Via Consolare - anno I - n. 3 - febbraio 1940

Da ogni parte si parla ed un pò dappertutto si scrive della « crisi spirituale » del teatro e sopratutto della scarsa aderenza, dei lavori che vengono rappresentati, allo spirito del nostro tempo « fascista ». Esatto ! Diverse, anzi molte, mentalità non hanno ancora saputo adattarsi ai nuovi tempi o trovano comodo adagiarsi in formule di vecchio tipo, che sono tuttora, agli effetti commerciali e finanziarie, molto redditizie. Teatro « Upim » lo definì molto felicemente il compianto Lucio d'Ambra sul numero di novembre di « Scenano». Saremmo però veramente esagerati se dovessimo sostenere che tutti i nostri maggiori autori di teatro non fanno cosa alcuna per uscire dai vecchi viluppi « triangolari », no, chè anzi non mancano nobilissimi tentativi degni del nostro interessamento e rispetto. I più, però, sono ben lontani dall'allineamento. Ed i giovani? Va subito riconosciuto che la maggior parte di essi è perfettamente in linea con I nuovi tempi, come lo stanno a dimostrare i diversi lavori segnalati e rappresen lati dal Teatro Sperimentale dei Guf di Firenze che, non è esagerato affermare, è l'organo più sensibile e comprensivo del « momento » teatrale. 26 FondazioneRuffilli- Forlì • e,, Cosa si fa per i giovani ? È sufficiente quello che si fa per essi? Rispondiamo al primo interrogativo - uso il plurale perchè sono certo di interpretare il pensiero di tutti i giovani che, come me, scrivono per il teatro - asserendo che mai, come in questi tempi, il Ministero della Cultura Popolare è prodigo di interessamento verso i giovani che tentano la difficile strada del teatro e la creazione del menzionato Teatro sperimentale di Firenze ne è la riprova più evidente e convincente. Infatti, attraverso ai littoriali del teatro ed al concorso annuale, bandito dal Teatro Sperimentale, sono almeno otto i nomi di giovani autori che vengono rappresentati nel Teatro dello Sperimentale. È un bel passo avanti indiscutibilmente, ma i giovani lo ritengono sufficiente? Ed eccomi a rispondere al secondo interrogativo : no, poichè il compito del Teatro Sperimentale si esaurisce troppo presto : una recita a Firenze per i lavori segnalati, una o due a Roma per il lavoro vincente, ed è tutto. Il lavoro viene poi abbandonato ancora al giovane autore, che deve cominciare la solita, vecchia, umiliante odissea per arrivare a far conoscere a questo o a quel capocomico od a questa o quella prima attrice, il suo lavoro. Esito ? Il più delle volte negativo. Non vale l'aver vinto un seno concorso, non vale l'essere stato segnalato da una commissione di esperti teatrali..... « la compagnia ha già assunto molti impegni rn precedenza », oppure « le spese della messa in scena sarebbero troppo onerose» , oppure « non si tratta di una novità assoluta » ed altre numerose consimili risposte. Risultato ? Scoraggiamento, delusione ! Si può rimediare ? Sì, e due forme diverse di soluzione prospettiamo : La prima consisterebbe nell'obbligare - è inutile usare degli eufemismi - le compagnie sovvenzionate dal Ministero della Cultura Popolare, a rappresentare almeno un lavoro di giovane autore scegliendolo - il più possibilmente aderente allo spirito della compagnia - tra i segnalati dal Teatro Sperimentale, tale insomma da costituire una qualche garanzia di successo. Al postutto anche un mediocre successo di una commeVJA CONSOLARE

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