Via Consolare - anno II - n. 7-8 - luglio-agosto 1941

I/Jomenico Cantatore è nato a Ruvo, nelle Puglie, ancora giovanissi1no passò a Roma, clove rimase qualche anno, nel '12 se ne anelò a Parigi, e clopo un breve soggiorno, ritornò in Italia; ritorna nelo i 11 Italia - egli stesso ce lo ha detto - " mi feci una parola d' orcliue: partire clalle cose più semplici, pensare alla pittura,,. Da allora, salvo qualche momentaneo spostamento, ba sempre vissuto a Milano, e quirldi è diventato lombardo. Una avventura clunque, la sua, che non ha fallo rumore però; Cantatore non ha mai piagnucolalo, anche nella miseria si è tenu Lo in alto, ora che sta diventando celebre ugualmente in alto - cosa, cbe a quanto pare è molto difficile; - la ragione di ciò è che Cantatore dipinge perchè non può fare a meno, perchè quanclo si melle di fronte a una figura, a un paesaggio, a una natura morta, egli parla con quegli oggetti, con quei personaggi, parla un muto colloquio, di cui le tele sono la sincera, ac• corata stesura. In ciò lo avvicinerei a Carrà, in quanto nelle sue opere non vi è nulla cli superficiale, di gocluto alla superfice: ogni penellata ogni aprirsi di luce o schiudersi cl' ombra, ha una ragione che va oltre la pura esteriorità estetica, per obbecl ire a un urgente bisogno clel suo spirito. lo creclo anche, che Cantatore quanclo dipinge, dipinge "ricordauCantato te do,,; certi oggetti casalinghi, disposti sopra uno sq ualliclo tavolo, evocano uu mondo lontano, estt·enut• mente remoto, eppure così vicino; se tocchi l'aria che corre tra un oggetto e l' altro Li sembra cli aver- ]a gia toccata, respirata, chissà quante volte, la senti calcla, o estremamente freclcla, astratla, come se te la vedessi scendere aclosso per la. prima volta ..... . È il monclo clell' infanzia, cli q nesto bene irreparabilmente per• cluto, che l'artista vnol illudersi per un breve tempo cli possedere, cli ritrovare ancora (ricordo a questo avviso con che parole Cantatore mi parlò di Leopardi, di Recanati, con che clesiclerio egli mi clisse che presto l' avrebbe rivisto, essendo molto vicino al suo paese cli campagna). Forse per questo le sue u Nature n1orte ,,, sono le più intense, sofferte, patite, che si dipingano oggi; bisognerebbe vederle sospese in q nella luce da fine cli giorno, cla trepida prim' alba, da assonnato meriggio ! Almeno ne voglio ricordare tre, che sono le più belle: la "Composizione,, 1941 della Racc. Gallo, un capolavoro, la "Natura morta,, 1940 della Coli. Contiqnella, sempre clello stesso anno, cli proprietà Leonardo Sinisgalli. Tristi è piene di malinconia sono purn le sue donne e le sue figure: in queste tele, intrise cli sentimento, offerte a una poesia intima, tutto è realizzato fino Domenico Centetore - <Composizione> 1941 in fondo, non un solo punto è framtnentario, incon1pleto ; un orcline interiore lo sorregge in ogni istante. La pensosa " Ragazza in rosso ,, , la "Donna seduta,, cosi stupita nello stanco abband~no delle braccia, cleila Racc. Moutù di Milano, sono clue validi esempi ; dello stesso anno (1938) alla Galleria d' Arte Moderna cli Milano, è esposto un "Nuclo cli donna,,, lavorato specie nella testa con infiniFondazioneRuffilli- Forlì I Domenico Cantatore - < Ragazza in rosso> 1938 to amore : ma col crescere degli anni, J' espressione si fa sempre più intensa, sempre più tende a ridurre· il soggetto a u.n valore evocativo. La recentissima "Figura cli clouna,,, un autentico gioiello, ne è la prova e il limite più alto. Ultimamente Cantatore ba dipinto parecchi paesaggi: più che altrove è palese l'influenza, in lui indelebile, ciel clima lombardo; ce~ti paesaggi, certe cascine colte nel primo annebiarsi del giorno, certi. boschi pieni cl' ombra - e sempre in lui sono tentato di parlare cl' ombra - assopi ti nel calclo clell' estate, sono stesi con semplicità, così trepida e amorevole, cla ricordare alcuni primitivi italiani. I suoi disegni sono sì conosciuti, ma non cùme meriterebbe; io ne ho visti tanti e vi ho scoperto una poesia sincera, una passione calcia, sofferta: appesi alle pareti clel suo studio ce n' erano appunto cli questi disegni, e con delle figure - silenziose ragazze dai gesti rassegnati a un doloroso destino - e un paio cli paesaggi stupendi, quello di Genova, per esempio, che è anche recente, sfogato nella grafia e nel leggero guazzo d' inchiostro: non so quanti, oggi, sarebbero in grado cli fare disegni come i suoi, di viverli così a fondo, cli soffrirli come Cantatore. Ma a proposito: quanti hanno veramente sofferto come lui e come lui continuamen,te soffrono? La pittura di Cantatore ha la sua più segreta ragione in questo continuo soffrire, in questo continuo ricer• carsi nel "ricordo,, di una infanzia felice e nel tormento della sua vita cli uomo. GIANNI TESTORI 17

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