La Voce - anno I - n. 38 - 2 settembre 1909

LA VOCE lSS Per una collezionedi classici. Credo opportuno f.tr tlubhlic;i, col consenso di chi la scrisse, la seguente lettera di Ferdinando Martin i: è la voce del buon sen50 intelligente e della lunga esperiem;a incontro" quella dell'entu- 1iasmo e della giovinezza, che adempie nella fan– tasia col desiderio la spera117,n, Ed io convengo, di buon grado, in quel che essa dice; solo farò una breve c~hiosadov'essa mi porge il del-ltro di chia– rire il mio intendimento. Prrgiaf. Sig11orr, [o,'!.issis] io sono d'accordo con lei in tutto e per tulio sul da fare; quanto RRli effetti che siano da sperarne, sono meno ottimistn di lei: anzi, per dir la verità intera, sono pessimista addirittura. Leggeranno gli ilaliirni? Temo di no: se nuove edizioni di quelli scrinorl nvessero 1>rol.abilità <.li spaccio, si sarebbero fatte: se il Barbèra non ri– stampa le rime di Vincenzo Colo11n11, ad esempio e i succ. Le Monnier lasciano incomplela la rac– collR delle opere foscoliane, egli ~ perchè credono che rislampando farebbero lln caltivo affare e i volumi rimarrt:bbero nel magazzino. Pur tuuavia tentare bhrogua, cou cautela, per– ch~ se gli ltali1111i non vomwno lt:ggere o rileg– gere la Tancia, le cicahlle del Panciatichi e lt: prediche del Segneri, io 11011 mi sen1irò. in co• scienza, di dar loro torio, Intanto ella perdoui a me questa cicalata e mi abbia per d. suo MARTIN!. Tolgo di mezzo una 1>rimaobiezione: non tu lii i classici esauri1i nei cataloghi BarW:ra e Le l\lon– nier, io credo si debba. no ris1am11are; c'erano tra quelli Rnche da me cit11ti nella mia sommaria sta– tistica, i puri linguaioli, de' qunli faremo btnis- 11imo n meno. Ma del Segneri, ad esempio, io ri– cordo che nella recente commemorazione del Giusti a Monsummano il Martini dicev11: e Una predica del P. Segneri potrebbe anche oggi ripetersi dal perp010; lo stile~ invccchhllo: i peccati sono gli stessi d1 tre secoli la •· Ora. se può ripetersi dai pergamo, perchè non rileggersi? E non è Ira gli autori, crrto, eh' io prediligo; ma si ìl Segneri, e al mohi altri ,mtichi nostri, se I\ leggerli ci vuole forse pazienza e buona volont/1, d!\nuo un frutto uni largo della faticn impit.'gnta: servono di rea– aionc salutare, essi che ci giungono da tempi di culturn veramente umana e di salda dottrina, oon• tro tanti inquinamenti prodottisi nell'anima nostra da centocinquant'anni a questi\ parte. Teniamo fermo quel che s'è 1n1re a<'quistato di nuovo e di buono in questo periodo ; ma non dimcnti::hiamo la sapienza dei padri, nè la loro arte, nè la loro vita; accostiamoci ad essa con occhi pili acuti e pi(1 :;ciolti, ma non rinneghiKmo: integriamo. Ed eccomi all'essenziale: volere indurre la sorte delle future edizioni dalle consider.tzioni che hanno trattrnuto altri dal farne prima, ~ un cercar di di– mostrare i,ruolum per ignoli11s: poichè quelle con• aiderazioni, (pur fatta la debita parte a un certo &rado di probabilità derivante da un determinismo economico del movimento hbrnrio al quale non conviene troppo r1ffidarsi), 11011 sono reali osser• vazioni, ma previsioni, come le nostre, del più o meno ignoto. Le condizioni prest!nti, e le cause del ristagno, sono certo quali il l\lartini dice; ma importa non credere che la fortuna dell.t nostra Impresa sia già scritta, in anticipai.ione; noi spe– riamo di /are. non di lasciarci trascinare. E quel consiglio del i\lacl1ia,•elli: pensare la verità effettuale anzicl1~ I' imaginazionc della cosa, significa, riguardo all'avvenire, prepararsi ad ope– rare e non lasciarsi vincere dalla previsione: pre– vedere e imaginare; solo elemento effettuale che aia cerio nel futuro, è la nostra volout..,. Di nulla, ap1>un10, noi abbiamo bisogno, dopo cbe nel Risorgimento la nostrM volontà individuale era mossa o almen SOitenuta tht un impulso su– periore, da una grande necessità nazionale, e nei primi tempi della terza ltalia, dai residui incom– pastj di quella impulsione, se non s'anneghittiva nella perfetta inerzia; di nulla, dico, quanto del prender coscienza del nostro stato di quiete e di stabililo equilibrio, e clcl p1ocedere poi p~r vo• lontà rhe voglia, davvero e per sè, ri0ess.,, do• minata da noi precisa, fa,·e l'a,·veuire. Nè il l\lartini, al qu11le son grato dell';u•er scritto a lungo e liberalmente a me iguo10, per puro in– teresse <lella cosa pro1>0Sta, è molto lontano da nc,iquando mi scrh•e, in un'altra lettera: e ~l11gari a furia di battere si trovasse chi ci desse atten– zione •· Un buon principio, sarebbe; e fallo d·, noi; e eia lui, anche. l(J\lll'AIH.LOP1cco1.1. N.kevi111110 a proposito: Signore, in una noia di codesto giornale Ella mi accusa: 10 di a\'cre anni sono prese a prestito dal Leo,,ardolt:armi percomb~ttere Ernesto Hae• ckel nell'Avanti della Dome111'cn e ,o d1 avere da questi giorni tolte al Piccoli le idee intorno una collezione di classici italiani. Ella certo se è ga• lantuoruo sente il dovere di la-.ciarmi 1111111irestare le mie ragioni ai le11ori della Voce, I miei articoli intorno nl l l11eck~l muovevano da premesse e ;:ivevano pro1>ositi e argomentazioni :1ss11i diverse da quelle del l.. toua, do: e del re• s10 Ella nella rivista fiorent111a aveva dato solo una bibliografia, e per giunta breve, dei hbri ostili all'll11eckel, bibliografia che si trova anche nella prefazione del l\lon,elli agli • Enigmi de.li' Uni– verso •· ì\la non importa: l'accusa d1 averle ru bato le illee mi fu falla t\ll0ra da un professor Gallucci di Napoli, ed !o riilpO!Ues:1urientemeute sull' Avauli della. /Jomcnica. E ora mi bisogna tra– scri\·ere due lettere <li Giovauui !J111>ini a me, scrit• temi in ciuei tempi, nelle <1uali è 1>aroladdla po-, !emica haeck~liana e dd/,1 collezio11edei classici ifa/lam. 17- IX- 1900- Ca, o Bello11ci, Son mollo contento di potermi finalmente rallegrare con te 1>er 111 tua campagna Ironica contro gli amule1i <lei rngMzzetti democra– tici, monisti, dogml4tici e iitnorMnti che 11011 hanno nè l'eleta11za del je m'enfichis111enè la profondità degli analisti spregiudicati e vera111en1e li!Je,-i. Se.... Piva non volc-sse pubblicare altre tue diva– g·azioni mt1udami quaklle pagi11a dtllo sltsso xe– ut, t J,tr il • ltoua, do • e lt1p11b/Jlide, ò s,dlilo. Scli\•1111i qualcos~ tlei 11101 prugetti. S111ct:ramentc 1110 G. PAl'INI. 21-IX- •~ Ot1·0 Bello11ci, Ho visto 11ell'.ll11a11li della Do-, menictr la co11tinu.1zione dtlla g:,narra haecke• liana. A c1uesto proposito io farò per il leo11ardo prOS5imo una nota sopra I' im1)()SSibilitàdi far ca– pire a chi non capisce - che non capisce. Le lue idte 1ni paiono lmo11lssfme.Per la colle– =ione dtlle pnxine set/le io farei volentieri il Ba· retti (delle cui lellere di \'i11ggio non abbiamo neppure una traduzione itallrma completa!). O il Guicciarcliui (riprocluce11do quasi tutti i meravi• gliosi ricordi). Credo che 1>otresti rivolgerti al Pal• lestrini il quale ha già incominciala una collezione di stranieri e potre/Jbe forse iniziart una uco11da su-ie di autori italia11i di,ella da lt. Quanto alla rivislA, credo più difficile l'11fiare ecc. ecc. Abbi coraggio e la\·ora: malgrado la lega di tutte le Bcoiie faremo qualcosa. Tuo GIOVANNI PAPINI. Oh! dunque: 10 di una raccolta <liclassici ita– liaui scrissi con parole presso a poco uguali a quelle adoperate da me nt>ll'anicolo del Cio,·11ate d'l– lalia al suo amico P11pini l,·e a,mi or so"o; 2• di quest11 raccolta parlai due anni, un anno, sei mesi f'à ai professori Rivaha, Dino Provenza!, Alfredo Galletli, Mazzini Beduschi e Ireneo Sanesi, a Giu• lio dc F'r~nzi, a l\lario Missiroli, a gli editori Rie– riardi e l\locles e a molte altre persone; 3° il lu– glio scorso costi a Firenze, in mm camera del- 1 'A\bergo I lctvetia comunicai i miei di:,;egni pro– prio al si~11or l'iccoli, prese11te il professor Pro– ve:nzal, il qnalc da uomo di onore può rendermi testimo11iauza; 4• tra l'articolo mio e quello del Piccoli vi ha llll<1 sostanziale difierenu di idee, che io pro1>0ngo due collezioni, una di claMici e una di folklore. e il Piccoli una sola ; che io muovo da altre premesse e giungo ad altre conclusioni, che faccio questione di affinamenti del gusto este• tico e di arricchimento dei mezzi cli espressione, ed egli solo una questione di cultura i 5• del resto il disegno di una collezione di cli.:-1sici è cosi poco ~trano e meraviglioso che vi tu, persona che sta per attuarlo, e non sono io e non è il Piccoli. Tanto mi basta e riveri~o. f.• G0FFIIROO Jhi:LL0SCI, Correggiamo le inesaueue del Uellonc1. I. - li Leouardo auaccò I' Jlaeckel prima di q11ello che al Uellond faccia comodo ricordare: cioè fin dal secondo suo numero, nel ge111rnio 1903, e cioè prima delll'l hibliogrnfi11 del Mor/olelli, che escl nel 1904. Sulla parola e bibliografia , il Bellonci gioca d' tq11ivoco. Bibliografia sigmfica tanto e recen– sione • quanto e indicazione d1 libri •· Il Bellonci vorrebbe far credere che t111110 io. quanto 11 !\lor• selli, ;ivtssimo dato la slt:'Sia e indicazione di li– bri • Invece nel l\lorselli (/11trod11:io11e ai e Pro• blemi dell'Universo• di E. Jlaeckel, 1904. pag. X) si trova soltanto l'indicl'lzione bibliografica di due libri oslili all' Haeckel, trattato, d;il Morselli, con molrn dolcezza, mentre con e\•idente dispregio è citato uno almeno dd libri: l'unico che io e il Morse.lii abbiamo in comune nelle nostre indica- BiblotecaGino Bianco zioni bibliografiche. i\la io, oltre alle indicazioni, ho scritto due scherm;:iglie, occup;rnti una colonna in corpo J>ìccolo del Ltoua,·do di grande formato (1905 febbraio), '! in esse cito I, e libri e due riviste. Di queste (e nou di quel Ntppold dit: il Mor– selli cita, ma io non cito - curiosa comune esclu• sione del Bellonci !) si servì il &-llonci in quelli che a lui piace chiamare articoli, ma che, per esser più precisi, non sono articoli. Scrivendo un arti– colo ntll' Av,mti della Domenita {IV, 34) dovesi occupava di tutt'altre cose (Diva.1:t11wni di 11,, Ct1• suisla: 11 sandalo filosofico di T. l\lonicelli. L'arte e i teatri !!labili, Le donne che votano, Libertà e tirannia) scappò al Bcllonci u1rn frase: e quell'igno– bile aplicJ.e della scienza e della filosofia che è il sig11or Erne.-.lo Haeckcl • che destò una gauarra fra i lettori 111aterio-positivis1ici d1 quel seuama– nale: e il Bellonci dO\'è difendersi con un i>aiodi lettere. In queste lettere, dovute a un incidente adoprò, 11011 solo la mia bibliografia, aumeutan~ dola, è vero, ma la stess11 intonaziont: di ostilit!\ ali' Haec kel. che si trova, 11011 nt:I l\lorselli, ma nelle mie schenm,glie. Il Uelloucf dice cli essersi difeso ei-auricntcmente. Cioè: disse su per gil1 quel che ha detto in questa lellera: salvo che ill– lora, più condiscendente verso me, ammise che non bibliografia soltanlo, ma e un onimo artico– letlo • 10 avevo scritto. E batteva anche allora sulla differenza delle sue, dalle mie imeuzioni: la quale non mi è 1>0ssibilescorgere trn la suitf,.ase incùlenlale e la mia, diciamola con l'eufemismo diminutho ciel Uellouci, 61/J/iog,-a/ia: lasciando giudic,neal pubblico perchè mai <1uandoio scrivo si devono ridurre gli articoletti a bibliognfie, e quando scrive il Bellonci si deve gonfiine una frase e la difesa di questa fra~, in articoli. 11. - Tutta la pro\•a documentaria del llellonci a sosttgno della priorità nell' ide11della Cql/e:ione dei classici mi pare non provi, come risulta anche dalle testimonianze addotte in seguito del Proven– za! e del Papini, altro cht: il Bellouci pe11sava a una colle:io11e di pagine scelle, sul tipo di quelle che a quel tempo, se non erro, aveva i11iziato il 1'/en:11,-e de France: ora l'idea delle pagine scelte non è affatto In collezione di ltsli compltli alla quale oggi si torna a pensare d.t tante parti. Ma anche se la prova document11ria fosse vale,. vole, il Bellonci si sarebbe scalmanato J>ernulla. Difaui non ha c11pitoche io non l'accusai di pla– gio di un' ideu (che gira per tante menti da tanto lcmpo, cht: fu già messa in esecuzio11e, 1>er 11011 parlar dei cosl:rnti milanesi del principio del se-– colo, dal Pomba e dal Sonz.ogno e dal Barl.tèra), bensl <linon avere citato il Piccoli in un articolo che aveva tuu;:i l'aria d'essersi inspiralo da un articolo di lui. Giacchè ho dovuto notare che nel Giornale d'Italia si crede di contrastare l'opera nostra col tacere di proposito o il nome nostro o quello della rivista dove scriviamo: come se il si– le11ziodi un giorn.tlista potesse soflocare quello che facciamo di vivo, o In ima 1>arolndar vita a quello che si facesse di morto. Cosi quando vi si parlò della Collezione e Poetae Philosophi et Phi– losophi Mmores», nella quale. su s volumi, 2 sono dovuti R me, e alla quale ho dedicato molta cura e attività di direttore, si face\•a il nome di 1uui i collaboratori, salvo il mio. Poi quando si parlò (con certa m11ligni1à- alla quale sarà risposto) del volume su ì\ledardo Rosso, si tac<1ueche <111e• sto volume era dovuto alla Voce. Di fronte a que– sti segni di così ridicolo dispetto giornalistico, ho creduto, vedendolo per la terza volta manifeslato contro un mio amico e collaboratore, protestare con ass.1i moderazione. Nè I' impressione spiace– vole che mi fece scrivere quella nota, fu mia sol• tanto: ma di molti che mi avvicin,1110 e mi scri– vono e dello stesso Pia.-oli. E l'impressione resta anche ora, giMcchè ci si domanda: se Il Bellone, da ttmti anni pensava a ques1a idea perchè non ne scrisse mai nei giornali a lui a1)erti? perchè non li 11,scùo zl prù110 miglùno pubblicò mai un ,,olume cli saggio? perchè nspet– tò proprio pochi giorni dopo che l'articolo del Piccoli era escito? 111. - Ma il .8ellonci accusa. Accus.t il mio col• laboratore di plagio, e di plagio antipauro: cl' ,i;– \'crgli caq>ito l'idea in una con,·ersazio11t-. &qui credo si tratti proprio di un errore d1 memoria perchè non suppongo il Bellonci in mal11 fede. Oifaui I tes1imo11i del colloquio ira il Bc-llonci e il Piccoli, 11011 , ico, dano rrssol11tanu11l1' che si sia parlalo di colluione di classici in quel quarto d'ora. A me b,1s1crcbbe la smentita del mio amico Pic– coli, che so uomo d'onore; il pubblico ha clirhto di sapere che il 1>rof.Dino Provenza!, da me in– terropto, rispose e di unn rammentarsi ;:ifbtto che nella conversazione av\·enuta a l'H6tel lleh>etia si rosse 1>arlato della collezione dei clasiici; bensì di avere alcuni anni addietro sentito dire dal Uel– lonci che si occupava di unn collezione cli pagi,,e scelte di ch1s!liciit11li:tni.• Un altro te-.timone, che il Bello11cl 11011icord,1, cosi mi scrive: e Pregato dati' amico Piccoli, poichè ero ;:inche io con lui e col Pro\'enul nella stanza dell' Helveli:t a tenrr com1>!ltnia al llellond, debbo dichiarare che as-– solutamente non ricordo d1 aver sentito 111 Bellon• ci nè al Piccoli n~ ad altri far parola di suoi di• seg111 di uiu, raccolta di classici italiani. S'è J'Nlr• lato quel giorno di molte cose - della C11 011da di Virgilio Brocchi e del grosso volume eh Ezio Levi e d'altro, ma di classici e cli rnccoltt: tli clas• sici, 110.• Colli il sig. Vladimiro Arnngio-Rulz:. J\la v'è un urgumento che avrebbe 1>011110 ri• schiarare auche la cattiva memoria del Bellonci. Ed è questo: che la conversazione avvenne ntl l11glio; ma fi,, dal ,. l11glio (n. 29) La l'oct an• nunziava, per i pr055imi numeri, un articolo di K. Piccoli d,11titolo: Per ,ma colle::iont d, clas– sici! E mi pare che b11sti. IV. - 1\11111011 basta, no. Debbo protestarecon– lr0 l'insulto che il Uellonci ha rccMto 11llamia onestà e im1>arzmlhà, mandando la sul\ reuihcA per ma110 d' 11scitre. Questa misura odi<.isa deve essergli stata suggerita dai costumi del Cior11a/e d'Italia il quale predicando a parole l'impania• lità, non la pratica che q_uando gli comoda: giac• cM il so1toscri1to ricorda che il Giornale d' lla/ia avendo l)Ubblicnto una maligna corrispondenza arrufin111 in modo che il Corradini avesse a far bella figura nel triste incidente che provocò, volle dopo ridurre a 1111 decimo i telegrammi con i quali il sottoscritto, per colmo d'ingenuità, non ribatteva le a8ermazioni del corrispondente, ma le face,·a ribattere dall'unico giorn11le di Firenze che avesse assunto testimonianze oculari. Al Giornale d'l- 11.1/ia: non 11lla Voce bisogna mandare l'usciere per 11011vedere le rettifiche riassunle ad uso dei letterati. V. - !\fa sopr11tutto protesto perchèsi fa perder 1em110a me, spazio al lettore, Nè per colpa mia. Dopo che io ebbi interrogato i documenti e i te– stimoni, e risultò alla naia coscienza che il Hellonci aveva torto nelle sue affermazioni, gli scrissi cd esposi sommariamente quanto qui ho scritto, pro– ponendogli di ritenere per non a\•Venula la sua rettifica. Ma il Uellonci s' ~ ostinato a mantenerla ( 1) e eccoci qui in mezzo a discussioni minute, che sarebbero s1:>esemeglio sopra argomenti più gravi, e fra pettegolezzi, cui si ribella ogni animo serio, Non sarebbe stato meglio che il Hellonci Aves!§e lavornto? e avesse lasciato noi lavomre? Gn:SEPl'E PRR7.ZOLINI. Documenti: Caro I', t::oli,11, per quel che mi partecipi della rettifica di G. Uellonci, intorno a e comunicazioni lii suoi disegni •• eh' egli m'avrebbe fatto a Fi– renze, in una camera dell' H0tel Heh•ctia, nel lu- UN GRUPPO DI SEMINARISTI ---- La Salvezza ' - - e in noi Opuscolo di pagine 32 con Copertina Edizione della VOCE Una copia ceni. 30; dicci copie lire 2,50; cinquanta copie lire 9: cento copie lire 15. 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