La Voce - anno II - n. 32 - 21 luglio 1910

. \,A \"OClè A. 882. Sig. Avv. (Co&enza) ('01110 corrente ron 1a Pesta . 'romrnaso Juoletti . S. Giovannin Fiore (Scade 31-12-910) Esce ogni giovedl in Firenze, via dei Robbia, 42 .;I, Diretta da GIUSEPPE PREZZOLINI Jf, Abbonam•nto p•r 1 ·1 ~ ~ Regno, Trento, Trieste, Canton Ticino, L. 5,00. Un numero cent. IO. Anno Il JI, N: 32 .JI. :21 Luglio 19IO. S0'.\IiIAR_IO: Antlclericallsmo sincero!, LA VOCE - Ancora del Nazionalismo, A UJERTO C,,ROXC1x11 Cn.'SEPPE PRE:ZZOL.INI - Costumi I Il I I / V =zone, t. v. - Lelle,a i1111/i/e di A. Pelli:::ari - Le/tera di DinP Proz•e11:al. I oro■ st e• . t•. - enezl1, II, '.'IARIO GJRAROON- la gloriasa /radi- Anticlericalismo sincero ! li Do/I. ivlauro De Nichilo, di mi si pnrla nel ma111feslo elellorale,chequi sollo riprod11- c,a1110,. oltre cj1e sindaco di Molfelln e stato, e. rred,nmn sia 1111/orn, 111endm, della nire– z.1011,e c 11/rn/e del Pnrlito rep11bblirn110 itnlia.11o ed e _grnudeelelloredel dep11tnlo rep11bblicn110 Pn11s1111. Q11estesemplici uotiz.ie baslera11110 a fnr f{IIS/nre_ in /11/10 il suo 11111_oris1110 gngliojfesco 1/ 111m1ifes/o del/oralep11bbhcn10 dn liii e grnp– po d, ~n1to/1c1 •. 111occas1011e delle elez.ioni n1111111111s/ra/1ve d, _Molfelln del 1 o lugliopns– snto. Sarebbe d1fj,cde, crediamo, trovare 1111 dornmmlo pi,i caral/eristiro della i11si11rerita dell'n11ticlrricnlis1110 ostrn110. « Co11ci11ndi11i ! .d/1' ertn ! È il 1110111e11/o solenue di dimo– strare che voi n,11nlee rispellnle /ti fede ere– d1tnln dni vostri pndri. .dll'erta q11i11di co11/ro Sntnnn chevi i11sidia e rhe cerrn, sollo In l11slrndi 1111n mal dissi- 11111l~ln jifn11tropin,co1111;addire o reprimere il seu/1111,•11/o religiosodel/ mlern vos/rn rii/a e pi,i. seg11ntn111en/e il cultopredilello,nvito nella n11!1rn vostra Chiesa dei Cnpp11cci11i, che e per vo, 1111 sn11/11ario prez.iosissimo. Chi 11011 ricorda i11vero rbe dnl Presidmte ~e/In Co11gregnz.io11e di Cnritn, invaso dn dc– hnum tremens, colln i11d,.gnncnccialn dei Reverendi Pndri Cnpp11cci11i dal convento,si leuta n11chedi ostruire e sopprimereil culto de/In Clmsa, oslnroln11do cosi l'ndito nll'or– gn,10rd a/111Chiesa stessn? E 111110 ria mnlgrndo le vive opposizionidi 1111 1111111eroso p p loaccorso,del Cnv. Bmdn– ![lio e del SindncoD,• Nirhilo, il quale nvva– lwdosi del/ti sua n11torila dovei/efar demolire quel 11'.11ro i11debita111eute prepote11/e111e11/e fnllo C0S//'111re. E dopol'oltraggioalla Chiesa ed al c11/10 si aggi!111sero n11che_ gl' i11s11/ti;giarche i11 1111 foglto a stnmpn s, osa offenderei 111011nci ch n- 111n11doli 1111'accoltadi parassiti e i fedeli 1111n turba di fanatici. D1111q11e, e dn chiamarsi accolta di fana– tici 111,n populnzùmei11lern,rispellnbileper sè e molto p11inella sun fede religiosa,la q11ale nltnmenle prv,esta per l'nllo arbitrario nccor- rwdo, a ripnraz.iouedell'oltrngg10, nlla Chiesa de, Cnpp11rci11i it, ricorrenza delle Sole1111i Q11arn11t ore? Co11rillndi'lli I 1111itevi, serrntevi e compalli 11e(lnv~slra fede votate per .Mauro Dc Ni– clulo, ,/ quale, sebbme 11011 sia 1111 clericnle h'! .'.nos/,ntodi s11pe11ispet1a1e i vos/11prin'. cip11e la vostra liberti,. In guardia adunquc, o Elettori di Mol- fetta ! • . Se per mnln ve11/11rn dovessevincere il par– ltlo_d1Ben:nrdi11iTnlloli, ni 111011nri Cnpp11r– c1111 non sar,ì dato quartiere· essi sarn1mo c~strelli,n. pnrlire da Molfell;, e In Chiesa rimnrrn per ora seuz.a culto e deserta ed i11 prosieguoverri, abba/111/n. Accorre/e rompnlli alle 11me, dando rosi p,:ovn d, fede/ti, ni vostri pri11cipii religiosie di coraggio coutro le mwe dei uemici de/In Chiesn. Votnle per Mauro Dc :-lichilo. UN GRUPPO DI CATTOLICI. » Sinmo sicuri di essere o/limi profeti, .:J· fer111n11do che11ess1111 giomnle de111ocrnti,o-111ns– so11ico-bloccat·do-gio/i11in110 s avvedradi q11esto m_ernviglioso dorn111e11/o 1111n110. La c,mseg11n e d, mssnre, 111e11/re si prepnrn uel retroscena la grn11deco111bi11nz.io11e pnr/ammlnre n11ticle– ricale-giolillin11a. • Ne il sclle11trio11e è 1110//0 dijfereulcdal me,: ;;:ogiomo.Chi 11011 rirordn il Ja111oso bn11rhello di Bricherasio,dato 11el gi11g110 al/'011.Facln, 111i11islro dellefi1w11z.1•? Ebbc11e: il Fnrtn, rou– sidernto dni clrrirnli di quel rollegiorome bt- 11rfa1tore grandissimoe ampissimopa i molti bc11e)irierc/esiastici rou{eriti n preti elrll,,,·i suoi fedelissimi, rireve le ndesio11i dei colleghi di 111,uislero S11crh1 ,. Viri,,i, r,1diG1ti (/J, ,. ebbeco111111msnlc /'011.Pavin, nitro radiralcde– bitnmmte isrrillo nl pnrlito. Pnrteriparmwnl– lresi nl banche/lovnri preti i11abito talare,e 111n11d,J l'ndesio11eMgr. Vesrovo di Pinerolo. Notevole il fnllo rhe le Loro Ercclleuz.e Sncchi e Viri11i, nveva110altra vol/11plnudito nlln cn11didnl11rn dirnle di l:."donrdo Girelli, con– tro il Facta. Trnlln111/osi di 1111 bn11rhe1to, 11011 si può dir nitro cheil 111i11estro11e ern rom– pleto. La Voce. Ancora del Nazionalismo. Caro Prenoli11i, noi due abbiamo liti– gato e litigheremo sempre in quanto a na– zionalismo e a irredentismo; ma io sarò sem– pre verace estimatore in lei del coraggio, che ho, e dell'attività, che non ho, e sempre veracemenle persuaso che noi in fondo siamo d'accordo, e che come me siano d'accordo con lei e con i suoi amici tanti giovani edu– cati e pro,·ati a pensarla come me. Per· tanto caccio il litigio in due noie rispe11ive alle due del suo articolo: « che fare? ». Dal quale ella conclude che il da fare per i giovani è ora acquistare la conoscenza pre– cisa di certi problemi nazionali, e della ca– pacità di risolverli che abbiano istituti nazio– nali esistenti, per poter proporre a tempo debito soluzioni, azione, riforme. Ella invidia ai pàrtiti conservatori gli uomini tecnici, forse senza pensare che uomini tecnici hanno non solo i partiti ~onservalori, ma tutti quelli che non tollerano la carriera politica, e che scel– gono come uomini rappresentativi nella poli– tica quelli che già rappresentano qualche cosa nelle professioni, nell'amministrazione, nel censo, nella produzione, nella tecnica; e cosl il partito del lavoro, se sarà, ne avrà, e in quanto già è ne ha nei capi delle organizza• zioni operaie e delle cooperative. I giovani lavoranti alle soluzioni tecniche per puro amore della verità non avranno mai le qua- litil di cos1-0ro che ci han lavorato per anni nell'interesse proprio o di mandanti che pa– gano; come costoro non avranno mai l'a• more disinteressato del problc111a, naturale nei giovani suoi. Ciò non toglie che la forza di un paese stia nella massima parte in quelli ; già che se questi possono adoprarsi a risolvere pro– blemi di cultura e simili, quelli solo possono - prolungando appena la loro allività pri– vata - lavorare alla soluzione del problema, non massimo ma certamente pregiudiziale, del come aumentare la ricchezza della nazione. Occorre bensl che questa gente abbia co– scienza che questo problema esisle, e che sia da risolvere a profitto nazionale, o comune - come dir si voglia. E' credo di non er– rare dicendo che questa coscienza non può venir loro dall'amore - almeno dall'amore intellelluale - della verità, perchè sono uo· mini d'azione e non di sludio. Di modo che, se questi uomini e un loro ~lavoro orientato in certo modo occorrono, con\·ien scoprire qualcosa che li faccia lavorare e in quel senso. E poichè siamo in paese di democrazia, occorre anche che qualcosa agisca sugli uo• mini, che devono seguire gli uni e gli altri, per persuaderli di quel modo di lavorare alla soluzione dei problemi nazionali P.conomici e culturali ; perchè approvino le soluzi<'ni, o al– meno diano fiducia a chi ci lavora intorno. BiblotecaGino Bianco Ora e questi se!!uaci, e gli uomini d'azione ·•con loro, non son gente che si possa persul– ~ere con rngionamenti; in ispecie a far cosa, come può accadere di continuo, coalro il loro it1Je~E!'sse, o contro il loro interesse immediato. jl'tfOI rav\eno, ei,i.: llv,1 pa, 10 !,ùlO di ammini-– strazione della cosa pubblica, e d, elezioni; ma anche e più di azione continua nella vita privata, nelle associazioni, nelle fondaz!uni . L:1 ricerca tecnica presuppone già un in– teresse conforme con quello generale, o pub– blico, cioè una vittoria, almeno parziale, su– gli interessi privati, personali o locali o c:istali o professionali, pili visibili; cosa naturale nei giovani cui ella si rivolge, non naturale o non spontanea negli altri. Quindi una co– scienza, una disciplina mor.ile negli inJividui come ta!i e in loro ancora quando s'organiz– zano. Ora di questa mi sembra che manchiamo sopra tulio in Italia. Taluni di quei tecnici conservatori, di cui ella dice, sono noti e rispe11a1i non tanto per abilità nella soluzione d_iquestioni tecniche, quanto per abiruJine Ji considerare e curare interessi generali; le cite1ò, per tacere degli abusati consen·atori milanesi, il 1\ l.se Tanari a Bologna eJ Er· nesro Kathan a Roma : tutti, s' intenJe, per quel che consenrono i tempi : i padn erano migliori. A dirla con parole povere manchiamo, in– somma, d'amor patrio. i\lanchiamo della di– sciplina morale che presenta tulle le que– _"'!bni sotto forma di problemi di interesse generale, con un imperativo di risolverli nel senso del massimo. Ora io credo, caro Prezzolini, che il « da fare » non sia eccitare la trovata di soluzioni tecniche (il che si deve fare, e bene ella fa, tra chi ha già deciso di risolverle in quel senso) bensl di persuadere il prossimo a cer– care sempre il massimo profillo generale. Il prossimo che governa, e dirige, e governerà e dirigerà sempre in un paese, qualunque larga democrazia formale dicano le leggi, e a meno che non sia di mestieranti della po– litica, può Jar semore per abitudine profes– sionale delle soluzioni tecniche discrete, e sopra tulio una buona esecuzione, quando la questiorie è posta in quel modo. Cosl che, abbia pazienza, il « da fare > per me è piuttosto questo: diffondere la coscienza collettiva, o nazionale, o umana che dir si voglia, in chi si occupa in qua– lunque grado e in qualunque modo della vita pubblica; e cacciare da quest, i mestieranti, Gli inglesi dicevano, non so se dicano ancora, di voler esser governati da gcntle111c11; con una parola sola esprimevano benissimo am– bedue le cose. Ora vediamo in Italia come sia possibile la prima ; quali moti sentimentali possano darcela. li cattolico, siamo da un pezzo per– suasi che no ; il socialista, et; ne veniamo persuadendo giorno per giorno. E quindi siamo, caro Prezzolini, al nazio– nalismo ; non per mancanza di meglio, ma perchè giungiamo adesso là, donde dovevamo partire. Perchè siamo stati e siamo un paese senza gran coscienza nazionale, salvo che in circoli ristrettissimi, sin da quando falli na– zione ; e poi e la necessità e i peccati nostri, sopra tulio il governo elettorale e la provvi– denza dello Stato, ci han fatto, non dico indivi– dualisti che sarebbe stato bene, ma - passi la parola - cittadinisti e localisti e peggio. Ora a rompere questo circolo vizioso non c'è che il nazionalismo. 11 quale è sopra tutto fede nell'avvenire della patria - come vede io non l'adorno di pensieri e di natali letie· rari o filosofici o scientifici. Solo con la fede, e con quest~ fede, gli uomini d'azione e le· folle possono esser conquistate a pensare e aJ acce11are la soluzione nazionale delle que– stioni naziouali. Che cosa sia upa fede, e che cosa si.1 4uesta, ca:-o Preuolini, io non le so dire, col mio modo un po' arido di vedere e di dir le cose ; ma le assicuro che quando la sento, e senlo gli altri che l'hanno in co– mune con me, mi trovo realmente migliore. Nazionalismo dunque, religioso e rigido. Il suo rigore domanda una soluzione immediata, pregiudiziale, del problema del massimo be– nes~ere economico di tutti gli italiani, solu– zione che potrà essere intaccata, nei partico– lari, da solu,.ioni di alrre questioni parziali, ma che nella sua essenza deve restar quella, E al problema: quali altitudini abbia l'azione politica a far conseguire agli italiani il mas– simo benessere, una sola soluzione è com– patibile col nazionalismo: quella del liberi– smo economico. Il nazionalismo esclude nc– cessarit1111c11/e proteiione statale di classi, di industrie, dt regioni; e quindi involge sen– z'al1ro, .:011 passaggi ch'è inutile segnare, le autonomie degli enti locali e delle organiz– zazioni di classe, sui quali eserciterà poi, fuori della tirannia dello Stato, la sua azione morale. 11 liberismo dà alla coscienza collet– tiva la fo~za fatale delle necessità economiche; un paese che abbia fallo un primo sforw iniziale, eh natura morale, per adottarlo, tro– verà poi mille forze economiche che lo aiu– teranno a conservarlo; forze che già, chi ben veda, si manifestano da noi e che allendono solo una spinta morale per collegarsi e dive– nire irresistibili. Questa spinla nè socialismo, nè cattolicismo, nè nazionalismo terzaiolo, nè nazionalismo (perme11e ?) vocajolo la daran– no mai. li sindacalismo, ch'è rimasto socialismo vero, potrebbe, se avesse forza di penetrare genuino nelle classi operaie; quando l'avrà sarà nostro alleato. Quando lo Stato non avrà più protezioni e favori da distribuire, quando l'immensiià e la varietà delle sue funzioni non gli metteranno più in mano tulli gli impieghi possibili e immJginabili, \'ecchi e nuovi, quando le que– stioni economiche cesseranno di esser questioni politiche, allora potrà essere uno Stato onesto. lo mi meraviglio che lei, nel dirigere i no– stri giovani, non abbia Jeito loro questo. Im– porterebbe molto (allo stato delle cose, ora, può esser che importi moltissimo) avere nel ,nezzogiorno il suffragio uni versale, se lo stato non fosse iI padrone e il sovventore - sem– pre con loro magrissimo utile - delle am– ministrazioni locali ? Di queste, come si-vede, e della miseria della terra i meridionali si liberano coll'emigrazione; chi, se non lo Stato, le sostiene e cerca di far pesare ancora la loro inulile esistenza? I giooani devono per· der l'illusione che si possa riformare uno stato invadente e accentrato: devono cercare le soluzioni tecniche, ma-sopra tutto :il di fuori dello Stato. Altri menti, a,:che dopo adollatc le migliori, ella \'edrà non solo l'attuale de– mocrazia, ma e il socialismo, e il governo dei preti e il sindacalismo magari sporcarsi tutti, quando a,:ranno in rnano gli interessi di ciascuno, e potranno a lor posta nuocere e giovare. Uno Stato liberista può esser go– vernato da gcu//e111eu e da tecnici con danno comparato minore che uno Stato protezionista da una democrazi-1; è stori3 di tutti i paesi. L!no stato liberista, appunlo perchè tale, si pone pochissimi problemi ; e trova tante forze libere cooperanti nel paese, che può risolverli ben più facilmente di uno Staio provvidenza.

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