Vita Nova - anno III - n. 7 - luglio 1927

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Conto corrente con la Posta Pubblicazione mensile illustrata dell' Università· Fascista di Bologna Fondatore: LEANDRO ARPINATI / Direttore: GIUSEPPE SAITTA Direzione e Amministrazione: CASA DEL FASCIO / BOLOGNA / VIA MANZONI, 4 / Telefono 4-52 Per inserzioni di pubblicità rivolgersi ali' Amministrazione della Rivista ANNO III. Numero 7 ABBONAMENTO ANNUO L. 50 / ESTERO L. 100 NUMERO SEPARATO L. 5 LUGLIO 1927 (Anno V) EDITA A CURA DELLA CASA DEL FASCIO DI BOLOGNA B1bl1otecaG1 o Bianc •

"' . Biblioteca SOMMARIO · ARNALDO CERVESATO - Nicolò Machia1'elli scrittore civile e militare. . . pag. 437 AURELIO VITTO - Pompei: le rappresentazioni classiche .. . . . . • • • » 440 LEONARDO GRASSI - Il concetto dello Stato secondo Gentile. . . . • . • » 444 SANDRO CASSONE - Memorie del tempo della guerra. . • . • •· • • • • » 449 AUGUSTO GARZIA - Alle sorgenti del Po . . . . ' . . . . . . . . . . » 453 GIACOMO DONA TI - L'eredità - Genio e degenerazione. . . . . . . . • » 456 PIETRO MANGIARACINA - L'autotrazione elettrica su strade ordinarie . . . » 458 MANLIO BARILLI - La rinascita dell'artigianato italico . . . . . . . . . » 461 ITALO CINTI - A rie di Stato o· no ~. . . . . . . . . . . . . . . . . >> 46S DANTE MANETTI - Musa dialettale bolognese. . . . . . . . . . . . . » 467 'R,ASSEGNE . . . . ; . . . . . . . .. . . . . . . . . . . . . - Politica estera: G. M. SANGIORGI - Politica interna: CARLO CuRCIO - Politica coloniale: UGO BASSI - Cultura fascista: GIANLUIGI MERCURI - Economia politica: GIACOMO DONATI - Cronacafinanziaria: UGO MARCHETTI - Letteratura: G. MANZELLA FRONTINI - Filoso/i.a: ARMANDO CARLINI - Arte: NINO BERTOCCHI - Folklore: UMBERTO BISCOTTINI - Commercio: FILIPPO GALLI. 'R,ECENSIONI . . . • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • ' PALERMI G1ANGIACOMI - ~4nconae l' I talia contro il Barbarossa (U. Toschi) - SABINO ÀLLOCCIO - · Saggi non finiti (C. O. Cochetti) - LUIGI TONELLI - Giovanni Colombini (N. N.). QUESTIONI DEL GIORNO • • • • • • • • • • • • • • • • • Ancora sul pirandellismo (ARNALDO VoLPICELLI) - A proposito di un' enciclopedia di economiasociale - Alla ricercadi una ricchezza mineraria (FILIPPO GALLI). ~ 469 » 489 > 493 ~OI E GLI .f} L TRI . . . . . . . . . . . .• . . . . . . . . . ~ 496 Spunti polemici: Le lapidi della mala reputazione (C. O. C.) - Chiarificazione - Perchè noi trionferemo (RusTicus). FRA LE RIVISTE. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ' Note ed appunti di UMBERTO B1scoTTINI. ECHI E COMMENTI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Becerismo antifiloso/i.co - Intellettuali e Fascismo - I giovani e lo sport (Noi) - Mano alla scopa - Una bella dimostrazione contro Sturzo (IMPLACABILIS). '> 498 » 501 1JOCUMENTI 'DELLA STORIA DEL FASCISMO . . . . . >> 502 La politica finanziaria del Governo Fascista in una intervista del Ministro Volpi col « Popolo d' Italia ». ' LEZIONI ?JELL' UNIVERSITA FASCISTA. ino Bianco

Nicolò Machiavelli scrittore civile e militare Siamo, dunque, sulla soglia di un altro grande centenario nazionale; il quarto della morte di Nicolò Machiavelli, il quale, conforme alla tradizione del genuino genio italiano, . povero aveva vissuto e poverissimo si dipartiva dalla vita, lasciando nella desolata miseria la vedova e i teneri figli. Ma la rettitudine della sua vita - avvallata dal suggello della sacrosanta povertà - non è stata suf .... ficiente a salvare lo storico nostro dall'accusa - di .... venuta tradizionale - che ne fa un essere ideologi .... camente immorale. E fu . . . coniato un aggettivo a sin .... tetizzare ogni forma di cinismo senza scrupoli, · questo appunto : machia .... vellico. E, ad esso, ne fu opposto un altro, il suo contrario: antimachia\lel .... lico, a simbolo di ogni lealtà politica e umana!. .. I r' IJ cl ÒC 11at" ...... ftorerzl.1iw · -~J, rio 11 dr· 2:J Ji, $'.tlfj;~,r.,-~ • ' I I - ._i #'C'M"• I opinione, si affrettò a dare ragione al suo augusto ammiratore, dicendo che egli ne condivideva perfettamente le idee. Le sue lodi concernevano soltanto lo stile del mèchant homme, non la sua politica infernale, degna di Borgia, padre e figlio. E il principe felicissimo di questa confessione del « Genio superiore », ne gongolava: « Voilà donc Machiavel rayé de la liste des grands hommes, et votre piume regrette de s 'etre souill ée de son nom. » Ma a cancellare il Machiavelli dalla lista dei grandi uomini non poteva bastare la pia- . . . tonica asp1raz1one conte- . . . nuta 1n un carteggio privato; ci voleva un colpo maestro menato in pubblico e Federico vagheggiò probabilmente fin da allora il proposito di scagliare il dardo annientatore ... Povero Machiavelli! O piuttosto : povera lealtà umana! Poichè an.... \ = RITRATTO DEL MACHIAVELLI, DI SANTI DI TITO Passò un anno circa, quando ali' improvviso, il 22 marzo 1739, Federico scriveva che rned i ta va che questa disgrazia le doveva capitare: di trovarsi da avere a suoi paladini (per auto ..d..esignazione) nientemeno che quei cari personaggi timorati di Dio che si chiamavano Federico il « Grande » di Prussia e Voltaire ... L' Anti-Machiavelli L'Anti-Machiavelli di Federico il «Grande», con la collaborazione di Voltaire, usciva - è noto -- nel 1740. Ma la sua storia è poco nota : e Antonio Panella l' ha rievocata con esattezza nel « Marzocco »; ove dedica una -serie di articoli al tema. Punto di partenza : Federico si era lagnato col filosofo che, nella sua Storia del secolodi Luigi XIV egli avesse collocato il Fiorentino tra gli uomini grandi del suo tempo, mentre non era che un coquin méprisable... Il Voltaire, a cui non costava proprio nulla cambiar Biblioteca Gino ■ 1anco Dalle « Opere» Firenze - 1782 un'opera sul « Principe )> di Machiavelli. Il Voltaire incoraggiava senza indugio I' idea: « C' est à un prince comme vous à instruire les princes ». La laboriosa fatica di Federico si . protrasse per parecchi mesi sotto lo sprone e il consiglio di Voltaire che, con grande soddisfazione del suo amor proprio, sep.tiva annunziare il parto fecondo del discepolo, come una continuazione d.ella sua « Enriade n: « Ce que je m édite con tre le machiavéllisme est proprement une suite de la Henriade. C'est .sur les grands sentiments de Henri IV que je forge la foudre qui écrasera César Borgia ». Adulazione anche questa che riprendeva concetti già espressi dal Voltaire quando, rispondendo alle lodi del principe per il poema, scriveva di aver voluto ispirarvi orrore per i faziosi, per i persecutori, per i superstiziosi, per i tiranni e per i ribelli. Finalmente come Dio volle, l'opera uscì dalle mani del principale artefice, per passare in quelle )

... 438 ARNALDO CERVESATO del Mentore, che rivide, corresse, rifece, cosicchè se essa non fosse uscita dai torchi anonima, avrebbe dovuto logicamente portare i nomi dei due collaboratori ... Però se il Panella avesse letto i commenti allegrissimi che fece poi nelle sue « Memorie » il Voltaire, di tale opera e del suo ideatore, si sarebbe risparmiato forse di prenderla sul serio ... Da nessuna apologia, come da queste « Memorie >>e dai gustosi commenti del suo autore, la figura severa del Segretario Fiorentino esce tanto riabilitata, se ve n' ha bisogno, nella su a austera e profonda umanità! Lo scrittore civile e militare Ma noi italiani abbiamo già - dopo il saggio del Villari - collocato Nicolò sul suo degno piedestallo. Grande educatore egli fu, anzitutto: civile e militare. E vale la pena di osservarlo nel suo aspetto, meno noto, di scrittore militare. Nella sua eruditissima enciclopedia su « Gli scrittori militari>>Giuseppe Stie-- ca giudica i cc Dialoghi sull' arte della guerra», del Machiavelli, così : cc L'opera • • • pare scritta 1er1, tanJohans lo dice cc il più classico moderno di cose militari », in Francia dove Teodoro Marcher pro-- clama: « On pourrait l 'appeler le plus grand écrivain militaire de son siécle, tout comme il en fut le politique plus profond >>. In quest'ora di vitale e culturale ripresa delle nostre tradizioni essenziali, non inomaggio a nubacei entusiasmi del momento, ma in obbedienza all'asso·- luto bisogno della stirpe di riviver tutta la sua passata genialità e di ricollegarla alle forme di essa più obliate perchè più profonde, in questo momento, in cui sulle cime del nostro pensiero è necessario far brillare tutte le faci che vi accesero i padri a incitamento del pensiero e dell'azione futura è bene che anche le pagine militari di Nico]ò siano ristampate a ricordo e speranza, a collegamento tra speranza e ricordo . Questi dialoghi . . narrano 1 ragionamenti che passano tra Fabrizio Colonna, il celebre capitano (che è l'autore medesimo) cogli amici Cosimo Rucellai, Zanchi Buondelmonti e al_tri. - raccolti a conciliabolo negli Orti Oricellari in Firenze - che egli va adottrinando sui sani ed appropriati metodi di guerra. I dialoghi militari ta nè è la freschezza, il profumo di moder ... nità. Eppure ancorchè figuri fra le più esatte e limate di Nicolò (perchè pubblicata nel 1521 vivente l'autore) il quale per la natura dell' argomento vi si dimostra caldo ammiratore della virtù, rdente e BUSTO~DI NICOLO MACHIAVELLI IN TERRACOTTA POLICROMA (secolo XVI) Firenze, Palazzo Vecchio A parte i ragguagli che si riferiscono allo speciale bagaglio tattico dell'epoca (e le formazioni pel . . puro patriota, oggi ancora è pochissimo letta e studiata. E dire che fu lettura preferita di principi e' di re>>. « Lettura non solo di principi e di re; ma di capitani grandissimi ; del Montecuccoli - come narra il suo biografo Paradisi -, del Bonaparte, che proclamò Nicolò cc il solo autore (militare) leggibile >>. Nota e diffusa assai prima tra gli stranieri che fra noi, presentò questa opera agli italiani l'Algarotti - nel settecento - con le venti lettere sulla « Scienza del Segretario Fiorentino ». Ma ancor oggi - malgrado le pagine di Pasquale Villari e quelle del mio venerato e indimenticabile maestro, il generale Giuseppe Busu, su « N. M. scrittore militare» - è all'estero che è più diffusamente letto e compreso; in Germania, dove Max Biblioteca Gino Bianco combattimento ad arma bianca e l'uso della picca e dell'alabarda) le idee informatrici di questi <l Dialoghi >>sono di una modernità prodigiosa. L'autore è dei primissimi a sentenziare la morte della farraginosa cavalleria feudale; e, « pur astraendo - scrive lo Sticca - dalla polvere da fuoco, emette e lancia un' idea che possiamo a buon diritto chiamare profetica: « Curiamo, studiamo le fanterie! » E poi: « Istituiamo milizie nazionali. arruolandole col deletto o leva; bando ai mercenari ,avidi e venali ; sia il popolo armato, lo si scelga fra i contadini forti ed incorrotti >>. Non sono questi i principi dell'oggi? La cavalleria nulla potrà contro la fanteria salda e disciplinata. Insiste Nicolò su molti particolari

NICOLÒ MACHIAVELLI SCRITTORE CIVILE E MILITARE 439 atti a fomentare l'emulazione, e perciò sui distin~ tivi fra i corpi, e poi sul passo cadenzato, e, sempre e reiteratamente, sulla disciplina « che fa più della forza e della virtù >>. Il precursore e l'uomo d'azione Siamo nel moderno, siamo nell'immutabile. Onde Luigi Chiala: «·Leggendo i 7 libri dell'Arte della guerra non è possibile negijre, ~e, di, tutto ciò che ha relazione colla parte irrimutabile dell'arte, il Machiavelli discorre con:~tanta· lucidezza, con tale assennatezza che, anche ,..chi abbia poca conoscenza dell'arte stessa è condotto ad ammettere in lui non solo una mente superiore, ma altresì una pratica non superficiale delle cose guerr~sche.· Certo nessun scrittore solamente teorico ha rriai scritto così >>. Ed il colonnello francese La Barre: « Il Machia- ~ elli vede molto più chiaro che non i famosi generali del suo tempo ». È probabile che leggendo tali pagine (a cui, tra l'altro, si deve la creazione del « Battaglione >> moderno, come unità tattica e di parata), più di un acuto lettore noti che Nicolò vedeva più chiaro « anche di molti famosi generali del nostro tempo>>. E l'appello al rinnovamento della mente mili ... tare e civile italiana, al cospetto del pericolo sempre . ' . presente, v1 e perentorio. « Credevano i nostri principi italiani, prima ch'eglino assaggiassero i colpi delle oltremontane guerre, che ad un principe bastasse sapere negli scrittoi pensare una acuta risposta, scrivere una bella lettera, mostrare ne' detti e nelle parole ar ... guzia, e prontezza, ornarsi di gemme e di oro, dor- ■ ■ 1n 1anco mire e mangiare con maggior splendore che gli altri, governare coi sudditi avaramente e superbamente, marcirsi nell'ozio, dare i gradi delìa milizia per grazia, disprezzare se alcuno avesse loro dimo-- strato alcuna lodevole via, volere cht la parole loro fossero responsi di oraculi, nè si accorgevano i meschini che si preparavano ad essere preda di qualunque gli assaltasse. Di qui nacquero poi nel . mille quattrocento novantaquattro i grandi spaventi, le subite fughe e le miracolose perdite; e così tre potentissimi Stati, ch'erano in Italia, sono stati più volte saccheggiati e guasti ... « Io vi affermo che qualunque di ·quelli che tengono oggi Stati in Italia, prima entrerà per questa via (cioè d1 ordinare le milizie nazionali - com'egli insegna nel suo trattato), fia, prima che alcun altro, signore di questa nostra provincia, ed interverrà allo Stato suo, come al Regno de' Macedoni, il quale venendo sotto a Filippo, che aveva imparato il modo dell'ordinare gli eserciti da Epaminonda Tebano, diventò con quest'ordine e con questi esercizi (mentre che l'altra Grecia stava in ozio ed attendeva a recitare còmmectie) tanto potente, che potette, in pochi anni, tutta occuparla, ed al figliolo lasciare tale fondamento che poteva farsi principe di tutto il mondo ». Il Duca di Savoia Emanuel Filiberto fece (narra il Costero) tesoro di così aurei precetti, e come prima rientrò nei suoi Stati attese ad ordinare militarmente i piemontesi in guisa che l'esercito in tempo di pace cagionasse lieve dispendio, e in tempo di guerra uscisse in campo numeroso e disciplinato. Questa la norma, precisata da Nicolò Machiavelli : giova ricordarla nella ricorrenza del suo centenario. ARNALDO CERVESATO

POMPEI: LE RAPPRESENTAZIONI CLASSICHE Vie lunghe e strette, dritte, intersecate da altre vie anch'esse lunghe e strette, perdentisi entro le curve fronti dei nudi archi trionfali o tra il verde. campestre, oltre le otto porte dell'antica città italica . Dappertutto un mesto ergersi dei mozzi pilastri rossi delle case, scalee ruinanti, fastigi rovesciati, col onne tronche. Tale il panorama che dalle alture offre quella che fu tra le più temute rocche forti dei fieri Sanniti e tra le più fiorenti colonie di Roma repubblicana; erge ora essa i suoi moncherini innumeri, chi sa se tesi nell'ira di un' imprecazione o se stancamente supplici verso la fumida ara imminente del dio funesto! Spettacolo di desolazione è, dunque, quello che vi offre a prima vista Pompei, tra le cui rovine indarno potreste passare con la semplice e nuda curiosità dell'archeologo o con la ilare spensieratezza del turista; la città morta vi affascina, vi domina, comunicandovi un affiato di vita, forse di quella vita stessa che essa visse pochi secoli, oltre i millenni. Chè, se sulle prime sentimenti di pietà e di dolore vi suscitano le forme dei cadaveri che il Fiorelli gelosamente ricostruì e dispose nel breve Museo presso Porta Marina o la panoramica ruina dell'antica cit- ' . . ta, 1n seguito, quan- · do sotto la guida di un abile cicerone vi sarete abituati a ricostruire idealmente le fattezze delle case e dei templi, non più timidi ed incerti vi avanzerete fra i ruderi, ma con la stessa disinvoltura con cui ci si aggira, direi . . quasi, per una c1t-- tadina moderna. Biblioteca Gino Bianco La vita dei pom .... . . . pe1an1 non era poi in fondo molto diversa dalla .moderna: ve lo inéìicano principalmente le . . . . grosse 1scr1z1on1elettorali, numero- . . s1ss1me specie nei . . . nuovi scavi, e quei ruderi, ben conservati, di caf/e e bar - certo loro non li chiamavano così ! - lungo le principali strade, specie . . lungo la frequenta- , tissima celebre Strada dell'Abbondanza, che con lieve erta adduce alla parte monumentale della città, presso i pubblici edifici. Siamo nel Foro, vasto ed· armonico; a un lato i massicci ruderi della vasta e sontuosa Basilica, dalle severe linee dell'architettura pre-imperiale; intorno o presso i templi, splendidi una volta. La mente ricostruisce, l'animo si commuove. Che val dunque che dall'alto podio più non risplendono i marmorei fastigi del colossale tempio di Giove, e che sulle pareti istoriate del bel tempio di Apollo più non rivive la omerica leggenda, e più non risplendono al sole i bianchi marmi del severo tempio di Ermes? Le are non crollarono; lo spirito delle antiche deità troneggia ancora tra le rovine; il sacro mistero della religiosità egizia non esulò del tutto dall'appartato tempietto d' Iside, ~ e sulla Strada della Fortuna (decilmanus major) , l' elegante sacrario della dea omonima fa ancora vibrare nell'anima il ritmo di una profonda melanconia. Scendiamo alle case : là dove non riesce difficile cogliere i tratti principali della vita pri- . . vata pompeiana: v1- :ia di sfrenata 1 ussuria e di raffinati vizi, esagerano al-

POMPEI: LE RAPPRESENTAZIONI CLASSICHE 441 cuni, e quasi invocano nuove faville dal cielo sulla romana Sodoma, come se non fosse bastata per la sua penitenza tutta la cenere che in tre giorni la arse e la seppellì; e fu invece vita improntata a gusto elegante, quasi ellenico, contemperante, e spesso - perchè non? - comprimente in sè il naturale ardore afrodisiaco e il non meno naturale anelo spirituale, che son propri, allora come oggi, degli abitatori di questo meraviglioso clima meridionale. Cave canem avverte sulla soglia della sua austera casa il Poeta tragico, quasi a garentirsi l' inviolabilità del silenzio, compagno alle sue meditazioni. Ave, in ... vece, saluta ed invita un bel musaico sul limitare della elegante casa del Fauno, lasciando intravedere già dall'ingresso i resti del beli' atrio policromo e della leggiadrissima exedra. Ma ecco, dappresso, la vasta sagoma della epigrafata e ormai famosissima dimora dei Vettii: ci si arrischia ti-- midi e dubitosi, quasi ritenendo fosse ancora abitata. O furon mani di fate che quivi riadornarono a prisca vita, e le aiuole fiorite e le snelle vaschette rizampillanti nell'ampio ed assolato perystilium dalle svelte colonne scanalate? Di fronte la sala dell 'exedra, sontuosa ed elegante, attrae per la vivacità e la ric-- chezza delle pitture murali: predomina quivi il giallo; altrove, ed è il caso più frequente, le scene s'inquadrano nel rosso, il bel rosso pompeiano. Ecco nel bellissimo atrium spiccare vivacemente sul fondo cinabro i nerissimi quadretti racchiuclenti belle e svelte forme di amorini ; e a fondo cinabro sono pure quei dischi a motivi ornamentali che risaltano, forse troppo vivacemente, sulle bianche pareti del tricliniurn. In una stanzetta presso l 'atrium alcuni affreschi murali ben conservati danno modo di poter ammirare la tecnica dei pittori pompeiani : ecco di fronte rappresentato il supplizio d' lssione; vi è tutt' intorno al quadro una vasta riquadratura Biblioteca Gino Bianco ·,.. . •• ' 'Il formata di altri piccoli quadri rappresentanti archi o finestre su fondo azzurrino, donde non è difficile intuire, come qualcuno ha scritto, che esse servivano molto probabilmente a dare l' illusione di un ampientc più va~to di quello che realmente fosse; con una singolare verosimiglianza sono ritratte le figure della scena centrale; chè, se spesso non è possibile cogliere direttamente dall'espressione del viso l' intima vicenda, si riesce sempre ad apprenderla dall'atteggiamento della persona e dalla movimentosità della scena stessa ... Argentine risate e un incessante avvicendarsi di giulivi richiami giungono ad un tratto dall'esterno a turbare la serena pace della casa silenziosa: sono eleganti comitive che si avviano ad assistere alle rappresentazioni, che l'opera fattiva della Compagnia degli Illusi, la splendida riunione napoletana d'amatori d'arte, ha trovato modo di riprodurre, more antiquo, dopo circa duemila anni, sull'austera e semplice scena del Teatro degli Holconii, con opportuni restauri e finzioni ridotti ad pristinum. J *** Il Teatro di Pompei, non sontuoso e splendido come quello della vicina e opulenta Ercolano, nè grandioso come quello di Siracusa, ma semplice eppure elegante nelle severe linee architettoniche, si è egregiamente prestato a contenere nell' intimità, che lo caratterizza, una tra le più forti tragedie del grande Euripide. L 'A/cesti infatti, vi è risaltata in tutta l'efficacia dei suoi potenti tratti di umanità. Se non mi spiacesse veder fremere anche dall'oltre tomba, qualche dotta barba, io vorrei affermare che della triade tradizionale dei maggior i drammaturghi de1l' Ellade, Euripide e il sommo, se per tragedia s' intende il contrasto nudo e crudo, senza predeter-

442 AURELIO VITTO .. . . . m1naz1on1 e senza false sinuosità della psiche umana, lotta tra sentim·enti antitetici e sforzo di volontà che si spiegano nell'intimo individuale, determinata dal cozzo tre~ mendo di interessi nella comunione umana e determin-- ante alla sua volta nuove situazioni intime o sociali. Se questo è il materiale della tragedia umana, e se l'arte tra-- gica consiste nel farlo apparire intero e schietto sulla scena, a ciò non si può negare che Euripide riesca più di ogni altro. NeII'Alcesti infatti, - più che nella Medea, dove la protagonista si può dire che occupa da sola tutta l'azione - il contrasto . . . . . . . . tra 1 vari interessi umani, 1ncarnat1 nei tre perso-- naggi principali , è spiegato evidentissimamente, portato nudamente sulla scena. L'ombra soprannaturale del F~to sinistro, che si affaccia, direi quasi di prammatica, al principio, non grava affatto sul- .4 I • • I ALCESTI (Fot. Parisio) Bibl·ot ca Gino Bianco l'azione. È invece l'ombra umana di Alcesti, la magna- . . \ . ' n1m1ta e generos1ta del suo animo che • • vince e soggioga perfino il suo cuore di madre, quella che domina e aleggia durante tutta l' azione ; e man mano s'ingrandisce . ' . quanto })IU s1appalesano la pusillanimità di Admeto e l'egoismo del vecchio padre di lui; e giganteggia infine sull'umanissimo e tremendissimo cozzo delle due viltà, presso il cadavere di chi altissimi e pur essi umanissimi sentimenti racch.iuse nel proprio • animo. È questo profondo senso e questo prodigioso intuito della psiche umana ciò che rende immor-- tale _:_ cioè sempre attuale - l'opera di Euripide. Ne abbiamo avuta una riprova durante la rappre-- sentazione, vedendo li fissi ed immobili, attentissimi alla scena, così come forse gli antichi, i numeFERETE (Fot. Parisio)

.... ' - . POMPEI: LE RAPPRESENTAZIONI CLASSICHE 443 rosissimi spettatori (il Teatro era gremito), tra i quali di sovente si alzavano mormorii di approvazione e perfino di parteggiamento, rÌ\'elanti i] sommo cointeressamento dell'uditorio alle vicende dell 'azione, che i classici commenti musicali e le perfette danze del Coro hanno oltremodo illeggiadrita per la viva curiosità destata. *** È presso il crepuscolo. Le case rosse affocano al • languido raggio solare. La città si riaddormenta oramai nel silenzio notturno tutelato da deità gigantee che gravi insorgono con le ombre tra i colonnati infranti. AURELIO VITTO BIRRA PARTEN PE .S. A• . IL PRODOTTOESCLUSIVAMENTNEAZIONALEPER CAPITALE, MAESTRANZE E MATERIE PRIME Bibli teca Gino Bianco

.... Il concetto dello Stato secondo Gentile I. Rip.renden,do il ifilo del discorso iniziato e interrotto in un altro fa·scicolo di questa rivista (v. Vita Nova, .anno III, fase. V), dico che lo Stato llon è nè ifi,lo)sof •nè teologo ; e deve bene aprire 1 gli occhi perchè no,n s'i,mpan,dhi a ma,estro o si metta la tia-ra in testa. Della presunzione d 'es- .sere veicolo ,d',una c,erta concezione d,ell,a vita, nascosta o a sè non c1 hi.a,r.anella veste d' a·g·nosticismo religioso e filosofico, se n'è morto l'altro ieri Io stato laico o liberale, alla stessa guisa che a suo tempo n.e morì .quelilo teocratico ; e non vorremo ora mettere al posto della scuola senza filosofia, e con ciò falsamente filosofica o atea, la scuola iperfiloso-fì,ca, e con ciò similm-ente mortificatrice dello spirito ,filosofico e del verace senso del divino. Sarebbe meglio, ,molto meglio ritornare al domma cattolico, norma assoluta di condotta priv.ata, familiare e pubblica : tanto m,eglio, quanto è pref e1ibile uno stato di bar,barica semplicità a quello di una cor.rotta cultura. lm1maginate voi tutte le più a-lte conclusioni della filosoifìa genti1 liana in mano dei m.assoni, non importa se in camicia nera? Ch•e . ne ,diverr,ebbe di quel l'immanentismo che vuole supera.re ogni astrattezza ; e dice agli uomini : « Badate .a non trascendere voi stessi, nè in cerca di veJità ,nè in cerca ,di fantastici er.rori. Il bene e il male è dentro ·di voi. ,Liberatevi ! » ? (1 ) Che il,e div,errebbe di quella morale come celebrazione di volontà autonoma., in cui il male è i,dentirficato col non volere e j} ·volere ha la sua legg.e in sè ; di q:u,ella politica che pone lo stato come valore o sintesi di libertà e necessità : « assolutezza, realtà necessaria e inderog,abile, essere in cui la mente si affisa come in ter,minie suo o limite in cui deve porsi, aff,erm.arsi, appoggi.arsi e ,vivere » ? (2 ) Nell 'universale -crollo delle sue ideolo,gie, nello scredito generale presso l'alta cultura in cui ess,e son cadute, I 'illuminismo ,mentalità ,astrattista -- che [esta (i) GENTILE - Logica, voi. Il, pag. 13. ( 2 ) GENTILE - Riforma dell'educazione, pag. 9. Biblioteca Gino Bianco sempre tale, abbi1a .per -le mani Parmenide o Eracilito, P.Jatone o ,Epicu,ro, l'Enciclopedia oppure la Romantica - si .affretterà, già si aff·retta, ad aff1errare •e impossessa-rsi di quei sublimi concetti, per a,doperarli co1 me :formule nuove dello stesso spirituale contenuto. E potete esser certi che la laicità positiva an:drà a sostitui·re il superato positivismo o naturalismo, il vecchio smodato scientismo. La laicità positiva sarà l'iscrizione nuov.a d-ella vecc1 hi.a c1hiesa; e inv•ece del Bovio e dell 'Ardigò, I' asso,ci.azione i1 lluministica nuov.a celebr,erà il Gentile e del suo vivo pensiero potrà far saccheggio a costruirsi nuove .a•rmi per ,la stessa lotta. Sa1reb,be da ·meravigliarsi se il superstit,e, tenace, non sradicabile spirito astrattista servendosi della laicità positiva riuscisse a imperversare nella vita delle an.ime, more solito, mortificandole, e compiere dunque l 'oper,a distruttrice di qu1 ella negativa? ~ lo mi .appello a t1 utta la filosofiia del Gentile e d,el Croce - ch,e non i1mporta se ne stia politicamente ~n un ca,m·po avverso - a sanzione di ciò che dico. È questa ,filosofi.a che m'insegna la dottrin.a della -realtà, che, essendo spirito, consi1 ste nel suo realizzarsi, del concepimento ch•e è concepirsi, o del pensiero che è pensarsi ; m'insegna che dunqu 1e il ,pensiero, o è la forma della personalità; e si svol1 g•e e vive; o è nul.l'altro che materia, complesso ,di elementi aggregati : ed è in-gombro v.ano e pericoloso .. E questa filosofia ch,e vuole l 'assolut.a spiritualità della cultu-r.a, l'identificazione cioè ,di qu-esra con quell '·ultimo « noi » in cui consiste la n1 ostra persona e la risoluzione sua nello stesso p:rocesso del nostro divenir uomini. Cosicchè essa « non è cosa e quindi niente di concepibile staticam,ente ,nè nei libri nè nelle menti; nè prima nè dopa eh.e si app,renda ; non è nelle bi1 blioteche e nelle scuole ; nè (in noi) quan.do non vi siamo entrati an,cora, nè quan,do vi siamo dentro, nè quando saz1 ne usciam10 : non è in nessun luogo, i,n nessun tem,po, in nessuno. Non è, perchè, essendo, sarebbe qualch,e cosa ; ed essa è per definizione la n·egazio,ne di quel che può essere qualch,e cosa.

• IL CONCETTO DELLO STATO SECONDO GENTILE 445 getto, il Gentile superbamente dice aitrov,e (2 ), nell'atto stesso che si raggiunge, si perde; e bisogna tornare a conquistarlo. L'oggetto in una parola e' è -ma nel soggetto ; e conviene perciò, a•f,finchè si.a oggetto vivo e -reale, che viv.a della vita stessa del soggetto ». Cioè la filosofia di G. Gentile diverrebbe an-che essa un oggetto, un morto oggetto fra gli altri che ingombra.ne le menti dei giov.ani e dei maestri, se questi da qualsiasi motivo fossero spinti a ripeterla e qu,elli ad apprenderla ; essa, come qu.alsiasi altra, sarà mutata d.a coscienza, quale essa è, dell'uomo e del mon<lo in quella « suppellettile grigia e ingombr.ante dell 'intel,ligenza, senza capacità di agi.re sul.l'anima, di .riforma.rla e d'infonderle un principio e un'energia di organizzazione verso ogni aluo elemento della cultura », eh.e il grande filosofo depr•eca e in cui vede la conseguenza della laicità della scuol3, negativamente intesa. II .. . Positivamente inten,dere oppu•r negativamente la laicità : ecco il problema dello stato moderno. Fermo, incrolla,bile restan·do il concetto di laicità, si tratta di riempirla consapevolmente o non riempirla apparentemente - dunq'ue riempirla consapevolmente o .inconsapevolmente - d'un contenuto, che, se laico, non può non essere critico o filosofico. Nel secondo caso avremo lo stato agnostico, il vecchio stato ,liberale o ·piuttosto ,pseudoliber.ale ; nel primo, lo stato etico. Lo Stato i,taliano preceduto dal pensiero moderno, ritrovantesi in.. Gentile come al culmi,ne del proprio laborioso processo storico di superamento d,ell.e sue profon-de contraddizioni, ha risolto il problema affermando lo stato etico. Ma il problema risorge sul concetto di eticità o positività; e un altro ne,mico risorg,e, ,anzi dottrinalmente il nemico, .fatto ardito e qu,alche volta temerario dalla catastrofe del vecchio stato ; riso,rge sostenuto d,alla immanente logica della sua posizione, a far naufr-agare la conquista e ad insidia.re il nuovo Stato. La Ghiesa cattolica non può infatti accetta,re l'unione dei due termini. Ed essa può avvalersi di tutta la ( 1 ) GENTILE - Riforma dell'educazione, pagg. 127-128. ( 2 ) GENTILE - Ibidem, pag. 15 5. Biblioteca Gino Bianco polemica antiliberale e di tutta l'apologia religiosa dello stato, fatta dall'idealismo gentiliano, per chied,ere sempre di più,tutto il bracciodopo la mano e annu1llare la laicità nella .religione, afferm.are cioè lo stato confessionale, dommatico e quindi teocrati ... co. In sostanza essa non la massoneria può temere, tanto visibile com,e chiesa, tanto infantile com1 e dommatica, tanto grottesca come rituale, sibbene l'idea- · lismo in genere e quello del Gentile in specie. • Donde lo sforzo e la volontà .formid.abile, spiegati da Pio X, a soffoca-reogni interno germ,e i1dealistico, insinuatosi nell'organismo dommatico cattolico sotto specie di :modernismo. Ora in iverità il Gen,tile ha porto alla C1 hiesa cattolica la ,mano. Chè nel suo concetto e' è come una ,doppia faccia, come in tutte le grandi sint,esi ,filosofiche, ovvero due anime o due spiriti : uno di destra ,e uno di sinistra ; ligio al passato l'uno, tutto proteso verso l'avvenire l'altro. lo accetto quest' ul:- timo; il 1 priimo, a scrutarvi a fondo, mi stmbra a se stesso contrad1 dittorio. Chè ·per il -Gentile la r-elìigione non può essere che la filosofia, e per la Chiesa non può essere che il dom1ma cat,tolico; cosicchè ogni co11cessionedallo Stato accord.atole non può da lei v-enire.accettata che sotto il tacito presupposto di dovere ottenere tutto, annullare cioè l'autonomia e la sovranità dello Stato. •Miaaccett.a,re la seconda anima gentiliana signifi·ca pure liberarla da ogni impronta che potesse esservi lasciata dalla prima. C'è nel Gentile un' inneg.a,bile traccia di spirito hegeliano di destr.a o di panteismo statolatra, che è ben-e fug.are, anche per !rompere, anzi sopra tutto per rompere og-niargom,ento in mano ,ai nuovi as~ertori d'una rinnovata teocrazia. L'antitesi dico non dev'essere fra stato religioso cattolico e stato religioso g•entiliano - ch,e potreb.be essere presentato come non religioso in fonclo •e per di più ugual,mente dommatico - ma f.rachiesa -e stato o fra trascendenza e i1 mmanenza o fra religione e ,filosofia - che è inifine lo stesso - con l 'esi,gen,za della non conciliazione fra i due termini, 'fo··rmulataanche ulti.m.amente d,al Gentile come la ver.a conciliazione, ma anche con l'implicita conseguenza ·dell' abb.andono o, diciamo pure, delega della funzione educativa ,ad ogni chiesa o ad ogni organismo religioso istituito. Di qui si passerà alle scuole ver,amente libere, stimolate dallo Stato come veri focolai dello spi.rito urna.no e quindi dello stesso Stato. •

446 LEONARDO GRASSI III. Il pensiero che mi p'ropon,go di svolgere è un pensiero da me abbozzato in diversi numeri della Educazione Nazionale, p,rima dell'avvento del Gen-- tile alla Miner~a, nell'ora della più a·spra b.attaglia impegnata sul principio della lib1 ertà della scuola, donde poi doveva venir fuori la gra,nde rifo'lima.sco... lastica, che per ,me è ver.am1 ente grand,e, anzi la / a... scistissimadelle riforme. Essa era l'unico passo che il ,regi 1 me potesse e dovesse compie-re al ·fine di rin... nov.arsi e ridarsi un'anima e una volontà perdute e quasi dimenticate : un V·eroe proprio experimentum crucis. E il non averlo potuto nemm1eno attuare questo esperi,mento fu la prima, seria avvisaglia del .... la sua immin,ente catastrofe. Dico ciò, considerato il problema dal punto di vista politico e contingente. Noi facciamo la storia o, ~eglio, stoiricamencèeci realizziamo volendo e operan1 do : storicamente, cioè in u1;1presente attuoso cihe sempre cresce su se mede ... simo, alimentato all 'infiniÌto dal suo passato, e ohe è com-e la punta aidam.antina d,el 1 la vita, che incide senza ·posa il solco della nuova storia. Non quin,di ad arbitrio, quasi con un colpo• di bacchetta magica, noi possiamo matura,re gli eventi. Pensarla in, questa maniera sareb1be m,entalità da secolo XVII.I; e la ... sciamola dunque al mondo mlassonico, c,he ne è l'anacronistico depositario. Ma io, in queste riflessioni g·u.ardoal 'di là delle ·presenti contingenze pola.tiche; non guardo alla poli ... litica p.ropriamente detta, ma all'etica o all'eticità essenziale dello spirito; o alla politica, se si vuole, ma in quanto ,filoso1 fia o realtà consa·pevole di sè e costruttiva della prop•ria vita. Così mi sforzo di de ter-min,are crl con1cetto di libertà scolastica, in cui deve rientrare tanto quello di stato, q·uanto quello di religione, tra:endon,e risolutamente tutte le conse.... guenze che sono da tr,arne. lo ,affermo dunqu,e che la riforma scolastica sarà stata una grande ,riforma, in quanto avrà messo capo alla ,totale liberazione d•ella scuola, in qu.anto cioè av,rà eccitato tutte le forz,e educative del paese ; e sarà stato chiaro che fra queste non può collocarsi la scuola di.rettamente tenuta •dallo stato. E·d eccomi così .a,gliantipodi, non del pensi•erodel Gentile, ma certo di un determinato modo, ohe può essere anche del Senatore Gentile, co,n cui questo pensiero può essere interpretato, voglio dire del concetto dello stato etico, che, in quanto etico, debba costituirsi le Bi lioteca Gi o Bianco sue scuole quali tramiti della sua sostanziale e immanente eticità. Ciò che per questa in,terpretazione è ,fine, per me è m,ezzo ; essa pone lo stato come fine supremo, io ·pon,go la scuola o gli assoluti valori di cui essa è concretissima vita, ~perienza religiosa : che non può, d'altr.a parte, non ricreare una forma superiore di stato. E into·mo a questa essenziale cirlarità ao ho detto debbo ri.mandare a quanto ne in ,un sag•gio appa,rso sul Giornale critico della -filosofia italiana (1 ) dal titolo: « L'individuo, la N.a.... zione, lo Stato ». .Insomma lo stato come mezz~ è .lo stato•, qualunque stato storicamente d,eteriminato e quindi transitorio. E c-ertamente io vorrei essere con... vinto ,della verità che questo stato debba, esso, educare e istruire, se questa presunta verità è accolta quasi universalmente dagli uomini d'oggi, come un .. domma per alcuni, una ,banale verità per altri. Ma conifesso che per quanti sforzi avessi fatto, non ci sono riuscito ancora ; confesso anzi che tanti più sforzi faccio, tanto più oscura mi semb·ra q•uella sentenza; c1 he non arrivo a pensar nulla accop ... piando le ·pa-role stato e scuola di stato, all'infuori delle Ì1 m1 magini di mille angustie spirituali e fisiche, per non dire del r,esto. E dev'esserci •un singola-re diifetto nella mia .mente, per non potere ·a-ccogliere pltopria q·uella fra tutte le deduzioini, ve-re o presunte, dal Gentile. E sì che il pensiero di lui :m'investe alle volte come un ,fascio di luce abbagliante ; e sì che questo pensie ... ,ro m'è stato e mi continua ad essere vital nutrim·ento ! IV. Sono convintissi,mo che in questo nostro filosofo pulsi possente la modernità che in lui ha itisoluto i vecchi problemi, ponendo le basi dei nuovi e futu.ri. Tanto più ~i accanisco ,a smuovere questo osta,colo che ,mi sta davanti, d 'accoi,do innanzi tutto col G,en... tile che l'universalità del f.atto nulla pro•vi contro l'istanza del valore o che la ragione sola decida della :r.agion•e.Ecco, ad esempio, io comincio a ri... flettere su la qualifica di hegeli,ano data al Gentile. Essa con-e il mondo ; si è pot,uta leggere su tutti i •giornali, .ascolta.re dalle labbra di tutti gli orec .... chianti di filosofia. ,Dico su,bito c,he è una delle ste.... reotipie ,della cuJtura italiana contemporanea ; in cui (i) Giornale critico della filosofia italiana, anno VII, fase. V.

IL CONCETTO DELLO STATO SECONDO GENTILE 447 co·me sempre accade, c'è del vero mescolato a molto falso, ma non pioprio di più di quel granello di•. spenceriano rico,rdo. Ho vivissima in questo momento l'immagine del ·Gentile, che da dietro le lenti d • oro dardeggia' l'acume dei suoi occhi scrutatori, abbozzando il più fine e canzonatorio dei suoi sorrisi.Ma se egli è colui che più profondo ha visto -nel se~eto vizio dell 'hegelenisrno? E· insomm~ begeliano il Gentile cortamente lo è, peichè dal1 'Hegel discende ; ma a questa stregua potrebbe qualiifica.rsi lo stesso di kantiano, spinozi,ano cartesiano ed anche platonico o aristotelico ; come poi Hegel sarebbe kantiano o Aristotele plato,n.ico. Ma hegeliano invero egli non è, in quanto è il definitivo risolutore del Logo hegeliano in Logo astratto, ipostatizza,to e trascendentemente posto, concretizzato o fatto imito. Il Gentile è bene h•egeliano in quanto identifica essere e conoscere ; ma esso non è hegelia .... no, in quanto il suo conoscere si risolve senza alcun residuo nel conoscersi, ogni concetto nell' autoconcetto. E nella Logica gentiliana veramente residui , ' . ' non ce n e p1u. ,Pure, eccolo là questo residuo, come uno spettro affacciantesi dalle pagine, così alte, così vi,branti di commozione civile e •patriottica, di politica, di etica e di -religione. Su tanto umano palpito, su tanta passione storica incombe l'ombra dello Spirito og.... gettivo. E ivi.envog,lia di ripetere l'oraziano: Natu... ram expellas /urca. tamen usque recurret. La natu-- ra hegeliana, panteistica, d.ieiamo pure teologizzante del Gentile ritorna ad affermarsi e a dominare ; ritorna lo stato come q·uella natuira ideale, dal filosofo nc-gata, che, come un' i,d.ea ,platonica, debba scendere dal mondo iperuraneo, nel d.uro, passivo, inerte non esser-e della realtà politica. Ed ,ecco la statola .... tria ; ed ecco la scuola funzione essenzia:le di stato, ed ecco il concepi 1 mento d'una libertà della scuola, è subito negata appena 1posta, anzi in tanto negata in quanto così p-osta. Insomma se· quella quali 1 fica è falsa per la sostanza del pensiero del Gentile, essa avrebbe un aspetto d:i verità pe-r le determinazioni politico-etiche di esso pensiero. Avrebbe se non fos.... se pure indiscuti 1 bile I' in.te.riorizzazione affermata dal Gentile. Sì, anche lo stato vive in interiorehomine. Ma dunque lo stato, che è I.a stessa sacra libertà dell'uomo o il suo universale volere, espressione del .... la sua stessa divina natura, lo stato fa tutt'uno con la scuo11a, intesa come la concretezza dello svolgi-- m•ento spirituale, educazione che è autoeducarsi. E · o Bia co lo stato come io s·picito sarà autoctisi; si g-enererà, come sopra ,ho accennato, sempre a nuovo e sempre nuovo dall'anima nazionale, per mezzo delle scuole che meglio la ~primono, delle coscienze cioè ohe si espandono e rapiscono nel loro moto le altre co-- · scienze. Ma I.a scuola .tenut.a dallo Stato negherebbe invece questo fondamentale postulato della libertà, che è poi quello dell'immanenza di 1 Dio in noi. Non t- libero 1 'insegnante funzionario, che può creare lo Stato; libero, voglio dire di qu•ella spirituale ii:bertà suscitatrice di apostolato ; e non è spilitualmente li.... bero il giovane che frequenta le scuole govem,ative, àppunto perchè subito avvolto da •una atmosfera essenzialment,e utilitaria. Emanazione del potere su.... premo, la scuola dello Stato n,on potreb,be non dive-- mTe una fucina dell'uomo empirico, fattore di cau .... sativa deteriminazione ,d'un tale u,omo, in cui si va perdendo quel profondo ·« noi » gentiliano che è nell'interiore homine ; o · questo si va a,bortendo o corrompendo in quel.l'uomo esteriore del Guicciardi-- ni, su cui 1lo stato non può poggiare. Insomma lo sta .... to è in quanto ,lo sostenga un assoluto ordine, che deve essere perciò difeso d.a ogni infram,mettenza del poter-e politieo. E se è contradditorio al concetto di verità o •filosofi.ail concetto di una verità o filoso1fia di stato, sarà pu.re contraddittorio al concetto di scuola quello d'una scuola ufficiale di stato ; come contraddittorio al concetto valore quello che non sia il valore d'una coscienza individuale ol1e da sè, neila p.rofondi,tà della su·a vita pensante e agente, l'abbia scoperto. Ma pro·cediamo più cautamente, riprendendo quell'ideale filo, che and-avo svolgendo sull'Educazione Nazionale (1 ). V. Nulla di ·essenzialm,ente diverso dalle scuole anti-che saraillilo le -scuole n1uove rfino a qu.ando ·gli ani,mi non saranno diversi da quello che og•gi gene- -ralmente sono, in quanto lo stato nel ·loro abito di vita, oltre che nel loro pensiero, sarà qualcosa di diverso ,da quello c,he attualmente esso è ; fino a qua.n.... do dunque non si rinnovi ab imis 1• educazione nazionale. Ma la nuova cultura •gerimin.agià e tutto fra poco trasformerà e· 1"animo soprattutto muterà e religiosamente atteggerà ? Questa Italia ver.a1 mente non è più quella d'una v-olta ? Morto il vecchio uomo (1) Educazione nazionale, anno IV, fase. 1, 2. 5, 6.

,.448 LEONARDO GRASSI del Guiccia,rdini ? Diceva il Gentile alcuni anni prim.a dell'avvento del n1 uovo Stato, vaticin.ando : · ~< Questa oscura crisi, questa inquietudine c·he turba i sonni di certuni mostre.rà ver.amente tr,a ~chi anni . alla pien.a luce d1el sole quale nuova Italia si vien m.atuiran·doe si tr.avag-lia ora nelle.fatiche d'una tumultuosa e rapida gestione ». La nuova Italia politica, generata d.a un o·scu.ro,misterioso, possente f ermentare di germi d'ogni sorta e 1dall 'istinto di conservazione vitale della sti:rpe, sorse e. si accampò e vinse l'antica : ma ,essa h,a da realizzarsi ancora spi1itualmente; dopo le sue strutture politico-sociali, ha ,da rifa,r 1e le sue .abitu1 dini di vita e i suoi orientamenti morali; h-a da rinnovare, tricrea,re e creare l'animo delle sue popolazioni. Questa nuova spirituale Italia è an·c<Xala no·st,ragrande speranz.a e la fe:de nostra più ferviida; ifede e speranza, cui noi, . come qu,elli c'h-e morir,ono combattendo sull,e Alpi conquistate e sull'Adriatico rimasto dis,orètam·ente amaro, ,ci avvin,ghiamo come alla nostr,a vita e alla nostra morte, tenacemen,te. Ma quella nuoi\'a Italia non vo·rrà di certo cr,ed,ere che un'amministrazione ~i stato, fosse pure un v·ero stato, uno stato vivente una sua pro1 pria religiosa vita, p~ssa creare altra co·sa che impie,gati, otti 1 mi impiegati sia pure, ma sempre impiegati ·nel pensiero e nel ·cuore. L'uo 1 mo che en... trando nella scuola sia capace di sentire la santità del luo,go e dell 'op,era ohe egli si accinge a svol ... . gere, non lo può nè suscitare nè dimostra•re o scegliere mai lo stato : lo stato, che per mezzo del governo suo., è guida alla felicità terrena, non alla celeste beatitudine d,el ,pensare e ,del cr,edere. Un tale uomo sarà sempre ,figlio d'un' intens,a vita religios.a : o clell.a religione ch,e costituisce una comunità e f or... ma ,una c1 hiesa vivente e militan,te, o di quella che si conquista n,ella dedizione di tutta la nostira vita a qualc·he opera che in1 finitam,ente ci tr.as•cend,a.E la .nuova Italia di G. Gentile, anche se di spiriti gen... tiliani fosse tutta perfusa e d 'i,mm.an 1 entistica religiosità, non vorrrà lo Stato ,maestro della sua filoso,fia · per i,l -rispetto profondo c·he avrà di essa e di ogni fì... losofi.a; non lo vorrà in nome appunto del G-entile Essa penserà che l'educazione dov,en·do essere religiosa e la scuola che istruisce e non educa essendo scuola che non istruisce, non essendo V•eramente istruzione la sem·plice cultura d'un'intelligen,za « che per se stessa non sia volere. Biblioteca Gino ■ 1 neo sonal~tà », penserà dunqu,e che la scuola debb,a essere funzione e missione di liberi organismi culturali, quali le U~iversità per~ettam~nte. aut.o~oI?e per la alt.a vita scientifica, o d1 o.rgan1sm1rel1gios1che sentano il co~pito apo'Stolico di educare e d'istruire, ·conducendo per mano l'uo,mo a farsi uomo, ponendo la nozione e I:,adorazione di Dio nel cervello e nel cuo,re ,del bambino e ·dell 'ado 1 lescente. Quella nuova Italia, se n.ascerà o crescerà, avrà superato o .risolto il pro•blema fra stato e chiesa, in quanto non consider,erà la chiesa come alleata d,ello stato, oppon·en·d~la •oosì .a sè, .ma in qu.anto riconoscerà nella chiesa, in tutte le ,chiese, l'espressione e n1 ello stesso tempo la su1perio·revita della v.i.tamorale e religiosa d-elJ.ostato, cioè dei ·citta,dini in cui esso h,a da realizzarsi. Vita morale e religiosa che iR tanto « pot.rà. .. riconoscere e afferma·re il valore della religione co,me essa viiveattrav,erso tutte le f o,rme : a quel modo che· ogni uomo di gusto ren1 de il più alto possibile omaggio alla poesia non chiudendosi nella gelosa e schiw.acontemplazione d'un solo poeta », in quanto: essa non sarà una cristallizzantesi forma di religion1e o ,fìloso·fiadi stato, mon,opolio di una forza spirituale sa-c,r,ae quindi prof,anazione e decadimento di questa, ma la vera celebrazione dello spirito co,m•eassoluta libertà. E del resto, come una nuova cultura idealistica potrebbe diffondersi e gene1 ralizzarsi ?· Non può credere Giovanni Gentile che a ciò possa bastare l'alto suo insegnamento e di quanti altri, nella scuola e fuori delìa scuola, vivono la pa•rola nuova. Noi sappiamo proprio da lui che l 'edu,cazione reli1 giosa è una ,premessa indispensabile d'ogni futuro svolgimento della persoo.alità, quel moimento oggettivo dello spi,rito, che questo deve vi,vere prima di ,pervenire alla ·fiÌosofia, che è la piena consapevolezza di sè. È il succo del migliore suo insegnamento. In mia convin,zione che la presente aridità spirituale d,elle scolaresch,e, che si dimostra soprattutto alla scuola ·di filosofia, ma c,he si s-en.te com.e la viva piag.a della scuola, è frutto della mancanza o deficienza in esse ,d'educazione religiosa. La scuola educativ.a in generale e speci.fìca1 mente la riflessione filoso~ca al suo inizio presuppongono l'anima piena. di qualcosa che la sollevi o la tormenti. Da.I nulla, nulla può svol1gersi ; dove la co·scienza dei valori s·pirituali non è ·potuta nascere o si è atrofizzata per mancanza di adatta cultura. (Continua) LEONARDO GRASSI

. . . ., - MEMORIEDEL TEMPO DELLA GUERRA . L'allievo Aspirante Ufficiale di Complemento I. I Difficoltà iniziale : imparare subito i ·segnali che la tromba ben·emerita non si stanca di suonare ogni dieci minuti. Berò gl 'istruttori ci spiegano: « T a: » : prima batte·ria ; « ta-ta » : ·seconda ; << tata-ta » : terza ; ta-ta-ta-ta » : quarta. E in base al << ta » isolato o in coppia o in trigl,ia o in quaterna, via di corsa. Poi clhe questo è veramente l'essenziale : abolire .il passo e fare esclusivo uso di trotto aUungato. Così trottano anche quei tali allievi Asp. Uff. .di Compi. che portano oochiali e che hanno adipe come certi bonzi che si vedono pitturati su le vecchie ceramiche di Cina. E sono molti, questi « patresconscripti » a baffi spioventi e pinguedine incipiente e tempie già brizzolatine anzi che no : specie nella sesta squadra, dh,e è la raccoglitrice dei « borghesi ». La si riconosce subito : goffi nel saluto, impacciati anche dinanzi a un ,sergente ·maggiore, •e non tSapendo mai in qualch,e modo portare i piedi per non speronarsi da se stessi m,edesimi, i suoi componenti sono umi·li persino con i piantoni e remissivi anche con i palafrenieri. Mi fanno ritorna.re alla mente i primi giorni di vita militare, quando la recluta Gattri deliziava la mia squadra con ile sue sorprend-enti variazioni in tema di marcia. Unica differenza: ,questi della sesta squadra sono professionisti già sulla trentina, consiglieri di pref ettura, amministratori di grandi aziende, consulen,ti di grido, tutti simili fra loro n,e1la melanconica a.ria di papà sbalestrati lontano 1 lontano dalle loro nidiate. Dunque, invariabilmente, si trotta. . Si è, magari, pacificamente intenti a dispo,rre con bell 'ordine il proprio corr-edo personale, ed ,ecco i'l terri1 bile « ta » isolato, che ci chiama. Allora, via per il corridoio, giù :per le scale, un urtone a destra, uno scossone a sinistra, e ci si trova per forza d'inerzia allineati, o press'a poco, nel co1tile. Qui ci fanno, per l'undecima volta, l'appello, poi ci lasciano .in libertà con ] 'aria di dirci : cc Seccatori, ci siete sempre fra i piedi ». 11 tempo di raggiungere la propria cam·erata, e trovarmi un sergente maggiore che ci avverte benignamente: cc Sa, lei ha lasciata aperta ia sua cassetta: grave mancanza qui, sa ? Ma, via, per questa volta transeat » ed ecco che un novello (< ta » ci fa riperiblioteca Gino Bianco correre corridoio, scale, selciato, ci allin,ea per la dodicesima volta in cortile, in contemplazione della serie lunga e greve di balconate ohe si arrampicano per tutta la caserma e n,e allacciano i piani. · · . Intanto, naturalmente, piove; e noi si st~ a godere: questa timida pioggereMa di marzo, in attesa che il sottotenente lresco fresco di accademia venga a enumerare, dilucidare, comentare e chiosare le norme di contegno ad uso degli « Allievi Asp. Uff. di Compi. » La quale interminabile formula. non è, come si potrebbe sospetta.re, l'indirizzo telegrafie:o di una ditta commerciale; ma è, semRlicissimamente, la rimale abbreviazione di « allievi :spiranti ufficiali di co,mplem,ento ». Finalm,ente, a sera fatta, quale premio a tutte le corse· eseguite nella giornata, abbiamo due ore di « li-- bera uscita ». I seicento a'llievi, ,imm,ersi nelle divise troppo am-- pie, ma lieti della lucida daga che penzola sul pastranone immenso, si affollano ,sotto l'androne della ca-· serma, •e migrano su per 1 la via deHa vecchia Zecca,. come una turba di scioperanti rincolrsa dalla polizia. N,on ci conosciamo ancora tra noi : tante fisonomie· sono passate, al trotto, a canto a noi, che nessuna si è impressa ne'lla memoria. E poi siamo un po' tutti immusoniti, roba solita a tutti coloro che un bel giorno piovono .in mezzo a un ambiente c·he non è perfettamente quale lo d•esid.eravano. Si va, ,si va, si va, fin che in via Po •la folila si dirad·a, ,e ci si ·sente un palmo di li,bertà tutt' a torno. Si va, si va, si va ... T oh, ecco come si è foggiata Torino in guerra: sempr,e gaia quale l 'ab·biamo prima conosciuta, sem-· pre provinciale, anch,e, e cortese sino ali' esasperazione. Ma qualcosa le manca, ora. Già: i gogliardi di r un tempo, quando l'università pullulava di pretenziosi matricolini e d.i studenti attempati, e si fa cevano cortei per ogni occasione, e si protestava per ogni foglia mossa senza lo << studental consenso », o si facevano ·smorfiacce ai questurini, e si correva il rischio di passare una notte d,eliziosa in guardina, oscuri martiri di una pleiade di scienziati in e~ba. Or eccolo l'austero. palazzo in cui Cesaro Balbo s'immortalò : vedovo, muto, diserto.

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