Volontà - anno X - n.6 - 1 febbraio 1957

L'AFFARE DREIFUS CI FU UN TERZO UOMO C't, DA UN POCO di tempo, un ritorno di fiamnin a proposilo dell'Affare Dreyfw. Ed è bene. Ri. sorge cosi, neJle anime ben.nate, la 1peranza che, iinalmente!, giustizia intera sia fatta, che tutta la verità venga rivelata; che anche coloro che sono morti (e che morirono tranquiJ .. H ed onorati) e che iurono compli– ci delta condanna del capitnno ebreo o addirittura si fecero epie, vengano bollati da una condanna etorica, pie• na e definitiva. Da che ho Uso di ragione, fii può dire, mi son sentito rivoltato - mol– to crndelmenle e disperatamente - dt1 tre crimini esecrandi compiuti dalle cosiddette autorità costituite (dalle malfamate a; forze dcll'ordt ne»): l'Affare Drey(u.o,, l'asussinio di Francisco Fcner, l'esecuzione di Sacco e Vanzetti, Ma più di tutti, sempre mi appassionò il caso Drey– fus, e mi ci arrovellavo con una spe• cie di desiderio di vendetta postuma: di condanna di tutta una società rea– zionaria, retriva, bigotta, gelosa dei propri privilegi ed animata da un odio razzistico esecrabile, in striden. te contrasto con In spirito evangeli– co cui pur essa si voleva collegare, in collusione con un deteriore !pi• rito patriottardo. Oggi, lo stesso spi• rito reazionario e ipocrito travolge 358 lo vecchia Europa occidentale, molto ben &crvito, purtroppo, dai tragici fatti d'Ungheria. E, proprio come nel periodo 1894-1899, identici gal– letti-capponi (anno lo stesso strepito che in quegli anni terribili. Non conosco nella storia, altro processo (in cui un innocente sia sta– to co11dannato) orribile come quello di Dreylus. Nemmeno il processo a Gesi1 Cristo: a parte la considerazio. ne (pur di enom1e valore) che Gesù fu un Uomo, in carne od ossa, ani• mato da uno spirito riformatore (a– narchico, a ben guardare) altissimo. Lo condannarono in mala {ede. Que– sto fu presto chiaro a tutti. Invece Dreyfus, come uomo, non rappresen– tava niente dì eccezionale. Anzi, si sentiva talmente penetrato dallo spi– rito della casta cui apparteneva, da non consentirgli quegli scatti di u– mana ribellione che da lui attende– vano quelli stessi che erano convinti della sua innocenza e che per il trionfo della Verità si batterono con forte animo, sfidando la impopolari– tà, gli odi e perfino ponendo a re– pentaglio la propria vita (Labori, Picquart, Yves Cuyot - che rischiò d'essere gettato nella Senna - Jau– rès, Zola, Paul Reclus ecc.). Ma torniamo all'« Attualità ~. Sul finire del 1955 apparve il

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