Vita Nova - anno III - n. 10 - ottobre 1927

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Conto corrente con la Posta • Pubblicazionè mensile illustrata dell' Università Fascista di Bologna Fondatore: LEANDRO ARPINA TI. / Direttore: GIUSEPPE SAITT A Direzione e Amministrazione: CASA DEL FASCIO / BOLOGNA / VIA MANZONI, 4 / Telefono 4-52 , Per inserzioni di pubblicità rivolgersi ali' Amministrazione della Rivista , ANNO III. Numero 10 ABBONAMENTO ANNUO L. 50 / ESTERO L. 100 NUMERO SEPARATO L. 5 ., OTTOBRE 1927 (Anno V) EDITA A CURA DEI.;LA CASA DEL FASCIO DI BOLOGNA ., ... .,,., ..

... ,. "I SOMMARIO GIUSEPPE ·SAITTA - Ricordando Gian Carlo Nannini. . ~ 1 • • • • • • • pag. 635 • G. M. - Staio e Chiesa . . . · . . . . . . . . ~ • . • • • • • • • • > 637 ' , UGO NEBBIA - Le arti decorative alla terza biennale d; Monza . . . . . > 641 UMBERTO TOSCHI - Funzione europea dell'Italia . . . • . •. . . • • . > 647 UGO BASSI - Nuovi istituti dello Stato corporativo . . . . . . . . . . . > 650 ARTURO LANCELLOTTI - Il centenario J; Nino Costa . . . . . . . . . » 652 GIACOMO DONA TI ,- Arte e cerebralismo . . • . • • • • • • • • • • • » 65 5 DANTE MANETTI - La fatalità dell'uomo fatale - . . . . . . . . . . . » 657 GIOVANNI MAI OLI - Emigrazione politica marchigiana a Rim_ini ( 1859-60) > 660 AURELIO V ITfO - L'Italia pittoresca . . . . . . . • • • • • • • • . • » 662 ROBERTO PAVESE - Gli « omuncoli » d'oggi . . . . . . • . • . . . . » 665 1(ASSEGNE . . . . . .. . . ·. • • • • • • • • • • • • • • • • Politica estera: G. M. SA.NGIORGI - Politica interna: CARbO CuRCIO - Poli- . tica coloniale: UGO BASSI - Cultura fascista: G. L. MERCURI - Economiapolitica: GIACOMO DONATI - Commercio: FILIPPO GALLI - Cronaca:finanziaria: UGO MARCHETTI - Letteratura: G. MANZELLA FRONTINI - Filosofia: ÀRMANDO CARLINI - Arte: ANGIOLO G10RDANI - Folklore: UMBERTO BISCOTTINI • 1(ECENSIONI . . . . • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • ... MICHELE MAYLENDER - Storia delle Accademie d'Italia (D. Manetti) - BAN• DELLO - Novelle (N. N.). QUESTIONI DEL GIORNO . . . . .~ . . • • • • • • • • • • Contro i paragoni e i precedenti storici del fascismo (ANTONIO GIUBBINI). » 668 ~ 688 > 690 ~OI . E GLI fi L TRI . . . . . . · . . . . . . . . . . . . . . . > 692 Spunti polemici : Novissima romanità - Ei fu! - Intransigenza astratta (LONGA MANUS). # . .. .. FRA LE RIVISTE. . . • • • • • • • • • • • • • • • • • • • , Note ed appunti di UMBERTO BISCOTTINI. , · ECHI .E· COMMENTI . . . . . · . • • • • • • • • • • • • • • Solidarietà fascista - Questione romana - Metodo storico - Nuova Mas~oneria - Rispettiamo t ingegno (Noi). 1> 693 » 69S 'DOCUMENTI VELLA STORIA DEL FASCISMO . . . . . . » 697 Il discorsodel Duce alla mostra del grano inaugurata a Roma. . 1(/VJSTA MENSILE VEGLI SPORTS (G. BARBACCI). • • • • 700 ' LEZIONI 'DELL' UNIVERSITA FASCISTA .. •

. RICORDANDO GIAN CARLO NANNINI • Rendiamo ono~e di pianto e di fiori alla memoria di Gian Carlo Nannini, uno dei più puri e più beli~ eroi del Fascismo bolognese, caduto tragicamente il 29 ottobre 1922 a S. Ruffillo con la visione fiammeggiante d' una Italia più grande e . ' p1u potente. Bello del corpo e dell'anima, appena diciottenne, dopo la sciagura di Caporetto, fu chiamato al servizio militare, ed egli partì , mentre oscure e sinistre nubi sembravano addensarsi sul cielo della nostra Patria, con una fede prof onda e vibrante nella futura e definitiva vittoria nostra. Perchè Gian Carlo Nannini aveva piena I' anima, pieno il cµore, piena la testa dell' ideale della grandezza della Patria che stava in cima d' ogni suo pensiero. Egli era, anche quando fre- - quentava il corso ginnasiale al Collegio S. Luigi e il corso liceale al Galvani, una natura ·tanto privilegiata che senza bisogno di analisi sottili s' apriva con uno slancio del suo cuore .nobile e leale e della sua intelligenza vivida e Biblioteca Gino Bianco precoce alle idee più ardite e generose. E lo sanno quanti nel periodo triste della vita italiana, in cui imperava l'ideo- - logia orientale del bolscevismo che sembrava avere reciso i gangli vitali della no,.. stra Nazione, dalla sua voce e dalla sua azione ardimentosa furono spinti ad -osare. La sua fede forte, ardente e audace, aveva tutto I' aspetto d' un dramma che rapidamente si svolgeva. :.-~,: Prima alla· grande guerra di liberazione, dove giovani~- ! simo ufficiale combattè valorosamente e fu due volte ferito e più volte decorato; ·dopo a Porto Sauro, dove fino al luglio del 1922, da una elettissima schiera di giovani fu riconosciuto come capo del Fascio di Com- · battimento, egli si rivelò sempre uguale _ a se stesso, fiero, coraggioso, indomito. La sua anima irradiava nelle anime dei suoi compagni che I' adoravano, e al suo contatto essi diventavano più animosi nell'incontrare e superare i pericoli. E invano la sua povera Mamma, che do-

636 GIUSEPPE SAITT A ·veva precederlo di due mesi nella tomba e che egli adorava, lo chiamava a sè con -dolci richiami. Forse essa era presàga che in un giorno non lontano la sua casa sarebbe rimasta vuota di quel fìore di gentilezza che era il suo figliolo. E fortuna fu per Lei che la luce della vita le si spegnesse r.1egli occhi, prima che il suo Gian Carlo, colpito da .piombo fraterno, soccombesse. Non era tempo quello di quiete e di studi, come rispondeva Na.nnini alla . sua adorata Mamma, ma tempo di azione e di azione violenta contro la vecchia Italia materialistica ed agnostica. Fu questa ·chiara e potente intuizione che spingeva il Nannir1i ai rischi più tremendi che culminarono nell' azione contro una caserma di carabinieri il 29 ottobre. Che giornata tragica fu quella del 29 ·ottobre ! Alla nuova che Gian Carlo Nannini con altri purissimi eroi come Paoletti e Becocci era stato assassinato, sen1brò che la città tutta di Bologna si vestisse a lutto. Accanto al povero Nannini era il suo carissimo amico Leandro Arpinati, che quasi impietrato dal dolore, agli amici che lo sollecitavano a salvarsi dalle raffiche dei proiettili, noncurante di sè e fermo al suo posto, ripeteva con uno strazio di tutto il suo cuore e con un pianto crudele.: Nannini è morto, Nannini è morto ! Ma Nannini non è morto in, tutti noi che militiamo nel Fascismo bolognese : Egli è in noi vivo e presente, e noi sentiamo di ·essere vicini al suo spirito che • • • • • • c1 protegge e c1 1ncuora a nuovi c1ment1 e a nuove battaglie. · E quando c' incontriamo col padre di Lui, vera e nobile fìgura di gentiluomo e fascista, e lo vediamo pieno di pianto e con nel volto I' immagine del suo figliolo, che egli rievoca e chiama conti- • • • nuame.nte per nome, noi c1 sentiamo profondamenie commossi, ma nello stesso tempo avvertiamo che Gian Carlo Nannini è come il ·fiore di giovinezza del Fascismo bolognese, che mai appassirà, perchè egli tutto donò, la sua vita e i suoi. averi, alla causa immortale della Patria. GIUSEPPE SAITT A L'assuefarsi a credersi infelice induce ad accusare d'ingiustizia · l' ordine delle cose, ci fa credere di essere soli sulla terra, e termina col precipitarsi in quell'apatia che disgregando l'uomo gli a1'1'elena le più dolci ajf ezioni, le più nobili facoltà. GIACOMO LEOPARDI - Dall' Epispolario Biblioteca Gino Bianco

• STATO E CIIIESA La •Dea Roma fu il Dio vero dei Romani, su- tesa febbrile dell'ultimo giudizio, ila Chiesa fermò perba aristocrazia di co!nquist.atorie governatori. Il e compose l'ordine della vita umana col sacrificio diritto fu la loro ,teologia, fu secerdozio il governo, e perenne di Cristo, e fu il cOTpovivo di Cristo; e lo vit,toriae sconfitta fmono il bene e il male e il segno spirito di Cristo fu per lei qui presente, fra il cielo della loro v,irtù. Così il far,e e il soffrire per lo Stato e la terra, che .rinnova la promessa e la condanna fu tutta ila vita di quelle anime forti. Ma quando la con la grazia del suo martirio. Allora, l'indifferenza repu·bblica cadde, e la sua tenace agonia fece ine-- cristiana di Cesare, ~à lasciato in balia de l 'immiVlitabile e triste ,la maestà dell'Impero, un sogno nente giu1dizio come 01 gni podestà della terr.a, si trapuerile di felicità e di _pace fu l'ultima speranza mutò nella scomunica cattolica della Chiesa impedella ro.manità p.agana. :Poi, ogni ufficio divenne al ranite. La Chiesa ch,e vive non può concedere allo cittadino una oziosa e molesta fatica, il principe fu Stato di esser fuori ,dal.la sua vita, che è la vita di solo, :lo Stato restò 1aguardia di questa solitudine, Cristo ! e peiichè è deposiitari,adella verità di Dio e immensa come il ,conquistato do,minio e 1 'inut.i!le responsa,billedella salute •~terna, la Chiesa militante gloria degli avi. non ignora più lo Stato, ma lo c1 hiama al suo giuf. l'anima dell'uomo, costretto a ritrovare in dizio : « Sei tu la mia forza a1 rmata contro la viosè la sua vita fuori ,dello Stato, si aprì alle speranze lenza e· la frode di Satana? se no, sei di Satana ». nuove di una ,misteriosa salvezza. Finchè i1l Messia Dan,te cattolico fu,· per :religionedi Roma, giuvenne a mori•re·per gli uomini stanchi di desiderio dice severo della Chiesa e diifensore dell'autonomia _di strage e di orgoglio, stanchi della vita loro e della dell 'limpero; e da lui, che è profeta d'Italia e pastoria, e annunciò la consumazione delle cose e te- die nostro, appresero gli italiani che la Chi,esa non stimoniò col sangue 1 'imminente Regno di Dio. A è tutta la vita : ,Dio ha direttamente affidato all' lmlui non potè credere il popolo suo d'Israele che pero la sua missione, nè senza lo Stato può essere J 'jnvocava cont•ro le sciagure della storia per il suo salv,a l'anima idell'uomo. Così ,Dante f•ucristiano e impossibile trionfo; ma il popolo dominatore, finito ghibellino vero, ed eretico, ed eretica tutta la vita il compito suo, l'accolse, come fu sazio delle sue d'Italia. vittorie delle. sue es·perienze del suo dominio, e ere- Poi, il pensiero degli uomin,i e il moto del·le nadette, e si offerse a Dio, e si fece cittadino della zioni ruppero l'unità dell' lm,pero e scossero da sè Patr-ria celeste. Allora lo Stato fu di Cesare, e la la tutela ecclesiastica, risvegliati e animati da l'urnaterra di Satana ; l'umiliazione e rl dolore inebria[ono nesimo nostro in nome della libertà, che è lo Spicome amore e imitazione di Cristo; il bene e il male rito -de l '·uomo artefice di Dio. Ma i po,poli stranierj, furono la vittoria e la sconfitta dell'anima contro occu,pati da1lduro egoismo della fortuna loro, negaricchezza e ,potenza. E, f.ra Dio e Satana, Cesa•re rono la disciplina U1manadi Dio e l'autorità e l'unifu tollerato co1 m-e il corpo a lui concesso ~n domi- tà della storia. nio con indifferenza, e l'indifferenza consu·mÒ lo. · Noi, riscattato col sangue il diritto al la nostr.a Stato fino alle radici per la tempesta dei b,arbari. missione, ,affaimiamo e riconosciamo nello Stato il Così, per la prima volta la religione non fu la reli- ~ soggetto della storia, e nella storia la storia umana gione dello Stato, della nazione, della storia, ma di Dio. dell'uomo e di tutti gli uomini, come se lo Stato la 1Dovremoallora rinn,egare il Cristo? La Chiesa nazione la storia non fossero : :la buona novella fu nega l 'autonomi.a e la sovranità dello Stato, e acil messaggio della salute contro la storia ad ogni cusa e con,danna la storia co,m,e· vana superbia de uomo ·per la feliicità eterna. l'uo,mo e ribellione alla sua verità etem·a: la verità Da questo momento ha dunque inizio la lotta eterna è il 'bene supremo ·de ,,}'uomo ; non si con•- fra lo Stato e la C·hiesa. Perchè, dopo la prima at~ guasta, è; e Dio non ha ,bisogno de l'uomo. · · ca Gino a e

...... 638 G. M·. O lo Stato dunque rinnega la sua autorità, la su.a ragione di viver,e e la sua, f.ede e si arrende e si consegna strumento servile alla ,Chiesa, o è giudicato e condannato. Se pur non si giudica egli da sè e · non giudica egli stesso la Chi.es,a e la ddìmsce con la sovranità sua, legittimando la storia nel nome .stesso di Dio. Questo è il ,problema fondamentale dello Stato. Lo Stato italiano soltanto, per la sua vita e per la sua storia, lo :può risolvere. Lo d,eve. ,Perchè i,1 conflitto e' è ed è f ol'midabile ed impegn.a la nost,ra u~anità fra lo Stato e la Chiesa, fra il valore del1 'uomo e la necessità di ,Dio. Ma l'autorità del popolo itéllli.ano, c.he solo è giudice e a·rtefice degli istituti e delle opere sue, non si può d,elegare nè prescrivere. ,Lo Stato e .la C1 hiesa sono i suoi necessari istituti. E .lo spirito ·de l'Italia, che li ha creati per la sua vita (non per la sua morte), li rinnov.a, conciliia e disciplina nella universalità della sua • ston.a. Cerchiamo e riconosciamo le C·hiesa. . ' ver1ta della Dio è otti1 mo; noi siamo creati dalla sua bontà; e se noi soffria,mo, abbiamo certamente peccato. Dobbiamo dunqùe espiare, e obbedire alla legge di _ Dio. Ma quelli, c1 he sono vissuti con giustizia, viwanno la ,felicità dei ,beni e.terni nella giustizàa etern-a, fuori dalla scia·gura d1 alla morte daJlle tre,mende prorve di Satana, perchè la storia è la esistenza di Satana contro ·Dio e Dio porrà ,fine alla storia col regno suo vittorioso che venà. Che sarebbe Dio se potessimo salv.arci da noi, e come sa1 rebbe la fede senza la s,peranza della felicità eterna? E noi saremo salvi da:l peccato dalla morte dalla storia, con la g.razia di Dio che ci ama. Perchè il re d'Israele, <.< Colui che deve v•enire in grande gloria sulle nubi » è già venuto, ma per morire e risorgere. Egli è il Cristo. C,he è salito per noi sulla croce, con la nostra oarne, , dove ha crocifisso il peccato, ,la morte e la schiavitù. Muore sem•pre e ci prende per mano e conduce a Dio e ci chiama ed elegge figliuoli del Padre suo, e sempre risorge glorioso. Col suo sangue la giustizia tremenda e misericordiosa di Dio si fa ancora infinito e salvezza della nostra infinita miseria. La fecle nostra di Dio è ,l'amore e la f.ede c-he noi sentiamo del Cristo. Se noi .l'amiamo davvero anche noi vorremo soffrire per il nostro male e per il male di tutti, anche noi sareiblioteca Gino s·anco mo crocifissi dall'infinito dolore, e risorgeremo. L'amore è .l'ineffabile esperienza dell'eterno, fuori da questa storia di sciagure e di pianto. Lasciamo dunque ogni cosa. Questo amore che riempie l 'anima di gioia, è lo spirito di Dio e ,l'anima viva della .nostra vita ·redenta. ,per Ile sue origini storiche e per le sue esigenze religiose pratiche e pe~agogic,he, la Chiesa dunque è soggetta ancora ad Israele. E dove non vi è soggetta, e pare c-he lo abbandoni (e lo condanni), più è :pericolosa -allo Stato perchè vince col dolore e con l'amore di Gesù le anime dei più forti combattenti e li sottr.ae alla sto.ria. iRoma antica non le può resistere. La Chiesa h.a distrutto per sempre, ne.Ila coscienza dell'uomo cristiano, il diritto di Roma senza dovere, la potenza e la gloria terrèna, la fortuna, il caso ed il fato, ·per la giustizia etema, per la felicità e la im,mortalità dell'anima. Maha pure avvilito e 1 posto in pericolo la fede nel valore uman~ e divino di questa vita : la vita è il peccato e la pena dell'essere nati, è la prova tremenda che impegna e decide per l'eternità, è una triste prigione. E ,I 'uomo ne uscirà vittorioso soIta.nto con la morte, se avrà sperato d.alla •g,raziadi Dio la i,mmortal,e felicità dell'anima sua, dell'anima che è mutile .a ,Dio e ad ogni opera c·he non sia l 'es.pi.azione, la u.miliazione, e la negazione della vita. D,aLla vita .giudaica di Dio dunque la inutilità della vita e ,la schiavitù dell'uomo ; d.atl 'orrore puerile de1 lla morte, la puerile speranza della inu,tile im,mortalità ; ed è rinnegato il compito di questa vita necessaria ,a 1 Dio, svalutato il sacrificio e l '~- rienza di Cristo, avvil~ta e isterilita l'interpretazione latina, luminosa e gloriosa, del più fecondo mistero : l 'Uomo-""'Dio. Qua·ndo ci sa1 premo noi decidere fra una speranza codarda e una necessari.a fede eroica? F,ra la im,mortalità e la felicità ,della nostra esò.stenz.asenza valore, e il valore eterno dell 'oper.a nostra di uomini 1 mortali ? Quan,do ci strapperemo dal cuore quella stolta speranz.a? Noi saremo allo.ra uomini forti e glo.riosi. E la nostra vita, dervota a Dio, commetterà morendo a lui ,le sue opere per l'eternità. Non avremo sofferto inva·no. Dio non muore. Noi gli doniamo l'opera e la vita per la sua vita. Questa soltanto è fede, che è la fede verace dell'eroe italiano. Lo St.ato è questa fede, e lo Stato di Roma risorge dalla inesora.bile rovina dell'antico impero,

STATO E CHIESA 639 I di fronte alla sua Chiesa latina, se vive come suprema persona della storia, se vive per la gloria · eterna de l'uomo mortale, se l'uomo è il saldato della storia che muore, come il Cristo, per la vita e la giustizia del padre, che è volontà eterna. Può ,la Chiesa servire alla storia? Se non può, .la Chiesa pone sè contro Dio fuori d.alla vita. La nostra Patria è sacra al nu,me della storia. Noi gli obbediremò come gli obbedirono i pad-ri : sacerdoti e guerrieri, solenni come il loro destino, salivano il monte Albano, vestiti di bianco, a cele~ brare le feste latine a giurarsi la fede a offrire i sa~ crifìci, e ascol,tavano la voce terribile del nume. Questa immagine sola rompe ,le tenebre dei tempi immemorabili e illu,mina i lontani nepoti. Tutto il resto è silenzio. ,Ma og-n:ianno la grande Roma invoca il nome delle confedera te città ; e il patto del1'alleanza latina e il giuramento per lun,ghi secoli rinnovano .I' anima di Roma a cQm·battere. Ed ora quell,a voce de.I Dio, che fu ignoto ai padri, comanda anche a noi, sempre, e ci esalta il cuore con le parole che noi più intendiamo per amore e conoscenza. Cr:isto, straniero al suo popolo, esiliato dalle terre di tutto l'Oriente, .perchè ebbe sua pa,tria in Roma? li ,popolo che fu governatore di popoli e nessun compito -fuori di questo si ricono,bbe, solo questo popolo nostro può accogliere e rinnovare il suo com,ando il suo compito e la responsabilità della storia con l'esperienza e la parola di Colui che il Padre volle uomo per una missione salutare agili uomini, necessaria .a ,Dio, e che solo con l'uomo si compie. Gesù muore per gli uomini, e comlbatte con la sua morte, per amore, contro la schiavitù della terra, contro la potenza la ricchezza la superibia di S.atana, che ci allontana da pio. Quel Dio che fu ignoto ai •padri latini, fu rivelato a noi, nel Cristo, che è risorto con la sua carne vittoriosa deLla terra, · che vive nel,la storia, dov'è utile il dolore, necessaria l'opera, e glorioso il sacrificio. Quel Dio che fu il destino inesorabile freddo e lontano, sopra l'inutile schiavitù dell'uomo, è ;la volontà eterna che ci anima che si alimenta d,ell 'opera nostra. Questa piena coscienza della storia, questa necessità che l'uomo ha di Dio ,c1 he •Dio ha dell'uomo, è la coscienza cristiana della latinità. Cristo è lo spirito deLla storia, l'Uomo che sulla · · teca Gino • 18 CO terra combatte per una missione eterna, e muore, e pur vive in Dio col valore creato dal suo travaglio sanguinoso. Se noi rinneghiamo il C.risto, noi siamo dunque i tr.aditori della storia. La Chiesa cattolica è la wta e il comando di Cristo, l'unitaria autorità dello spirito di Dio sulla ter:ra, che fu uomo ..:._ così credo - perchè noi - fossimo di Dio figli e apostoli, artefici e soldati. Per questo I.a Chiesa fu latina ; perchè noi combattessimo ancora, per amore, non per odio nel nome di Dio. Soltanto la 1 Chiesa ebbe l'autorità di strappare dal cuore delil' uomo la patria terrena con la f ecle la speranza e l'immagine della patria celeste. E l'anima religiosa ed eroica de.Il' Italia riconobbe e , rivelò nel I' in1 finita natura la natura di Dio, nella divinità di Cristo la divinità e .la grandezza e la necessità dell'uomo, e nella· patria celeste questa patria•, pura di odio di cupid-igi,a di cieca potenza, come up comando e un dovere : com1 battere per la civiltà ideale sotto il giudizio di Dio. V' à una sola patria per l'uomo : questa realtà animata da Dio, operante e vivente nel,l'unità dell'umana coscienza. ' Ma soltanto per .I' autorità della Chiesa, il paganesimo, che è una violenza di gloria e di comando senza l'amore e senza l 'um,ano dovere, non può risorgere più, e lo St,ato, per vivere, è costretto aLla divinrità. ,Poi, la Chiesa è una gloria latina déll' Italia, . l'istituto della salvezza e della educazione morale e divina degli uomini; una disci,plina, una gerarchia, una sapienza, un soccorso al .do,lore sovru,mano di questa vita ; la presenza di Dio e la su.a .legge per ogni atto in ogni. atto dell'uomo ; il ricor1 do perenne dell'uomo ,ch'egli è polvere che tornerà polvere, e eh' eg.li so-lo in Cristo è per sempre divino ; l'idea universale della umanità vivente in ognii uomo, che è volontà di bene negli uomini di tutte le nazioni, se anche fra loro com,battenti, anzi perchè combat- • tentI. Che im,porta alla Chiesa la vittoria o la sconfitta? ·separ,ato Dio dal mondo, la mor,ale dalla . storia, I a volonrtà buona dal suo risultato e dall' acoadi,mento, a tutti, vinti e vincitori, se han combat .... • tuto con fede, sorride la gloria dei cieli e .la salvezza eter.n,a è premio al v.alore morale. Il giu.dizio degli uomini non pesa, le vittorie e le sconfitte della storia non pesano sulla giustizia •

I ... 640 G. M. eterna di quel Dio che vede nel cuore dell'uomo. La Chiesa null'altro guarda che ali' anima nostra, con gli occhi di un Dio al di là della storia. 1 Poi, la terribile legge ,della storia rende soilid.ali gli uomini nel bene e n,el male ; gil 'innocenti pagano per i colpevoli, e i ri,baldi paiono giusti e sono onorati; 1,asci,agura, la iniquità degli uomini, la colpa fanno sang•uinare il cuore dell 'uo,mo : l,a C-hiesa ti consola con ila pietà del suo mii:iistero che a nessuno è negato, ti libera da ogni vincolo, ti solleva solo di fronte a Dio con l 'anim,a tua, alla speranza, al perdono, ,all'amore, alla giustizia di Dio. ·Così nel mito della im,morta1lità del.I' ani,ma, della giustizia e dell,a felici1 tà etem,a, è un divino conforto contro il dramma spietato della storia, dove i migliori soffrono per tutti, più di tutti. Fuori da questa caduca -realtà e da questo sanguinoso tumulto, una gioia senza ,fine, un,a etern,a pace, una pura sostanza di ,ben,eattendono l'uomo che h.a voluto il bene. Una infinita volontà di bene è questa nostra vita, l 'in.finito possesso dei ·beni sairà la vita eterna, e solo ,Dio è il bene che esiste. C'è forse un, ist.an.z,a 1 più forte e più affascinante di questa che em,ana dalla Chiesa contro la storia? M,a la cos•cienza latina del cristianesimo è coscienza di u,n.a,milizia necessaria alla vita di Dio. Il conflitto fra lo Stato e la Chiesa sarebbe dunque il conflitto fra Roma e Gerusalemme ? La mor,ale cattolica, che predica il valore supremo del Bene eterno e l'amore d,egli uomini in Dio, prepar,a gli uomini ,alla vita erojca e alla sto... Biblioteca Gino Biahco ria, liber.ando.li dalla schiavitù delle cose e dall 'amore bestiale di sè; ima I.aescatologia ebraica della C·hiesa .rinnega il valore della vita e la stoiria, e la su.a greca e non ,crjsti.ana ifìlosofìa conferma ali' uomo eh' egli è ancor.a uno straniero inuitile al mondo e a Dio. L'autorità della Chiesa concede a noi di celebr,are nel C.risto la vita umana di Dio cioè la storia ; m,a la storia, ma l'opera creatrice e divina del1'uomo, che in Cristo ha principio~ ha termine in Cristo, e so;loCristo è Uomo : così vuole la C•hiesa. E se noi in Cristo esaltiamo il valore della umanità vittoriosa sul dominio della morte e sulla inutilità pag,ana della vita, ,la Chiesa, esalta ila grazia di Dio, che -ci f,aschiavi riconoscenti, uomini no. Qu,ale salvezza se la vita è inutile e quale felicità? iEterna, è una pen.a eterna. Ma la C,hiesa non può cedere. La sua morale non può essere separata in lei dalle fond.am,enta ,delle ultime sue verità, nè i sacramenti posson~ ,diventa~e simboli o miti. Come si possono ,dunque cqnciliare la Chiesa e Jo Stato ? La verità eterna non tollera la verità figlia del tempo; e il bene eterno, il bene che si crea. Il bene d,ella C·hiesa è Dio che esiste per sè fuori da questo mondo, quel bene perfetto che qui non esiste, ma si ama e si s,per,a liberan·doci noi dal male di questa· vita. Il bene dello Stato è il Dio della storia, la u•mana coscienza di quello che è e di quello che dev'essere, l 'etem.a volontà del bene che esiste se qui lo si crea perennemente con le opere dell'uomo. (Continua) G. M.

Le Arti Decorative alla Terza Biennale di Monza La Biennale di Monza di quest'anno non può certo sottrarsi alla sorte comune a tante mostre consimili di questo mondo: a quella, vale a dire, d'accontentare sempre troppo pochi tra quanti hanno pretesa che tali convegni abbiano a rivelarsi, in modo immediato e palese, di godimento e di rendimento; non solo per il pubblico, che poco o tanto li frequenta, ma anche per quanti serbano abbastanza passione od interesse, per prendervi parte in buona fede. Si tratta, insomma, ancora una volta di quei bilanci morali e materiali, ' . . s1 poco conv1ncent1 a prima vista, da indurre a considerazioni non prive di dubbi e di riserve, sulle mostre in genere, e su questa . . . 1n 1spec1e. L'abbiamo vista sbocciare per la ter,., za volta a primave- . . . da noi si fa, o si tenta di fare, nel non agevole campo dell'arte decorativa contemporanea. lnteridiamoci. Qualche nota d'apparenza scon-- fortante non dovrebbe mai riguardare l'organizzazione, sempre solerte e sagace, che ha concretato il ' non agevole sforzo. E, del resto, troppo facile attribuire, come spesso s'usa, a difetto dei capi e degli organizzatori, quanto è invece sovente scarso buon volere, o addirittura incomprensione o deficienza di chi li segue o dovrebbe seguirli. Ai capi toccherebbe, al massimo, com- , prendere se, e fino a qual punto, certe ' . mete si possono raggiungere cogli elementi che hanno sottomano. Cercare, beninteso , di . . . . r1attivare In questi> non solo l' energia per ben figurare, ma la fede nello sforzo , nonchè la concordia per una collaborazione più illuminata, a vantaggio di tutti. Capire, inoltre, come far convergere gli ra, quasi In una rIfìoritura di speranze o di illusioni, le quali potrebbero benissimo sembrar rispondenti a quel germogliare di vita, onde tutto ali' intorno tornava pure a ridestarsi la meravigliosa cornice MODELLO DI MACELLERIA DI FELICE CASORATI .. sforzi dei singoli alla conquista di certe posizioni, le quali verde, entro cui è superbamente tuffata quella Reggia di Monza, dove l'arte decorativa vivente sembra ogni due anni appartarsi, come in un 'oasi di meditabonda solitudine. Naturalmente, ha risen-- tito dei grevi torpori della calura estiva, · dove le stesse speranze parevano appassire, prive del conforto d'una più larga e convinta attenzione, da parte di quella gente a cui la mèta « arte decora-- tiva » non poteva certo apparire di carattere - come dire? - troppo refrigerante. Ora, nel languire del-- I' effimera sua vita, mentre l'autunno ha ormai sfrondati tanti rami o li ha ammantati delle estreme illu-- sioni, già pervasa da quell'umido brivido che sugge-- risce ben diversi raccoglimenti, la mostra di Monza sembra solo ispiratrice di certe malinconie d 'am--- biente e di stagione, le quali facilmente potrebbero anche concludere in una sensazione di sfiducia su quanto è stato per la terza volta raccolto nella regale dimora, per rinnovare la testimonianza di quanto Bi liot ca Gino Bianco . non s1 possono credere vicine, solo perche segnate in un buon programma, come sopra un piano strategico. Non dimenticare poi se, e fino a qual punto, il campo dove si ingaggia la lotta è propizio per impegnar .... si in certe non facili gare, le quali hanno confronti vicini e lontani ricchi di insegnamento; od, . almeno, se si presta a qualche utile allenamento per il futuro. Tenere, insomma, di vista gli svariati _elementi che entrano in giuoco anche in un convegno del genere; visto che esso tocca, non solo interessi prossimi e remoti di tanta gente; ma, sopratutto, quelli delicatissimi, quasi imponderabili, del gusto del nostro pubblico, e dei mezzi migliori per guidarlo e rieducarlo. Ora, questa terza tappa di Monza serve sempre a mostrare, colla buQna fede di chi l'organizza, qualche incomprensione ~d impreparazione d'una certa parte ancora dei nostri produttori, e dei nostri ideatori e cultori d'arte decorativa, e, naturalmente, del pub- ..

642 UGO NEBBIA suete attrattive di essa sono scarse o di dubbio effetto: per non dir negativo. Se si confronta, mettiamo, colla fortuna d' in .... teresse o di curiosità che quasi tutte le fiere campionarie d'altro genere sanno suscitare, vien fatto quasi di pensare che, dove entrano le pretese dell'arte, qualcosa interviene ad attenuare la passione della gente. SALOTTINO IDEATO DALLA PITTRICE LUISA:LOVARINI CON~STOFFA E PEN_TELLI IMPRESSI DALLA MEDESIMA ED ESEGUITO DALLA DITTA BEGA & F. DI BOLOG A Cito un esempio: a Monza, con con--- cetto, certamente a priori felice, si è vo.... luto, tra l'altro, far partecipe d'un con .... vegno d'arte decorativa anche un reparto d'ulteriore raffinatezza, per molte ragioni intimamente Gonnesso al problema del- }'eleganza e del gusto, che spesso è tut-- t 'uno con quello della moda. Orbene, chi è penetrato in tale distinto reparto dell'abbigliamento femminile, anche se non ha voluto far confronti, non dico con quanto in genere sapeva, ad esempio, offrire la grandiosa Internazionale Pari- ... blico che dovrebbe assecondarne gli sforzi. E facile pertanto additare tale sintomo come poco propizio ad iniziative del genere, almeno tra noi; visto che esso rivela specialmente la scarsa passione di quella maggioranza che dovrebbe render vitale quanto - al di fuori degli sforzi, spesso generosi, di chi cerca d'attirarne l'attenzione - occorre rendere evidente, per mostrare che l'arte decorativa non è solo conse..- guenza d'un programma, destinata a figurare nel .campo sperimentale d'una mos.tra passeggera; ma .che risponde ad esigenze ed abitudini diffuse, rive .... lando l'esistenza di frutti concreti, o qualche non lon..- tana maturanza, che non sembri prodotto d'eccezione. Con tutto ciò, quello stesso pubblico, che' in qualsiasi strada indugia davanti a vetrine piene d'aggetti più o meno confacenti al suo gusto, anche se non ha esigenze· li.mi--- tate alle solite cose vecchie o nuove che •Conquista col menomo sforzo, anche finanziario, trova in genere scarso diletto in consimili mostre : il più delle volte troppo fredda ed imper~onale sfilata d'ambienti, -che rivelano una fittizia mise en scene inconciliabile colla realtà di tante nostre case; oppure di suppellettili ed oggetti svariati, che, anche nella pretesa d' inter,. pretare l'estetica moderna, o d'eccitare il gusto dell'oggi, sembrano il più delle volte remoti assai dal suo modo di vede ... re e di sentire. Diciamolo pure francamente. Al di fuori dell' interesse che può suscitare in ricercatori od intenditori speciali della materia, il diletto d'una mostra cl' arte decorativa è in genere assai limitato. Per la maggioranza - credetelo - le conBiblioteca Gino Bianco gina delle Arti Decorative di due anni fa, 11\a con· qualunque sezione consimile delle nostre mostre campionarie, facilmente avrà dovuto convin .... cersi che era davvero inutile scomodarsi per così poco: anzi per cose che in nessuna città che si rispetti sarèbbero state offerte con tanta presunzione, a suprema testimonianza di quanto da noi si sa fare in materia d'arte e d' industria del lusso. Mettete ora che disillusioni consimili siano prodotto d'altri non pochi ambienti, come di certe sva-- riatissime cose sciorinate nella sfilata delle neoclassiche sale e salette, anditi e corridoi, costituenti il non agevole percorso chilometrico della mostra interna della Villa di Monza: mettete, dico, qualche nota accidiosa in questo spesso deserto labirinto LA SALA DELL 'ARS LE CI DI TORI O

LE ARTI DECORATIVE ALLA TERZA BIENNALE DI MONZA 643 d 'oggetti, i quali, pur testimoniando tanta somma di lavoro e di speranze, destano anche non pochi dubbi sulla spontaneità e sull'opportunità di certi criteri d'arte a cui si informa tanta parte della passeg- . gera produzione, specialmente nostrana, del genere; aggiungete che, in fondo, chi è un po' candidamente alla ricerca di qualcosa di originale, di pratico e di conveniente, sia pure nelle foggi e in cui l'arte decorativa oggi tenta di rivivere ed interessare, trova singolari contrasti e stonature, dove rischia di convincersi essere quasi inutile vantar tante pretese di conquista nel campo della tecnica e dell'estetica del mobile e dell'arredamento moderno, visto che gli elementi di cui si nutre rivelano un singolare ed insistente ritorno a forme e concetti che credevamo tramontati ; ponete, a conclusione di tutto ciò, la sensazione abbastanza diffusa, che il senso positivo e vario della vita dell'oggi, ha ben altre forme di soddisfazione, che nel tener dietro ali' estetica d'un salotto ; che la ricerca d'uno stile rappresentativo dell'epoca nostra e dei nostri bisogni, è sovente un affannoso sfogliare tra forme ed elementi già assimilati nelle varie epoche; mentre sempre più si afferma il principio di strutture essenzialmente logiche, di perfetta rispondenza all'uso~ vale a dire scevre da ogni preconcetto estetico, le qua ... li, per nascere ed affermarsi, non hanno certo bisogno del controllo sbadato del pubblico d'una mostra d'arte: Mettete, ripeto, assieme considerazioni del genere, con altre che spontanee nascono tra le svariate cose che Monza torna ad offrire, anche per testimoniare le svariate difficoltà del problema dell'arte decorativa contemporanea : poi ditemi quale convinzione . ATELIER DI VAREDO DI G. BORSARI 'ALA SU PROGETTO DELL'ARCHITETTO GI ro BOGGIA ·1 può scaturire da un convegno come questo; e con quali· sensazioni, terminato il non agevole compito d'aver dato un'occhiata a tutto, potrete abbandonare la solitaria Reggia, tuffata oramai nelle sue nebbie autunnali, per riportarvi a più immediato contatto con la realtà. *** Con tutto ciò, anche se la premessa sembra assorbire il tema, l'insegnamento di Monza è sempre · utile. Tanto utile, che credo si sia abbastanza convinti per insistervi ; partendo anzitutto dal concetto, che un controllo sulla nostra produzione in materia, specialmente a confronto con quel poco o quel tanto che ci riesce ad attrarre dal di fuori, può sempre essere fecondo. Il primo convegno, ricchissimo, anzi sovrabbondante di materia, come di propositi, rivelava infatti non pochi guai del nostro gusto e della nostra produzione di pretese moderne, nonchè della nostra preparazione ad imprese del genere, che nel secondo sono in parte stati eliminati. Eliminati, dico, anche per virtù o difetto · di certo regionalismo e di certo folklorismo locale, ricercato con intenzione, e diffuso a larghe mani, come panacea di quel male di modernità ad ogni costo, a cui i nostri non dovevano sottrarsi, sotto pena di dichiararsi troppo arretrati rispetto al gusto ed alla sensibilità moderna in materia. LA CONFETTERIA DELL' « UNICA 1, SU PROGETTO DI FRANCESCO MENZIO ·Compreso poi abbastanza anche il guaio di ricercare, con dubbia convinzione e sincerità, elementi creduti più in rapporto colle nostre tradizioni, a Biblioteca Gino Bianco

644 UGO NEBBIA base d'un primitivismo paesano e regionale (la fa- primo ottocento, sono isrirati, in fon,do, ~nche a mosa arte rustica, che qualcuno ha definito anche di un gran buon sen,so pra~1co. Me?tre e ~aci!e co~- pastori) che ha sempre meno ragione di essere, vincersi che quest altra ripresa d elei:nenh d1 reminon restava, in questa terza prova, che, conferffiarci, niscenza classica, non è reazione a certi arbitri alla nostra volta, partecipi di quei ravvedimenti stili- d'un'arte fiorita ai nostri giorni, ma rapidamente stici, magari a base di serietà culturale, che sono divenuta remota; nè passeggere espressic;mi d'un curioso sintomo dei tempi nostri. Quei ritorni, cioè, periodo che, per a~er trop~o os~to, ora si _contrae che, se hanno talvolta simpatico risalto quasi di e mortifica in gretti ravved1ment1 a base di forme ' novità, data la genialità di taluno dei nostri, son·o già assimilate: ma logica tendenza a riattac~arci ~ ancora - inutile nasconderlo - esponente di quel qualcosa di solido e di già esistito, che reca 1n sè 1 carattere internazionale del gusto e della -111:odao,nde germi, ormai fatali, di qualche nuova maturanza; vediamo diffondersi, quasi stamparsi in un cliché dove è da sperare si riveli qualcosa di più nostro, e unico, ,ciò che oggi dobbiamo accettare come riflesso e meno mostri la pena di chi ora sembra stia soldelle foggie diffuse dai più accreditati centri del tanto rumin~ndo, per la seconda o terza voJta, ele .... genere; ma che domani dqvremo rifiutare; anzi, menti già digeriti. dimenticare. Dato pertanto questo laborioso periodo, che Poichè penso sarebbe fallace ed inopportuno pre.... anche in arte attraversiamo, è da concedersi che la tendere che certo spirito classico e neoclassico, con parte sostanziale della mostra di Monza di quecui ora·, in modo più o meno sincero, si cerca, ad st'anno, riveli quel singolare impoverimento di f~n.... esempio, d'irrobustire la struttura ed il carattere tasia, quasi quello svanire d'ogni ardore di conquista del mobile e dell'arredamento moderno, sia espres.... nel campo di qualche saporita modernità, che, presso sione peculiare nostra, e non ripercussione d'un i produttori di cose d'arte più intelligenti e conscienfenomeno che altrove si manifesta. Troppi sono, del ziosi, è, per fortuna, bilanciato da concetti di costruresto, gli spunti negli elementi decorativi, fino nei zione' e di raffinatezza di tecnica e di materia, tali da motivi e nell' intonazione, dove evidenti si rivelano far sperare che il tutto· si risolva a vantaggio di gli effetti delle tante infiltrazioni che hanno rotto quanto più ci occorre; cioè, d'una miglior produogni confine, concludendo in atteggiamenti sempre zione. più internazionali del gusto e della moda, contro i Il fatto, anzi, d'una miglior perfezione di strutquali sarebbe illusorio trincerarsi dietro il paravento tura, a base sovente di intelligenti semplificazioni, dello stile nazionale, delle nostre- tradizioni o, ma.... come di eliminazioni di pretese estetiche e stilistiche, gari, dei nostri caratteri regionali. , e l'aver meglio compreso che le cose ben fatte, per .. L'importante far sentire che il nostro non è un fettamente rispondenti all'uso, come al buon impiego cieco seguire quello che si fa altrove, sbirciando qua ed ali' evidenza della materia, sono in fondo le cose e là, tra esposizioni e riviste, quanto ci offre il cam.... belle· di cui abbiamo bisogno, è il sintomo che mag.... pionario internazionale del génere: ma il procedere giormente anche qui può interessare : per non dire cosciente di chi, tenendo gli occhi ben aperti sul confortare; dato non manchi qualche disillusione per· vivace spirito dell'oggi, capisce il- pericolo di rima-- certe cose offerte come ultima espressione del gusto ner un po' addietro in questo importantissimo ramo decorativo dell'oggi; ma che qualcuno potrebbe d'attività; fino ad apparire addirittura arretrati ri- benissimo credere d'aver già visto - specie per certi spetto alla sensibilità contemporanea, col pretesto mobili ed arredi di signorile snellezza, e di simpa-- che il glorioso fardello della nostra tradizione, o la · tica evidenza nel bel materiale sapientemente trat .... grave bardatura della nostra prudenza, per non dire tato - in qualsiasi salotto dell'estremo settecento o della nostra pigrizia provinciale, non ci concedono del primo ottocento. soverchia agilità, ·in certe avventure alla ricerca d'ele.., Buon sintomo, ad ogni modo, ripeto: special ...' menti vecchi e nuovi, per eccitare l'interesse o l'at--- mente quando lo si vede rispondere ad una rinata tenzione del pubblico. coscienza nella costruzione del mobile, al sapiente L' essenziale, insomma, far sentire, in questo equilibrio di masse liscie, rivelanti l'organicità della linguaggio ormai comune all'arte europea che ora struttura, al pacato uso di curve, al graduale libesi usa, il sano nostro accento di italiani. Poi, visto rarsi da certi fronzoli e da certe incrostazioni di che talora si tratta di garbate insistenze su quegli pretesa stilistica: a dare, insomma, un aspetto che spunti stilistici d'un passato non troppo remoto, arieggia il classico, non per definizione O partito preso; che più si rivelavano atti ad intonarsi col gusto e le ma per una certa aria di grandiosa schiettezza; la esigenze dell'oggi, di ricercarli con spirito ed intel- quale, all'occasione, cioè, dove si tratta d'arredi e di ligenza nostra; e non di seconda mano, come talora suppellettili minori e d'uso corrente sa anche con,.. accade: ma direttamente. Vale a direi, su quanto centrarsi, in modo convincente in c~ratteristiche di anche il passato nostro sa benissimo insegnarci, solida e si:iella eleganza. Il qual; sintomo, tra le cose · specialmente attraverso al mobile ed all'arredo si.... nostre, giunge talora a manifestarsi con aspetto di gnorile: ed insegnarci in modo tale, da convincere gustosa novità. Alludo, ad esempio, a certi spiritosi che certi richiami al sano gusto, ad esempio, del adattamenti moderni d'un decadente sapore « ottoBiblioteca Gino Bianco

LE ARTI DECORATIVE ALLA TERZA BIENNALE DI MONZA 645 VASI DI CERAMICA della Società Richard Ginori di S. Cristoforo di Milano centesco J>, che, trattati colle vive intonazioni e la tecnica raffinatezza degli artisti che operano per rinnovare la buona e varia produzione di due case oramai ben affermatesi nel campo de Ila ceramica - la Richard-Ginori di S. Cristoforo, Doccia e Mondovì, e la Società Ceramica Italiana di Laveno - arieggiano quasi a novità tutta nostra, degna d'ogni simpatia, anche se risentono invece di derivazioni prossi--- me e lontane non del tutto nostre. VASO IN TERRAGLIA DURA A GRAN FUOCO della Società Richard Ginori di S. Cristoforo di Milano è senza dubbio nelle intenzioni di chi organizzt? simili convegni. *** Siamo lontani da tale soluzione? Vorrei dire di no. Non manca infatti qualche sintomo, specialmente rispetto alle forme passate, di resipiscenza da parte di chi opera come di chi giudica in questo tutt'altro che facile campo. Non mancano, è vero, spunti che potrebbero invece portare a conclusioni del tutto contrarie. Ma guai, in questo, come in altri convegni del genere, nostrani come di fuori, fermarsi solo ostinatamente o per partito preso, dove è più facile censurare. L'essenziale, dico, cogliere con intelligenza e genialità lo spirito di simili ritorni; senza però ap--- profittare troppo di questa specie di nuovo diritto di atteggiarsi a modernissimi, anche usando od abusando di forme e motivi che credevamo tramontati. Poi, di non perdere mai di vista, che quanto si crea in questo campo, non de--- ve essere o sembrare prodotto di eccezione, destinato alla vita di una mostra, od alla rinomanza d'una ditta in effimere occasioni; ma risultare invece, più che si può, rispondente alle esigenze pra--- tiche, ed anche economiche, della maggioranza, facilmente, cioè, alla portata della sua intelligenza, come della sua borsa. Raggiunto, . PECCHIO INCISO DI MICHELE MORELLI Cerchiamo invece il buono, sia pure di sfuggita: senza con questo intendere, che ciò che per avventura non e nominato o dimenticato, debba significare giudizio negativo. Troppe cose, del resto, anche tenuissime, mi sem ... brano esposte con sufficiente pretesa, da escludere se ne debba oltre accentuare l' importanza. Poi, nessuno può pretendere resoconti oggettivamente diffusi, sopra il nella Sezione del «Labirinto» insomma, lo scopo, che anche una mostra come quella di Monza deve avere - d'essere, cioè, una vera fiera campionaria del mobile e dell'arredo moderno, magari di produzione a serie, dove si giudica anche in base alla bontà del materiale, ai prezzi, alle garan--- zie di durata ed alle convenienze estetiche, con sola esclusione per riproduzioni di vecchi stili, anzi di qualsiasi stile - mi pare che anche il problema dell'arte decorativa, in genere, e di quella nostra in ispecie, non sia lontano da quell'equa soluzione, che Biblioteca G·no Bianco chilometrico percorso attraverso ad un labirinto di circa centocinquanta ambienti, ad orientarsi attraverso al quale basta appena la buona volontà; coli 'aiuto, beninteso, del catalogo. M'è sfuggita la parola «labirinto>); e - tanto per cominciare con i mobili e coli 'arredamento d 'am-:- bienti, cioè con quella parte più vistosa ed interessante anche in questa mostra - ne approfitto, in quanto offre lo spunto per l'evidenza, che, sotto que--- sto nome, compete ad un' iniziativa milanese, la quale raggruppa più d'uno che da qualche tempo ha

646 UGO NEBBIA saputo, anche per proprio conto, con9uistar~i buon nome nel campo d'una sana pr0duz1one d1 gust~ modern:o. Sono gli architetti Buzzi,. La3:1cia,M~relh e Ponti; unitamente al giovane vetrai~ P1etr~ Chiesa~ a Pietro Venini, della no~a casa dei Vetr~ Soffiati Muranesi, alla quale, come si sa, partecipa pure attivamente lo scultore Martinuzzi; nonchè alla Contessa Visconti di Modrone, per le stoffe ricamate nella sua fervida scuola. L'effetto dell 'ambiente, dove i veri prodotti di , costoro s aggruppano, sotto l' insegna del « Labirinto», e dove spicca un . agile gruppo bronzeo del ... lo scultore Andreotti, non sembra dei più organici. Evidentemente, chi l'ha composto non ha dovuto troppo preoccuparsi ' del .. tratta di mobili e di arredi concepiti con sano carattere nostro, con forme semplici ed org~nich~, con cui schivando ogni insidia di modernità, s1 vuol arrivare alla semplice bellezza delle cose be3:1 fatte, alla logica di oggetti ris~onde~ti all'uso ed a1 cara~- teri della vita moderna, 1 quali mantengano efficacia I 'assieme; affidando inve-- ce la fortuna, che mi sem-- bra meriti I'· iniziativa , all'esame dei .singoli elementi che lo compongono. I quali elementi, prudentemente, ma gustosa..- mente ispirati a quel raf ... fìnato gusto « vecchiotto >> di cùi dicevo sopra, riescono a soddisfare per nitidezza di fattura, per signorile eleganza ; quasi per l'assenza d'ogni origi ... lMOBILE DELLA SEZIONE UNGHERESE D' ARTE,SACRA · della Scuola industriale di Budapest - senza civetterie di stagione. Quando si nota, ad ~sempio, che qui" I'architetto Marelli ha pensato ad un pianoforte, liberandolo finalmente dalle penose sagome di tanti con..- simili strumenti, e rendendolo, per nobile e classica semplicità e soli ... dità, degno di qualsiasi ambiente; quando si vedono certi piccoli e grandi mobili, di carattere evidente e garbatissima linea, nonchè d' impeccabile fattura e sobria ele..- . ganza, vien fatto di sperare che tanto prudente equilibrio che vigila gli artisti e gli artefici qui aggruppati, sia in fondo quello che li metterà sulla giusta strada per arri..- vare dove il mobile e l'arredo di gusto a carat ... tere duraturo arriverà a concretarsi. Labirinto dunque non cieco : dove ancora l'architetto Ponti I . , , h , na 1ta: cosi e e puo sem-- brare d'essere penetrato in un ambiente di gente tutt'altro che assetata di conquista; come in un salotto di persone ammodo, le quali, per amore di distinzione, parlino in sordina, intonandosi solo per non accendervi troppo la fantasia, e per non preoccuparvi con quanto vi sanno dire. Credo tuttavia ciò non sia un male. Se si consi..- dera infatti Più d'uno degli elementi che parteci~ pano al «Labirinto>>, anche se nasce qualche sospetto per certe pose di eleganza, che tende a camuffarsi in vecchie mode, e per tanta prudenza, dove si sente più la disciplina di provetti ebanisti, che lo spirito d 'artisti innovatori ; si deve convenire che si Biblioteca Gino Bianco . . . spicca, come, assieme a1 suoi collaboratori, lo si rivede altrove, tra la ricca e varia produzione della Richard,..Ginori, non solo per vivaci ceramiche del noto suo spirito, ma per quanto ha pensato e fatto per far rinascere anche l'arte tutta nostra dei peltri. Qui va pure ricordato Mazzucotelli, il notis .... simo fabbro pioniere d'arte moderna, il quale sem..- bra davvero ringiovanito in due garbatissime frut .... tiere di ferro battuto. E, degnissimi sempre della compagnia, i Vetri Soffiati Muranesi di Venini e Martinuzzi, le intonatissime stoffe ricamate della Scuola Visconti di Modrone, e quanto presenta, in una lampada ed in vetrate di schietto sentimento decorativo, la Bottega di Pietro Chiesa. (Continua) , .UGO NEBBIA

. FUNZIONE EUROPEA DELL' ITALIA Che nobilissima e preziosa funzione dell'Italia (preziosa per gli aLtri e per sè) si.a stata nei seco1 li e sia destinata a ritornare quella di mediatrice fra l'occidente e l'oriente d'Europa è luogo comune. Ma « luogo comune » è un fatto retorico, cioè innanzi tutto veI1bale, e non sempre ,alla fortuna delle parole se n' ac-com,p.agnauna eguale nella realtà storica. La sorte di quello che abbiamo enunciato è appunto, oggi, in atto, tale da provarlo. Volgendovi attenzione, si incontrano alcune indubitabili verità potenziali che si potrebbero riassumere nelle proposizioni che seguono - ed esistono alcune persone, nei cui ranghi il sottoscritto ama porsi, che si ostinano ad annettervi una importanza basilare per il nostro avvenire nazionale, a proclamarlo ed .a operare, per quanto possono, ad accelerarne lo sviluppo. 1. I paesi occidentali sono, in atto, soprassaturi economicamente e demograficamente ; quelli orientali contengono nel proprio seno riserve naturali e ingenuità civili in potenza immense. Posta fra mezzo, demogra·ficamente esuberante e, quanto arisorse naturali, già in pieno vigore di sfruttamento, non di tanto aumentabile di quanto va crescendo il numero e la potenza civile della sua popolazione, l'Italia trova ad occidente i paesi dai quali trae la più voluminosa e costosa quantità di materie prime e prodotti necessari, non può trovare che ad oriente i mercati più vicini sui quali espandere il sovrappiù della ,propria produzione e della propria potenza ~i--- vile creativa. 2. Non si nega il peso dei grandi mercati lontani : quelli d'importazione di grandi materie prime, come l'America Settentrionale ; quelli sui quali può farsi valida concorrenza esportatrice, come l'India ; quelli nei quali funzioni esportatrici ed importatrici possono equili,brarsi come l'America latina. 3. Ma la stessa vicinanza geografica, rafforzata da non sopite tradizioni, pone in primo piano il problema dei ·rapporti coi paesi europei : problema che dovrebbe e potrebbe risolversi in -un equilibrio fra i traffici, non solo di prodotti e valori venali, ma anche di quantità demogMfiche e valo/i spirituali, Biblioteca Gino anc dell' Italia con l' Europa occidentale e quelli con l'Europa orientale. Ciò che la Francia, l'Inghilterra, la Germania sono stati per noi dal Settecento in qua, noi dovremmo esseri o per i paesi orientali, per gli slavi, ,gli albanesi, i greci, i romeni, i bulgari, i turchi. Senza pretendere di sovrapporre ,la nostra civiltà, n,el,la sua interezza, alla loro, similmente come non è deformata, nel suo substrato e nei suoi lineamenti essenziali, questa nostra d.agli influssi del1 'Occidente. 4. D'altro canto la nostra attività di produttori ha innanzi a sè come pro1ble1nafondamentale da ri~ solvere precisamente quello degli sbocc·hi, dei mercati di vendita. I miglioramenti di organizzazione· nel commercio come nell'agricoltura e nell'industria induibbiamente faranno aumentare le vendite nei mercati dove già si dirigono le maggiori masse della nostra esportazione ; ma la loro capacità di assorbimento dei nostri prodotti non è a credere possa giungere a tanto da soddisfare le nostre necessità senza che si faccia ricorso ad altri, a nuovi mercati. Dove possono essere questi ? l'America latina, sì, ma in concorrenza con gli Stati Uniti ; l'India sì, ma in. concorrenza con la Gran Bretagna ; la Russia anche ; ma, ancora, specialmente i paesi dell'Oriente europeo e del Levante, dalla Jugoslavia alla Palestina, dalla Romania ali 'Egitto. *** Ed ,anche queste •proposizioni possono apparire non altro che luoghi comuni a chiarimento del primo enunciato. 1 Esse sono cioè riconosciute verbalmente da tutti in I tali a, e fors 'anche fuori,. come verità. Tali in potenza abbiamo premesso. Ma quale re.altà in atto vi corrispo.nde ? Non è facile, anzi possibile, ridurre a dati schematici :i risultati di un simile esame, che volutamente· non inten:diamo ristretto al puro am:bito del commercio di importazione ed esportazione, m.a anche ai movimenti culturali, al traffico dei visitatori ecc. Restano tuttavia indici più facili e sempre assai

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