Volontà - anno VI - n.1 - 31 ottobre 1951

te che in loro era il germe dell'arte industriale del domani, di una pila "era applicazione dell'architettura, dell'urbanistica, delJe arti decorati– ,,e, alla \'ita di tutti i giorni. Ma a poco a poco il dilemma fra conformisti volgari e riformatori si è risolto; con il trascorrere degli an– ni la battaglia tra i sostenitori del tradizionalismo e gli innovatori, ha ,•eduto la vittoria di questi ultimi. Oggidì il linguaggio formale del mo– ,•imento moderno è ormai accettato <la tuni: ma, ecco!, immediatamen– lc la consuetudine .e il tradizionuli– smo hanno (atto massa accanto a ,111anti si compiacciano di un nuo\'O già tradizionale e consuelUdinario; la sostanza di gran parte delle solu– zioni architettoniche, urbanistiche o tl'ambientazione è rimasta identica a quella di prima: specchio di una ~ocieti1 che per non morire si cam– muff a riuscendo sohanto risibile o disgustosa. E la 9" Triennale è appunto lo Sf)ecchio di codesta situazione. So– lamente avendo ben chiaro ciò, è possibile tenere saldamente in mano il filo conduttore tanto della Mostra ,pianto delle critiche, lavore,,oli o meno, che ha suscitato; lanlo degli errori di presenlazione c1uanto della 101ale ùiffieohi1 iheontrata dal pub– blico J>er capirci c1ualcosa. (Ho l'im– pressione che se il visitatore comune di nulla potè entusiasmarsi nulla lo abbia sdegnato tanto da muO\•ergli le rotelline del cervello. In fondo <JUC· sta Triennale è riuscila anodina e noiosa). Simboli bonari Per cuj dirò che la seggiovia è for. se i.I simbolo (e la realtà) più viva 36 dell'a 9- Triennale. Così come sim– bolicamente si ci potrebbe riehianHt• re al lauo che, dopo poche giornate, ùoveuero abolire le corse dell'auto– hus destinato a portare la gente iu visita al QT8: ci salivano 15 persone al giorno, e non era il caso di man• tenere in vita un servizio costoso per l'amministrazione comunale. Jden• tica.mente, gli elicotteri che qualche giornale di provincia prometteva ai suoi stupefalli lettori non funziona– rono mai. Ma diciamo la verità. se il QT8 è una cosa seria, il problema che esso cercava t.li risol\'cre, quello della atroce carenza di vuni per ahi– lazione in Itulia, è gra,'e e doloroso (e importante era poi il tentativo di cr('are una unità modello, un cprnr• tiere pilota dell'urbanistico e dell'c.·· dilizia contemporanea... tentativo sia pure foUito): 1>0.ssibileche ci si 1>ossa giocare insieme, renderlo av. venturoso e sportivo? Siamo a una delle questioni fon– damentali: In gente all'antica si do– manda che cosa stanno a rappresen– tare gli elicolteri, e disapproverì, quf'Sle forme troppo frivole; tra i moderni, clli si adagia nelle soluzioni formali troverà che è gius10 rendere « spetlacolari » argomenti di\'ers:1- mentc troppo aridi... ma :1ltri. i• me Cru questi ultimi, annoterì1 che certe mcscolauze hanno sapor,• di beffa, un aspetto da féerie che pince ai ricchi ma non può e non de\'C dar nel genio di chi soffre per )a manca– la risoluzione di così pressanti pro– blemi. E torniamo :1llnseggio"ia: la strut. tura pili riuscita, quella che con 1>iì1 s.em1)liciti1, con piì1 inuuedialezzu adempie !unzione di fare capire alla genté che i punti di vista sono nrnlc– voli e rovesciabili; chi monta sulla

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