Volontà - anno XI - n.7 - luglio 1958

Noi dunque, assumendo la no– slra parte di responsabilità e dando un sag~io di lealtà verso l'impero della appartenenza al quale ci sia– mo avvan1aggia1i in tempo di pace, e che si accinge a difendere anche noi; collahornndo con esso in for• ma ufficiale in un corpo di ambu– lanza indiana, rncuiamo alla prova la l<'nhà del governo inglese, che ci ha ripetutamente promesso l)ÌÌ1 lar– ghe concessioni di autonomia: men– Ire d'altra parte, ci sforziamo di mi- 1igar(' <'Oli la nostra opera di assi– stenza ai feriti le sofferenze di un.l gu<'rra clu- noi certo non abbiamo in alcun modo contribuilo a provocare. Ri<·onosco, come vi dissi, che sa– n•bbt• s1ato nostro desiderio di nul– la rtv<'r the fare con In guerra; ma ci è sembrato che il nostro dovere verso l']ndia, come quello di lealti, V<'rSO il governo inglese, sarebbe sta. to pili effìcaccmeute compiut.o n('Jla forma ufficiale di servizio di ambu– lanza nell'esercito: è il miglior com– promesso che abbiam.o 1>otuto tro– vrtre (rn i nostri vari doveri ». (Gan– dhi dovt.·vo poi riconoscere, anche puhblicnmt:'nte, in ris1>0stn 111 Dc Ligi, n Ginevra, nel 1931, che il suo anteriore intervento nella guerra dei Boeri, dei Zulìi, e nella 1>rima guerra mondiale era stato errato: e dove,•a poi cambiare atteggiamento nella seconda guerra mondiale). llingraziai Gandhi delle spiegazio– ni eiaterni ( che credo di a\'Cr riferito kdf"lmente nella sostanza). Sapevo di numerosi « Amici ), di mia cono– SCl"nza, che, henchè sudditi inglesi, a\'evano giit assunto una posizione cli recisa, radicale 11 resistenza 1>0• sitiva a (tualunque tollabora,done alla guerra» ... : atteg;?iamento di • obiezione di coscienza ». s,•iluppa– tosi cd esteso poi a molte nazioni e lnantenuto con grandi sacrifizi anche nella 2a Guerra i\Jondiale e al pre– senlc: ma le siluazioni differiscono <1uasi in ogni indi,•iduo, e anche quindi le valu1azioni morali della condolla; nè ero io autorizzato ad imis1ere nella mia disn1>provazioue, quando chi mi parlava possedeva il earn1tcre adamantino; In purezza di coscienza e ~li ahi ideali, di un Gandhi. Passai quindi a chil'dergli informazioni sul suo rC'gime vegeta– riano. Era egli ri~orosnmentc \t'Crui– tarian», o ammNIC'\ll.laltri alimenti: cercali, legumi, verdure e altri cibi cotti? Tro,,awt quella di<·ta surficien– lt>, .lnchc nei periodi di maggior la– \'Oro fisico? La sua dieta, mi ris1>ose, era al presente rigorosamente «rruitariall)~ ma la sua salu1e, nonchè soffrirne, se n'era avvantaggiata. « Eppure», mi ripetè, « io sono un uomo a6i– Lualmente molto occupato. Segno che il vegetarianismo nou è una die– la debilitante». Presi <1uella reite– rata dichiarazioni" di •< molto occu- 1>ato)} come un'indicazione che il nostro colloquio dovev1t essere con– siderato come terminato. Nel congedarmi, gli porsi, coi miei ringraziame111i, gli auguri per il successo del suo programma, espri. mendo la speranza d'incontrarmi an– cora con lui. In realtà, con lui per– soualnwnte non mi sono piìi inoon• irato. Un grave n11ncco di pleurite costrinse Gandhi a lasciare l'lughil– H•rra quattro mesi dopo, per l'Jn. dia: e io dove11i contentarmi cli se– µ.uirlo nelle sue ulteriori vicende at– lrn"erso la stampa, e pil, mediante il <·ontatto, nelle mie frequenti vi– site all'Inghilterra, con suoi segua- 383

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