La Voce - anno I - n. 30 - 8 luglio 1909

LA VOCE prepaiativi di Autonio Fav:uo e cli ,1ltri, usciva il primo volume delle opere di Galileo Galilei, pubblic,1te dal !\linistero della Pubblica Istruzione sotto Rii auspici del Re d'Italia. Anche quest::1 fu una buonissima ider1, e l'edizione è stata orn compiuta in modo perfelto {il volumt: XX, che ~rà l'ultimo, uscir:\ quest'anno). Ma perchè d1 qutstll magnifica edizione furon fatti soltanto 500 esem1>lari e non furon messi in commercio? J\li• stero! Spendere qu:isi duecentomila lire per re– g:\hlre Galileo a qualche biblioteca, a qualche im- 1>icgatodclii\ t\)inerv11 e a qu:1lche beniamino del ministero è veramente un po' troppo. Antonio Favaro, eh' è stato l'anima di quest' edi1:ionc e ci ha speso mezza vita, avrebbe voluto fin dal primo principio che accanto alt' edizione di 500 esemplari, la quale si poteva considerare come <'lilusso, se ne facesse un'altra un 1>0' più mode• sta che si sarebbe po1111a mettere in commercio a un prezzo discreto a1\ uso di quegli studiosi e di quelle biblioleche che 11011 so110 nt:1 calend:uio dd capisezione della Mmerva. lufrnti egli otteuue che s, facesse \,1 stereoti1>ia dd primo volume ma ceco ad uu tratto :-ialrnr fuori le diOicollà. Prima <li 111110 pare che for la stereotipia costasse più che rifare addiriuurn la composizione, i\la ciò era nulla. 11grave era questo: che se fossero state messe in vendita le copie di Galileo i qunt– trini ricavati non sarebbero ,melati direttamente ::ilMini!!-tero dcli' Istruzione, che fuceva le spese, ma, 11ienteme110,;ill'Amministr:u:iont: del Dema– nio, la quale è incaril'al:-t di riscuo1ere tutto qut:llo che lo Stato vende e perciò (attentiJI i denari spesi da un Mi11istero snr~hbero stati ripresi da 1111 altro J \Unish:PO.Capite voi la gravità di questo fatto? lo no, ma pare che quelle poche migliaia di lire che s.trebbero 1>assate da una cassa .11l'altra, se"za uscire dal leso, o dello Sia/o, iwr~bbcro scon\•olto tutla la legge di coutabililà e prodotto chi-,sà quali altri guai. Dunque l'edizione eia mettere iu "enclita non si fece e sapete quale fu l'altra n1gione? Perchè era sotto gli auspici del Re d' 11alia e non era conve– niente alla maeslà e geuerosil!t rt:'gale il trar de– nari cln un' im1>resn posta sotto la sua protezione. Forse quelle bestie miuen•ine si ricordavano il dello del savio Guicciardini che e quanto 11110 privato erra \•t:rso il p1incipe e co111111cth: c, ime11 lesae 111ajeslalts volendo fare cp1t"ll0che .1ppar• tiene al principe, tanto erra uno principe e com• mette c, ime" lesi poju,li, facendo quello che a1l– partienc a fare nl ilOl)ulo e :i' pnvati » (1) ma che forse il Re cl' llalra ha 1>At;a10 l'edizione d1 G,1hleo di tasc.i su.1? No, eh' 10 sappia, perchè la somma nect:ssaria nppare eia vent'anni nel bi– lancio della Pubblica 1-.1ruzione, e si tratta, perciò, dei quattrini del popolo e non del principe. E1>· poi se i Medici, che ave\•ano un po' 1>illdi gusto e di sapere dei Savoia, 11011 si vergognarono <l'es• ser mercanti e banchieri, e se il nonno di que• sto re non si rifiutò di barattare la Savoia colla Lombardia, 1>erchè avrebbe dovuto Umberto I vergogniusi cli \·eudere i libri di uno scie111.iato che potew1110 esser ulili ;:inche a quelli che 11011 avevano l'onor~ di conoscerlo personalmente e perciò di poterseli far regalare? L!i conclusione è 4uesta: che molte co1>iesono siate regal;:ite a biblioteche italim1t" e forestiere {e qut'slo \'a bc11is,;i1110) e le ahre poi sono ~fotc distribuite a <..-a'-:i\:cio, a grossi impiegati, a pre– feui e simile gente uniciale, in modo che ora, :li ministero, non c'è ,ma sola copia completa delle op,:, e di Cnlilt:o. Difalti lemi,o fa un i1111<.1rc fisico e matematico, verso il quale 1\ R;iva ;iveva non so quali debiti cli riconosce11z,1,gli chiese in regalo le 01>erc g,,lilehrne. 11 ministro suona il cam1,anello, parla ;i\ telefono, fa cercare e frngMe, grida, urla, si meraviglia; ma lutto inutilmente: uon fu pos-.ibile me1tere msieme uua copia com– plt:la. Per dare un'idea del modo come sono state di-;tribuite le copie rnccouterò anche questa: nel 1900 il ministero volle mJuda,e all'esposizione di Parigi un esemplare comph:to della hellissun,l eclu:ione. A for,;a di molte ricerche e di moltt: seccature la copia fu messa insieme, s1tt:dita e l1mmirata. J\leutre la copia torna,•a a Roma la vide a Torino, &lerC.\SO,un de1H11ato il quale non ha molto a che fare nè con l'astronomia nè con la 111a1en1atica nècon Infilosofia,ciò 11011ostantegli ~al– tbil C.\J>riccìodi averla e la chiese al minislro, Figu– rRrsi ! Non voleva altro? Per co:-i ll<K:0non , ·era bisogno di chiedere. La pigliasse 1>ure e buona noue. E c'è stato auche un altro fallo pili grave che, se fosse vero, andrebb<- messo sollo gli occhi della Commissioue d'inchiesta ddla i\linerv11. Tem1>0 fa si venne a sapere che uno di quesli intro\•abili ~seruphui galileiani era slato comprato per mille lire e po, tato in America. Si seppe il numero dell'estm1>l:ue (chè gli esemplari son nu• merati) e si chit"sC al J\linistro chi poteva averlo venduto. Di là risposero che la cosa era 111cre– d1bile pc:rchè quell'esemplare co11c1uelm1mero eia stato mandalo in dono alla biblioteca di una città dell' Europa orientale. Si guarda meglio e ci s'ac• corge che al mini-;tero mentivano, perchè quella biblioteca 1>0ssiede sempre il suo esem1>hlre e il numero è un altro. E allora? Da chi è stato ven– duto? Come hn fatto ad ui:cire clai 1m1gnzzinidel ministero? Se non si trattasse cli 1111'edizionefuori commercio di pochissimi esemplari e ch'ècostata tanto cara non ci sarebbe bisogno cli far tanto chia<;so, ma 1u11icapisc,.1110che dat~ la rari1à, le richieste, e la voluta non venalità una cQpia r,1p– present11 un 1>iccolocapitale e che se anche una sola fosse stata venduta di nascosto da <1ualcu110 del Ministero dovrebbe entrare in ballo il Codice Pen.1\e. (1) La sta1111,adell,1 quinta edizione del Vocabolario della Crusca - nitra impresa dello Stato - CO· minciò nd 1863 ed è aniva1a alla lettera M, col volume decimo, cioè poco piì, che alla meth. \'aie a dire che, :uulnndo di questo p;isso, ci \ 1 uolc, per ,wa sola edizione, la bellezza di ,,ova,Jla anni, quasi un secolo, molto piit di <1uelche b,1sta per cambiare una lingua, per far morire e 1rnscere llarole e per cambiare il significato d1 qut:lle che restano. Si diaà che la colp,1 è degli accademici e non dello Stato, ma siccome lo Stato paga quegli :1ccaclemici che lavorano al vocabolario avrebbe. mi p:1re, ragione di farli camminare con 1>asso meno lumacoso. Il vocabolnrio clt:lla Cruscn è stato messo in vcn– dirn ma ad ui1 1)1ezzo tale che nessuno lo potesse comprare. Nel 1yo6, a quel che raccouta il \'tllari, i fascicoli pubQ.licati costarono 332 lire e l'opera completa (dopo una cinquantina d'anni) sarebbe CO· stata circa 700 lire. Per conseguenza i sottoscrit~ tori erano 11ppe11a 70 e ora soltanto sono un 1>0' cresci111i pen;hè li prezzo è stato dimezzato. Il Governo regala circ,1 100 copie del vocabo– l;uio s1cchè noi 1>:1ghia1110 da quasi mezzo secolo e accaclt:mici e tipograti per s1>argere meuo di 200 copie di quell'opera che dovrebbe essere il 1esoro della nostrn maguilicn lu1gua ! Nel 1905 fu co111111ciataun'edizione 11:izionale delle opere eh Giuseppe M.tnini, clella <11mleve– ramente 11011 c'era gran bisoguo perchè son molte le stampe e rist:m1pe 1>0polari e a J>OCO prezzo delle opere del grandissimo e nobilissimo geno– vese. S:,rebbe b<1Slata 1 se mai, fa pubblicazione intera dell'e1listolario che fiuora manca. In ogni modo nel 1905 usci il pro~ra111ma della pubblica– zione (fatta per mezzo della cooperativa ti1>0grafica cl' Imola) il quale prometteva cinque volumi al~ l'anno, e I prmu cmque uel 1~. O,a :,iamo nel 1909 e ne sono usdti ;1ppe11aquallro volumi! Sic– come l'edizione completa saià di circa 60 volumi, ci vorrnuno, andando con questa ,•elocità, altri cinqua11t'a11ni ! Nello stesso anno 1905 fu decisa l'edizione ua• zionale di Leonardo da Vind e fu messa in bilan– cio una ceri:\ somma per farla. li ministro pilt volte ue ha I ip.u lato ma ptr ora non s'è visto niente. Il Codice Alla,,lico è stato pubblicato a cura <lell' Istituto Lombardo - il Re s'è occu1>alo del t1at1ato sul \'Olo degli uccelli e gli stranieri fauno il resto. I manosclilti di Parigi furon pub– blicali da Ravaisson-~lolhen, quelli di Wmdsor saranno µ11bLhca1i da qualche inglese e intanto gli 11a1iani11011 si muovono, mt:utre ci sono ancora cose inedite scritte eh pugno di qudlo che tutti i retori del paese chiiuuano e il più grande genio ita\i.1110 do110 Dante>. Anni fa il Mi11i&teropro– mise un'ediz,one uazio11 :i.le dd Petrnrc.1, che sa– rebbe stata assai migho,e prova cli afletto t: cli riverenza che non il brullo mo1111mer1to<lei Laz– zeri11iche rizzera11110 :ad Arezzo; e promisec1uella degli scriui eh Volta e ahre che ora 11<,n ricordo e che non so11ustate fatte e probabilmente non si fa,anno. Credo che questi falli che io ripe10, 11011 sono anch1to :1ppos1a a cercar~, non abbiano bisogno cli lu11ghi commenti. i\li pare che !-i 1>0ssa con– cludere: che Jo Stato editore o 11011 mette alla port ,1.ta di tutti i suoi libri per slllpicle ragioni, oppure li fa pagar 1roppo; e nello stesso tempo li regala a chi vuol lui; eh' è lento a promettei e, lento a decidersi, lenlo nel mantenere, lentissimo nel fare eseguire. Un'altra volta parlerò dello Stato mecenate, e ci divertiremo cli pili. GIOVANNI PAl'INI. 1: 11nllache non 5111• - Un amico mi manda eia Trie:,te un fascicolo clt:lla Rasse!(11n uolaslica {•1. 7 , giugno 1 909), che ... i adorna cli un articolo dt:I prof. M. Port:na, intitolato (ahi titolo da Far• fallr domtmicali !) Adt· r morale. I.ascio :andare le dottrine che l'autore t:s1>0ne -,ul propo:,ilo, e che si pos,..ono fadlmcnte indo– \ inare, quando si è deno che egli appartiene ali' indiriuo dt:I prof. l)'(hidio: il <1uale, nel suo ~one nuir.male di Galileo 1i .,.,:Jano alue noCi.i:ienrl miu \Ulumc /I ptm,,,o di (;11//lto G.a/ilci. Ltnti1no. Cuabba, lg;>IJ. Bibloteca Gino Bianco cli:-;corso ai Lincei, assegnò nll' arte il còmpito di preparare « sudditi pt:rfcttamentl.! leali • alla ca:-;a di Savoia. ~la il prof. Purt:na ci fa ..,aperc che nella Genrani;\ « oggi la filosofia fiorisce 1>iù ri~ogliosa che altron: ~. {i tedeschi dicono il contrario}; e che « negli ullìmi dieci ;urni c..,..,a hil dato al mondo una lc11er;\1lara e!)tctic.1 più abbondante forse di quella di tuui gli altri paesi civili pre!-i in..,icme •: e che, infi111:.di coclt.-sta gr;mde letteratura te {l-' fin/in mm sa nulla di """" ». E come ,1u1ori più rnspicui della estetica odierna germanira, ricorda il \'olkt:lt, il I .iJ)ps, il Groos, il Cohn, il \\"itasek. Senonchè, di tutti code ... ti stri1tori {tranne dt:I Cohn, il cui lihrn uscì quando il 111io era ~i;\ scritto, e del \\'itasek, che puhblicò il sun due n.nni do1>0) 1>arlai proprio io, sette anni t.,, 11cl– l' /:.:ftdirn. I~ dt:1 Cohn e di una 11110\a0J>t:r;\del Groos clist:or..,i poi nel f.tscil·olo h:rzo del primo anno della lì·ilira. E delle opere del Lipps, del \ 0 0\kelt e clt-1\\'itasek trattò a lungtl il Gaq,{iulo nella stc-.-..;1 O·ilica (lii. 1_\h-46, I\". 199-211). do\C egli ed io abbi.amo e!);\minato tanti e t,anti ahri libri tedeschi di <.:stctica. ~li pare, du11<111C, che, di <tllcl 1110\'imcnto le· desco dcli' ultimo dt.:c<.:nnio, /' lhzlia sappi11qmrl– rhe cosa; e che il prof. Porena sia andato in tt:rm irrt-clcnta a contare ddlc bubbole. :'Ila quello che io \·o\e\'0 11ot.1re è il 1entatho, che aucora si fa in certi circoli profos-.orali, <li g-abt::llart: come prodotti cli :;dcnta superiore, an;,:i :-.ublimc, tutli i \Olumi coi qi1n.lila G1:rnmnia inonda ogui giorno il mercato librario mondiale. Qne ... te cose erano buone a clir..,iqunndo l,t col– tura itali.ma M.:rbm•a :ancora un ..:erto che di pro• \ incialc: e i libri tt:deschi, non solo erano mi– gliori di <1uclli odierni cldl.1 stc..,... a nat.ionc, ma. 1>er la scarsa con0!'tCt:nzacht d"·lla lingua tede!<t<:a si ave\'a presso di noi, sembra,ano mis1cri inac– cessibili o dinicil111e11teaccessibili. Ora, fauno ri– dere i e svelano in chi le ripete il novellino il <1ualecòmpita ,1 stento una pagina di tedesco, e giudica mera, iglio:,a ogni ideuaa, c1ualsiasi più triviale conC\!110, che a lui, attra\erso q111::l10 stento, accade di legger\'Ì. B. C. Lettera da Fiume. .... Le dirò d1111<1uc franc:unente come ,emo e dò che 0'-'-<•rw1intorno a mc: fra11camcnlt:, ceco l'unico merito che 11\ ranno queste linee; e per questo solo ho il coraggio di mandargliele; altri poLrà far meglio e più profondamente studi ed articoli : ma con più forte desiderio di , erità e di bene, con J>iù sincero cli<.interesse e con amore pili vivo p1::rquesta piccola cillà nostra minacciata, 11011 lo credo. Con <1uesto alto dì orgoglio mi pcnm:tlo di cominciare, e mi scu:-.i del ritardo. t,;11 po' di pre ... en1a1.iont: ,;eografica, 0l{gi i perché purtroppo ho os:,ervato (t:cl a Firc111.e proprio) che anche tra le per..,onc cliscrct:1111entc colte c'è una colossale ignoranza della geogra– fia di <-1ueste regioni, di cui Trieste soltanto è nota e si sa1>rcbbe da tutti mo:.trare sull'a1lante esattamente: di tutto il res10 mrn co11fusione d'idee disperante che si riduce poi ad inesat– tezza storica ed a superlkblità di giudizi e cli deduzioni, facendo di tutti quesli paesi di\'crsi e lontani tra loro, un paese ... olo ccl un:l que– stione !)ola dalle bocche cli Cattari alle mo11- 1agnt: del Trentino, d:lllc pi:mure friulane al golfo di Pola. :'llentrc ill\ece in tutti 11uesti poiesi. se pure un'aualog-ia e -,omiglianza fonda– mentale c'è :,c1111>re, {la U,tbclc delle lin!{ue e \a lotta na1.ionale), ci sono però in ogni luogo /odi df.,ersila cl' intere!)si, cli condizioni, di 1>ro– port.ioni tra l'un:1 e l'altra nazionalità d1e ..,j combatte; di numero, di fort.e, di cultur:i e d'indole dei combattenti; forte di\'cr-.it:i tr.1 le condizioni naturali delle regio11i, le loro rela– zioni col Go\'erno, le occupa,doni del popolo e la scala del bcne:-;sere materiale. Fiume giù per la sua posiiione geobrafica, h,1 le ... ue specialità, moho caralleristiche e con:,i– glierci a chi mostra gentile i111ext:ss,u11entodelle rost nostre, di ... tucliare 1111 poco la caria d' I– stria, città e tcrri1orio di Trie:-.t"· , t//11 t: di• sire/lo di Fiume, Friuli, altipiano dt:I Carso e litorale della Croazia (al\.1 scala 200,000 dise– gnata da u11 11os1ro mae:,tro, Enrico Bombig): se questa c.1rt:a, almeno, cominciasse ad essere un po' nota anche nelle scuole d' llalia, e tra le persone collt!, -.arebbe un buon principio per diradare quella :,clva d' errori e pre!{iudizi e frasi convenzionali su • l'altra sponda •· Sull'altra sponda ci siamo anche noi, è vero: ma ben releJ.:"ati in un <",llltuccio, proprio al– i' estrema insenatura nordica di questo amaris– simo Adriatico, cli cui vt-ramente nulla vt:diamo 123 perchè ce lo chiudono bruscamente in faccia le isole: di \"eglia e di Cherso: ce lo confinano ad est l.t ro ... ta istriana, ad ovest il litorale croato: e restiamo così come in un lago alpino. lanto bello m:11'aaurro tremolio delle !<.UC onde e nel1;1 \arictà ddh: sue alte costl' frastagliate, ma perciò appunto unto più burra..,co~o in c1ue– sta sua ri-.trcttea,, !orzata di contini. Sempre confini J)cr la nostra ci11:1. in tutti i \,ui: C"-s.\ risulta cosi, come un dmeo. che ..,,interna po){– gian<h> la sua b.,se nel mare, la parte orien– tale ... ut litorale croa10, l'occidentale ..,ull' Istria; t forma confini politici poi. non ... ulo cli città, di di ... 1rctti, di 1uo,incic, mtl di sl,rlt: \'.luslrù, t: la (ìoa:;ùr. Non :appartient' p!.!rÒnè a qnt:st.l nè " c1uclla. ma imccc attr;ner-.o t1111· e due dopo chilometri e chilometri. \ ia pl·r mt)nla,tnc e pii-.nun· e fiumi e l,1J:hi. dcn: andare cer– cando la ... ua nudrc p.11ria e c,u1urc ben forte gl' inui di lt:i lont,Ul!l. percht': \'t'ni;ano uditi ~m nella , asta pianurn della Fi..,1.,1 : • Benedici o Dio. il .l/11,gfor l • Ecco riò che ha Fiume di ben din~rso d,, OJ..."lli altra citt;\ : la n~....,11naanalngi;1 tra i con– fini 11a1urnli ed i c·onlini politici; cosi che a tutte lt 11al11nrli qnc..,tioni cht: pos ... onn -.or){ere ,u un territori(> on:' per fatalit;\ t,:eoi;rafica più nazi1,nalit,\ ~' incontrano ... e ne aggiunge, si so– vrappone e le intorbicl,l mag~iormcntc tutte una, questione 1111ov:1, crl·ata arlij1rùrlml'1tk d:il vas– ,alla),:',:io Jll•litico, non .,ort;1 qui 1>0111,mca~ul 110..,troterrt.:no. Gco){raficamenlt.', dur .role ... archbero le lingue cht' qui nella no:,tra città, ,emprc, attr.nerso tutta In ,na esislt:nza, ..,,incontrarono e furono i>arl.itc: l'italiana e l,1 croata; o più esatta• mente 1111 dialetto italiano che ha molte so– miglianì't col \Cneto (rnme tutti i dialetti di qm•..,te re){ioni) cd un dialetto croato-illirico, pure caratteristico <.lcl liloralc: la citi:\ ccl il municipio mantennero nelle loro alli\ i1.\ sPm– pre un carattere :,piccalamente italiano ; pure il po1>olor>er le sue relazioni di comnH:'rrio ai con• fini e per l'infiltrarsi naturale cli clementi croati, che scendono a noi dalle mont,agnc confinanti e dalle co ... 1e vicint:, cominciò a conoscere oltre I' italiano ::mche il dialetto illirico. mentre lll p0pol..11.ione italiana s'accrescern cl':-tltra parte eia nuovi \'enuti dall' Istria e da città italiane più ,,icine a noi per relazioni <!'affari, Ancona specialmenle. ))al '67 in qua, dopo la riannessione cli Fiume all' Unjrheria, a poco a JlOC0, scnz:1 quasi che nei primi gradi cc ne potessimo :iccorgcre, una nuova lingua, di cui mni ancora sino alle nostre ri\'e era risonata l'eco, andò im1>0ncndosi, in un crescendo oggi cli\·cnuto cosi rapido da non poter più trascurarla come percentuale minima : la lingua ungherese. Questa però è stata tutta cl' inq>Ortazione dapprima: i11a11g11rntoun go– \'erno ungherese, uc ... egui logicamente, int:vi– tabilmente: che furono mandali <-1uieia noi, impiegati clall' L"ngheria per molti uflici dello Stato: che furono incaric:tti degli ungheresi per i Ja\'ori ciel porto, delle poste, delle ferrovie; i>er la ... cuoia foudata dal nuovo Ko,·erno, nrne• stri e professori ungheresi e c-o..,i accanto alla popolazione au1oc1011a anda,·a formandosi una si>ccie cli colonia magiara, ancora sempre Mac– cata dal resto dai cittadini, straniera per la lin• gua e per i costumi. E Fiume da principio non se ne accorse c non ... e ne impen..,ierì : e se <JUC'-taimmigrazione fo!-se durata soltanto così regolare, non !-arebbe ,tata 1>er noi punto peri– colos:l: quei pochi l'ngheresi nvrcbbero dovuto fondcr..,i con ooi, italillniaarsi pt:r bisogno, per inten:sse: per fre<1ucntare i nostri teatri, le no– stre società, per girare per le no-.tn.· , ie e le 11 0..,trt' ptnzr.e !->enzanecessit,\ d' interpreti : la città 11011 ..,j mutava dall' ogj!i :1\ domani per mutar di governo: riceveva alcune nuove tabelle che non sn.pe ,·a leggere, e tir.wa via sorri• clentt: e s1:>ensierata : si sentiva ancora tanto forte eia digt:rirle tutte, tanto libcr:\ da 1>0ter<;i imi>0rrc lei sopra tulle le piccole novità del giorno: e spcra\'a di cli\'entar così ricca e po– polosa e fiorente co\l:l nuova corona di S. Ste– fano che lontana pareva brillas:-;e t:into bcni){na e di cui il pt::,O non si facern punto sentire. Quanto durò !' illusione cli felici!;\, di libertà e di ricchezza ? Forse dura in 1alu11iancora: a chi \ uol chiudere gli occhi per non \ edere e tap• par-.i bene le on.-cclue per nulla udire. ~la noi \·o){liamo guard:ire la verità in faccia : anche se dovremo soffrirne, anzi più ancora è perciò appunto, perchè da {JUeldolor<: ne \'enj:'a :aneh<: la forza di iunalwrci e migliorarci e lottare con animo franco e mente serena, :-.en:modi incom– posti e rancori ciechi. Di verit:\ crude, dolorose pre!<cnti, avr.\ la pazienza e I' indnlgcnza di sentirmi discorrere tra breve, :rncora, ap1>ena ne tro\·crò temJ>O e lena ? Con saluti, arri\'eclerci. GhMMA l l,\RASl:'ol.

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