Volontà - anno VI - n.1 - 31 ottobre 1951

tfoa del laa;oro - come e1i11ono dei coUeuivi di braccianti che a.uumono la ge.stione collettiva di un lavoro a– gricolo. In questo modo gli operai possono cominciare a gestire parzial– mente i reparti di produzione. la– sciando alla direzione il compito di ge1tire tecnicamente la fabbrica. J tempi concordati con la direzione permetterebbero agli operai di far ,·alere i propri diritti; la dittziont' deve essere naturalmente ma.ntenu. ta, ma si possono abolire le gerar– chie disciplinari che non hanno giu- 1tifìcazioni tecniche, in fJUa.nto lu 1,rodu1.ionc viene garantita eollc1ti– vnmcn1e: il cottimo non ha pii, nes– suna ragione di esistere quando i lcrnpi siano rt'alizz:iti per accordi preliminari Crn tutti, etl è c1uindi al– lora po.uibile anche J>Cr gli OJ){'rai uno 81Ìpt'ndio mcn.!ile com<' <1uello rlcgli impiegati. Rh·cdendo in t.'.llmodo I' organiz. uzionc interna della fahbrica, tli• ,·colano inutili non soltanto i tcm• pisti - che hanno una reale funzio– ne <ruando coordinano il lavoro, non quando stnhi1iscono il tempo <' pcg• gio ancora quando lo tagliano - ma anche quf"lle categorie di dirigenti diseipli1111rie di impiegati rmrnmcn- 1<' iuangial"arla cl1c, in un'industria l)('illnlemf'11k burocratica t'Ome tiuc1- la ~laliana, pesano sulla produ1.ione. sui C'O!lie cioè sulle spalle degli o• Di immfocme pubblica:;ioue: perai e im)liegati lavoranti produl– tivamente. Nello sleuo tempo, gli o. J>erai, t>er mantenere que1ti vanta~: gi, sono impegnati economicam~ntc e moralmente a mantenere un ritmo di lnoro che coi steHi hanno ac– cettato, cominciando a stabilire qué'l– le forme di auto-controllo che costi– tuisconO il punto pili spinoso di uua ge&lionc della fabbrica. t un modo oonc-reto - e non aohanlo illusorio come <1uello dei Co1uigli dì Gestio– ne - di trattare l'andamento gem·– rale della fabbrica, con la possibili– ti, di allargare la proJ>ria influenza sino alla genione totale. Questa proposta di gestione soc«t– /i:;:;atae/ella fabbrica non è, evidcn– tcmentc, riformismo. Hiformismo i• ciò che cambia le condizioni in su• i,erfìcie, senu minare il sistema. Ri– formista è J>erciò l'nione &indacalt' che ha mirato soltanto a migliorare cottimi e condizioni generali, senza mai incuneare principii e J)roposh– "he cambiassero veramente la situa– zione. J.n Italia da cinque anni :, questa parte abbiamo consumato un numero enorme di scioperi per pro- 1es1c e migliornmcnti clic hanno la– scialo le cose JJCi;gio tli prima. Se noi crediamo che il sistema del ("Ot– timo ci sfrutta. bisogna cambiare metodo e dirt'zione e ctrcare non di migliorarlo ma di distruggerlo. V. T., P. G. MALATESTA d; LUIGI FABBRI Un ~I volume <li più di lOO 1>1,:,: .• 1•on ricca LihlioJ,r11fi1 t1i U. FEDELI Prenotarlo inviando L 500 a: Volontà c::.c::. P. 6/19972 - ~•1>0li

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