quan.tunque fosse stra- ' ' ziato d,( a.cerbi dolori non diede mai vcrun ,, segn.o d' . impazienza. Li 25, domenica dei le ,, palme, desiderava di essere altra volta co.n- ' ' fortato del santo viatico, ma a cagione del ,, rifinin}en t o , e sd.c-grto. di slo·maco., il medico ,, lov consfgli:ò a p·r·e·ndete leggicro ristoro; egli ,, leva:fldo le mani c gli occl1i al cielo cscla1nò ,~ i11ferverato : rz.storo celeste , r2'storo celeste. , , Quin d'i vo li e tl d i re a l e gg e r c l' c 11 i s l o~ a c ì l ,, vangelo correnti per a11imarsi ~ così ei di~se ., ,, ad an-d'are all' incontro con le palme c gli u- .,, livi della fed'e ., sp-eranza , e carità al suo ,, Cristo.. nella Gerusalemme celeste. Passò il ,, restante del dì con l'intera giornata seguen- ~' te sino alle nove della, sera in recitare i sal- ' ' mi peniten·ziali, med.itar la, })assione del Re- ,, dentore nel vangelo., che d.uc volte udì leg- ~' gere dal suo.. co·nfessoJ~e . ; mentre intcrtene- ' ' ' 'asi in questo di,rot.o e fervoroso esercizio , ,, in u11 tratto lo interru.ppe, quasi fosse consa- ' ' pevole dello strem.o eli stla vita, e pregò il ,, sullodalo religioso di leggergl i le preci (lo- ' ' gli agonizzanti: clopo. le quali ei recitò le li~~ ,, tanie del santissimo nome. .e dell'' ago:nia. di ,, Gesti con altre orazioni consu·ete a recitarsi ~. , pei moribondi, e li 27, e11lrata la mazzano l-

'X , , te proferendo le parole , Nelle vostre mani, o j j Signore i raccomando il rnio spirl·to , rese pia- ~ i citiamente l'anima al Crealore. ~., ~· ' Niun ebbe a clesidcrare trapasso pi\.1 fe- ' ~ lice e piit santo. Atnore ·insieme e venerazio- ,; ne non che della 3ua ducale famiglia , di , ~ tutta Larnagna gli furon di scorta alla tom- ' ' ba. A seconda de' suoi desiderii gli furono , 1 ·celeb-rati tre funerali solenni in Horstan, , ., Wol fenbiittel , •· ~ Brunswicl1. E i medesimo a- ', vea ir1dicati i testi scritturali a fondamento delle fun·ebri orazioni. La recitata in Brun- ") ' ,, swicl1 assunse le parole di Giobbe: .,, In cie- ' ' lo è il mio testimo11io, e i11 alto colui che ., , mi conosce: ,, quella poi di Wolfe11biittel ,, prese il detto del reale profeta: ~' Cl1e mi ~' avrò io in cielo , e che volli io mai sopra la ,, terra? ,, Ragionando poi il medesimo at1tore del- ·l' opuscolo, che andiamo a riprodurre, osserva , , Ma ciò che eternerà la memoria del dti- ,, ca si è l~ aurea operetta col titolo - Ragione .,, })er cui la cattolica devesi an ti porre a qua- ~' lunque altra religione·: ·- caro lavoro , cui a- ' ' vea (lato mano sin ·da ·qua11do la principessa ,, Elisabett-a Cristina di Hannover sua nipote ,, e moglie dell' irnp. Carlo VI. convertissi alla ,., cattolica fede, e fatto sol di pubblico diritto .,, l' an110 1712. La è una scrittura squisita, ,., .per acutezza d' ingegno, e per saldezza di

XI ,, ragioni rarissima; amenità, e gajezza di sti., ,, le, la rendono al leggitor sommamente gra- ' ' ta. La direm qttasi specchio della nobil' ani- ' ' ma e della generosa pietà del duca, oncle ri-· ,., p1 tiamo conveniente a maggior conoscimen to ,, di tanto ttomo darla qui per giunta, con la ,, quale riusciranilO smentite le calunnie inve... ,, reconde , con che i protestanti si fecero a ,, dilacerare la memoria del defunto. Essa fu ,, dettata in lingua alemanna, e ad tln tetn})O ,, voltata nella latina; n1a l' una e l' altra in ,, poco cl' ora scomparvero agli sguardi e a ìa ,, ricerca del ptibl)lico. I teologi cattolici teclc- ' ' scl1i di quell' età, particolarmente c1uei cl el- ' ' la più stretta osservan~a di s. Francesco, e ,, dell' ordi11e di s. Benedetto, la trasfusero a ,, ))ran i e a su n t i ra g gu arde vo l i 11 e i tra t la t i ~ ,, catechismi di teologia polemica. ,, Quel che rende sopra tutto cara l' im- ' ' pareggiabile operretta del nostro illustre con- ~' 'rertito si è , cl1' essa possa considerarsi in ,, certo modo il risultamento dei frequenti , o ,, per dir meglio coticliani intertenimenti, ch' ,, egli ebbe coll'immortale Leibnizio., suo consi- ' ' gliere di stato e bibliotecario, intorno ap- ' ' punto· alla vera religione. Possiamo arlttnclue ,, an1mirare in quest'opuscolo la vivissima im- ' ' magine della candida anitna di questi clue ,, grandi, e venerandi uomini, rna più beato ,, il duca per aver saputo fare nobile sacrificio

) X.I I' ,, clelle glorie n1ontlanc al consegui1l1enlo del- ,, l' ctcr11a salvezza. . Leib:nizio t011ne i n al tissi- ' ' mo conto Io scritto del suo mccenalc, c so- ,, vrano, ecl il giuclizio eli un lanL' uon1o non ,, ]) n ò c l1 o giustificar e i l mcri t o ·d i esso ') c re n- ., ') cl c r1o l) i l l a ec e t t o a g 1 i ll om i n i ' a i qua l i J a r c- , , ligionc è · an cova in..pregio :.(a). ;, l , (a) Vegg~nsi V(trie, lclt~rc ùi Lclbnizio nella collezione delle sue }t, ft:rc put>b!tcata da t h. It.~n thol t JJpsi--ac .1854 Tom. I 4 -1n c par .. tLo .:t.n nente (1.uel1a al celebre F'abrizi o dei 17 rnarzo 17 ·11. '

~ . . " \ PREFAZIONE ! A vendo io per solo amore del1a verità, e sospinto d~l desiderio della propria salvezza, con n1olta cura, con molto studio e zelo parecchi ·anni ·meditato, onde rinvenire Ja vera e salutare :Fede·, -~ ( sàpéndo io pienamente elle non pote'Ya :,esservene ,. che ti na sola ) , ed in pari tempo vivendo . smanioso' "quaJ -·deJle ·tante io do - vessi con certezza abbraccii)re: per questo fine importantissimo, poste in non cale _le ·mondane brighe , posi ·mente a frequèntare parecchie acèadèn1ie, a svolgere più bibliotécbe , a leggere e n1edilare varj ed accuratissirrt i scrittori di diverse · credenze, a consultarepare cè.I1i ·dotti , ·vcr dar ·posa ·ai miei travagli di spirito e per fugàre le mie dubbiezze. 1\Ia niun prò mi venne da siffallo di visamento. Ora ·però ·a fin ù i :nieglio a itendcrc 3lla son1n1a dcil~ cose umane, "qual' è la salute eterna, ho delibera to di allònlanarmi dallo terrene vanezze ; ed acciocchè qùesto mio ·divisan1ento riesca all' anima mia 'ptofi<;uo, ho -crèdulo necessario, ~ avanti ogni altra cosa, di a.. dem:piere ~ alle intr àprese risolu-zioni, cioè: 1. Primier·amente ho impiotato di tutto cuore l' as - sistenza del divino Spirito: ed ho supplicato Iddio padre eterno d' ogni vero lumo a richiamare il n1io intelletto intorno alla vera fede , essendo egli che ~· lltt-

mina ogni uomo , che viene ~·n questo mondo s·., Gi0V• . l , 9. essendo~hè la fede· è un dono speciale di' Dio , il quale chiarisce l' intelletto in credere tutto ciò che «1a lui ci vie n rivelato. 2. Ho risoluto fermamente di abborrire c di fu~gire , col soccorso divino, il peccato ; bon conoscendo. che i n anirna malevola flon entPerà la sapienza t e ~on ab~·terà in corpo suggetto al pecca lo. Sa p. I, 4i ed essendo certo cl1e i più degli uomini disconoscono i.l vero lume perchè vivono nella voluttà; f uomo anitn·ale non capisce le cose dello spir~·to di Dz"o; conoiossiachè per l.ui sono stoltezza , nè può intenderle , perchè spiritualmente discern ansi I. Cori n t. II, 14. 5. Mi sono dipar titQ- da ogni parzialità religit>sa , appresentandomi innanzi a Dio r.on animo vacuo 1 onde m' is piri di qual fede io debha r iempi rlo; nulla eu~ raudo i propri tempora li vantaggi'. 4 1\:I i sono studiato di meditare· sopra siffaUe ~ose con tale accur atezza, come avrei voluto aver fJHD aJ .. .l' eslrcrr1o de lla n1 i a vita , e al dì del giudizio poter rispondere de lla reli gione abbracciata. Quindi è che mi ùetern1 inai d' abbandonare quella religione, nelia quale io ravvisassi il bcnchè menomo errore. Imperocchè, La chiesa di n~·o vivo è colonna, ed appoggio della ve·- rità. 1 o 'fim.o.th. l li, 15. Laende una colonna (} f0n .. damento di verità .non può essere sos tenuta nè poggia· ta sugli er rori; e perciò la vera chiesa non può pali · re alcun' erràre nella sua fede. Posti adunque siffatti principi i, a maggior mia sicurezza mi so n prefisso in mente due altre cose, ciò è dire , cercare un a base aniversale, i n cui non di· sconvenga qualsivoglia religione, <~ indi stabilire alcune norme ragionevoli, e c.he sono state da tutti ammesseQ Ora i fondament i della fede tt ne' quali conPengona tutte le cristiane religioni, sono i seguenta" :. 1. Non l1avvi che un solo e vero Di~·Cl

5 2. Questo Dio è la ·cosa la più perfetta di tutte le po~ibili perfezioni. ~. Questo Dio è in sua natura tanto verace che non può esser deluso i·n alcuna guisa, nè può altrimenti errw.e rivelando cose false, o palesarle diversamente da ~uel eme sono. Ora essendo egli tale, ciò che da lui proviene è -veracissimo : in breve) egli non può in... gamare. nella rivelazione. t. Dio è onn·ipotente: imperocchè Appresso n~·o tutto è possiibile Ma tth. X'IX, 26. e altrove, Nulla sarà imp>ssibile a D1"u Luca I, 57. ;. Dio è fede] e. Dio fedele, 'è scevro d' ogni iniqui t', è giusto , è retto. Deuteron. XXXII, 4. t. Dio è in1mutabile. Dio non è come l' uomo che può nent~'re: nè corne il figliuolo dell' uomo che può mutcrsi Num. XXIII, 19. e in altra parte: scendendo da q.tel padre dei lumi, in cui non è 'J'nutamento, nè altertatit a di adornbramento Jacob.. l, 17. perciò tutto {]ue l h c h e rive 1 a a g 1 i u o 111 i n i è vero , è p ossih il e ; e tutto ciò che promette non manchevole adempirà. 7. Dio è sapientissimo, ]a cui sapienza non è con1Q prensbilc ad utnana mente. Grande è il Signore Dt"o nostro , e grande la potenza di lui , e la sua sapienza non la misura Psa1n1. CXLVI, ~. 8. Dio è in1mensamente misericordioso. Dominatore Dio Signore, 1nisericordioso e desso clementissimo, pa· zient~, e di 1nolta misericordia e verace. Exod. XXXIV, 6. !Ji tua tniser-icorcl~·a , o Signore è p~·ena la terra; inse~nami tu le tue giustz.ficaz-ioni. P salm. CXVIII, 64., 9. Dio è giusto, rimuneratore del buono e punitore deJ malo. G~·usto è ~·t s~·gnore in tutte le sue V1·e, e santo 1·n tutte le opere sue Ps. CX.LIV, 17. Chi a Dio si accosta, fa di mestieri che creda ch' egli è, e rimu- -nera quei, . che lo cercano Hebr. XI, 6. 10. Dio è santissimo, ed è la iomma bontà: Santo santo., santo t: l Signor-e Dio degli eserciti; della gloria di lui è piena tutta la terra lsai. VI, 5. Giusto è ~·l Si-

4 l gnore. in tutte le sue vie, ~ S(lnto in tutte le opere )~e 1Jsalm. CXLI\~~ , 17. Cono?cfuJe cl1e. siano cotali veralà , egli è ll)anifesto, ~h~~· tutte· le dottrine, le qual in· segnano il contra,rio ,. sono-. erronee e false; e c~1e . ella religione la quale professa taiJ massi111e . è fa a e rea, e però debhasi' fuggit~e ... 11 . Ognun degli uo·mini ha un, anima sola: la ~uale inevitabilmente sarà beata o dannata p,er tutta \ C· t~rnità: Imperocclw che giova all' uomo di gu.adagffre , l' intero 1nondo, se posc·ia, perde l' ani1na? O cl~ rà l' 'ttomo in cam. bz~o dell" anima sua? 1\Iatlh. X-. \71' · QJI 12. Una eternità n·on mai tern1inabile è d!:'s.'tpata -- nll' unl~t). geQqre nel spo~ dipa~ti.rsi dj. q~aggil1~ ~~rto·ii e gaudi_i essa. co:n.ticn~, n.pn, cess~b~l~ , n è n1enorn\bili n1ai; i quali si In,erihtn:Q. in questo viver terrestrq. 15.t I~~ eterno non è paragonabile al te·mpo. Una delle due ctcrn.~tà .. d,i.scorse ci spetta; sarem noi' o sempre !elici co' santi, o sem.p.re infe1ici coi dannati: ma senza la era - fede, egli è tanto v.ano.. sperare il godere de') beati, uan • t o è cerlo il tcm.cre la dannazi o.ne e ii. p·enar de' re 'obi. N_orn~e per ben condursi negl{ affar.i pitì irnp.ott6~'f!;(( che riguardano alla propria eterna s,al'l{-ezz.a:. 1 . Nella libera elezione è da a ntip~rre il mitliore al buono, e questo al male: il cer.to_all' in~erto; ~ l vero al falso, e l' eterno al t~mporan~o. . 2. Per arrivare al bramato fine, fa d' uopo ~alersi dc' mezzi opportu~i ; scegliendo , se non v i smo i certi, i meno dubb.iosi. 5. Fra i mez~) con.dÙcenti alla eterna beatitudine, si ~,dditano come inJallibili quei cl1e vi condussero altri. 4. Sono eziandio mezzi sicurissimi a salva rei quei che provengono dalla sana ragione, dall' autorevol consiglio dei savii e di voti, quelli ispirati ci dallo steaso di vino Spirito contro i ìusinghieri inviti del mondo, e ]e carezze della concupiscenza. Lo spirito è quello, clte dà la vita : la carne a nulla giova Joan. VI, 64. Itn·

it perocchè coloro, che sono secondo la carne, gustano {e~ cose della carne ; coloro poi, che sono secondo lo s1Ji· rito., le cose gustano dello spirito. Impc1"occ1tè la saggezza della carne è 1norte: la saggezza dello spirito è vita, e pace. Dapp<.,ichè la sapien~_ a della carne è n·e1nica a J)ia.; perchè. no.n è soggetta alla. legge di Dio; nè tnai può ess:r;rlo ,. E qttei , che so11o nell(f, ~arne , a Dio non p.p.s-$-ono p-iacere. l{ornan. VIli, 5- 8!" Son queste le n1assin1.e fondamentali della fede cristiana, ch' io. mi prefissi fn ~ente indi mi posi a disan1inare con ogni. diligenza le ~i1l1~ssion i eh<~ seguono, dalle quali lra:;si motivi super.iOJ'i. alla mia ragione onde abbracciare la. fed~ rom~ no..-cattoJi~ca ' · e fuggirn1i dalle altree . RifLESSIONE l. , . la prima_ r_i.flcssione che mi si affacciò ali a mente si fu, se fosse mi;lior cosa l' abbracciare la cattolica religione, ovvero q,uella che i Juterani ed i riformati~ in alcuni luogh~. app.ollano· evangelica. L~ ca t toUea mi par· ve a prima vista la vera,~ ess~ndo ella professata per tutto il mondo, e conservando ella Ja su(l.. natura di uni· tà: laddove l' evangelica 1n' in ge n~rò gagliarde dubbie z.. ze intorno alla s·ua vcracìtà. Essa, io dicea fra me, deve racchiudere ne'suoi dogmi Lutti i santi evangeli. l\1a la dottrina che i lulerani e i calvinisti professano discorda dagli evangeli , discordano tra loro que' che la professano, ed è però impossibile rinvenir verità ev,a.pg{~­ lica laddove sonovi d-iscordanti credenze, dunque o l' una o l' altra deve essere falsa. · Ora es~endo c·hiaro a tuili ~Ile qu.est~ - d!l.e religioni Juteran_a e calv.inista so Q-o tra Jjor discordanti in parecchi . punti di fede, egli è facile il dedurre, che amendue sono erronee, essendochè sono pasto di un sisten1a fantastico, composto di.. varie contradizioni. Non avendo io adunque ricercato fantasmi, tna bensì le indubitate verità professate dalla divina fede, non l1o voìuto perciò

fraptJorre indugio nello scegliere, ed ho rigettata l' e v~ugelica. RIFLESSIONE Il. Ho considerato dappoi che Je religioni luterana e calvinista mal si appellano evangeliche. Ciascuna di es· se si usurpò questo venerando nome con un testo delr evangelo stesso ' deturpandone entrambe a proprio vantaggi O· il vero sjgnificalo. N i uno di loro diede prove de.ll' infallibità di quella fede che andavano a stabilire, o per dir meglio dei loro capricci mantellati del- ~ la santità delle dottrine di Cristo, e fra loro astio· samente discordi e avversi. Donde conseguita che delle due dottrine 'ilon ho potuto sceglierne alcuna, ma ho dovuto rigeltarle amendue. RIFI4ESSIONE 111. Nè meno ho potuto comprendere ,perchè i luterani e i calvinisti vogliong segregare dalla loro evangelica religione .gli anabattisti e gli ariani, nel mentre dico.. no che a lor si conYenga siffatto titolo di evangelici essendocchè le loro dottrine C·orr.ispondono a.lle evangeliche verità. In siffatta discrepanza gli anabattisti van gridando, non leggersi neli, Evangelio che gl' infanti siano battezzali, quantunque si legga aver detto Cri- . sto: Chi c'l'ederà , e sarà battezzato, sarà sal,vo: chi poi non ct·ederà ) sarà condannato. Mare. XVI, 16. Gli ariani quistìonano sulle parole del medesimo Cristo , conciossiachè 1'l Padre è maggiore di me. Joan. Ll V) 28.. dicono insegnare la nuda verità quale è contenuta nell' Evangelo, cioè che il Figliuolo sia da meuo nelle cose divine all' eterno Padre, e che egli sia a lui ineguale. Niente ha l0ro giovalo per insavirli ciò che ne han detto i n la l proposito i santi padri, cioè che il Figlio è da meno al Pad.re in quanto alta natura umana , ma è uguale in quanto alla di v i n a. I Juterani e i /

càlvinisti pei usano delle dottrine d'ei padri del1a cat· tolica chiesa, sol quando malignano contro il cattolicismo; le disdegnano pose i a nel lor piatire. La valida autorità de' ss. Padri si manifesta aitante e· srcura sugli articoli di fede, più che in altri votusti e moderni scrittori. . Ma i così detti evangelici non curano sicure dottrine, flmano di re che non si debba credere altro che il detta-to della sacra scrittura. RIFLESSIONE IV. Qui mi torna in memoria l' ammonirnento di Ge· remia VI, 16. Fer1natePi sulla strada, e considerate, ed interrogate intorno alle antiche strade , quale sia la strada buona , e catn1ninate per essa·, e troverete ristoro alle anime vostre. lo dunque ho di visato che tale via sia la più sicura, ment re sappi an1o aver con ~ dotto in cielo chi la calcò, e al contrario 1' altra si es ti.. ma mal sicura·, e ben s' ign-ora s0 abbia n1 ai condotto alcuno al ce] este godin1ento. Dico aAzi di più, essere certo che dei vissuli e n1orli nel se no .. della cattolica fede, rnoltissin1i son giunti a salvarsi; ma non si può similmente affermare di quei che morirono in altre reli· gioni. Laonde a me sembra· che la chiesa cattolica sia il sicuro cammino, e la via più diritta che ne conduce al cielo : essa dunque dee~ a tutte le altre antiporsi . RIFLESSIONE V. Chiunque creda come conviensi, piace a- Dio; or senza la fede è ~·1npossibile piacergli, Hebr. Xl, 6. La vera fede sarà dunque quella che parla a salvamento e che è cara a Dio. Ed essendosi moltissimi salvati nella cattolica ( il che confesilamo noi stes~n di lei avversarii ) , egli è fu or di ogni dubbio che dessa siat vera da prefcrirsi e da abbracciare.

-RIFLESSIONE \·I. Ilo altresì arg'omentato ·in questa guisa : siccon1e ·non v' è che un solo Dio, non può ..esservi adunque che una sola fede, il che cel dice s. Paolo : un solò St"gnore una sola fecle, un solo bcittesi1no. ·Ephes. IV, ·5. E qu~sta fede è sola la salutare_ co fu e OFiO Solo è; il vero Dio. Ora avendo già provato la fede romana cattolica esser la vera e salut<~vofe:; , ·non si potrà dunque fuori di lei sperare salvei.za, nè dovr··assi abbracciarne altra :a lei ·contraria. .RIFLESSIONE ··vÌI. ' ' ' . . Ma quello che vieppiù n1i ha confermato ad abbraè...· ·ci are il cattolicisn1o, si è la propria confession degli eretici ·' i quali affern1ano che il cattolico può ben ~alvarsi nella sua religione: al contrario i cattolici credono 'che fuori dell' ortodossa loro credenza non vi è salvan1ento. Che stoltezza non sarebbe ella dunque il non arruolarsi a ,questi, i ·quali nella ·Ior fe~e -'h~an sa- ·· lut.e, s-iccome confessano gli ·· ~tessi ·avversàrii '?·. M11, · giu· .·sfa i cattolici, m.i ci sospignc maggiorniente i'I ·· costante dir che non si ottiene salvciza da chi di·screde nelle loro dottrine: dunque sarà tniglior consigfih·, il torsi d a per i gliosa v i a e n1 c t t er si ,. i n ... q n c lJ a s li n1 a! a più sicura <l' ·:anib b duo le p a r t i , · c i o è d c II a ~ ca ti o I i 'C a e deII a evangc:nc·a ·: :la via da' c'attolici ,. b.attufa è crcdnHl sieu .. ra ùalr ùria p3rtc o dal P <it!ra; c1uclla b~1:Uut'a dnsli e· terodos s:i al contrario è sfirhata ·falla ce da ·chi ne la s6hifò. Così non vi 'àvrà alcuno il qualé ··r'icusi un medicamento giudTc·ato ·proflcuo da due medicanti .. per a p· pigliarsi ad uno re-putato Iiocevole dall' un dei due. · Essendon1i anche ~·icordato d(·;l buono ammaestra .. ~mento che si legge nelle sacre carte : Ricordati dei

..giorni antichi; ran~1nenta acl unct aà una le elà : in .. t>erroga ,·t padre tuo, e te ne darà novella; i tuoi avi , e t el d~·ranno, Deuteron. XXXII, 7.. I-Io ricercato nei libri de" ss. pa~ri per apprendere qual consiglio, in ·queste n1ie dubb~ezze, mi con·venisse per eleggermi o l' una o l' altra ·religione. l\1i ·venne dapprima fra Je mani s. Agostino, ·e n1assime la di lui <Jpé'ra ·o ve trat- . ta de' manièhei, dalla setta de' quali er·asi dipartito . In essa palesa le cause della sua avventurata con-versione, e così favella. Molte e for1i ·ragioni 1ni 1ne'11a · rono ~nel grembo della cattolica chiesa. Mi vi tien6 l' universal concordia di tutte le naz~·on-i. Mi vi rafferma l' autorità incominc~·ata co' miracoli ., nu:tricala dalla speranza , aumentata !lalla carità , e dalla a'ntich ttcì avvalorata. Mi rattiene in essa la non mai inte·rrotta sttccessione ·dell' episcopato e (/el sacerdozi o, elle dura ancora oggi dì nel vescovo discendente da s . .Piet1,.o , a cui Cristo comandò di pascere il suo gregge, Conlra ep'is't. M·aniehaei, quam ·v ocan t fundame·nLutn. Oper. rfom. VIII"' ·pag. 155. ed. Bénedictor·. Paris. éontra Donatum torh. IX. p. 7. ed altrove de credendi utilitate cap. 17. Dubitere1no ancora di rirnanere in ·questa chiesa , ·'"che pomposainente prime.ggia con la so1nn~a dignità apostolica, 1nantenuta n'élla Stia epis-copale sttccessz·one, e c!te sì per l'autorità dei concili i, sì per la ~nae .. stà portentosa de' procligii ha mai se1npre darntata l' eresia? S. Ire neo, più antico del tnentovato padre.. li b. 5. cap. 5. porta sentenza della rontana chiesa niente dissimile da quella agostiniana. A q·ttesta ciiiesa, egli dice, non 1nancò mai l' aposlolica tradizione. 1,ertul· li ano discorre di essa come siegne: Tu hai la città di Roma , donde -abbz·amo ancor noi rice~ntta la nostra autorità. La stia chiesa vanta per edific·atori gli .Aposfo ... li; essa sì abbella del loro sangue , essa arnn~aestra non ingànn-evole ·colle di loro dottrine. S. Girolan1o nel-. I a lettera 5. a Ruffino cap. 4. parla in tal gui ·a: Sap· p i, che l et fede ro1nana viene con(ern1ata dall ' aut o-ri.,.

ti di s. Paolo. Nel dialogo contra lu~iferu·m il tnede~ simo s. dotlore sj esprime in questi termini. Ti maru'festerò brec;e1nente l, opinion m~·a. Quest-a chiesa si dee rcenerare, perchè fondata dagZ.t' apostoli, perchè SrJ1npre fiorì ~ 1nan.terras~i fiorente, sino ~l tramon~ o de secoli. S. Gregorio Naz1anzeno da term1ne al mao con·vincirnenle con quelle sue parole: La fede romana nacque salutare, e durerà intemerar1·a. Ft'n dove ~·z sole arriva a lumeggiare , questa fede convincerà ogni intelletto. Avendo io dunque sanamente compresi i nar· rati avvisi de'l ricordati ss. padri intorno la cattolica fcchJ, non ho potuto ristarn1i dall' approvare le )oro senlenz·c, e dall' abbracciare la fede ·roman a eatt01ica. I~IFLESSIONE IX. ~li sono poscia rivolto a., santi di f)io, e considerato qual fede tenessero , mercè di cui diventarono beali. f}al mio meditare ho rilevato ch'essi divennero qual i sono , merc è Ia so J a fede romana. 1\rl e l d i cono , fra i vescovi , s. ~.1arli no , s. Niccolò, s. .-\ tanasio, e parecchi allr i: tra i claustraJ i s. J)on1en i co, s. Fran· cesco c altri n1oltissimi: ira le vedove s. Monica, s. Br i g i da , s. I~ l i sa be·tt a e più a H re : tra le v erg i n i , s. A.• gata, s. Lucia, s. Agnese, s. Catterina ed altre innumerabili. Io dunque ho argomentato che se gl' indicati santi giunsero al cohno della beatitudine mercè del la cattolica religione, ella è pertanto l' unica ed infaJ .. libilc ad abbracc-iarsi come- guida all' eterna gloria. RIFI.JESSIONE X. Non bastandomi cotanto soccorso, voHi eziand.io in· terrogare la i nfi nila schiera de' ss. n1 arti ri , add i1nan· dando lor.o quale fede abbian tenuta por ]a cui Vf~rità sp~rscro 1! ~angue ., perderon la vita, patirono eattilJla acerbJss1me e lunghe , tolJerarono slrazii e tor· ~

l'l menli incnarrabili, sopportarono infinite tribolazioni t; i ulivi e sereni. Ed essi concordemente n1i risvosero aver l~rofessalo la fede cattolica. Mel dissero trentaLrè pontetìci romani estinti di martirio: mel dichiararono Cornelio; Cipriano , Fabiano, e Sebastiano : mel contarono s. Lorenzo , s. Cecilia, e s. Dorotea, e da co· siffatte leitimonianze avvalorato ho conchiuso che la romana fede sia la verac~, deJla cui gloria e santilà parlano tanti martiri , che ricolmi di vero gaudio dierono per lei le loro vite. RIFLESSIONE Xl. Ma di ciò non pago, volli inabissarmi, a così dir· la per sin nell' inferno, vi osservai Sin1on lVJago, Novaziano ~ Ari o, Vigilanzio, Pelagio , Nestorio, Maced.onio, rt1arcione , e l\1aometto, e domandai la cagione della loro dannazione. Essi mi risposero starsene là per essersi separali dalla cattolica chiesa, per vanezza di scismi. Donde inferii, che per evitare cotali pene, era costretto di assembrarmi nell' unità cattolica, senza mai disgiungermene. RIFLESSIONE XII. Non havvi uorno che dubiti sulla fede professata dall' apostolo s. Paolo. Esso non ebbe altra fede che quella dei romani. Cel dice egli stesso; Per consolarmi insieme con voi.. per la scambievole fede e vostra e mia. Rorn. I, 12. E chiaro dunque che la romana fede sia sfata mai sempre Ja vera ed apostolica; il che confessano ancor gli avversari, quando dicono ch' c: lla in prineipio era salutare, ma che poscia traboccò in err<>r.·i ; ciò ~che ·vien da' cattolici negato. J\fa QSSi nou sanno addurn·e veruna proYa; e tutte le volte che ri· chieggonsi quale arlicolo ella svisasse, e dove e quarado, non possono recare in nulla saldi argomenti. Ep - pur.e essi dovrebbono farlo. Immaginiamoci, vi foase

chi si accinO'cssc a diiTan1are un illustre casato, cl1e fosse s~adut~ dalla sua nobiltà primitiva: costui s?rcb~ be in obbliao di adJurnc le prove della sua asserz1o ne, altritncnti .~eriterebb,·c esser uunito. co.me malvagio e diffamatore e RIFLESSIONE XIII. l\1cnlrc io n1i sta,·a ancor dubbioso nell' elezione fra la romana o altra religione, mi surse in n1ente una novella difficoltà. Pensava io cl1e quante volle rigettassi la cattolica fede, mi conveni va t,ccglierne al~ra ~­ a lei con.Lra.dicentc. Quale adunque doveva abbraccaare 'l. La luterana , ovvero la calvinista ? Quella degli anabattisti, ariani,. od altra di simil tempra'! Tutte queste credenze si v.Huperano vicendevolmente: si accusa· no di gravissimi errori conlarpinate per menomare credenti all' une , c d,arli alle proprie.. Ponghiamo però eh(~ mi fossi deliberato per una di esse, io non sarei stato privo di scrupoli un sol dì, poichè ognuna di dette religi'oni si divide in altre cl)e da lei dipendono. Sicchè nuovamente sarei yivuto indeciso nello eleggere in mezzo a tanti diversi cd opposti parti.ti. E perciò non ho trovato consiglio più sano di questo, di rigettare cioè le mentovate credenze, e scegliere la rorna.. na cattolica , alla quale, come dice s. Paolo., Cr.isto d2~ede a1Jostoli, profeti, epangelìsti, pastor'i ed altri dollori: Per lo per{ez~·ona1nento de, santi, per la't'orìo de.l 'tninistero , per t a ediftcazz·one del corpo di Cristo: F~no a tanto che ci riuniamo tutti per l' unità della fede, e della cogn1'zione del figliuolo di Dio, 'in un uo .. mo per[etJo , alla misura dell' età piena di Cristo. On- ~ d? non p~:ì~ siamo fan.ciulli vacillanti, e portati quà e la da ognt ~ento di dottrina ]Je' raggiri degli tto1nini, J!er le astuz~e, onde seduce l' .errore. Ephos. IV, 11-14. l{l~LESSIONE XlV. lo mi proposi dapprima di rifiutare quella sella c

13 e , religione, in cui avessi 'di scoperto il più lieve errore l contro la fede, o la retta ragione; e perciò mi diedi 'j d e a tutt' uomo a esaminate parecchi punti fondarnentali di diverse cattolic-he ·c.tedenze. Io dicea tra me me· desimo: ·in Dio havvi una bontà e sapienza i n'finita; egli ci ha prescritto cerli ·com·àndanle o ti ., al viulatore ~ · de' quali statu·ì pena acerba ed etern'a: bis~gna ·d un· ~ que elte .essi ··slan tali da poterli agevolrnento a.dempire, poicl1è mal si direbbe il datore di quelli sapientissimo, e clementissimo se comandasse cose inosserva- , bili , come sarebbe di fermare il . sole, o di approssi· mar la mano al cielo, e destinasso pose i a il tnancato· . re a crudeli supplicii. Essendo però Iddio ·sapientissìmo legislatore, a'\trà stabilito cose da potersi adempi- . re' mediante la sua grazia' e sarà mendace e falsa quella religione che insegna non essere osservabili col1 l' ajut,0 super.uo i divini ,preeelti, come van djce.ndo i l nemici detlà fede ·C'àttd1ica. ~come ~lem:èntiss·imo non si· l può dire di lui cosa che non sia -èontraria alla sua som- __ ma bontà. Ma disconverrebbe all' ·infinita sua clemenza il condannare agl' infernali supplizii il peccatore , ove dapprima lo avesse creato alla colpa. Non si può 'dunfJue addebitare Iddio di ·cotanta mostruosità, ma bensì la dottrina calvinistica ·quando atnmette la predestinazione, e perciò è da fuggi:rsi. ~Dio ·è ·onnipotente e verace , e non havvi cosa a lui ·impossibile. Avendo eg'Ii nell' ultima cena parttJcipato a suoi discepoli del pane e del vino, dicendo : questo è il mio corpo , questo è il 1nio sangue; nasce forse dubbio che Cristo mentisse, o pure add i venisse impotente di convertire in suo corpo il pane, in suo sangue il vino'? Se egli fu mendace è forza confessare che non sia verace in sua natura: se gli è stato impossibile il detto trasmutamento, non ;sarà onnipotente, e per conseguenza ·non sarà Dio. Ma ·Cristo essendo il vero Dio, sarà essenzialmente ·onnipotente e ~erace. Arroge: Iddio ·creò il mondo dal nulla , e Cri-

14 sto cangiò l' acqua in vino uel!e noz~e di. Ca na in G·aHiea · perchè dunque non potra cang1are In suo sangue ii vino , in sue carni iJ pane'? Si argomenta pertanto che Ja religione de' calvinisti sia fa.Jsa, negando la reale presenza del corpo e del sangu.e di Cristo nel sagramenlo dolJ' Eucaristia. RIFLESSIO~E XV. Esaminando altri articoli di fede professati dagli acattolici, ho ravvisato cose tanto insipienli che ripu- l' gnano alla stessa ragione. A mò di esempio, fra le dottrine insegnate da loro, avvi quella che tutt,. i peccati siano di egual colpa, non a1nmettendovi n1aggiore , o rni n or gravità ; mentre eh·~ dai sacri Jibri apprendemmo cho ogni accento soverchio è colpevole: Or io vi fò sapere , che di qualttnque parola oziosa , che avran detto gli uomini, ne renderanno conto fl.el dì del giudizio. l\1allh·.. XII, 56. Or no.n Yi sarà- distinzione fra • quel peccato , ed una besten1mia, o- negamento alla vera fede'? Se ognri J)eccato porta un'egual colpa, :-lei» be in.fer·irsi che gli si debba un' egual .punizione·; dun· que una parola inutile non sarà così facilmente perdonata J come lo sarebbe un peccato . gravissimo. .~l contrario Cristo c· insegna : Ma 1.0 vi dico , che cht'un, q~e. si adirerà contro del· suo· fra t ello, sarà reo in giu · dlz~o; e chi avrà detto al suo fratello raca, sarà reo nel consesso; e chi gli avrà detto stolto, sarà reo del f t!oco dell' ?·n ferno. M alt h. V, 22. Donde conseguita che v! ~~~ ~ec?ali gravi e non gravi: ch.e dessi non S(}no SifJllhssimi nella colpa, e non m~ritevoli di egual pena; c~me dice s. Giovanni epist... V, 16: Chi sa che il propr~? fratello pecca di peccato·, ahe non mena a mor· t·e' chtegga, e sarà data la v1"ta a quello , che pecca non a morte. llavçi nn peccato a morte : non dico , che uno preghi per questo Vi ha de~ peccati impcrdo· n a~i li tanto nel tcn1 po , che nell ' eternità, come quel~i

15 ~ontro lo Spirito Santo. Or essendovi peccali perclo'-na .. bili e non perdonabili nell' uomo, dunque vi sono più gradi di colpa. Si legge ne' proverbii XXIV, t 6. Sette volte caderà il giusto, e risorgerà: ma gli empii precipitantJ nel 1nate·. Essendovi dunque delle colpe non c.ancellabili . ed . altre rimessibili, è forza credere la loro inegualità. Quella setta che professa le massime di e.gualità nella -colpa, è degnissima di ogni abominazione. RIFLESSIONE XVI. Gli ncattolici insegnano eziandio, che Je nostre o... pere buone sono peccati, e, ·giusta le loro dottrine , ogni peccato è ugualmen te grave: dunque le nostre buone opere saranno eguali a tutt' i peccati sebben 1nortali : dunque il venerar Dio sarà come il piasirnar... )o; il dare ele1nosine, lo stesso che predare; restitui... re il mal tolto, iJ medesimo che il le nerlo. 1\IFLESSIONE XVI~I. Bramere~i sapere l' opinione d~ un predi cante sulla l restituzione dello altrui. Ove di cesse che si debba rea 11 stituire , si potria domandargli , se ciò sia un ·opera ,\ buona; e consentendovi, potrebbe dirgli s'i: con forme 1~ alJa vostra religione ogni opera buona è peccato , e i l peccati sono eguali. Dunque sarà lo stesso il rendere ~ o il ritenere i.l rubato. Se cotale dottrina è vi tupe revo ... ~i le, assai da vituperare eziandio sono tutti que' che la v professano. 1) R,IFLES.SIONE XVIII. Dio è santità perfettissima. S' egli è tale sarà ne· mi co del peccato ; come nemico l' avrà in od·io; come ~ oàiatore non potrà volerlo ; non volendolo non può cot mandarlo. Dunque Iddio non è autor del peccato; non J lo comanda ; non governa i consigli dei peccan'ti , co1·.. m.e ·insegnano ~n1piamente Lutero e Calvino.

16 . ~ IllFLESSIO:\E XIX. Ilo attentamente ricercato Jo storie civi1i cd eccle~ s iastiche le vicissitudini deJle n,azioni e dei popoh peçr cono;ccre se eravi alcun vestigi() dell~ religioni lu· terana c calvinista prima del. maJa.ugurato sc.c.olo XVI . Per questo ~~e. ho letto ~.a~_ec.ch~ scrittori an~ic.h~ssimi ' dcJie cose ptu IQ1rpemorab.tl.l d1 c1ascun secolo.,-.ma non mi fu dalo di il tr.u,rarvi niuna ric_or,Panza de1le. loro dottrine. Qui n d. L giudicai ch' ' esse provenissero da set-:- tc nov.elle non date da CL.is.la, n~ predicate dagli aposto·ù·, n1a sì- ric~vatc da' loro -sprez2abi1i inventori: ciò che mi diede giusta ragione di rigetta.rle. RI'FLESSIONE XX. Rico rdomi tutla'Via dì aYer. lelfo nella mia gio,'entù un libro scritto da un calvinista intitolato Gtn·da. In esso l' autore pretendea di addimostra_re, cl1e fin dal · nascimenlo eli Cr_jslo , e ne., susseguenti-secoli vi erano stati di que.' cite uvDva.no insegnato la doltrjna di Lutero e di Ca1v.ino. Egli però Io tenta indarno. Imp.erocchè scriv.en_do eglL cJ1e Yi fossero cotali cre.dc.. nti, Yerrebbe· a dire che ' 'i fossero stati dci Juterani- calvini- . \ . sli ; iL che è cosa impossib_i]ç. , .. po,ichè que ~ due no\·atori .. • coq1e tuttora av,~ iene nei" lor· scgt1aci, si conlradòic.ono in1rnens?men_te. Non si può dunque provare, nè si po ·~r.à· Il)ai.. ., c.hc tali crcdrnz.e si sresscro fra gli uon1ini prima. che Ijutc.ro e Cal-vino le bandissero. lQ secondo luogo qnesto sc.rillor,. calv.inista vorr~bhe tr.t~cr~ p.~r lu l.'}ra_.no- calvinisti tu_tli c.G1or.o, ne., cqi · dct, l~ t! s1 ~ f.lU~~?n1sse qual~lie senso profe,ssalo dag_li acatto· l t c 1: , M 3 c 1 o n o n ba s l a.. ltn perocchè se questo. ' 7 al csse , r.?J~ a:vrcbbe. do,'ulo apno-v..crarvi ez.iandio ~1aomr.lfo, A· rto , ed aHr• errsi-a.rchi.., aYt'ttGo eglino,.. ehi. pi ·ù c:ki I n P Q o ,. cre d\~ l o a l eu na cosa c o. n t e n u t a ne11e ù o Il r i ne d<' i su m m~ n l o Y.J~\ t i d ll c cr e li e i.. , D i f ~ tt i 1\1 a e m e tt o . i n sr gn t .

17 non esservi che un solo Dio: Ari o negò r' infallibilità dei concili i deJJa chiesa, dicendo che il N iceno errò quando condannollo corne eretico. Da ultimo piacque a Il' indicato aulor deJJa Guida annoverare al suo catalogo J~terano ~ cal~~nista molti , visspli . Uno , ali?. ulti1no. di .: lor v!La nella~ c,_aJtolìc:a fède · , fra c.ostoxo son.9vi, pon,~elici , cardinali, arciv~sc.ovi ·' vescpvj, cl~ustrali., e, moHL altrL che han cpmhé:lttuto con grandissimo z.e}o ,_ per, la cattoli.ça v~rità. 1\'1 a. v.edi. stoltezza ! AppelJa lulerano·cAalvi'nisla.. s. Gregorio~ pçt.pa per aver castigato .. gl' · ipiqui sacerdoti i'mp9triditi: dai v i zii: Irene o per.: av:.er Jç>daJo._la saçra sc_riltura : P oH:- · carpo . per av~r conservata la dottrina apqstolica: lleiJarmino' per aver falte lamentanz~ c_o~tro ·1 prav.j c_attoli- . ci. 1\'la , ciò . non . P.f.~:ova -che i sumrnentoyati padri e scrittori sie no ·sta ti .. com' · egli. sol. p~ nsa. A.nc.he oggidl vi ha ne11a chiesa roman.a . ·sc.. r.itt~iri z~elanti che van biasimando l' it:J.lp~Qb_çl condotta .. di_ ·alçu'ni · tra" sacerdo· ti; che van condanna.ndo._ il... vi.ve.r' ·emp.io; cb.~ van commendando le bibliche do~trine· ; che v an raccomanda n· do la dottrina apostolica, senza che perciò sieno Iute- ~ rani e calvinisti. ·· RIFLESSIONI XXI.&, ... • <. • ~ Ho adunque· sc.elto., neJTa,. 11:1Ì<l;, elezrone una gu-ida: più salutare, ,. cl)_~. no~ e.r~a - ~~ -.. di~Qo~.~a. Quindi bo di sa... minato l' e resi~ surt~, d.all~ .; Q.~.tività~. ùi Cristo~. in poi ; ed ho . rav.visalo . ~ i m_:e.d~s1ùlt".; e.rrorL di . alcuni eretici conda.n.na.ti _dalla ._ chiesa riR·~odo.tti . nel1~ s~tte. lpt~_raJla e calyinista, . se . non cl~e i.n queste aum1~H1,l<\rono. . gli_~· e_r· ror.i , . e presero.. nqova fprn1a.,.·delP a.n_tica più scduc.. oote•., N è intendo gj.à.. dire ., cJ~e ~lçuno. di : essi.: ip~egp~sse . luttL q_pesli _ articol.f' neii.{l_ rn~ni~r.a . , ch_9 s' ip~egnarono . da, Cal~ino , .. e d~-- Luter.o:. ,._ perc.h~ Q Q-n v.~ e~pf~ tn~i alcuno ~ simiJ~ a. loro .; · ma b~nsl c·h.~ B:lcnn i. ar.ei~retjci . in--. segnarouo alcuni. dj. essi., e ciò in . diff~renli . età. Que-. ~lo tqltav.ia Q9.Q I?uò, Qla.j csser.c . un. argo.m~Qto 12er , un. ..__

18 uomo di buon senso, onde dedurre che la Jotlrina Iu.., t~ rana o calvi n i sta sia stata avan ti Lutcro ~ e Calvi no .. . Ciò unicamente prova ( e questo in vero per retta conserruenza) che la -religione inventata da l.Jutero, e da Calvino è nn gua,zzabug1io di diverse antiche dannatH eresie) alquan to rasso1niglianti agli abiti de' rnendìci , che tro,tansi fra rigattieri , -che racconci-ano i cenci vecc h i d i vari co 1 or i con a 1 c un i nuov-i ritagl i di drap· po di colore e qualità totalmente diversio RIFLESSiONE XXllo Dopo ciò tolsi a co nsidcrare le vere note della chie... sa di Gesù Cristo; cioè la sua unità, santità, cattolicità ossia uni versalità, ed origine apostolica. ~.la nelle nuovamente riformate, o piuttosto deformate dai lutBrani o calvinisti non potei ritrovare siffatti caratteri. Non vi trovai l' unità, essendocchè elleno ·si contradicono in parecchi e precipui punti di fede, e ciascuna si divide in parecchie altre. Non vi trovai la santità., imperocchè questa vuoi che si fugga il peccato e si fa{l1Cia il bene: Fuggi il 1nale, e opera ~·l bene, ed avrai un' abitaz~·one se1npt.terna. Psalm. XXXVI, 27. l ri.., formati non insegnano di fuggire la colpa~ secondo il , com.andamento divino, che anzi predicano che quei santi precetti non sono da osservare. Dicono ezrandio che le buone opere non danno l' eter.na salvez.za, anzi, che elle sono peccaminose, e non possono produrre alcun pro. Non le rinvenni cattoli che, cioè universali , conciossiacchè non sono per ogni dove predicate come la romana, alla quale sola si può applicare ciò che scrive l' apostolo Paolo ai romani l, 5o Per cui ricevuta abbt'a1no la grazia, e l' apostolato presso tutte le genti, affìnchè alla fede nel nome di lui ubbidiscano. Di più; le riformate credenze non possono vantare la .:più antichissima esistenza, poichè s, ignora se innanzi i ' anno 1515 vivessero, e quel che maggiormente im-

19 porta n?n prosperarono da per lutto, ma solo in qualeh~ regtone deJl' Europa, picolissima parte in comparazrone dell'Africa, dell' Asia e dell'America dove non si discorr~, n è si sà di esse. Non ho potuto gi·udicar· le apos-tQltche, pereh è non stabi"Jite da ali apostoli·, es ... sendo~hè l' ordi~e de' ]or sacerdoti , e 0 le ]@r dottrin-e non d1scesero da essi. La sola romana chi~sa distin· gu?ndosi per tutte queste note, dee perciò> sopra ogni alfra, abbracciarsi come la uniea yera.. RIFLESSIONE XXIli. Ho spinto dappoi il pensiere alJa prima conversio· .ne di tanti popoli e rean1i dal paganesimo alla fede cristiana , la quale è così ammirabile che vi· si scorge propriamente il soccorso speciale di Dio: che all' incremento di lei si opposero quando imperatori e re potentissimi, quando tiranni colle loro crudeltà, e gentili con la perversa loro ostinazione nel non vo ler credere a misteri che all' umana mente non è dato il comprendere. E cotanta impresa (cosa mirabile a dirsi ! ) fu condotta a fine da pochi semplici e poveri uo , mi , e sac·erdoti. Quindi esaminai quale mai fosse la religione da lor propagata, ed ho chiaramente veduto essere la romana cattolica, tal quale fu introdo tta dagli apostoli e trasmessa a' successori di s Pietro. Diw fatti gH avversarii stessi concedono che ne' primi cinque secoli non fuvvi altra reli'gìone de lla romana cattolica in fuori·, alla quale si con vertirono innumerevoli pagani. Veggo poscia che nel ses to secolo l' Inghil· terra, per opera d'i s. Agostlno monaco, colà inviato da s. Gregorio~ addivenne cristiana. La Germania si convertì al cristianesimo nel secolo settimo per m.ezzo di s. Bonifazio inviato per comando del pontefi ce Gregorio III. Nel secolo ottavo la Moravia si di'partì dal gentilesimo , marcè le cure di s. Cirillo .e Metodi o. Nel nono l' Ungheria e la· Polonia vennero alla -vera fede

conClouev 1 da 1 san t 1 A d a 1 Der lo , l'e Hegri no c d a H r i. N e l decin1o la Boemia, la :à'1oscovia, la F,rancia ùi ventaro· no cri stiane per opera di s. Remigio, e tutta Irlanda mollo innanzi vi era venuta per s. Bonifacio e Vi1debrordo. N.e.ll' unde.cirno la Pomerania da s. Brunone. Nel duodecimo la Livon:ia e la ·Svez.ia da s. l\1ainardo. lo s·eguito v:enne-ro a professa re l' evangeli o di Cristo più regioni delr India, e tutta-via si dilatano maravi· gliosamente sì sante conquiste, in guisa ., 'cbe là havvi maggior copia di catto1ici che non ·contiene l' Europa. Di tanti popoli pagani convertitisi a Cristo, non mi si appresenta un solo che nell' abbracciare la bandita· gli fede s·i professasse luterano, o seguisse talun' altra ~ eresia. E questo mio chiaro vedere, tni sospinge viep- !più a dichiararmj cattolico. )llFLESSIONE XXIV. Nella precedente meditazione pensava io parimen~ te· che Cristo nell' inviare alla conquista del mondo pagano i suoi apostoli, d·iede loro facoltà di op·erar prodigii, conforme alla sua promessa: Ed andando annunziate e dite : il regno de' cz·eli è vicino. Rendete la sanità agl' infermi, risuscitate i morti; mondate i lebrosi , cacc{ate i de_n~<Jnii; Matrh. X, 7 e 8 , e s. ~1arco XVI, 20: Ed essi andarono , e pred~·carono per ogni dove' cooperando il s~·gnore' e confermandofie la paro.la co' miracoli, da' quali ·era seguita. Ma gli autori ·delle nuove sette , avvegnacchè vantino la vocazione divina in ri'f0rmare la sua chiesa, non 11. anno ·però fatto alcun n1iru·eolo per autenticare la ·loro destinazione., anzi come un di loro li -rinfacci ò, non hanno potuto mai risanare un cav.allo storpiato" ·Com.c adunque potea credere che dessi s i~no venuti coil1e inviati da Dio, quando Cristo medesimo ci amrnonisce: Guardatevi da' falsi profeti, ( che hanno mai sempre l' evangelo e la scrittura in bocca ) ch,e pengono et voi rt!lll M~ll tijM ~~~ \l&~ rml~~ ' ,,~m l aum ~~~~. ( ~ co ~ao~ lo\ le ~6 l 1\ ~' nn~ ~~t De' ~U( Di( Br! DU( Dan1 ~i ai l no a ~h l~ le ~ro~ a mn ai IL li~ ne ~~~~ne , l~l~ro l ~~ne ~~ij~ ~

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