Volontà - anno XI - n.12 - dicembre 1958

e che - se non si sta attenti - si finisce 1>er amare. Come si può amare un figlio che non è mai n•• Ecco una serie di esemJi degli aspetti negati.vi della vita sovietica con cui mi sono incontrato; non li ho scelti, sono casuali; chi ha seguito un ahro itinerario può non averli osservati; può conservare dell'URSS un'immagine diversa. Una sartoria, a Brest, all'angolo di nn palazzo di due tre piani, gial– lo; si sale una breve scalinata come di scuola elementare italiana di fine secolo; entrandoci, attraverso battenti di legno, alti e stretti, scoloriti, coi vetri esigui, si capita in uno spazio esagonale, addobbato come una sacrc– !'itia. Cartelloni pubblicitad alle stoffe e ai prezzi, d'una composizione gra– Jìca triste e, trasandata: messi dirimpetto all'ingresso, fra due mucchi di pi~zze, uno di fianco all'altro come esempi d'anatomia. Tutto così di car– tapefla, così da bancarella di fiera provindale, così sciatto neutro e deca– du10 da divenir, ne11a memoria, asessuale: sartoria da uomo? da donna? o da camaleonte? (Brest è slata molto distrutta dalla guerra; questa certo è roba ricostruita). L'hotel Ostirnkino, a Mosca, è un gruppo di edifici, un intero isolato triangolare, di quattro piani, con migliaia di stanze; è fotto apposta per le ,lclegazioni; due ristoranti al pianterreno, qualche posto di ristoro sui pia– ni. due vaste docce nei sotterranei; pulito, ordinato. Ma in alcuni gabi– netti c'è il cestino di rete metallica per la carta usata (come a Sirantsa, che è tntla così bardata; la dimensione deJle fogne essendo troppo esigua). E nei tratti dei corridoi non lontani dai posti di ristoro - specie di tavole calde, con nn banco alto, pieno di scomparti di vetro, come nelle poste– rie nostrane - grava una puzza acre, di mensa aziendale. I tappeti corrono dappertutto, a volte doppi, uno rossiccio souo e una passatoia che fu bianca sopra: anche sulla scala che scende allf' docce, i cui grad'ini sono logori e sbrecciati [perchè non gettano ·i tappeti e non rifanno i gradini?]; sino a un punto dove coesistono una poltrona di pelle, la fine, per usura, del tnppelo, e l'inizio delle mattonelle bianche, da Cobianchi, sulle pareti. Nei ristoranti dello stesso albergo il vitto è ottimo, abbondante, il ser• vizio curato, continuo (dalle otto alle ventiquattro e oltn-: sono riuscito a mangiare anche arrivando a mezzanotte e un quarto); ma le finestre sono paludate di tend'aggi e le pareti di quadri, che rappresentano enor– mi mazzi di fiori, con le specie riconoscibili ad una ad una: così simili al vero da temere che ti cadan sulla tesla; così inutili, dal momento che ce ne son tanti sulle tavole. Sui porta-hicchiel'i di metallo colorato d'oro - ne ho visti ovunque - è incisa una vignetta arcadica: una radura, un largo corso d'acqua, una figura umana in vesti antkhe, in atteggiamento jeratico; dai lineamenti d'el volto sembra Lenin che sia andato a pescare; dai tratti dell'insieme ricorda Gesì, Cristo, quando lentava i primi passi suHe acque. 670

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