La Voce - anno I - n. 24 - 27 maggio 1909

mente deplorevole che ci sia gente, la quale creda di ridurre tutta la questione scolastica al punto se il latino sia meglio cominciare a studiarlo a r 3 piutlosto che a I o anni ! Quando si tratta di questi problemi, non si discute solo pro o contro il latino, non sono in gioco solo interessi professionali o buro• cratici ~ si discute dcli' avvenire di tutta la nostra culturn nationale. La quale merita d.1vvero che ministri e deputati e giornalisti e plldri cli famigli11 e professori e burocratici comprendano tutti l'obbligo cli trattarne con un poco di diiiinteresse e con la debita se– rict:'I. Gaetano Salvemini. Le scuole italiane all'estero. Caro Preuolini 1 La brevi1à che tu consigli sempre ai col– bboratori questa volta mi giova assai. Dopo avere per pili di due anni comballuto, senza concedere un sol momento di tregua, per un migliore ordinamento delle nostre scuole al– l'estero, mi è a!ls:iiutile costringere la mente nllo sforzo del riepilogo. È bene che un pub• blico inquieto e ansioso di bene come quello de La Voc, raccolga da un breve articolo la grave denunzia che io e i miei amici ve• niamo documentando da tanto tempo con m– lrrjilels, con articoli, con memoriali ai de– putati, con relazioni ai congressi, con volumi per costringere gl' italiani ad accorgersi di uno dei più vergognosi moti, i del loro di– scredito presso i popoli del Mediterraneo. A qualche cosa siamo riusciti, poichè il Tittoni, or è un anno, tentò di soffocare l'a– spra polemica colla nomina di una delle so– lite Commissioni Reali inquirenti e riforma– trici. Un fatto simile !lignifica, intanto, I' am– mi'sslon1 dtl proprio /orlo da parte del mani– polatore disgraziatissimo della nostra politica .estera; e potrà significare pili tardi - (quan– d'egli se ne sarà finalmente andato 1) - il principio di un riunamento. Alla retorica patriottarda la nostra Voce deve contrapporre sempre dati concreti e consigli positivi : noi siamo, non è vero?, persuasi che a elevare lo spirito nazionale giovi assai più il piccolo quotidiano do,•ere che non il vuto e astratto programma dei cosidetti in• tellettuali, e quel piccolo dovere facciam con• sistere nelle precise rivelazioni dei nostri mali, nell' auacco alle persone nelle quali i mali si effigiano, nell' indicazione sicura dei rime– dìi, scaturita daila onesta riflessione, e non ca– lala dalle nuvole del nazionalismo di marc:i .carroccesca che non osa vincere i riguardi .umani e copre le miserie nostre, esaltando le forze che non esistono e ignorando o mal giudicando quelle che sono realmente ope– rote e degne che ci ~i fondi la nostra spe· ranza. A noi dunque, caro Prezzolini. Che cosa sono le scuole all'estero? Crispi le fondò per conquistare alla cul– tura e ai commerci italiani i popoli del ba cino del Mediterraneo, le inaugurò colle belle na\'i da guerra, e le difese con dimostrazioni navali ardite ed opportune; Rudinl le ridusse alla metà, appena caduto il e megalomane», per realinare ... una economi:1 1 cioè per non urtare reali o temute snscettibili1à i ~ucce,s– sori di Rudinl le dimenticarono i Ti11oni le in(eudò ai Salesiani e ai preti d'ogni razza, e 1 quando apertamente non potè, adottò il sistema di farle intisichire, di an•ilirle 1 ab• bandonandole indifese alla formidabile con– correnw di tutte le nitre nazioni, per potere poi dal loro fallimento trnrre legittimi moti\'i di esplicito abb:rndono in :dtre mani. Dico Tittoni, per dire; giacchè il ministro ~ sempre la testa di tur~o ... responsabile, sulla quale è necessità calare il no!.lro randello. Ma la vera colpevole è l:1 inetta e incredi– bilmente incompetente hurocrnzi:1 tlel riparto scuole che sta alla Consulta. Infatti da che - c;ono ormai piì.1di tredici anni - il fratello <lei \'escovo, comm .. \n– gelo Sc:1l:1brini, caro :1 masq)ni e a preti (ricordiamoci che il G.·. ,\I.·. Na1han ebbe a dire un,1 \'Olta che in oriente le scuole dei LA VOCE frati do\"e\'ano ec;c;ere incoraggiate 1), regge le scuole, i capisaldi della sua amministra– ,ione ~no i seguenti: 1 ). 11011r:i'silare mai le rrgùmi 11rl/e qual, sorgono le sa,olr ddlo Sinio, malgrado l'e1iche1ta di !spellar, gt,u• raie che giustifica le sue indennit?t i 2). oau– par.(i p,i11dpJ!mrnle dtlla distribu\ione Jti sussidii ai frati delle due Amuiche, ma pilt ,;pecialmcntc di qurlltr del sud; 3). disperdtre il poco denaro slim\1(1/0 per sussidii alle srnoh: di ini;iatit•a u,Joniirl,1 o pritrat(t, per mille rigagnolctti, ai.segnAndo somme irrisorie, non bastevoli nemmeno per la spesa della scopa e degli strofin:icci, a centin:tia di pseudo• scuole e circoli; J • non pubhlirare mai sla– li.slic/,e tJtrilitrt , ri'pubhlùar, sempre come roh.i frtst" stati'slidtt :,tanlie ti" partechi armi: ;). f/0,t i'slituire ntssuna 1111~0 stuola nti nuovi ttnlri dl popola\iO#e ilali:ma ; 6 ). riol.ire la legge cht sl,,bilù<e il rululammto -,lrgli i,,segnanli pu ronrorso, amllm\i'ando .wmprr i <Oth·orsi 11111 11011 /i,mdmdoli mai ptr 11011 ,r1,1rt dti dirilli, t nt·er li/otre le rtlrorie per le premtdililtt soppr1.<sio11i: 7). assumere più del rùrquanta p,r rrnto di personale avvtnli't_io, .(ul quale SflSf,mdrr sm,prc la spadt1 di Da– mocle tiri li.:eniÙrmenlo; 8). arcogliert chic– du1ssia rom( i11seg111111te, S&ll\a li/oli, sm\a 111/itudi11i, Stll(a 111ort1liM, per trt•ergenie grala e i11capa,1il p,;, possib/!e; 9). nominar capi d'i'sliluli i più dùlmli g11loppi11i dei rtgi con– solali e meslalori delle colonie, anche se semi– m,aljabeti; 1 o). 11011d11re ,uss,ma g,uan{''a giuridim agli instg,,anli i 11). aJlitlare la s11prema Jirt{10µe dtlle sr110/e ntlle singole regioni t cilld ai lltgi agtnli, anche se esperii solo ntl ,omm,rdo della passolina di Grtcii1 e dti .fid1i seahi. aucl,e se stranieri; 12). sce– gliere i lo,ali pi!t mtscl1i11i mi qunrlitri più mt~l11i1iptr roslruirt rdifip sro/,ntlri clte crol– lano prim,, d1/l'i11,111g11rap'one, Stil{" bisogno di ltrrewoli; romprare a oal,i chiusi rala– pecchir; 1 3). 11011 comj)ltltu·e in ,ussw, modo le stuole ton islilu(1011isussitliarll'; 14). for– nire pd~Simo """" ialr didallico, se/ibme coslo· sissuno t1ll'erarioj 15)_. 11011 promuovere in a/om modo lo studio delle ,,arie regioni ntllt quali sorgono le ,wole, 110,, tmer ronfo {idie .,puù,/i ts,)[en\t di riasc,m,, di essi, e, in ge- 11era/e1disinteressarsi affollo di OJ!niproblema didallico; ultimo'. cav11re ,la 1111/i i suesposti proadimwli l'.1Jfermap'o11e ufficiale, rl,e rirda lui/o il si"slema, che: e basterebbe sosfilwre agli i,,segnonli i r~ligiosi di 11n orJùtt 911a– l,mq11e, pu rtdtr!e , ifiorire e t.omptlere ritto– rio54m1t11ltcolle scuole ri'~·al, > ( r ~. Dopo tutto quello che io e i miei amici abbiamo scritto per documentare col massimo scrupolo le sedici accuse che ho ri(erito, tu mi dispenserai, caro Preuolini 1 dalle note. Chi vuole può spogliare le due annate del r907 e 1 908 dei Nuol•i Dol•eri, leggere il libro del Dc 1/ohhio (2), scorrere gli Atti del Congrt1sso di Napoli degli /nsegmmti ,mdii {J), o quelli dei due congressi di Roma e di Palermo degli Insegnanti all'E· stero (4) 1 o dare, perfino, un'occhiata :agli ufficialissimi Awmarii della Consulta. Vedi dunque, caro Prezzolini 1 quanto sia ingiustificata l':tv\'ersione dei tuoi amici sin– dacalisti, per le organizzazioni degli inse– gnanti; le quali dimostrano un cosi ardente bisogno di puriticare la "iziatissima aria che respirano, e non si agitano già solo per avere uno stipendio meno umiliante (gli insegnanti perfino della Grecia guadagnano il doppio di loro, n(l/o slrsso luogo nel quale vivono i nostri insegnanti !) 1 ma per nffermare il valore deMa patria, per togliere •questo ter• ribile argomento del dispreno straniero che sono le nostre scuole•latrine all'estero! ' ~la non l! di questo che desideravo par– l:1r1i oggi 1 hcnsl di un fatto n11ovis::,1mo, ciel quale La \ ·ou deve prender noia. Dopo no· minal:t la Commissione per la riforma, de• slinat:1 a tenere a had:1 noi accus:11ori, con n,ul11la esdusi"onedi lui/i gli e/munii rontrarii ,,Ilo 5':,,/, 1/irini, ,, T11/011i t ,1i lri1di\io11,1li si- (•) Amuuu io Jd l'undiccsiruo ;inno delle Scuole all'e,tero, 1x •g.th . E a png. 93 si dice eh~ do,,e le ~uo'c di o;1a10 non ri,1111.1110 >0s:,,ibili. si de\'e soslilult lt 11/i/11u11/e ., ("l) I.e .\'rnJJ/e ilt1/i.,,1e alrnte, o, Naroli, Pier• 1'"0 1 I•)();;, t li .-lnisi, •~to8, 1 IJ,,1/dlmo ,Id/e .')r:ionl mngisli ali dd Le• t·anle, Alts'iandri, ,t• Et 1110, me Ott.trin, 20. stoni della Cons11//a 1 dopo mille sonietti nei giornali di ogni colore, annuzianti granJi ri– forme, e soprattutto per captare gli inse– gnanti ribelli) grandi miglioramenti econo– mici, dopo sciolta da un pezzo la Commis– sione che dn·e certo aver fotto una relazione, nella quale poi dovrebbe, secondo i comuni– cati officiosi, aver stabilito i criterii dell'tfu• rapOne mornlc (la frase è dei comunicati), tutto è ~1.110messo :i dormire. Me lo scrh·e una person:t, che non ha piacere di essere nominala, ma che è riutorevolisi.ima. L, Consulrn h11 piii \·ohe fallo slnmp.:ire che il ~linìstro presen1eril un disegno di legge già pronto. ln\'ece di stampato, ma non pub– blicato, anzi gdosam,11/e 11,tkoslo, non esiste, a quanro pare, che uno « xlunu • senza re- 1:u.ionc e senza firme. Cerio alla Camera noo è ~lato pre~ntato nulla, n~ sarà presentato nulla. Bene, d1 qu~to schema io .SO quslche cosa di preciso, e le ne scri"o, perch~ 1u ne faccia l'uso che credi: mi risulla sùuri"ssim.,– mmlt, che lo schema lai.eia all'arbitrio del ministro la soppressione delle scuole, senza nemmen l'obbligo di inlerrogare un corpo competente, in cosi grave interesse nazionale; che la direzione resl:i nelle mani dei consoli incompetenti, e delle deputazioni scolastiche elette nell11colonia dnlle solite combriccole in caccia di croce di cnaliere; che al mini– stero viene l:1sciataampia focoltà di continuare nel sis1ema degli avvt:nliti e incaricali; che gl' insegnanti vengono lasciati :tllo scoperto degli arbitrii, senza uno st:ato giuridico i che si istituirebbe una commissione cenlrale con assolul:t prevalenza pei burocratici della con– sulta i che sarebbe organi11a1a {?) una vigilanza, affiJandola a ispettori, scelti dalla burocrazia centrale, senza alcuna stabile funzione, muta• bili ogni sei mesi n piacere di S. E. Scala– brini; che non sarebbe possibile in alcun modo la costituzione di un corpo tecnico, di stuJiosi; che il cArntlerc degli attuali istituti resterebbe immutato. lo, caro Preuolini 1 non mi sono unito agli osanna dei colleghi reder:ali quando fu :1.nnuntiato dai soffietti ufficiosi il progetto; ho avuto la pazienza di aspellare tino ad oggi per parlare di nuo,·o di scu'>le all'estero, ed ho ora il dovere di dare l'allarme. Assecon– dami anche tu, perchè, se proprio l'estrema• sinistra non è vile 1 come più indizii comin• ciano a (armi temere, deve ben trovarsi un forte gruppo che attacchi il Tittoni anche per il suo insidioso contegno verso una istituzione che è la più nobile di tutte quelle che il mio « megalomane )' conterraneo abbia escogitato. Che proprio du11que i preti il '1li.mi ai soldi dell'Austria in Albania debbano insegnare che Venezia in mano ali' Italia è ritornata ... un piccolo borgo, e Garibaldi era... un brigante italiano; e i nostri alunni cii Tunisia che non vogliono sl:tre in 140 in un'aula debbano continuare ,1 rifugiarsi nelle scuole francesi; e più di me1!l dei nostri figli in Egilto deve essere educala dagli stranieri? Noi non siamo patriottardi, ma non vo– gliamo, per Dio, esser disonorati dalla Con· suha e dalla gioli11iana meschinit?t dei nostri go"ern:rnli. Calamii, 1 mJggio 190_,1 Tuo Giuseppe Lombardo-Radice. --Accademico asterisco del- 1' ostruzionismo accade– mico. Prima di parlare di of.truzionismo ac– cademico dobbiamo nrmoni1.zare l'anima nostra alla soavit,\ clC'II'arg-omcnto che dc,·c c~scrc toccato. clobbb1110 cercare' cli determinare in noi uno ~rnto scnti– mcntalC' che ci rC'ndn più facil<' il gu– stare le dolci r ,·oluttuos(' ebbrezze chC' questo v,lSO di Tantalo. - micllato di tcntationi p di irra~"iungibili chimere-. ci promPllP. E poichl• la musica i· una inestin~ui– bil(' fnnu.• di ispirazioni. prC'ghcrcmo un nostro ~unici} d1<• sit"'<l,, al pianoforte e che ac-cnrnp.1~ni il nostro d<'q-ni imo coro: Bibloteca Gino Bianco Rù1.fd. Rin.,:d. Rrthr, Siud dcr A·ù,d,·r drci, sil:t11 1111/(rm llo/d.-r/msd1, 111ad1t·11 allt· l111.sd1. /111sd1. l111sd1 .... 97 Questo canto fanciullesco nH•ritcrcbbe dan:ero di diventa-e la « canzone della terna » da cantarsi da un coro di pro– fessori unh·cr:-itari. t noto in elio consiste il sistema della terna: la commissione indica non più di tre eleggibili, C' questi costituiscono la terna. Questo bistC'ma è stato adottato come reazionC' al sistema prCC<'demc in cui il numero degli elegq-ibili non era limi– tato. E quest'ultimo g'Cnera,·a gravi in– COO\'enicnti, che qui non possiamo ri– petçtt. li nuo,·o sistema. che pcrmNtc, con un solo concorso, cli prov,·cdere entro l'anno, a trC' cattedre vacanti. scn·e a contenere entro certi limiti le spese che importano le commissioni, in confronto del sistema che vorrebbe chC' a og-ni cattedra si provvedesse con uno specialc– concorso. ~la questo sistema (dato il feroce spi– rito di scuola che governa la nostr:i Uni\·crsità) et\ orig-inc a un grave in– conveniente-. ~I I S('n·o clellc parole del prof. Siotto Pintor. • Col sistema puro e semplice della tcrn,t, baMa che- tre ti– tolari della disciplina, eiettata dalla cat– tedra mcss.., a concorso, si mettano in capo. per qualunqm• moth·o. di concor– rere, perch& lo scopo ,·aie a dire I' occupazione del posto vacante - sia frustrato. li gioco t' facile e di,·ertentc. I tre titolari, muniti naturalmente di titoli eccellenti, e forti del senso di so– lidarietà che. vieterà in modo quasi as– soluto ai collrghi giudici di far loro torto, riusciranno vittoriosi ; poi rinun– cicranno a muoversi dai posti che già occupano e così la cattedra vacante re– sterà ,·acanto finchè ad essi piacerà, perchè è chiaro che il gioco può ripe– tersi all' infinito. > Ciò premesso è bene, dopo a,·cre can– tato 111ac/u:11 alft• l111sc/1, huse/1 1 l111sc/1, applicare leggermente il dito pollice sulla punta del naso e agitar(' la mano distesa per poi cantare il resto : Ln la, la la, la, la, la la la lt1, la, La la, la la, In, la, la la la la, la I Che questo ostruzionismo accademico possa aver luogo anch<' nonostante la volontà dei concorrenti è comprovato entro certi limiti dai fatti. L'organico attuale permette altre forme di involontario ostruzionismo. Si supponga ,·acant<' il posto di straor– dinario della cattedra della importante e popolosa città di X. Fra i concorrenti c' ò il professore ordinario (ordinario, si noti) della uni– ,·ersità di Y, che spera, ,•into il con– corso. di diventa.re ordinario in X ma in soprannumero. ~la questo intento non 1>uò essere raggiunto nono~lantC' il par<.•r<" favore– Yole della facoltà di X. I fatti si com– plicano. Entrano in campo altri inte– ressi. L' anno magari scade. E il con– corso è stato nullo nei suoi effetti. L'ostruzionismo :lcrademico si esplica in altri modi ancora, principalmente pC'r mezzo cli cattedre che non vengono messe a concorsi e a cui ~i provvede con incarichi intrrni cli facolt:.\. Si complictl per rffotto di una certa possibilitù. d' opzionr che hanno i tito• lari cli una caucclra ~e ,·ogliono pas– san:• a una C~lltC-dra aflìnc-. Xon dico dw· tutti gli pffc-tti di questo stato di cose- siano caui\'i. Certo questo non è vero. ~la Ma pure- di fatto che spesso possibile- precludrrc- la ,·ia al– i' insegnamC'nto uni,•f'r',itario a qualunque altissimo int<'lll'ttO d1C' .ibbia trovato modo di ml•tter-.,i in urto con alcune

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