Volontà - anno X - n.3-4 - 1 dicembre 1956

Noi sia.mo anarchici: teniamo, cioè, che il governo dell'uomo sia schiavitl1, e la sehiaviti'1 uno stato eontro la natura cui l'uomo deesi ribellare. Non chiediamo della for. ma: per noi, che stimiamo la sostan• za corrotta, tanto vale la repubblica <JUantoJa monarchia. Alcune monar. chic ap.parvero migliori di molte repubbliche, alcune repubbliche mi. gliori di molte monarchie non per– eh 'esse fossero repubbliche o monar• chie, bensi per gli spiriti del popolo. Noi non riconosciamo autorità per ciò che non riconosciamo Dio; nè cro<liamo che l'uomo possa o debba privarsi dei suoi diritti e cederli ad altri perchè ne usi a danno di tutti. Noi riconosciamo finalmente i (ij. ritti dell'uomo conlro Dio, dei servi contro i padroni, dei diseredati alla vita comune. Poniamo che ]'uomo il <rnale ha diritto a yivere h::a.diritto a lavorare e diritto per conseguenza ai mezzi al lavoro opportuni, diritto a svolgere la propria intelligenza e a vivere della vita materiale e mora• ]e. Poniamo che la proprietà strap• pala dal padrone al lavoro dell'ape• raio è furto: vogliamo tolta ogni di- 6l:in;tlone di classi, nè vogliamo che al mondo siano uomini intenti a lut– to produrre e a poco consumare, ed altri a tutto consumare e a nulla pro– durre: vogliamo, che l'o1>eraio del pensiero e l'operaio deUa mano si intendano, e pongano, uniti, la Ri. voJuzione Sociale. Ecco quali siamo, ecco che cosa vo– gliamo: cui piacciono le nostre idee, cui abbia )iberi da preconootti e cuo– re e mente, cui voglia vivere ad un fine e non rodano egoismo ed ambio,. zione - noi stendiamo la mano: la via è lunga ed aspra: ciononostante ava,ui sempre! Ed i buoni non temano, e i dub– biosi si rinfranchino, nè credano che, tolto Dio di mezzo, precipiti la morale, nè aò udire anarchia im– maginino confusione, disordine, guerra civile; nè pensino che noi siamo partigiani delle ubbie platoni– che o di altri vaporosi cervelli. No: noi non vogliamo che strappare Jc maschere. Gridisi pure al mondo che noi siamo barbari, dicasi che vogliamo rompere quei vincoli che legano gli uomini agli uomini, armare contro i fratelli, illumfoare il genere umano a luce di petrolio, far degli uomini tutto un branco di anjmali senza fe• de, senz'affetto, senza umanità; dica- 6i tutto ciò, dicasi, quando la Rivo– luzione incontra sul suo passaggio la Bastiglia, essa, a furor di popolo, l'atterra. Gracchino a lor posta i corvi, e strombazzino ai quattro venti, che per noi Ja famiglia è minata, la pro– prietà distrntta, calpeatata la pa– tria ... La libertà batte il tamburo, e insieme dileguano medio evo e cameval. A.C.• 1 QueJto À. C. era Andrea CoJto, e quest<Japp~ionata ap~llo fa parte d'un gior– nate manoscritto (Il Fascio Operaia) preparata dalla Se:.ione inwna.;ionale di Imola. probabilmente nel 1872, ritrovata da F. Della Peruto e C. Bosio nel cor,a delle ricerche Jtoriche con cui hanno partecipato nel 1952 alle celebrar.ioni del centenario di A. C. Le ti JV-Ofta » di À. C., elle salkJ appare, a guardare il paua tra <1uesta&pecie di anarchismo e il succeJJit'o Mieialismo. Ma .in fonda c'è mena dfoenità, nel fonda, di quanto sembre in &uperficie. 210

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