Volontà - anno III - n.9 - 15 marzo 1949

<1ucsl.1C un"altra faccenda, per ora) sono esposti nei suoi hn·ori t:On pcrfclta 1·hiarczza per (•hiun<1ue sia disposto a fare lo sforzo nc..:essurio per compren– derli. Dovessi io riesporli in poche parole, dirci che la preoccupazione fon– damentale d1 Proudhon era quella di scoprire nel lavo"rio l'cale della so· cicti1 umana una verità che non fosse ,rcriti1 « di classe >>, ..:osicchè il Lrionfo della giustizia sociale fosse il trionfo della ragione e non della violcmm, un.1 cre:.tzione della società stess,1 e non una imposizione - non import;.1 in che modo - dall'alto, qualunque nome questo «alto)> abbia, Dio, la ,·oercizionc di Stato, o la Dittatura di classe. Una tale \'Crità egli chiama,·a Giustizia, ed intende,,a congiuntamente l'idea e la realtà concreta della gius1izia presente in ogni situazion~ so<"iale, in sen::o positivo o in senso ne– gativo. Questa idea ispira tutta la sua opera, e Proudhon ne ha d:.110unn trattazione non sistematica ma molto efficuce nelle duemila pagine di 1< D" Jusrice clcms la Uévolution et. clcms /.' Eglise )>. Queste duemila p:.iginc sono •·omplctamcnle trascurate da mr. Schapiro, che per contro fa uso abbon– dante di estratti dall'epistolario di Proudhon, trnllandoli come se fos"'cro stati scrilli per esprimere formule 1eo1·ichc unzichè, come sono in reali,\. opinioni personali espresse pcrsonalmcnle e 1>rivatamen1e. Dal saggio di mr. Schapiro !!i può anc:he appre·ndcr<', i11oh1·e.d1c •Prou– dhon era un anarchico: ma nulla affatto circa la sostanza cd il signific:ito cs:ò'cnziale dell'inslancabile lotta di Proudhon co11tro ciò d1'egli chiam:in, 11 lé principe gouvememenwl ». Troppo facile diviene cosi per mr. Schaj>iro impic:earc .Proudhou in effige come sostenitore della dit1.atur:1, sulla base del i5uo attegghlmento verso Luigi Napoleone. Il fallo solo <·he una tale accu~a possa csscrC formulata C co!!ì slravagante che sarebbe in<"reclibile, se 11011 avessimo oggi gii1 tanti esempi cli quanto il giudizio di gente rispcttubilc posM essere deformalo eia un pregiudizio completamente intellettuale, e dall'ostinata \'olontà di considerare le formule in luogo del !-enso. Per comprendere 1'attcggiamento di Proudhon verso Luigi Na1>olconc non occorre altro che leggere quanto egli ha scritto sull'ar~omento lenendo presente ciò the in realtà è accaduto in quel tragico 1848. Vi era, tra ahrc rose, la rabbia, la sfiducia, il disprezzo per i politicanti democratici e so– (•ialisti: naturali in un uomo che aveva visto già dal 1840 la di~fatla e la ditt.aturn cd anche la guerra sopravvenire a causa dcll·a immensa stupiditl1 · dei demagoghi che (ubriacatisi con visiont del 1793 e di barricate) erano j>ronti a mandare gli operai al macello per a.more di frasi vuote e di si• :;nifìcanLi mutamenti minist<'riali. Ciò d1c essi poi di fatto fecero nel f!iugno 18-1-8. Senza parlare dcll',iltro fatto che il famo"o opuscolo << LCt Réeofolion ,fomo,iJ.rè ,x,r le Coup cl'Eua >> era cosi << bonapartista ►) che J.opo di esso , enne proibito al suo autore di pubblicare qualunque :iltro scritto su sog• gclti politici. Ed, anche, senza ricordare l'altro follo ben noto d1e Proudhon "-i ebbe Ire unni di prigione e rcslò in esilio pe1· sette anni proprio per la ~ua tenace lo11t1contro il bonapartismo. lo dirci che il H1Oatteggiamento verso Luigi l\""apolcone era fondamcnlalmente chiaro, ccl anche in1clligonte e molto oneslo. E;di ,·edern. con perfe11:i lucidilà (come am·he mr. Schapiro

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