Volontà - anno XVI - n.8-9 - agosto-settembre 1963

fermo, 1u110 muta con1inuamen1e. Si tratta di questo: che un tempo, nei millennj passati, l'evoluzione si è occupa– ta delle varie specie animali. 1 pesci, gli anfibi, i rettili, i mammiferi inferiori, poi i :,upcriori, i quadrumani, gli antropoidi, l'uomo, l'uomo alluate. Es.sa cioè si di– sinteressava dell'individuo e ne morisse uno o cenlomila o olio milioni (come av– venne per l'uomo di Ncander1al), per la evoluzione era lo stesso, giacchè la sua conclusione era quella di imporre una raaa più adatta a vivere dell'altra meno dotata. Oggi - cd è su questo punto che noi anarchici abbiamo una missione da com• piere in senso antirazzista - il fenomeno evolutivo non mira più a imporre razza a razza, popolo a popolo, società a so– cietà, ma a favorire l'individuo pii, adat– lo, sia esso bianco, nero o giallo. L'anarchico, che ritiene il mondo e l'u– manità abbiano ad evolversi verso forme migliori di convivenza e di vita singola, non per guerre fra nazioni, col relativo vinto e vincitore, non per supremazia di una classe <..-conomica sull'altra più debo– le, non per masse di analfabeti schiaccia– te da masse di colli, bensì in funzione di casi singoli indi\•iduali, che arrivano por– tatori di fiaccole di libertà, di una interes– sante convivenza anche fra opposti, di un nuovo fuoco incatenato come fu pel leg. gendario Prometeo, di una ruota semo– ventesi sopra un asse, come lo fu per il miracoloso inventore cui dobbiamo tut· ta la meccanica moderna, l'anarchico, che rinuncia all'io-massa per l'io-uomo, quello può dire la parola decisiva in fatto di an– tirazzismo, senza offendere il fatto mag– giore dell'e\'olversi dell'uomo. Del resto, ogni giorno si hanno prove di personalità spiccate le quali onorano paesi i più diversi e i più di,·ersi colori della pelle umana. 1n tal caso, sarebbe errore insorgere contro singole supremazie individuali in uno od altro campo, come conclude •Noir et Rouge•: questa mania dell'eguaglianza che non si riscontra nemmeno fra due spighe di grano, non potrebbe che sfocia.. re in orgogli na;,ionali, di continente, di colore, ed è quello che invece si vuole evitare. Che tutti gli umani oggi siano eguali e affermazione assurda (noi s1essi anar• chici pronunciamo con particolare sim• patia e rive1·enza nomi nostri del passa– to); o acceuare differenze di gruppo, di razza, o affermare le differenze individua– li che non guardano più in faccia nè al paese di nascita, nè al cognome dei ge– nitori. Che poi una selezione finale abbia a \'e– nire. se, nel duemila, voi giovani, sarele sci miliardi, (ogni giorno una nuova cil– tà di duecentomila n.bitanti sta sorgendo per forza nel mondo, già da oggi) quello sarà affar vostro; non vi invidiamo. Mol– le volte abbiamo già l'impressione esal– ta di essere in troppi, in un mondo sem• pre più piccino. Fare dell'antirazzismo per demagogia, non è proprio il caso; inqua– drarlo nella opportunità che oggi la cul– tura offre a lutti di farsi un poslo di privilegio, dati gli scambi culturali moder– ni e il libro e la radio e In. televisione cd i mezzi di trasporto e, per taluno, al• meno l'esperanto, ciò mi pare pratico, ben armonizzato col nostro individualismo di base, col sole che nasce per tutti. Almeno, a mio vedere, volendo tenere i piedi aderenti alla !erra, e senza fare del– la pura retorica. Stimare tutti gli esseri umani come es.seri capaci di usare di due mani e di starsene ritti, d'accordo; però 527

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