Volontà - anno XI - n.12 - dicembre 1958

e in cunt11n10 rinnovo, perdi(• a!:'sorbe <1uotidianarnenle dal proletariato - dn ('Ui non(' divisa da barrien• .!'ceolari di costumi e di censo - forze nuove. Alcuni alleggiamcnli di questa borghesia rile\•ati per ca::,o e quindi non nec("~sariamente generalizzabili - valgono tultavia la 1,enn d'esser riferiti. Al umpo, verso la fìne della disn1..:sio11e sull'Ungheria, quando l'atmosfera era un pò calda, il rnpo~ru1>po dei sovietici bloccò l'interprete - che ormai non riusciva piì1 a trudtHTf' f'0ll la necessaria speditezza e precisione - per <'orreggergli un cnon:; la ::,OMnnza di questo i111crvcn10, i suoi modi e In passivi1à d('I redarguito hunno mostrato la stessa naLuru 1>sicologi<:o-ge– rnrchica dei rapporti usuali in onidente.: in quel momC'nto - nel giO\•auc vicc-segrt>tario del Komsornòl - ,·'f' stata la stessa sbriga1iva !òiicurezza. la secca rigidità, la cartacea alti1udinc di un piccolo ('apu{ficio nostrano. Ed {'('CO due esempi cli dis1nt.·1·0 dal proletariato: il primo fon-e solo scher.1.oso. il secondo piii sMlanziale; indici ambt>due della presenza di un diaframma, del1'c8istcnza di due mentalità. La vigilia della partenza da Kl1pino, dopo la JHesentaziorw del programma per il giorno seguente - che inrludeva la visita alla fobbrira di traltori di Khurkov - un giovane sovietico di buona famiglia 088Crvò, a<·(·ompagnando le parole con un'e. sprf'88ionf' di tardo sollievo: « Ho ... allons voir la classe ouvrière )J. A Mosca la i:.egretaria del Komsomòl di una impresa m1•t·cnnica di circu 300 dipendenti. parlandomi delle retribuzioni degli opprendisti - varianti dai seicento agli otloeento rubli (37-53 mila lire) - si lamentava delJ'inl'Onlentabilità di akuni che corrono da lei a flrotestare la prima ,•olta rhe. per minor f'ariC'O aziendale o per cottimi inforiori. trovano un ulo nella busta. « Ho un bel s1>icgarµ-li (·hc pr('ndono poco meno di mc, che non arrivo ai mille [62 mila lire] e son lì da piì1 tempo; non vo~liono capirlo. <'onti– nuano a prol.estare ... ». e< Che c'è di mali··? anzi ... vu,1I dirf' ,·he "'inlt>re!i-i-nno... ì• nel loro di– ritto di farlo ... )), soggiuu,:ro io. « Non sta a lf' dirlo )l, rni 1a~lia subito la parola f•On ira, " lo so be– ni.11:-i mo arwh 'io )), Oltre alla Cede pro1>riu dC'i c•omuuisti nel loro monopolio d'interpre– lazione dei bisogni del proli'lariato, ho sentito tielle sue 1>arole f' nel suo vol– to il ri(lesso di una mcntalit::1 direzionale, normalmente pre~cnte in ogni tirn1)i('di di qualsiasi dator" di lavoro d<'I mondo capiinlista. Una coscienza d,·i clifc11i d('I i-i:ò.tcma SO\'Ìeli(·o. r- una nitica tacila 0 eijplif'ita degli stessi. mi pan;' d"a\ 1 ~rla tro\'ala qua'-i f'~wlui-ivamenl(• al li– vello alto della gerarf'l1ia poli!if·a (mi riferisco soprattullo ai giovani comu– nisti, ('~i qua!i i nost_ri ~or~t1111i ~on~ stati aperti e continui, an<·he a Mosca). J ranghi mcdi e basst, c1oe la maggior parLe dei volonlari 11ovie1i<'idel C'am– po, solitamente ripeleva i i-ugµ:crimenti e le dirf'ttive 11ffì<-iali (pur abban– donandolf' non appena la dist·usi-ionc prendesse vi~ore): e il loro interesse ul 111011110 oc·<·identalc ern ~e11c-r1dmcnte coneentra10 su~li ar~ornenti ai na- 676

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