Via Consolare - anno II - n. 5 - maggio 1941

NoRBURI (séoppiando): Ma bene, ma benisssimo. In questura! E' il grottesco I E' lo scandalo, è il disservizio. Si arresta mia figlia I Si arresta mia figlia e si lasciano sistematicamente in libertà i tipi più loschi che popolano questi covi di disordine, i pili pericolosi e lividi ribaldi, i quali, approfittando... (la jJarola gli si tronca sulle labbrn; i suoi occhi si sono fermati su una delle siepi verdi, il cui fogliame si agita iu modo sospetto). (Tutti gli sguardi degli astanti convergono sulla siepe; tutti si fanno scambievolmente cenno di non fiatare. E' troppo evidente che uno dei suddetti tipi loschi è nascosto nella siepe. Da. questa esce un braccio il quale fa dei cenni, dei segnali. Il tipo los_cofa anche: • Psst. Psst •. Tutti, in punta di 1Jiedi, si dispongono ai lati della siepe, in modo da coglie1·e in trn/>pola il ribaldo). CARLO (esce dalla siepe a occhi chiusi e in tristi condizioni, si toglie le festuche di dosso, si tlà tma pulita, si guarda intorno cercando Adriana; s'avvetle invece, iroppo tardi, cli essere circondato; cerca precipitosameute mw via di salvez.z.t, tornando da dove è venuto). IL SERGENTE (lermtrndolo, mellifluo, con gioia crudele): Non abbiate frcua, giovano'tlo: Non abbiale fretta. FINE DEL SECONDO ATTO ATTO TERZO In casa del consigliere Norburi; una stanza con una larga vetrata sul giardino. SCENA PRIMA (La stauz.a è vuota. Il cons. Norburi entra in furia col c<1ppello in testa, seguito dalla domestica J\1ariagrazia). NORBURI (dirigendosi al telefono): E' tornata la signora? MARIAGRAZIA (di pessimo umore): Sì, sì. E' di là. Che confusione. NoRnURI Uurioso, parlando n sè stesso, mentre fa un numero, sbaglia, torna a sbagliare, e sbuffa): ... tre ... nove ... Domando e dico se un uomo, una persona ... che ha delJe responsabilit~ì, delle cariche ... che non è l'ultimo venuto ... (ha sbagliato a fare il numero): Accidenti I MARIAGRAZIA (c. s.): Allora? La cena? NORBURt (co11 un diavolo per capello): Cosa? Che cena? MAR.tACRAZIA (c. s.): Come • che cena» ? Non si cena stasera? NoRBURt: Andate al diavolo I (tornando a fare il numero): Sette ... nove ... MARIACRAZ1A (andamloseue e sballendo l'tlScio): Che confusione. Che casa. N0RBURI (continuando): Domando e dico se un uomo ... che Ja. vora come uno schiavo ... egiziano ! Due ... ouo... (vedendo entrare Adriana): Oh, Adriana, cara. Sto cercando, qui ... cosa vuoi, si perde la tesla, per forza. Sai che non la si trova ? Pronti. Pronti. (alla moglie): Alla Riva delle Ninfe I Ebbra. Ubriaca. In compagnia d'un masc:dzone di cui non si è polllto conoscere nemmeno il nome ! Alla Riva delle Ninfe. ADRIANA (accomodando un soprammobile, con aria indiffereu.te e come distratta, ma dando un'occhiatina): C'ero anche io, Federico. NOP.BURI:Sì, lo so. Sci un angelo, cara. Una vera madre. Eh, il mondo è cambiato. Anche io sono corso lassù, ne torno ora, mi sento male. E pensare ... che av1·ei mille cose da fare, avevo combinato di vedermi con Aldenai, il presidente ... (gridando al microfono): Pronti. Ma certo che sono io. Cosa? Col pomo d'osso? Un ombrello? Ma fatemi il piacere, io sono il consigliere anziano Norburi... (infuriato). Telefonista I No, non cCrc~ ombrelli, non voglio l'ufficio oggetti smarriti, cerco mia figlia I (ad Ad,·iana): Non la si trova, capisci? (al telefono): C'è del disserv1z10, m Prefettura. Datemi il comando dei vigili. Pronti. (stupefatto, irritato): Com'è? Come, •com'è• ? Una ,ignorina. Cosa aveva addosso. Che ne so io, un veslito I Alla stazione ... col foglio di rimpatrio? Ma voi siete pazzo. (stuf>ito) Con l'accento ... bergamasco? (gridando): No, non è una domestica. E' mia figlia! (feroce): Fatemi parlare con Linze, d'urgenza. (ad Adriana, mentre allende al microfono): Quella sciocchina, ingrata di tua figlia ... ADRIANA:Sarà anche tua, Federico. NoRBuRI: Sparita, dileguata, capito? Come se non fosse già bastato lo scandalo. Scompàrsa. Quegli imbecilli non sanno ... che FondaziortlPRuffilli - Forlì cosa ne hanno [auo, dove l'hanno rinchiusa, dimenticata. come se fosse un. pacchettino. Nostra figliai Proprio stasera che dovevo vedermi con Aldenai all'Hotel Astra l Era importante, per la mia promozione. (al m.icrofono): Sì, promi. Caro Linzc. a\'ete battuto la testa a un lampione? Alla stazione? Ma no! (gridando): Che c'en_tra la slazione ! Che c'entra il carroZLone I Che c·entra il lazzareuo ! (ad Adriana): Non la trovano mica, sai ? E lo scandalo cresce, è la valanga. (al microfo110): Va bene. Aspetto. Mandatelo. Siete responsabile voi. (riabbassa il ricevitore): Pare che abbiano catturato il complice, il mascalzone che era con nostra figlia. (buttll via il cnJ>J>eilos,i abbandona gemendo su. tma poltrona): Adriana mia, ci credi che mi sento male? Già un giorno o l'altro, con la mia pressione, vedrai! Non so come resislo, questione di fibra. (enumerando): Lavoro. Cariche. Responsabilità. Un uomo ormai anziano, che dovrebbe essere circondato dalla considerazione, dal rispetto .•. SCENA SECONDA ROBERTO (irrompendo deutro): L'hanno trovata? NORBURI:Neanche per sogno. ROHERTO:Cose ... cose da sparare. Hai sentito, mamma? Alla Ri\'a delle Nin(e ! Ecco perchè moriva dalla voglia di svignarsela, oggi. Alla Riva delle Ninfe I li più sudicio posto della città. ADRlANA (con tono un pochino meno i11di0erente, dando un'occhiata): Sai, Roberto ? Anche io, c'ero. ROBERTO:Sì, va bene, lo so. Sei una sanla, mamma. 1\nchc io sono corso, sai, \1olevo darle due schiattì, a quelta pcucgola. Vorrei sapere dove sì è ficcata, adesso. (tw po· sospettoso): i\:tamma. è sicuro che tu non ne sai nulla? ADRtANA (alza le spalle). NORBURI (alla moglie): Tu l'hai sempre viziata! ROBERTO: E pensare che slasera ... dovevo trovarmi con ceni com• pagni, per la laurea. Si cenava fuori, era bello. Nossignore I NORBURI: E io, con Aldcnai ? Poteva almeno scegliere un altro giorno, quell'egoisla. ROBERTO:Però deve pagarla, eh? Ci vuole una lezione. Niente indulgenze, se no mi ribello io. NORBURt: Sai, Adriana, si sarebbe deciso ... con Roberto, di mandar Lia ... ROBERTO (deciso): ... dalla zia Elisabeua. Sei mesi. Sei mcscui di campagna, con le galline e le mucche. ADRIANA: E perchè questo? NoRBuRr (spazientilo): • Perchè • ? Ma Adriana I Per punizione. ROBERTO:Perchè impari. NoRBURI: Per dar tempo al sussurro di dissiparsi; e all'episodio di farsi dimenticare. ADRIANA (come pensie,·osa): ·sapele bene che si tratta dcli'• episodio • 'pili innocenle del mondo. ROBERTO:Bè, cosa volevi, un delilto? Una ragazza ... ADRIANA:... che va a mangiare della crema e a ballare con 1111 ragazzo ... della sua età. RouERTO: Le daremo la medaglia l N0RBURI: Prima di lullo la sciocchina non doveva, per un riguardo a suo padre. A me. Quando si è la figlia ... di ... di una persona apparlencnte a un ceno ... livello, si hanno dei doveri. ROBERTO:E poi, ·altro che crema I Era sborniala I N0RBURI: Evidentemente aveva bevuto qualche bevanda alcoolica. E' assodato che sparava dei colpi di sughero contro le guardie di città. ADRIANA: E poi ? NoRnURf (spazientito): E poi ! E poi! Scusa, Adriana, ma io non ti capisco. ROBERTO:Slavo lavorando alla mia tesi, ho dovuto piant~r llltto ! N0RBURI: E io? Un'adunanza importante, il presidente Aldenai ... ROBERTO:Una famiglia di persone per bene ... NoRBURI: Mio fratello doveva entrare nella carriera diplomatica ... ROBERTO:... la polizia! Se n'è occupata la polizia, capisci? ADRIANA:Non capisco che colpa possa avere mia figlia se la polizia, invece di correre dietro ai ladri, si diverte a perdere il tempo nei caffè I RoBERTo: Vuoi capirlo che quello è il posto più equivoco. ribul• tante e compromettente della città? (un breve silenzio). ADRIANA (con una ce1·ta ìntenz.ione e aggressività, fi.~sando i due): Vi ho già deuo che c'ero anch ·io.

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