Volontà - anno XIII - n.8-9 - agosto-settembre 1960

gano ad altri la libertà, la pietà e la giustizia. Es.so non (a nè può fa. re distinzioni di razza, di lede o di classe. E' col prole1ariato nelle sue a&pirazioni a una condizione più u– mana e nelle aue Ione J>er liberarsi da un servaggio che non è solo eco• nomico ma pure politico e morale; ma non può CHerc col prole1ariato nei suoi sogni, d'ahronde inganne– voli, di dittatura e di oppressione d'un'ahra classe. Le grandi fabbriche e le grandi agglomerazioni industriali, racco– gliendo in breve spazio un gran nu– mero di gente in comuni comlizio– ni e con comuni interessi, e ponen– dola in posizioni chiave dell'econo– mia di una nazione, hanno creato un potere nuovo nella storiu e di questo potere si è fallo uso, non eem1>reda parte dei lnvorntori 8lC!!ò• si o nel loro interesse. E' questo potere che ha suggerito l'idea di al– cuni anarchici di effettuare dei JHl5· si rapidi ,•erso l'anarchia e li ha condotti ad un 'idoliz.zazione del pro– letariato poco diversa da quella dei maaiati. Li ha condotti, SJ>eCÌein Spagna, ad adoperarlo a volte 11em– plicemente per accertani di averlo bene in mano e per non farselo strappare da un'organizzazione ri– vale. Molti non vedono ancora come ad esempio 1ft parftlisi di un seltorc dell'economia da 11arte di un'orga– nizzazione sindacale per imporre In propria volontà al resto della na– zione non si distingua moralmente da un pronunciamento militare ese– &tJito colle s1cs@.e intenzioni. Ln lot– ta nnarC'hic1t('Ontro il f)Otcre e con– tro Pobuso del potere non può fa. re eccezione per l'mm e l'aburn ,lei potere proletario. E t1narchico è cl11 agisce anarchicamente, per unar- chlz.zare le istituzioni esi1uenti e per la creuic,ne di modi di vita sociale anarcl1ici nuovi, senza abuso, sèo– za inganno e seoza violenza, e non pel {atto di appartenere ad una data classe o a una data organizzazione di classe, pel fatto d' essere o di dirsi proletario. 2 - Il progresso Indefinito E' e o M o o o pel pensiero e spic- cio per la volontà il diJ>ingere gli uomini e gli avvenimenti in bianco e nero. l\ta nella realtà, IP.li• to in quella osservata come in quel– la internamente esperita, le tinte sono mutevoli e infinite. A malgra– do infatti che ogni bandiera s'inal. beri io nome del bene, gli uomini si raggruppano intorno ad una o ad un'altra, non mossi, salvo rare eccezioni, da una volontà di bene o di male, ma per J>romuovere o difendere i propri interes!i, i qua– li sono semJ>re molto vari i ed un mi– sto di bene e di male. La concezione dialeuica della 810• ria, che è una varietà di quella del progresso indefinito, può sembrare meno rigida e più aderentr alla realtà, ch'è sempre fluida, in quan– to più precisamente 11abilisce come il bene d'oggi diventi fatalmente il male di domani. Essa pure tuttavia si oppone alla fede nell'uomo ed al buon senso in quanto esclude, CO· m'è popolarmente intesa, la possi– bilità di armonia fra il nuovo e lo antico, e non dice niente in sostan– za, una volta spoglia del linguag– gio difficile ed astruso con cui di solito s'avvolge, se non che i vecchi hanno sempre torto perchè scom- 493

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