La Voce - anno II - n. 42 - 29 settembre 1910

LA VOCE c<)ra accendere le fiamme· delle ,·aste concordie t dei mirabili sacrifizi. 1-'tr me, ad esempio, la cosa, l'idea, il nome cli Roma, sono fonclamtn• tali in un qualsiasi assetto patrocinabile, pro– muovibile della miglior patria avvenire. E Roma italiana reca la data del XX settembre tSiO, ma fu magnanimamente aperta e annessa ali' ine,•i– tabile formarsi dell'unità nazionale, per la sacra parola di Camilla Cavcur, nel parlamento subal– pino, l'anno del raduno, 1861. In altre parolt come restare assenti, ostili alla celebrazione g'il1- bilare imminente? Il timor della • pappatoria• che Ella ha e di cui non dubita, basta per sè a negarsi .._e !-ia chiesta l'opera vostra? lo non «pappo• certo: nt: pesco gingilli. nè mi preparo sinecure. I\'emmeno temo di prestar qualche ingenua, in\'olont:iria senseria a piccoli o 'grossi << pappatori ». I lo la vista sana, e mi– gliore il fiuto. Soltanto, nulla potendo ed essendo vana ogni recriminazione sul programma, rima– ne\'a da scegliere una forma clicollnhora1ione I,, quale evitasse molti perico1i, ser\'isse a drizzar <111alchegi:imba zoppicante, aiutasse a chiudere il varco a molti sciacalli, incuorasse, O\'e non si potesse fare il bello, ad a\'ere il meno brutto. cioè ad evitare, ad o~ni costo, quel fallimento. dinnanzi al mònclo civile, che mette addosso un gusto riderelle tanto espanSi\'o a tanti itali,mi nemici della rettorica. Perchè poi, iperboli a parte, a Roma l'anno venturo conviene proprio l' intero mondo ci\'ilt: e dal Giappone ali' Amtrica ciel Kord, vi e'ipri– mer;\ il suo massimo sforzo rappresentativo. Dovremmo noi prestare altrui la scena nrnssi– ma alla loro rappresentazione, magari aOittar– gliela? * Ella dice : è un delitto sperperatore ciò che si sta imbandendo di coreografico e scimunito, rimasticando vecchie forme oltrepassate. mentre tante miserie e tante lacune infestano, detur– pano la vita odierna degli italiani. Ragiona– mento esatto, dirò meglio matematico. Ma non basta, non evita, non convince. li Giappone - .I il trionfatore ultimo - viene a Roma con la . sua anima millenaria, rivelata dal passato : e 11 ,quel suo passato religiosamente intende a re- stituire integro ne11'occidente. È chiaro che at– tribuisce alla conservazione apologetica di quel passato, il segreto preparatore dell'avvenire. •Tutto il mondo t: paese, e l'ordine ideale si ripete ovunque, identico. Nessuna diretta con• quista ah imis (ed è sempre una chimera, o una illusione) valse a spingere innanzi il mondo tanto quanto certi ritorni coraggiosi al passato. -« Torniamo all'antico » sospirava il \·ercli nel– l'unico momento in cui lucidamente avanza\'a sulla via della non rnentita immortalità. L' lta– lia è tutta nata dalla sua storia: ~' t fatta c1uando ha saputo voltarsi addietro e leggere nel suo passato. Allora e.enti il rimorso deila ser\'itù e la laidezza dtl suo intellettuale sca– dere. Ecco corne a me, pur non esaltandomi1 non ,pare si sciocca l'idea informatrice del « Foro delle Regioni » in Roma. Fuori dubb{o si pre– sta a una oscena parodia. i\la è ben questa che .si vuole evitare. La mosrra etnografica contiene virtualmente tali tesori, tali ri\·elazioni, che non può naufragare, se non traverso a un tradimento. .E quei tesori a nessun studioso è dato cono– scere, accostare, vedere adunati in una sol ,·olta, in un sol luogo. l'\è si dice il \·ero asserendo -che fuor del loro ambiente perdono ogni carat– tere e vigor di vita. Tutto sta ad ordinarli con criterio e sapienza : il che si farà. E potrà darsi ,che mentre una gara industriale ben poco di nUO\'O da anno in anno ha da narrare, questa raccolta della varia anima regionale d' Italia, appaia mirabile inaspettata bellezza, piena di fascini e di ammonimenti. A tal materia occorn:: la propria casa. Ed ecco I' iJea della « rielaborazione » stilistica delle di• verse architetture regionali, còlte nel lor tnHS· simo e pieno fiorire. Ecco il perchè del ritorno alla Rinascita. Discutiamo pure, egregio Diret– tore ma non esacerbiamo la polemica sino ad usci~ dal ,·ero. Sarebbe ideologicamente deside– rabile far nuO\'O, dell'originale, del mai \'Ìsto, sempre. Ma ahimt: 1 dove ci ha condotto il pseudo nuovo! Poi é ;1rbitrario ciò eh' Ella mi rinfaccia alla bersaglier,\, dandomi una lezione spiccia suJll impossibilit:i assurda cli rivivere uno stile. O chi gliel'ha detto? Intanto io ave\·o aggetti– vato quel \'erbo « rivivere » con un « modo -Originale» eh' Ella ha soppresso per comodo di ritorsione. E comunque, l:i storia dell'arte, anzi la storia del genio, non é che una serie prolun– gata di reviviscenze stilistiche in is\'iluppo. Lo stile ha elementi intrinseci e immanenti cui si assicura e si tramanda. Intendere quegli ele– rnenti e contribuire :,. S\ ilupparli con la \'Ìrtù di una particolare impronta, equh·ale a riannodarsi in catena perenne alla tradizione e a guada– gnarsi l'a\\·enire. In altre parole, tanto si pro– cede, in quanto ci si ricongiung'e all'esc..enza in-1mutabile nostra, ri\'elata dalle forme eccel– lenti del passato. Sono eresie que .... te? Pazienza. lo non me ne persuado. E la\·oro a far si che i padiglioni re– gionali in Roma sorgano non quali manipola– zioni di abili plagiari, o copie imbecilli di capo– la\·ori oltraggiati. ma secondo un concetto or– ganico di deri\'azione stilistica, proba perch~ confessata, bella perché desunta dalla belltzza eccellente, pos~ibilrnente fresca ed efficace. se l'ingegno e la sapienza soccorreranno gli archi• tetti, e se gli <.-lementi storici dello ~tile rice, e– ranno nella riel.1borazione il germe di una per– sonalità e il carattere del tempo nostro. Fallirà anche quf:Sto programma, anche que• sto tentati,·o? \'erlremo. :\la la pre\'isione pes– simista 11011 de\ e farci cospirare a produrre il \'UOto intc,n10 Roma e ad una impresa che sarà possibile chiudere assai meno peggio di quanto si sussurri da molti e si speri da troppi. Do\'e– \·amo erigere scuole, .ospedali, aprir strade, fo– gne. spargere e condurre acque nel paese mi– serahile, sporco, appestato? Non dico cli no: ma se non si t: fotto, non \' ha tempo a farlo. Ricordo per altro che nell' i1l\erno del giubileo imperiale di \'ittoria - una festa che costò mi– lioni di sterline e non fu \'ana ali' impero - Londra e l'Irlanda \'idero la fame falciar le \'ile umane in una proporzione spa,·entosa. E tutti sanno che Londra ha quartieri clo\'e il pauperismo agonizza i11 un lerciume non cli molto dh·erso da quello che il terremoto t- il colera cacciano a galla nel 11ost1 o l\lezzogiorno. E pure la celebrazione imperiale. anche in quel paese di gente che Ella, egregio Prezzolini. in– \'idia e cita spesso a modello, distolse rid d'oro da impieghi tanto pili immediatamente utili ed ele\·atori. Percht? Oh, il perchè è nella \'ita e 11ella storia, meridiano, insradicabile. Ella lo sa meglio di me e gliene risparmio anche un ac– cenno. t\la torno a dire, concludendo: - do\'remo noi italiani dar lo spettacolo di nulla intendere t nulla dare all'esaltazione delle nostre origini? Il punto è lì, ora, ai fini di questa imprO\'\·isa discussione. 11 resto. decentramento compreso, \·errà e ci trO\'erà in prima linea. Per il decen– tramento. ricordo con doverosa modestia: fui il primo a delineare. dopo tanto abbandono, e proporre, fin dal 1890. un ritorno alla dottrina ca,·ouriana per la rh·endicazione islil11~io11a/c delle autonomie locali. Si fecero alcuni congres– si : accademia. Spuntò una lan·a di progetto Rudini: era un indice, ma risibile, un cerotto. Si costitui l'Associazione fra i Comuni in difesa delle autonomie e fu preda subito del policanti– smo settario dentro e fuori, si che ha perso ogni sua pubblica eOicacia. lo sono rimasto a sgolarmi nei comizi. nei giornali, nelle assem– blee. :\li hanno crocifisso in eAlge come Giuda o deriso come 1111 monomane. Ultimamente a l\lodena insorsi contro una offesa atroce e pa– gliettistica inferta alla dignità, all'essenza stessa del Comune, da una pseudo-democrazia rnaf– fiosa e bastarda, ultima beffa alla povera gente italiana. Hanno gridato ai quattro \·enti che be– stemmia\·o Garibaldi. che tenta,·o il ritorno del Duce e la restaurazione del Yaticano Regio. E tutta Italia, democra1.ia e coltura in testa, mi ha lanciato torsoli .... metaforici. Benissimo. i\la percht: Ella, egregio Direttore, domanda proprio a me se s011 disposto a una campagna per il decentramento? Do\'e e comt:: \·uole: sino a riprendere il solco federazionalista. Pur che Roma - quella che i galantuomini presto o poi erigeranno - resti faro e mt:ta. E mi abbia per il suo obb.mo G10\'.,:,.x1 Boai-:L.1.1. Rispondo: 1 ) 1./apologia, non rìchiesta, del Barelli non è inutile se mi dà l'occasione di ri1,etere ancora Ja mia simpatia e stima per lui, con tutte le cau– tele e limitazioni per le sue idee. )la per• altroi non enua affatto nell'argomento. 2 ) I molli « che \'engon dal solco » del Bo• relli nella I 'ou sono dunque due : dei quali uno, I'Amenclola 1 pos~o dichiararlo anche a nome suo non ha nulla a che fare con l' Jd,•n Libe• rnl; e con il Horelli, l'altro 1 il Caroncini, i: qui come ospite ed a\'\'ersario. Dunque i molli sono 1/i'SS/1110. 3) Allo « S\'arione » mio il Borelli porta nuo\'e pro\'e. Taccagneria toscana t: l'attc, del sindaco di Firenze ; taccagneria ~ il far le feste con i soldi del Bastagi e 11011 farle quando Uastogi non li dà; e infine taccagneria lo stnr zitti zitti percht non uOicialmente i11\'itati. Torino ha dato sei milioni : clall'u,·a si fa \'ino. ma dalle rape BiblotecaGino Bianco che si fa? AsptllO i milioni to..,cani. Siena ... em– bra un' ecceziont : ma chi non sa che Siena. 1>0\·era di ricchezza ~udata, cerca di \·h ere con i foresfieri ; e pianta quindi anche i:i Roma un roccolo per attirar lt quaglie pili grasse? 4) L'Esposizione è un fatto. ~la se i: erronea non bisogna aiutarla. fatta o non fatta che sia. L'aiutarla significa raAOrzarla. Per buttar g-iù, non quella d'oggi, (lo so che è impos .... il>ile) ma quella di domani, bisogna cominciare con lo screditar quella d'oggi. Se fate andar quella d'oggi cosi e cosi, domani ce ne sar:i un'altra. Se la fate andar male, t: sperabile che domani non se ne facciano più. È chiaro? 51 È inutile discutere d'arte. I criteri del Ho– relli son quelli cli tutti i nostri italiani con la peste della Rina-.cirn in corpo. ~on capiranno mai nulla e bisogna adattarsi a subire Calileo Chini. 6) Cominciar la campagna per il decentra– rnento o meglio per lt autonomie locali. fino al federalismo, e cominciarla con mtta Roma. é cotr.'t-dhe che ~i \·uol aria in una Manza e chiu– der nello ,tesso tempo porta uscio e fossun:. Se ci potremo però in 1 endere per una stria campagna, ~aremo lieti di farla in... ieme a Bo– relli. L'atteggiamento della L. D. N. Caro s,:~. Pre::olini, rientrato in Italia, leggo, con qualche ritardo. la lettera aperta che mi dirige, nelle colonnP della 1 ·oce. l'amico Sal– \'atore :\linocchi, chiedendomi una precisa con– fessione di fede, a proposito del III Congresso della Lega D. N. Il Congresso t! pasc.ato. e in es:.o una talt: di– chiarazione di fede non \•'t: stata chit:~ta da al– cun congressista, nè ic, ho sentito il bisog:no cli farla. Cioé, no; ma qualche rh•posta alla do– manda che anche l'amico l\linocchi mi fa ho dato, a nome mio e de' miei amici della l.tga : ed essa era. presso a poco. del seguente te– nore: Da molte parti ci si accusa cli es:,ere nell'e– quh·oco e nella contraddizione. Ebbene, si, nella contraddizione noi siamo e dichiariamo \·olen– tieri di essere. Nei dodici anni <lacchi=il movi– mento nostro vive, esso non è giunto mai, e non pretende di giungere oggi, ad una formula precisa e definiti\·a ; poichè tali formule sono i sepolcri di un pensiero già \'Ì\·o e che, fissan– dosi, si stacca dal flusso della realt:i e muore. Il nostro pensiero \'ivo si è espfesso in formule successivamente dh-erse e che \·olta a \·olla furono tutte dichinrate da qualcuno cquh·oche e contradittorie ; e pu~e esse si seguiv.1110 logi– camente, sintesi pro\'visorie di elementi di \'ita dh·ersi e cozzanti che il nostro spirito vole\'a possedere nell'armonia e nell'equilibrio: auto– rit:i e libèrtà, fede e cultura, cattolicismo e de– mocrazia, tradi1.io11e e modernit:i ; ogni nuo\'a formula non sconfessa\·a ma completa\'a la pre– cedente ; era un pa~so innanzi sulla mede.:.ima \·ia. Oggi il nostro pensiero si afferma egualmente con posizioni che possono parere antitt:tiche e conlradittorie e .... non sono. La Lega demo– cratica nazionale ~ organo di propaganda poli– tica e sociale, ed accetta quindi come 1>roprio criterio la laicità, che essa \'Uole sia criterio dello Stato e dei partiti e dei gruppi economici che si muovono ed agiscono nel campo della vita pubblica, e si dichiara quindi incompetente in materia filosofica e religio$a e non fa del mo– dernismo religioso e si \'ieta qualsiasi inquisi– zione sul particolare: credo dei soci: ma, d'::iltra parte. essa pone sopra tutto una grande conçe– zione etica ed ideale della vita ed ha bisogno di coscienze temperate nd una alta temperatura re.ligiosa, perché solo dell'atti\'ità cli queste co– scien1.e può \'Ì\'ere. Altra apparente contraddizione: la Lega sente e ritiene che l'ecclesiasticismo e il clericalismo sono il peggiore ostacolo per chi \'Oglia nel paese difendere e ran·h·are gli ideali etici e spirituali; ma, d'altra parte, il cattolicismo ~ una grande tradizione nazionale ed una \'i\'a e possente energia morale; degli elementi vi\·i di questa coscienza cristiana noi dobbiamo servirci per la educazione spirituale della democrazia italiana, non impone11doli 1 nè presupponendoli sempre, ma utilizzandoli, là do\·e sono. Terza ed ultima apparente contraddizione : la Lega accetta soci da qualunque parte le \·enga- 110: cattolici ortodossi, modernisti. prottstanti, israeliti, idealisti, panteisti ; ma essa ha biso– gno cli una identica direzione etica e religiosa fondamentale; eclettismo sul reclutamento, unità nella direzione. E ciò è perché la Lega ha biso– gno cli coscienze umane che ~entano nltamt:nte 405 ddla \ ita, che la sentano realiaar,i pitnamentt nella conqubta dei \·a.lori ideali e qut .... ti ideali cerchino un fen·ore religioso. e clbpongano di energie \'igoro,t,;e per un'opera cli altrnismo e di bonti. ma ad essa non impona 1>0i in quali for– mule teologiche le singo!e coscienze traducano questo loro orientamento cli \"ila, quale nome dieno al Dio dinanzi al quale questa fiamma della loro attidtà arde. come su cli un altare, in quali società religiose cerchino I' ulteriort:: alimento di questa fiamma. Chi l'ha e ne ardt è da noi giudicato all'opera di propaganda che compie nella Lega ; nelle coscienze non preten– diamo di entrare. Contracldi1.ioni ? Sia pure, ripeto. )la il no– stro spirito si tro\'a bene in esse . e un ceno paterno dispiacere per Paftlizione e I' inquietu– dine che procurano a gente che non è con noi non c'impedirà di rimanere in e~se. All'amico 1\linocchi potrò dare risposta intorno al mio credo personale in altra sede ; ma. sinchè :-i parla di Lega n. ~ .. non ho proprio altro da aggiungert:". Cordialmente MIO Ro,101.0 :\h RR1. Lettere dalla Beozia. lii. Egregio Signor Direttore. Ì\i i perdoni .._e torno ad importunarla ancora una \'Olla: tutta– \'ia, data l'importanza dell'affare che mi \'i spinge, mm potrei farne a meno senzn risen– tirne un cruclèle rimorso. Intendo parlare della te~t~ .:.orta quistione circa la nudità o mt:no del Da\·id michelangiolesco, quistione che accalora in questo momento la nostra « nobil patria > e che \·edo, con mi:\ !{rande mera\'iglia, trascurata completamente da Lei e dai suoi amici. I':: \'ero bensi che uno di questi ebbe :\ dirmi giorni indietro che, an.licht: occuparsi della faccenda della foglia di fico, sarebbe stato meglio comin– ciare a le\'ar dalla testa dei fiorentini, degli italiani e anche degli stranieri la convinzione che il biblico g:io\'inetto sia una gran belli\ cosa; e giunse persino ad affermare che quella statua t: una delle peggiori che l\lichelangiolo abbia mai fatte, delle più retoriche e dal lato artistico affatto insignificante. l\Ia Lei capirà, egregio Signor Direttore, che pet coloro i quali, come me e i miei colleghi, non si lasciano \'incere dal furore anarchico degli spiriti gio\'anili ed amano con tutte le forze dell'anima ogni cosa che la maggioranza ha proclamato bella e grandt, una tale opinione suona blasfema, e quindi son certo, (o vaneggio} che questa \'Olla almeno mi tro\'o d'accordo con Lei. Perciò, ritornando a bomba, mi perrnetto di farle osser\'are che seb– bent: il dibattito possa parere insulso e magari grottesco, non t prh·o però di una tal quale simbolica importanza. Pro\·a a mio a,·\·iso, come in mezzo al generale abbassamento della co– scienza morale dei popc,li, la nostra !{ente nutra ancora quel \'h·o rispetto della dtcenza e del decoro che ra grandi gli indi,·idui e lt .11a1.io11i. Si! quando la popolazione e la !-,tampa di una città si commuo\·0110 per un simile attentato al pubblico decoro c'è ancora molto da sperare . È un segno dei tempi, uno di quegli a\'\'eni– menti mernombili che gonfiano il cuore d'orgo– glio e fanno che uno, parlandone nt:lla ~ua estrema \·ecchiezza ai nepoti. dica con fierezza: Anch I io c'ero ! Onde, in\'ece di disintertssarsene. mi .!>embra che un grnppo cli scrittori, di artisti e di critici i quali, come loro, aspirano alla eie\·a✓ione in– tellettuale e morale della patria, doHebbero sprofondarsi tutti in una lotta cosi mt:ritoria. Il che, ne son certo, faranno se 11011 oggi do• mani. Se non che potrebbe darsi che nella foga abituale che tanto Lei che i suoi collaboratori mettono in ogni impresa, \·enisse lor fatto di dimenticare due punti importanti che io mi prendo la libertà cli additarle. I quali sono que– sti. Prima di tutto la cittaclinanla e la ~tampa di Firenze domandano cht la nuda ,·ergogna dell'eroe buonarrotiano non duri più a lungo, e ,·a bene; ma, per nasconderla 11e!--sunoha saputo escogitare nulla d'i più efficace che la solita foglia, e ciò mi pare ,·ada 111t:no bene. Codesta mascht:ra \·egetale. oltre a porgere oc– casione a dei troppo facili giuochi di parole, non riempie che malamente 0 1 <liciam meglio, uni– lateralmente il suo ufficio. i~ un peccato che la natura delicata dell'argomento 11011 mi lasci spie– gare: ma Lei, Signòr Direttore, mi capisce e com errà con me che ti'n paio di mutandine fa. rebbtro meglio al caso. lo mc le fi~uro di seta, e nere, colore che armonizzerebbe mirabilmente col giallo della 1>atina delle gambe e delle parti medie citi corpo. Il secondo punto i: che nel– l'odierna di.:.n1s"ione- ~i t: tr0ppo lll(:~'" in 11◊11

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