La Voce - anno II - n. 21 - 5 maggio 1910

LA VOCE pochi coloro rhe portano aura verso la min:-iccia della morte la dhina ,peranza di vivere; pochi como son sen1prc pochi coloro che possono, per simuhanca concorrenza del fa\'ore interno ed t:sterno, scampare d.1 un naufragio; pochi, perchl: i \'Cri dvi son sempre ,-ari 110,,/es in gurgite rnslo: ma il fatto è che proprio qui a Firenze, dove Jlit'I ~tagna la vita musicale; dove più di– fettiamo del soccorso dei grnndi spettacoli e dei profondi concerti, queMi naufraghi decisi a tutto pur cli vivere, ci sono e pre~to ancor loro rng– ~:;iunger:111110 la riva immortale clell' isola di Ca– lipso. Per esempio: nessuno forse ali' estero e molto più in llnlia conosce chi è Gino Bellio. È un buono e ~im1>.1ticomae!,tro, che ha trascorso la ~ua viia nella uniformit,\ dtlle <11101idianelezioni, componendo finora alcune semplici e correttis– ..,ime CO!ie, le qunli non \'alc,·ano certo per la loro umile bonomia a ri\'olgergli fragorosamente le n:W,1111itrombe della « n:clame •· Ed ecco che <1ue:.tobuono e ~crcno maestro, tuuo chiuso nel suo amore per la grande musica, a un tratto <la sè -,olo in un ambiente peggio che ostile, in– differente come la morte <l' un ammalato d' a– rnrassia, trova il modo di cercare e di tro,·are una sua 1>ropria forma musicale ben equilibrata sull' nntico. lludncemente slanciata \'erso il no– vissimo. Idee critiche se 11011 paradoss:1li come il cnnone impressi(}nistico della scuola musicnlc frnnc<:se, certo cnl<led'una fede e d'un'originalità consona nlln lrnnquilliu\ un po' bnchiana del tem– pernmento artistico del nostro compositore, hanno guidnto e sorretto il Bellio, che non è più un gio,•,rne, a ra~a,iungcr sè stesso e a sciogliere il nodo melodico, che durante i suoi primi ten– lalivi arli-.tici, gli rimanc\",l aggro,igliato nella fanla,ia. Vna delle sere scorse al nostro Circo– lo Filologico, il Uellio ci leS!,Cinfatti, precedute da una nitida conferenza, illustrante il proprio credo nrtis1ico, alcune composizioni elette e au– daci d1 forma, deliLiO<iedi un contenuto ingenuo e leggermente au,tero nella sua delicata oggel- 1h·i1:\pacata. Non 111' è in animo scri,·ere qui un' annli,i criticn dei pcui musicali, nè una cri– tica tstetica delle idee contenute nella confe• renza. Mi ba,t;I notare il fauo significarllissirno di quc~to maestro di 11111..,ìca he, immerso ncl- 1'nrin mia-.matkn della vita fiorcutina, ha sentito il hino1~110 eroico di bere il grande alito prima– verile della , 1 t:rn \lita, di non abbandonarsi al.. l'impotente umore della tradizione, e ha snpulo s1>remcr d,1lla Mm M,:rennCedetanta passione da raggiunger ..,(! Mc-.so e incitare, più che non in• ce1)1Mrc, allri nel cnmmino verso la \'era arte, che è .,empre padt';Wl{l'llrsi, al di fuori d'ogni intellettuali!ttict) legame storico. E non è quc-.to del :ir. Bellio, un esempio da gcttar~i ma/rJiramr11/~, d.1 tutti coloro che son ~oli e f.111no,come Dante, parie a sè, in faccia a tanti gio,ani, rhc, !'!fruttando facilmente il nuo– \'O sco,·:-ito dalla collaborazione più o meno ano- 11i111a dei cenacoli, s'innalzano scoppiano Sfa– villano irnpro, ,·i,amente come razzi, per poi ricadere fulminei, ridotti a un'i11u1ile infeconda cannuccia? G1,,~:,;o·rro B,,sT1ASELLI. La Bibbia modernista. Nitn•iamo dnll'rl[,'t"J:ÙJ p,•of. snt. Cmberlo Fr11- rassi11i vuu/11 ,-isposlt1 al/' 111/imo orliro/o dr/ /nof, ,"iah•alcnl' ,llmordli. ,l/,wra il tempo t· lo spt,:io j>fl lr osun.·a:iom' di'/ 11oslrorol/abomlorr, rlll' ,imamlicmw al prossimo ,mmt'ro. N't:I licenziare al pubblico il mio libro Che ros'è la llibhù,. mi ero proposto di non rispon• dere alle criliche che mi a<.petta\'a insistenti da campi divc,-.,i ed oppoMi, persuaso -.:he un li– bro, -.e ~ ben fatto, dc"e s.'l1>eredifendersi da ,e mcde~imo. )la wno co,treuo a fare subito un'ecceiione a prOllO!titodell'articolo della l'ore « la Bibbia moderni-.1a •, do,·e il prof. l\linoc– chi parla più di me che del mio libro, il quale a lui porge solt;rnto l'occa!;ione di entrare nella mia mcutc l' nella mia co~cienza 1 di giudicare la mia condotta pao;!.ata e suggerire <1uale do– \'rc.bbe essere. Appu1110 pcrchè il ~!inocchi ha voluto farne una c1uestionc per<1onale, mi credo in do,·erc di dichiarnre quanto segue. , 0 Non le ,1ccu,c o i ~spetti dei miei av– ,ersnri, che ho tenuto sempre in p<>coconto, mi hnnno f.itto ce,_..are dallo scri\"ere articoli di critica biblica dal 1903 in poi negli Sl11di Religiosi,· ma, come dichiarai al .'.\I inocchi - che non mi ha m.1i perdonato, come egli lo dice, qucll',1bt,,:mdono - le mie molte e cre– sctnti occup;1Lioni di allora, che non mi lascia• ,·ano agio <li scrhtrc con quella 1>011derazione e maturi1;\ che and \'Oluto. Questa medesima rh.posta diedi .11 Bonaccorsi, allorchè mi ri- chiese di collaborare più lardi, nel 1905 , alfa sua nuo,·a Nin'sla dd/e &i~n:e Teologidu, e solo ced~tt1 quando mi propose di stampare nella Rtt·u/a le lezioni che io stava preparando per l'w,o della rnic1scuola. E che nella Niusla del Bonaccorsi io abbia dornto rinunziare a parte della libertà che go-, dern negli Studi del Minocchi, non è ,·ero; il piccolo incidente che il Minocchi si compiace di richinmare nlln niente dei lettori non ha quella importnnza che gli nuribuisce, e si sa– rebbe potuto facilmente cvitnre, se non era un ec.1uivoconato non di ceno 1>crmia colpa, come potrél t!imostrare con docun1cn1i alla mano. Oel resto ancht: 1,;:li .Wudi Ntli'g-iosi anda\'ano sog– getti alla re,·isionc ecclesia~tica, sebbene non porta"'icro in fronte l';-.pprovazione ufficiale, co– me lo stesso .'.\finocchi tbbe a dichiarare in una J>Olemica, mi pare, coll.1 Ci:•i/1<1 Callo/ica. 2° 11 Minocchi !1 1 inganna allorchè pretende che per ragione dtll'ltHpr,mah11 11mio libro atr bia dO\"UtOsubire « una regolare castrazione •• onde io mi sia donato limi1arc a tracciare un c.1uadro della divinità e bpirazione dogmatica dei libri sacri. Debbo dichiarare a1,ertamentc che ho tro\"ato !tempre l'autori1à cccle~ia~tica dis1>0s1aad ac. cord.umi L, più larga liberi:\ scientifica. Non \! vero che io sia st:1to preso per la gola, come dice il ~finocchi, e che nbbia men– tito c.pmndo nella prefazione ho dichiarato che cene questioni speciali sull'origine dei libri S.'l· cri 11011 rientravnno nei limi1i del mio s1udio. Se :-ivcssi :,critto una co~l della • Introduzione ai libri della Bibbia», allora di certo non a\lrei µo. tuto C!;imcnni dal trattare c1uclle questioni che \IUOle il Minocchi ; ma io ho scritto Che cos·; la llibbia e non Clie rosa sono i libri della Bib• bin. Ilo ri\'oho doc:: il mio Mudio non alle sin– gole parti della Bibbia, nu alla Bibbia nel suo com1>lesso ; ho cercato nella moltiplicità delle parti di cogliere l'elemento comune, lo spirito animatore della lettera, d'indagare come esso ha saputo formar-.i, a c-,econda dei tempi, mem– bra adatte, ridurle ad unità e farne un organi– smo sempre fecondo di \'ila religiosa. ;\'egarmi di l)Oter far ciò solo potrebbe chi non solo nella Bibbia non ricouosce nlc1111;1 ispirazione ma cli pii1 nella ~noria non \'Cd<: che singoli fotti, non ridotti nd unit:\ tln uua finalità supe– riore. rili si 1>otrehbc ccr1amc11te rimproverare di nver riccrc:110 questa unità e finalità se l'a– ,·cssì ottenutn col picgnrc ad ec.,saviolentemente i fatti ; ma che, nl contrario, mi sia sempre at• tenuto riKoros:-imcnte a un' es.'ltta esl)Osizione critica, me ne fa fede l'attestnto spontaneo che ne ho a, uto da 1:>ersonedi competenza in mate– ria la pif1 grande d1e ~i 1>0c.,-.a desiderare. Se il :ilinocchi rni a, esse fatto l'onore di leggere il mio libro, 11011 l'anebbe cli certo de– finito un <1uaclro dcli' ispirazione dogmatica dei libri sacri. lo non espongo teorie, ma non fac– cio che narrare e documentare. Le questioni che il ~I. lamenta non !tÌano state da me trat• tate, queMioni che I\ suo parere anebbero 1>ot1110 interes-.are la coscic1ua sociale e illumi– nare 1,l co-.cicnza nazionale, riguardano tutte fotti singolmi che sono inditfcrcnli per l'anda• mento gcnernle tlclln storia della Bibbia, e che richiederebbero un'analisi cosi minuln quale non snr<'bbe slnt:t J)OS!tibilein uno studio sintetico come il mio, Al contrnrio, tante altre questioni storiche, che pi1) da vicino toccavano il mio soggetto, e che ho trattato lnrgamente mettendo il contenuto della Bibbia in relazione colla sto• ria pali1ica, intclh:ttunlc e sopralutto religios., delle ,·arie t:JlO('he, il .'.\!inocchi nel mio libro non h,l H·cluto o non -.'è curato di \'edere. Ep- 1>11re.anche dal punto di ,·ista critico, le que– <,tionidell'nutore e delle circost,1117e,bene Spe"-sO iml)OS!>ibilia determinare, in cui il libro è stato !teritto, facihnenle p:h"-ano in seconda linea, e <1uelleche pii) i1111)()rtano ~ono le questioni della natura del libro e ciel ,alore del suo contenuto. Quanto poi alla coscienza nazionale e sociale, ecco, confes"ìO candidamente che non ho scritto per essa; e 'iC l'm•essi fotto, mi sarei trO\"ato in serio imharauo per intcn::s!tarla, come ,·uole il M., con <1ucs1ioni d'Introduzione biblica, con lunghe discus~ioni sull'nutore del 4° \'angelo o dell' Epistola agli Ebrei. Secondo il mio mode– sto p.1rerc, l:i Bibbia interessa piu11osto la co• scienz:1 religiosa ; e a ques1a 1 più che le que– !ttioni dell'oris.:ine dei libri, im1>orta il loro con– tenuto e l'cOicacia d1e ha C'locrcitatonei tempi 1>as-.ati t: può e',ercitarc nell'a, \'Cnire. 3• Il M. deplora che io debba 1orturare atrocemente il mio pcnsit-ro per rimanere nel clero e nella Chitsa. Su c1ucsto si tranquillizzi : pos,o a"<,icurarlo di a,er tro,·ato in me da lungo tempo il modo di fondere armonicamente la piena libertà scientifica colla sincerit,\ della mia profos<,io11ereligiu!'i,\, Tenl-:O gelosamente tanto all'una che all'altra, e l'una e l'altra mi è sor• Bibloteca Gino Bianco gente di abbondanti ~dic;fazioni, senza esser costrello a «rea rie altro, e per a,·erne a soffrire dei disinganni o do,·cre mutare ogni tanto come foglia al ,·ento. Se tutto ciò piace al )finocchi di chiamare modernismo, si accomodi ; tanto quella è una parola alla quale orm:ti ognuno dà il senso che \'uole. Ad ogni modo non flO"O non esser grato al M. per nvermi accoppinto nl P. Lagrnnge. nobile esempio a tutti del come lnvorare efiica• cemcnte, scni:a s1rcpito, per la scienza, e del come rim.lnerc fedele, anche in mezzo alle prove più dure, alla CO!>Cienzn religiosa. U. f'JtACASSINI. Rifiuto dtapprofondire. A PROPOSITO DEL CASO GENTILE Dtiirhiamo ai projtsson dr//'L'nh·trsità,Ii 1Yapoliquuto bra,1<1, rstralto dalla Rrla:;Jo11e dtllt1Co,,1111issfont d'i11rbit.sla al .Miuisttro della Puhblira lstruiJO,,t,t soprntulliJ a q11tllirbe. 110,1 1•01/rr o risp.mt! trt,comt Jt1 lorotJfftrtoda 11oi,a//'11rtiro/o di IJ. Croce • li raso Gm– lilt t la tlisont.stl, d,11,, i,ita 1mh-trsit11ria italin11a > Lfl Co111missio11t ,t ;,,rhitsln di, piena ragio11t n quanto q11i fu sostenutadal Crorr,sin nelle trsi gr,lt'rnli,romr 11rlcaso P~• tirolat'· So/ta11to ma • rifiutadi approfo11- drrt. > 1: '"' t•tro prrcat,1:questecommissfoni Jiuisconoil loro lnt'Oro dtn.1r dcn!rtbbrro r wiu• riarlo. • L'l legs.:e 7 luglio 1907 11. 481, riguardante il trasferimento dei professori uni,·cr:;itari, men• Ire all'art. 1°di,pone che i professori ordinari possano, col loro con,erl!,.O, essere trasferiti da Unh·ersità nel L'nhcr...it~, all'art. 2° dispone che ogni tra~ferimento dt:IJba essere proposto dalla Facoltà o Scuola, in cui è \'acante la cattedra da conferirsi. Ln legge, in ,·crità, non dice se il Ministro possa dipart1r,i dal voto della Facolt.\ o Scuola e bandire per la cattedra vacante il concorso, che resta pur sempre In norma fondamentale. Ma c1uestn potestà del Ministro è i11re ,"psa. essendo egli supremo reggitore degli studi cd il res1>011sabilcclavnnti nl Parlamento cd :i.Ila pubblica opinione del loro andamento; "risulla altre,) im1>lidti\mcnk dalla parola Me,~ della legge, la quale col dare nllc Facolt.:\ o Scuole il diriuo di p,-oposla esclude che es\C abbiano quello di diSJlOrre !-enz'altro i trasferimenti: ed a questo ,;i ridurrebbe, in wstanza, il dirit10 di propo-.ta se il )lini-.tro non a\'e~~e la 1>otest.à di dip.1rtirsene. Ben e;' intende che, quando manchino ragioni serie e gra,-i J:>erlt: quali sia lecito dubitare che la propo~tn dtlla Facolt.\ o Scuola sia ispirata a criteri sereni cd obbiettivi, il Ministro debba accetlarla. Jl/a q11a11do 911eid11l>bi, e /011d11li,,•i so110: 9Nat1do la proj>osla dtlla Faro/I,), se ac• aaelhtlt1, n11:idt},rior-irrr, 1111ocerebbe a.,rli studi, t1l lmo11nome t'd al p,-esfrjio dtll' ( ·11t.:rrsiltt,e /orse offemlerrbbl' la giusli:in, il .llini'.slro 11011 puc> 11011 i11lrn•r11ilepr,· fi11r uso, sollo lt1 sua ,·esponsabilil,J, dt'lla poles/rl rhe la lt·ggr gli ac– corda. Allrimruli opr,·nndo, egli, /)l'l timore di t!SSen arrusnlo di adii/rio, si rspo11c al rischio di /nr pt1ss111·r l't1,bil,,o dr/In Faro/Id. E che ~ia proprio cosi, risulta anche dai pre– cedenti parlamentari della legge suddetta. Come al Miuislero ,i è applicata In legge, Res."l~i,·acante a N'nflOlila cattedra di sioria della filosofia J>(:ril collocamento a riposo ,·hies10 cd ottenuto dnl prof. Ales,andro Chiappelli, ~i presentarono aspiranti nel e!.~'\ 11prof. Gio,·anni Gentilt: dell'Vni,cr-.ità cli Palermo ed ìl prof. .\urelio Covo111 dell' Cni,·e~it:\ di Torino. Il !tCCOndochiede, a il tra"ferimcnto puro e sem– plice; il primo il tra..,fcrimcnto, oppure in caso cli altri aspiranti, il concor~. I.a Fncolt.\ di lettere e filosofia cieli' l'niver• -.ità di Napoli, cui ..,peuavn di fare la proposta, nella tornata del 25 mn~gio 19<>8 respingeva la domanda del Gentile, ccl accoglie\'a c1uclh, del Co\'Otti, del quale propoucvn il trasferimento all1nmbita cattc<lrn. Fin qui, certamente, nulla di irregolare e di illegittimo nella formn del procedimento. Sorsero però delle ,oci, 11011 va~he cd inccrle, ma pre– cise e ~pt:cifica1e, le c1unli sconfinarono anche dal ristretto ambiente unh cr.,itario. Si dìce\'a che la delibcraliOne della Facolt,\ non fosse ispirata • a criteri puramente obbictti,•i ed a sollecitudine del bene cieli' insegnamtnto •, ma n criteri del tutto suhbietti,·i, ad inimicizie, a,·enti origine in llOlemiche scientifiche, esistenti fra il Gentile e l;1 ma$e'i;ioranz.,,dtlla Facoltà. Il Mini,tro, malgrado che sulla obbietti\'iti della prOJlO!>ta della Jòacolt,\ ro,sero sorti forti 315 dubbi, :iutore\'Olmente t.·..,po-,tì e <o,tenuti :mche per la stampa, accettò ~cnz'altro tale proposta e 1rasferi il Co,oui a Xa()Oli, sebbene, come si è detto, il Gtntilc ave!-!>e d1iesto che la cattedra \ acamc fos"le me,;c;..-i. a t:oncor-.o. Su questo fatto è st.a1arichiamala J'auen.i:ione della Commi!.,ione, la quale però ha creduto che non fosse il caso di approfondirlo, perch~ l'esame dell'operato del .'.\!mistero, che J>er sè stesso è legittimo, -.,,rebhe ~er\'ilo soltrmto per mettere in luce la co11traddi1.io11e fra le e..,plicite dichiarazioni fn11e dal .'.\linistcro al Parl:unen10 quando si disCU!o!te la lt·gge, ed i criteri che, nel caso speciale, prc.siedellero all'applicazione di essa •· R. Cc»uu-10111• D'l1110t1uu, ro u P. hTIICUO!fS, R,t,; ,,,; ,,,.,.,, ,,,..,._.,,, 111,•;•, tt,. Arioac dd M1~u~ '• Jt-. 1910,pr,.•.8-so. Edizione della " VOCE " Prof. Sen. PIOFOA O1!.LL'UNIVl!.RSIT À DI TORINO L'IGIENE FISICA E MORALE DEI GIOVANI Opuscolo di 43 pagine fitte conte– nente le due Conferenze sulla questione sessuale tenute ai giovani di Torino, Milano, Fir<n:c, Roma, dal Prof. Sen. PIO FOÀ. ~nt. 20 la copia. Per propae-andasi vendono 100 copie Jirc to ; 50 copie lire 5; 25 copie lire 2,50, soltanto ai nostri abbonati. La diffusione è affidata esclusivamente alfa Casa Editrice Ita~ liana, Firenze. Il 1l1■or Averardo Dorsi mi ha risposto da par suo con cinque righe il cui principale e pit) solido argomento consi,te nell'e<1erci1.io grafico, che vor– rebbe esser spiritoso, d'allungare il mio nome di Prezzolini in CJUtllodi l're71.emolini, Da c1uan– do ho fatto le clns,i ch::rnentari non ll\lC\'O pii' 1 udita c1uesta scipitagginL·: bisogno.va che ru' in– contrassi con A\"erardo Bor~i perchè In sentissi ripetere. Sui'..:arattcre di quc\to ~ignore ho detto quel che penso : og1,:idico quel che J>Cnso del suo ingegno. E dico che non ne ha. Xon ha in– gegno perchè non s' arcorge che io potrei ritor– cer troppo facilrnente Ct'rli c-.ercizi grafici e dir di lui eh' egli (' UoJ..,i,e il giorrml MIOgiornale bolso o, con più eRicacia e 1>u11111ra, giornale borsista e magari bor~.tiolo. ~on ha ingegno Poi chi manca d'una prc,io-..1 qu;.tlilo\ l.1memoria: e il signor A,erardo Uo,...i,che oggi fa 1nnto lo spiritoso, non si ricorda e.lia,crmi a ,uo tempo ampiamente dogiato c.1uand'cm dirctlore del Te• leg-,-afo. :ila una pir0t:tl.'l di pit\ o di meno che pe~ può a\'cre sull,ì cosC'ieuza di chi in men di tre me!.i h:1 trovato modo di C';t111bi.1r faccia due volte ris1>etto a Sonnino? L'onorevole Ylanl im·ece ha dello di n, cr com– passione di me. l.n cosa mi hn commosso, ma non mi ha pcrsun-.o. E finchè la compnssione "errà dai Vinui anò tulle le ragioni di credere eh' essa nn~conda soltanto il desiderio di non risponderr. A proposito, che 01>inio11eha I' o– nore,•ole \'ia:ui dei documenti c1ui pubblicali son'onore,·ole Pamini, repubblicano anticlericale che chiede\"a e ottcnC\'a invio di regie na\'i per la festa del patrono del suo collegio? A propo, sito. che opinione ha del lt'ale aiuto dei repub– blicani nella lottn Snh'cmini-\"alcnzani. docu– ment.1to dal silenzio agro della Nagio"e? Non si 1rnua di compassione, .,i tratta di ri,pondere ! l(. pr. Le condizioni della , Ila tulrtle a Roma sono, da quanlo lto saputo da 1·arir prrsont", nrsai deplt>• re;:oli. Prr ora In \"occ 110111,:p11t> parlare a ltwro. ii 11oslraiflfe,,:io11e fn,-/o prnlo ; e inln11lo p11bb/ichiamola srgnrnl,: ldlcrt1 di (,'i1w:ppe Vnn- 11ù:o/ndirei/a n /)omr11iro Olir 1 n, indire tli qurlle Cfl:}_dbionie/le dt"p/o,inmo: Albano Latlale, 1 Manio 1910. Con l♦Uen del 20 111111:110 ~, l'an·. Gino Pìeranloni mi annunaiaH che Il Comitato di l,,111111a del r,,.,r, S/11161I, ,1, Ro••• .,..,,.. accettata la 111,a Fl1111 .~,.J-111/111, la qaale u.rebbe ttala recitata e e.11110 la ua1ion• 1909-1910 •• Seoaa 111• IIIDUllaÌO Dlic,aJ~, flp♦llllO poi daJ 1ion111l, lo ancl puhbhcato 11 mioluoro I• ,.ol11111e;••• pokW: ,i dlu cbe le ice:oe 1ic,h ~o aol111110 d•W 1■<td I j • che la ••1· 1iore anratt,Ya del leauet t la torprua, mi 11ue1«1I a 11011 ue.laroe il co111eeotetc:M a poch u,al ieum.i, pe.r eoa perd♦10 ogni ,peuo.u di nppnteetuione La mia raueenuioae n<'■d -•o la n.ea, 1,acc:h• la ua- 1ion• e 190':I 1910 • it decona, e 11111111 I♦ IIOfllÌ allOUDltlte

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