Volontà - anno VIII - n.11 - 15 marzo 1955

tralizzazione recivroca dei partiti estremi di destra e di sinistra. s'illudeva di conservare perciò la sua possibilità di manovra. Invece, la spartizione delle spoglie democratiche era già decisa ed i totalitari di destra e di sini– stra, pur sorvegliandosi con diffidenza, dovevano trovare l'occasione di un colpo comune contro le libertà popolari. Occorre fare ricordare quel sei febbraio 1934 che vide comunisti e fascisti lanciarsi verso il Parlamento francese per mettere fine alla Terza Repub'blica che contava beatamente su] loro antagonismo irriducibile? Occorre dire che gli 6tessi elementi &i sono ancora ieri ritrovati ai Campi Elisi per urlare contro il governo Laniel e acclamare il maresciallo Juin? Ad ogni svolta deJla storia recente la guerra tra i Partiti o la guerra tra gli Stati è nata quasi sempre dalla coalizione inaspettata di forze che si credeva.no nemiche, o dall'intervento in uno od altro senso di forze che si giudicavano neutre, e non è quasi mai l'esistenza di contrasti stabili, permanenti ed equilibrati, o d.i interessi antagonistici apertamente dichia– rati, che origina la catastrofe .Non è ]a Jotta spontanea delJe classi, è l'esi– stenza di partiti militarizzati, fanatizzati, quindi disciplinati e capaci di buttarsi senza preavviso sull'amico o l'aJJeato della vigilia, di coalizzarsi con il nemico di ieri, di compiere brnscamente quelle qualsiasi « svohe » che costituiscono il pericolo essenziale gravante sulla civiltà. Questa ambivalenza rivoluzionario-reazionario che è l'appannaggio per eccellenza delle formazioni tendenti al totalitarismo, dev'essere familiare agli anarchici, che ne sono stati così spesso ingannati, così spesso ne ri– masero vittime. Così, non possiamo concepire un ruolo politico cosciente delJe minoranze libertarie in un paese come Ja Francia e l'Italia, se non come funzione <li vigilanza attenta per opporre l'azi-Onediretta, I.a disub– bidienza civile, lo sciopero, la resi.st.enza personale e coUetti.va in- tutte le forme, ad ogni usurpazione dei totalit.ari di sinistra o di destra contro le libertà civile ed i diritti fo11,da11ientali del popolo lavoratore. Che si tratti di un putsch militare come quello di Kapp-Lutwitz a Berlino nel 1920, di una operazione combinata di faziosi e di demagoghi come <Juella del 6 febbraio 1934 a Parigi, o di una combinazione dell'uno e dcll'ultro come quella del 17-19 luglio 1936 a Barcellona, ]e tattica di– feusiva che proviene dal nostro ideale, e che si conforma ai mezzi di cui di'3poniamo, sarà sempre 1a stessa. Essa ha portato i .suoi frutti 1>oichè tutti questi colpi di forza sono stati vinti dalla spontaneità dei gruppi libertari e dalla rapidità dei riflessi libertari propri del popolo. Quanto alle offensive economiche-sociali dei contadini per ]a terra, degli operai pey il possesso reale degli strumenti di produzione, deg1i oppressi per la fine ·delle occupazioni militari e coloniali, è implicito che non J>O· tremmo noi esservi indifferenti: la nostra funzione in esse consiste nello sforzo di accentuare 1a coscienza ed il carattere responsabile delle azioni spontanee sorte nel popolo; e nel caso contrario sta a noi di preconizzare ]e vie ed i mezzi adatti per ]a conquista e la difesa della libertà di tutti. 616

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