Via Consolare - anno I - n. 3 - febbraio 1940

dici, funziona benissimo e merita la più grande attenzione. Mi riferivo invece a quella pseudocritica, a quegli imbonimenti pubblicitari camuffati da recensioni che vediamo in certi giornali al rotocalco. Tu sai bene a chi penso e sai che non m'importa proprio nulla se tra quei recensori c'è anche qualche Accademico, e, spesso, un cannonissimo delle lettere italiane. Proprio tu, camerata Guido Aristarco, che hai avuto la bellissima idea di istituire una scuola per i critici cinematografici, dovresti comprendere bene le mie parole. Possiamo ammettere che certi nuovissimi critici siano dei brillanti scrittori, ma qualora intendano dedicarsi seriamente al cinema, occorre che essi, tolto l'ermellino e dimenticati i numerosi premi letterari ottenuti, si adattino a studiare il cinema e a frequentare qnella scuola che tu hai voluto e che io auguro sia al più presto istituita. La parola d'ordine per noi che vediamo nel cinema l'arte <jel nostro tempo, che non abbiamo altra ambizione se non quella di ammir11re il cinema italiano su un piano di dignità aderente all'epoca imperiale in cui viviamo, deve essere oggi più che mai intransigenza. Dalle file del Centro Sperimentale, da quelle dei Cineguf e da. quelle della giovane e seria critica italiana, deve partire il monito, il plauso, ma anche la botta efficace, atta a impedire l'ingresso degli imbroglioni nel cinema per una di quelle tre porle che S. E. Pavolini con mano energica ha sbarrato. Walter Dirani 30 FondazioneRuffilli- Forlì M·ORALE A GOCCE Lo sappiamo bene che quando il fascismo parla ai giovani non si rivolge a noi soltanto. È questa la differenza tra il Fascismo e uno dei qualsivoglia partiti che infiorano le terre democratiche ; che questi sono incasellati in formule, posseggono un rituale di parole e tutto fi· nisce li ; per essere osservanti ed ossequienti basta salvare le forme e mantenersi nell'ortodossia esteriore, mentre da noi no. Da noi lo stile fascista non si accontenta delle proposizioni più o meno ben levigate, delle projferte di lealismo o degli ex voto per grazia ricevuta. Di tutte queste filiazioni dell' individuo il fascismo ammette e richiede la ricerca della paternità. Onde è ben lecito chiedersi candidamente, come ci chiediamo talvolta se esistano rapporti molto prossimi fra la sahariana infiocchettata e certi porta/ ogli sottostanti. Qualche volta arrivano delle solenni precisazioni ufficiali, rapide e severe, e allora ci mettiamo l' animo in pace e cominciamo col credere di non sospettare a torto. Tanta gente ci dice : « voi giovani ... queste cose le potete fare voi soltanto » . . . e pare che sospirino per i vent'anni perduti. Pazienza; è la vita! - Quando, dimenticando le commozioni, andate però ad analizzare che cosa siano quelle cose che potete fare voi soli, vi accorgete èhe esse non sono mai funzioni di amministratore delegato di anonima,. ma sempre corsi di propaganda al popolo, servizi disinteressati per il Partito, sgobbate poderose nel piccolo giornalismo provinciale. Per queste cose non è facile trovare gente. Fortunamente ci sono i giovani. Noi ci vantiamo di questo e ci teniamo al nostro camminare spogli, senza galloni e senza f ogli da mille. Ma vogliamo solo ricordare che per il fascismo, antiformalista, la giovinezza è un periodo della vita che non deve finire, che deve essere protratto al di là del tempo. Vogliamo ricordare che la morale del fascista universitario è quella stessa del· professore o del fascista cinquantenne: C'è di mezzo. la pancia ? Male, se è cresciuta ; ad ogni modo si fa come se non ci fosse. Non ci sono corvè nel Partito per le reclute : ci sono esercizi di disinteresse e di generosità a disposizione di tuttì quelli che non vogliono impigrire. Quindi, camerati, attenti con le, frasi fatte. A scanso di equivoci, agitare-- prima dell' uso. LEGIONARIO, VIA CONSOLARE

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